Prospettive assistenziali, n. 64, ottobre - dicembre 1983
FRANCESCO SANTANERA (1)
Vari
provvedimenti hanno attribuito alle Regioni ampie
funzioni in materia di controllo e vigilanza sulle istituzioni pubbliche e
private di assistenza (2).
L’analisi
della normativa evidenzia che la vigilanza, se attuata sulla base dei principi
stabiliti dalle vigenti disposizioni di legge (3), deve riguardare i seguenti
aspetti:
-
amministrativi;
-
socio-assistenziali;
-
sanitari.
La
legge 6972/1890 e il R.D. 99/1981 stabiliscono alcuni principi generali di
riferimento per l’attività di vigilanza:
- non
abuso della pubblica fiducia;
-
rispetto delle norme igienico-sanitarie;
-
osservanza dei «buoni principi» in materia di assistenza
e beneficenza.
Deleghe agli Enti locali
Prima
di approfondire il tema della vigilanza sulle strutture di ricovero e sulle
istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza,
riteniamo necessario precisare che, nella purtroppo perdurante mancanza di
una legge quadro, le Regioni dovrebbero al più presto delegare le funzioni agli
Enti locali, e precisamente agli stessi organi di
governo preposti alla gestione dei servizi sanitari.
Al
riguardo possono essere assunti come riferimento gli articoli 23, 24, 25, 26 e
27 della legge regionale 23 agosto 1982 n. 20 «Indirizzi e
normative per il riordino dei servizi socio-assistenziali» della Regione
Piemonte (4).
Va sottolineato in particolare che l’art. 23 della legge
piemontese, stabilisce che «chiunque intenda aprire o trasformare un servizio
residenziale tutelare (5) deve essere in possesso della autorizzazione
regionale al funzionamento»; riguarda quindi tutti gli istituti di ricovero
indipendentemente dal fatto che essi siano per minori, per handicappati
minorenni e adulti, per anziani.
Alcune indicazioni operative
Nello
svolgimento dell’attività di vigilanza va tenuto innanzitutto
in considerazione che:
- tale
funzione è parte integrante del processo di riorganizzazione dei servizi e
costituisce un aspetto delle funzioni «di governo» delle U.S.S.L.;
-
trattasi di materia in genere ignorata e sottovalutata che poche Regioni hanno
delegato o subdelegato.
L’espletamento
della vigilanza si estende a tutte le attività delle istituzioni assistenziali al fine di assicurare il raggiungimento dei
loro fini e la osservanza delle leggi, degli statuti e dei regolamenti.
Riguarda
gli aspetti funzionali, le modalità del rapporto di lavoro e la preparazione
professionale del personale, gli standards del
rapporto operatori/utenti, con riferimento agli standards
organizzativi, l’adempimento di tutta la normativa, il rispetto
delle leggi e regolamenti sull’amministrazione compresi gli aspetti contabili.
In
linea generale l’attività di vigilanza deve essere condotta come opera di
sensibilizzazione, affiancamento, consulenza tecnica
degli enti vigilati, sulla base di uno spirito di
collaborazione, in modo che siano attuati gli standards
previsti e gli interventi siano adeguati soprattutto alle necessità
dell’utenza, tenuto conto e rispettando la programmazione zonale e regionale.
Secondo
le vigenti disposizioni di legge, l’organo preposto alla vigilanza ha la
facoltà di:
-
richiedere copia di qualunque deliberazione adottata dalle IPAB, istituzioni
pubbliche di assistenza e beneficenza;
- ordinare visite ed ispezioni o inchieste sull’andamento
morale, disciplinare ed economico degli istituti;
-
promuovere nelle forme di legge lo scioglimento delle
amministrazioni e denunziare, nei casi di violazione della legge, i responsabili
alla competente autorità giudiziaria;
-
segnalare alle amministrazioni le mutazioni e riforme che sembrassero
indispensabili al migliore adempimento del fine
specifico dell’istituto o di quello generale della pubblica beneficenza;
-
promuovere presso l’organo competente la chiusura
degli istituti pubblici e privati di assistenza e beneficenza, aventi per fine
il ricovero, in caso di abuso di pubblica fiducia, o di cattivo funzionamento,
in rapporto ai «buoni costumi» o all’esercizio dell’assistenza o della beneficenza;
-
promuovere provvedimenti presso l’autorità competente affinché si provveda a sospendere le amministrazioni delle IPAB quando
gravi motivi di interesse dell’istituto o di ordine pubblico lo richiedono,
finché sia adottato un provvedimento definitivo;
- fare
quanto altro risultasse necessario ed opportuno per
impedire che si abusi della pubblica fiducia.
La
vigilanza e la consulenza dovrebbero riguardare i seguenti punti:
a) aspetti amministrativi
- sede
legale e sedi operative;
-
natura giuridica;
-
statuti e regolamenti;
-
pianta organica del personale;
- bilanci
preventivi e consuntivi;
-
inventario beni mobili e immobili;
-
inventario beni di valore storico e artistico;
-
autorizzazione (abitabilità, vigili dei fuoco,
prevenzione infortuni, ecc.);
-
lasciti e donazioni;
-
rinnovi dei consigli di amministrazione e verifica
delle eventuali incompatibilità;
b) aspetti socio-assistenziali
- criteri
di ammissione e dimissione;
-
cartella personale del ricoverato;
-
elenco parenti o terzi da avvisare in casi di emergenza;
-
piani di intervento collettivi e individualizzati per
attività sia interne che esterne;
- frequenza
scolastica dei minori;
-
rientri in famiglia o presso terzi;
-
rispondenza delle strutture e dell’organizzazione interna ai criteri stabiliti
nell’autorizzazione a funzionare, nello statuto e nei regolamenti;
-
richieste alla magistratura per la nomina di tutori e curatori;
- segnalazioni all’autorità giudiziaria, comprese le
trasmissioni degli elenchi di cui alla legge 4 maggio 1983 n. 184;
-
aspetti qualitativi e quantitativi relativi al
personale addetto;
-
tutela beni mobili ed immobili dell’assistito;
-
effetti e peculio personali;
-
vitto e abbigliamento;
- eventuali
accordi fra l’assistito, la sua famiglia o il tutore con l’ente ospitante;
-
criteri per la determinazione e il pagamento delle rette;
- orari visite e uscite;
-
iniziative per idonei rapporti con familiari e con terzi (preparazione affido
educativo, solleciti ai familiari per un più attivo interessamento, ecc.);
c) aspetti igienico-sanitari
- localizzazione della struttura;
-
acquedotto, fognature, riscaldamento, attrezzature, ecc.;
-
disposizione, capacità e idoneità dei locali (cucina, servizi, camere da letto,
locali per soggiorno, ecc.);
-
tabelle dietetiche;
-
vaccinazioni;
-
ricoveri in ospedali;
-
cartella personale;
-
scheda di rilevamento e comparazione dei livelli di autonomia
dei soggetti handicappati.
* * *
Per un
esercizio corretto delle attività di vigilanza e consulenza, è di estrema utilità la compilazione e l’aggiornamento di
apposite schede, strumento che consente la raccolta di dati omogenei ed il
loro confronto periodico (6).
Parimenti
utile è la costituzione di uno scadenziario dei consigli di amministrazione
delle IPAB in modo da provvedere tempestivamente a sostituire i componenti
scaduti.
Autorizzazione preventiva a funzionare - Censimento degli istituti - Anagrafe
degli assistiti - Standards assistenziali
e sanitari
La
preventiva autorizzazione a funzionare degli istituti per l’infanzia è prevista
dall’art. 50 del R.D. 15 aprile 1926 n. 718 (7).
Come abbiamo visto, le Regioni possono ampliare l’obbligo della
preventiva autorizzazione a funzionare agli istituti per handicappati adulti e
per anziani.
L’autorizzazione
preventiva a funzionare dovrebbe riguardare anche le strutture per gestanti e
madri nubili (8), per le persone senza fissa dimora e per la parte assistenziale dei collegi, compresi quelli di istruzione di
ogni ordine e grado. Si ritiene che le strutture residenziali per tossicodipendenti
e per malati mentali debbano essere totalmente a carico del settore sanitario,
così come le funzioni relative alle équipes, ai centri di risocializzazione
e alle altre attività necessarie per la prevenzione, la diagnosi, la cura, la
riabilitazione, il reinserimento dei soggetti di cui sopra. Ciò al fine di
evitare di favorire il disinteresse dei servizi sanitari, disinteresse che potrebbe raggiungere punte altissime se si consentisse ai
servizi sanitari stessi di sbarazzarsi dell’utenza con il semplice
trasferimento della responsabilità amministrativa al settore assistenziale.
In
ogni caso vi è l’assoluta urgenza di una definizione delle competenze e delle
funzioni del settore sanitario e di quello assistenziale,
definizione che deve, a nostro avviso, tener conto delle specificità dei due
campi di intervento.
La
normativa relativa alla preventiva autorizzazione a
funzionare dovrebbe essere unica per le strutture esistenti, e cioè per quelle
di nuova edificazione, e per quelle che sorgeranno a seguito di
ristrutturazione di edifici adibiti ad uso assistenziale o a qualsiasi altro
scopo.
Per le
strutture nuove o riadattate, la normativa dovrebbe essere attuata appena in
vigore; per le strutture esistenti potrebbe essere previsto un periodo di
tempo entro cui gli adeguamenti strutturali devono essere disposti, ferma
restando l’immediata osservanza delle altre norme.
La
Regione dovrebbe provvedere al censimento delle istituzioni pubbliche e delle
strutture pubbliche e private di assistenza e dei
collegi di istruzione aventi una parte adibita a servizio assistenziale.
Indispensabile
è l’aggiornamento continuo, almeno annuale, del censimento.
Altresì
indispensabile é l’anagrafe dei ricoverati in istituto siano
essi minori, handicappati adulti, anziani o persone senza fissa dimora,
anagrafe che dovrebbe essere gestita e aggiornata dalla Regione insieme alle
USSL.
Di
fondamentale importanza è la definizione da parte della Regione (9) di standards assistenziali e sanitari
minimi. Ricordiamo, al riguardo, che attualmente
moltissime sono le case di riposo autorizzate a funzionare in base alla
classificazione alberghiera, fatto che «autorizza» le numerose e spesso gravi
carenze oggi esistenti di tipo strumentale organizzativo (10).
Sarebbe
opportuno che l’osservanza degli standards minimi venisse inclusa fra, le condizioni per il rilascio della
preventiva autorizzazione a funzionare.
Commissione incaricata di vigilanza
Lo
strumento privilegiato per la realizzazione degli adempimenti di legge può
essere rappresentato dall’attività di una apposita
Commissione interdisciplinare di vigilanza, composta da alcuni operatori che
garantiscano la capacità di esame di tutti gli aspetti previsti dalla legge
(11).
Tale
Commissione, che dovrebbe relazionare sistematicamente
sulla propria attività al Comitato di gestione dell’USSL per gli eventuali
provvedimenti di competenza, potrebbe essere costituita da diverse
professionalità: un operatore del servizio socio-assistenziale operante a livello
centrale (prevalentemente un assistente sociale), un operatore sanitario, un
amministrativo.
Tali
professionalità, in modo integrato, ognuno con il «proprio» mestiere ma in
possesso anche della «cultura di territorio», potrebbero così attivare un nuovo
modo di operare efficace, efficiente, rispettoso della pertinenza ai bisogni
dei cittadini, utilizzando, quando opportuna e necessaria, la consulenza di altri operatori e di altre professionalità (vedi, ad es., tecnici per le norme di sicurezza o antincendi).
Si
ritiene che in tale Commissione di vigilanza, peri rilevanti aspetti
socio-assistenziali affrontati e per le specifiche, responsabilità previste,
debba essere espressamente inserito, con ruolo di coordinamento, oltre al
citato operatore sociale, il Coordinatore socio-assistenziale di USSL.
Alla
suddetta Commissione dovrebbe inoltre essere attribuito il compito di istruire
le pratiche relative alla preventiva autorizzazione a
funzionare.
Alcuni elementi di riflessione
In
merito ai ritardi ed alle carenze relative alla
vigilanza, alcuni elementi di riflessione possono essere quelli indicati da
Franco Mondino:
- l’assenza
di trasmissione di una «cultura» e di un’abitudine operativa per la scarsa
attività svolta da parte degli enti precedentemente
preposti alla vigilanza;
- la difficoltà a concepire l’attività di vigilanza, non
solo in termini fiscali, ma anche come uno degli aspetti preliminari alla
definizione di un progetto d’intervento sul territorio programmato
e coordinato;
-
l’incapacità a cogliere il rapporto con le istituzioni assistenziali
come un elemento di continuità nell’intervento assistenziale a favore dell’utente;
- la
difficoltà a «ricucire» differenziati interventi
sanitari e sociali negli aspetti culturali o istituzionali per raggiungere,
anche attraverso un intervento pluriprofessionale, l’acquisizione
operativa di un «unico linguaggio» di territorio;
-
l’impreparazione degli operatori a concepire l’attività di vigilanza, non solo
come momento specifico di un gruppo pluriprofessionale
formalmente incaricato, ma come una delle attività di «routine» dell’operatore
di base, che ha «assunto in carico» l’utente ricoverato, attività di routine
che per l’operatore di base significa anche collaborare con la commissione di
vigilanza «osservando» e soprattutto «vedendo» ciò che avviene nelle
istituzioni del territorio.
Osservazioni finali
Occorrerebbe
valutare se è opportuno (o obbligatorio?) prevedere
che l’azione di vigilanza delle USSL e quella di controllo della Regione possano
e debbano essere svolte anche o solo con personale non dipendente
dall’Amministrazione (v. anche gli artt. 52 e 53 dei
R.D. 15 aprile 1926 n. 718).
Inoltre,
il R.D. 15 aprile 1926 n. 718 prevede agli artt. 119
e 120 che «in quelle zone d’assistenza nelle quali se ne presenti la necessità,
i Comitati di patronato (12) possono essere, a loro
richiesta, autorizzati (...) a nominare speciali agenti di protezione
dell’infanzia, scelti tra le persone di ineccepibile condotta morale, discrete,
fidate e capaci, con l’incarico di coadiuvare e assistere i patroni
nell’esercizio delle loro attribuzioni, specie per quanto riguarda la
segnalazione e il collocamento dei fanciulli materialmente o moralmente
abbandonati, la vigilanza sui minori dei quattordici anni collocati fuori
della dimora dei genitori o tutori, la protezione dei fanciulli maltrattati e
la vigilanza sull’applicazione degli articoli 23, 24 e 25 della legge (...).
Gli agenti di protezione dell’infanzia nominati dai Comitati di
patronato (...) sono riconosciuti (...) come agenti di pubblica sicurezza, e
prestano, come tali, giuramento dinanzi al Pretore».
Si
tratta di norme superate da abbandonare o di disposizioni che possono
consentire un controllo anche da parte dei cittadini?
Al
riguardo ricordiamo che le associazioni facenti parte del Coordinamento sanità
e assistenza fra i movimenti di base hanno ottenuto il diritto di controllare
in qualsiasi momento le strutture gestite dalla Provincia di Torino e alcune
fra quelle convenzionate (13).
Concludendo, pare comunque che occorra
ancora e sempre sottolineare come per i minori, gli anziani, gli handicappati,
al di là della funzione di vigilanza, essenziale per tutelare il cittadino
istituzionalizzato, funzione che deve essere attivata al più presto, vada
soprattutto promossa l’alternativa al ricovero quando questo non serva per «far
più salute»; anche in tale ottica dunque va «letta» la funzione di vigilanza.
Schede
Riportiamo
il testo delle schede utilizzate dall’USSL 27 del Piemonte per l’attività di
vigilanza, segnalando che le schede adottate sono simili a quelle utilizzate
dal Comune di Torino.
UNITÀ SOCIO-SANITARIA LOCALE
N. 27 - CIRIÈ
Scheda di analisi
degli istituti per minori
Data ..........................................
Istituto ..........................................
Indirizzo ..........................................
tel.
..........................................
Recapito dell’Amministrazione:
.....................................
Direzione: .........................................
laica
□ religiosa □
Direttore ..........................................
M F
..........................................
capienza posti
..........................................
totale allievi
..........................................
minori Comune
..........................................
minori Provincia
..........................................
altri
Scuole Est. Int. Stat. Par. Priv.
materna .............................................................................................................................
elementare.........................................................................................................................
media inferiore.............................................................................................................
media superiore .............................................................................................................
istituto profess. .............................................................................................................
centro form. prof. .....................................................................................
Età di ammissione M .................... F ....................
Età di dimissione M .................... F ....................
Rette ....................................................................................................
....................
Ammissione (*): certificati .....................................................................
Corredo .....................................................................
convitto
□ semiconvitto
□ casa famiglia
□ colonia estiva
□ colonia perm.
Organizzazione:
□ Comunità di tipo
familiare
□ tradizionale
......................................................
n. gruppi (squadre)
......................................................
n. educatori di gruppo
......................................................
n. educatori dirigenti
......................................................
n. personale insegnante
......................................................
n. personale amministrativo
......................................................
n. personale sanitario
......................................................
n. personale subalterno
......................................................
cappellano
Cenni sul tipo di edificio, sulla sua ubicazione rispetto all’abitato, sui
collegamenti con stazioni ferroviarie e automobilistiche
......................................................
......................................................
EDUCATORI
(titolo di studio, età, stato di salute, eventuale frequenza e qualità di corsi
di formazione specifica)
......................................................
......................................................
LOCALI
Dormitori: numero e
descrizione (evidenziare numero letti, distanze; aerazione, presenza di sedie,
comodini, armadi, arredamento in generale)
......................................................
......................................................
Refettori: numero e
descrizione (evidenziare il tipo di arredamento, di
vasellame, numero di posti per tavolo, ecc.)
......................................................
......................................................
Aule scolastiche:
......................................................
......................................................
Locali per studio: numero e
descrizione
......................................................
......................................................
Locali di ricreazione: numero
e descrizione, attrezzature
......................................................
......................................................
Cortile e giardino e altri
spazi all’aperto: attrezzature, possibili attività all’aperto
......................................................
......................................................
Servizi vari:
cappella
......................................................
parlatorio
......................................................
biblioteca
......................................................
infermeria
......................................................
ambulatorio
......................................................
isolamento
......................................................
servizi igienici
......................................................
Riscaldamento:
generale
per alcuni locali
buono
insufficiente
INDIRIZZO EDUCATIVO:
Indirizzo pedagogico:
......................................................
......................................................
Articolazione dei minori in
squadre o gruppi (indicare se gruppi per età o interessi, se possono disporre
di un ambiente diverso dalla camerata e dalla classe)
......................................................
......................................................
Esistenza e uso di cartelle
individuali relative ai singoli minori:
......................................................
......................................................
Riunioni periodiche degli
educatori (se si tengono indicare ogni quanto tempo,
per trattare che problemi, ecc.)
......................................................
......................................................
Rapporti con la scuola (tipo
di collegamento se la scuola è esterna, qualificazioni
degli insegnanti se la scuola è interna, attività integrative...)
......................................................
......................................................
Assistenza specializzata psico-pedagogica a minori
disadattati, caratteriali, irregolari ecc.:
a) presenza periodica di una
équipe medico psico-pedagogica nell’istituto (componenti, periodicità)
......................................................
......................................................
b) utilizzazione di équipe
medico psico-pedagogica esterna (indicare quale e le
concrete possibilità di utilizzazione)
......................................................
......................................................
c) utilizzazione di singoli
professionisti (psichiatra, psicologo, ecc.)
......................................................
......................................................
Assistenza sanitaria:
Medico
......................................................
dipendente da
......................................................
sue visite periodiche
......................................................
compilazione delle cartelle nosologiche ......................................................
Articolazione dell’orario
all’interno dell’Istituto ......................................................
ATTIVITA’ RICREATIVE,
CULTURALI E RELIGIOSE
Attività ricreative abituali
dei gruppi
Sviluppo dell’attività:
□ prevalentemente in
gruppo
□ scelta libera
□ in massa
□ imposta
□ attività programmate
dagli educatori
□ o
con i bambini
Altre note:
......................................................
......................................................
Periodicità e tipo delle gite
e di eventuali attività turistiche
......................................................
......................................................
Casa in zona climatica
......................................................
......................................................
Biblioteca allievi -
consistenza ed usa da parte dell’alunnato
......................................................
......................................................
Giornali, riviste - titoli e
numero di copie messe a disposizione dei ragazzi
......................................................
......................................................
Televisione e relativo impiego
......................................................
......................................................
Visioni cinematografiche -
periodicità e genere
......................................................
......................................................
Formazione religiosa - criteri
e caratteristiche (Messa in Istituto o Parrocchia; frequenza obbligatoria alle
funzioni; insegnamento catechistico; tono generale di spontaneità o meno)
......................................................
......................................................
RAPPORTI CON L’AMBIENTE ESTERNO
- con i familiari: periodicità
delle visite, consentite dal regolamento.
......................................................
......................................................
- con altri ambienti:
......................................................
......................................................
Regolamentazione dei rapporti
epistolari degli allievi con l’esterno del collegio
......................................................
......................................................
Segnalazioni al Giudice
tutelare per l’adozione
......................................................
......................................................
Circolazione ed uso del denaro
(come sono regolati)
......................................................
......................................................
ANNOTAZIONI VARIE
......................................................
......................................................
* * *
UNITA SOCIO-SANITARIA LOCALE
N. 27 - CIRIÈ
Scheda di analisi
degli istituti per anziani
Data
......................................................
Istituto
......................................................
Indirizzo
......................................................
Recapito Amministrazione
......................................................
Direttore
......................................................
Tipo di gestione:
IPAB
......................................................
Amministrazione privata
......................................................
Amministrazione pubblica
......................................................
Data di costituzione
dell’istituto ......................................................
Statuto (allegato)......................................................
Data del riconoscimento
......................................................
Data dell’autorizzazione
amministrativa ......................................................
Data dell’autorizzazione
sanitaria ......................................................
Notizie sul bilancio:
Finanziamenti
......................................................
......................................................
RETTE
(Specificare le eventuali differenze di rette derivanti dalla diversa posizione
del richiedente il ricovero o da diverse prestazioni nei
confronti del ricoverato; eventuali trattamenti particolari nei confronti degli
utenti del Comune)
IMPORTI RETTE
......................................................
......................................................
RISCOSSIONE PENSIONE
......................................................
......................................................
Annotazioni:
......................................................
......................................................
Ammontare della retta in caso di assenza dell’ospite
......................................................
......................................................
DESTINAZIONE:
- Solo casa di riposo
......................................................
- Reparto ospedaliero ......................................................
-
Autosufficienti......................................................
- Non autosufficienti
......................................................
- CAPIENZA:
- Reparto autosufficienti
......................................................
- Rep. non autosufficienti
......................................................
- Totale
ricoverati al momento dell’analisi:
- autosufficienti
......................................................
- non autosufficienti
......................................................
- infermeria
......................................................
Ricoverati
- a totale carico del Comune
......................................................
- a parziale carico del Comune
......................................................
Condizioni richieste per
l’ammissione
......................................................
......................................................
DOCUMENTI RICHIESTI
Caratteristiche per la
destinazione a reparto autosufficienti o non autosufficienti
......................................................
......................................................
NUMERO DELLE CAMERE
aventi
servizi annessi WC - Bagno - Doccia - Bid.
- a ................... letti
...................
.......................................................................................................
- a ................... letti
...................
.......................................................................................................
- a ................... letti
...................
.......................................................................................................
- a ................... letti
...................
.......................................................................................................
- a ................... letti
...................
.......................................................................................................
SERVIZI COMUNI
- gabinetti ...............
per piano ................... carta igien.
................
- docce ....................
per piano ...................
- bagni ....................
per piano ...................
- lavandini .............. per
piano ...................
- bidet .....................
per piano ...................
- lavapiedi
.............. per piano ...................
- Caratteristiche dei servizi:
......................................................
......................................................
LOCALI COMUNI
- cappella ......................................................
- soggiorno ......................................................
- locale TV ......................................................
- sala gioco ......................................................
- biblioteca ......................................................
- giardino
......................................................
- altri locali ......................................................
ASSISTENZA
MEDICO-INFERMIERISTICA
- Medico generico interno si □ no □
- Medico specialista interno □ esterno □
- Orario
visite: giorno ......................................................
ora
......................................................
LOCALI PER ISOLAMENTO
- attrezzatura ......................................................
- ambulatorio ......................................................
- Personale infermieristico:
- n.
..................... qualifiche ............................................
- orario
......................................................
-
prestazioni ......................................................
- L’anziano è sottoposto a periodiche visite mediche? ......................................
- Ogni quanto tempo? ......................................................
ASSISTENZA GENERICA
- numero del personale
......................................................
- qualifiche ......................................................
- religiose ......................................................
laico ......................................................
- personale di servizio:
- pulizia
......................................................
- cucina
......................................................
- altri servizi
......................................................
ASSISTENZA
- sociale ......................................................
- religiosa ......................................................
Attività ricreative ......................................................
VITTO
- II cibo è conforme alle
diete per le persone anziane? ................................................
- È sufficiente?
....................................... Insufficiente
....................................
- È vario? .............................................
o standard? .................................................
- Esiste tabella dietetica
..................................................................................
Nella retta è compresa anche
l’acqua minerale ...................... e una dose di vino ...................
SERVIZIO LAVANDERIA
- Interno
......................................... a carico Istituto
..................................
- Esterno
........................................ a carico Istituto
...................................
Condizioni dello stabile (nuovo
o di vecchia costruzione)
......................................................
......................................................
Condizioni ambientali (è
imbiancato di recente, i muri appaiono umidi o no)
......................................................
......................................................
Mezzi pubblici utilizzabili
per raggiungere il ricovero da Torino .....................................
Piani
......................................................
Ascensori
......................................................
Portalettighe
......................................................
Portavivande
......................................................
VALUTAZIONI ED ANNOTAZIONI SUI
VARI SERVIZI
- Assistenza
medico-infermieristica
......................................................
......................................................
- Assistenza generica
......................................................
......................................................
Attività ricreativa
......................................................
......................................................
-Vitto
......................................................
......................................................
- Locali ed ubicazione
......................................................
......................................................
- Trattamento in generale
......................................................
......................................................
Note particolari
......................................................
......................................................
CONCLUSIONI
......................................................
......................................................
(1) Si ringraziano per la preziosa collaborazione Mariena Galetti e Franco Mondino,
Coordinatori dei servizi sociali rispettivamente dell’USSL 43 e dell’USSL 27
del Piemonte.
(2) Cfr. in particolare i DPR 15
gennaio 1972 n. 9, 5 giugno 1972 n. 315, 24 luglio 1977 n. 616 e la legge 23 dicembre
1975 n. 698.
(3) Le principali leggi di riferimento sono: legge 17 luglio
1890 n. 6972; R.D. 5 febbraio 1891 n. 99; R.D. 15 aprile 1926 n. 718, R.D.L. 8
maggio 1927 n. 798, R.D. 29 dicembre 1927 n. 2822, R.D. 24 dicembre 1934 n.
2316, DPR 24 luglio 1977 n. 616.
(4) Cfr. Prospettive assistenziali, n. 60,
ottobre-dicembre 1982.
(5) Sono indicate con la denominazione «servizio residenziale
tutelare», le strutture di ricovero.
(6) Cfr. gli
schemi allegati.
(7) Negli anni scorsi vi sono stati alcuni processi penali
a carico di dirigenti di istituti privi della prescritta autorizzazione preventiva
a funzionare e di responsabili politici e tecnici dell’ONMI.
(8) I R.D. 8 maggio 1927 n. 798 e 29 dicembre 1927 n. 2822
attribuiscono alle Province il compito di assistere le gestanti e madri nubili
e quelle in situazione di bisogno. I R.D. suddetti stabiliscono anche le norme
relative al seguito del parto per le donne che non riconoscono i propri nati.
(9) Va però detto che, in assenza di una normativa regionale,
gli enti locali possono - anzi dovrebbero - inserire, nelle convenzioni
stipulate con istituzioni pubbliche e private, norme specifiche a tutela dei
ricoverati.
(10) Molte case di
riposo, non avendo servizi idonei nemmeno se considerate come alberghi, sono
autorizzate a funzionare come locande!
(11) Questa parte è il risultato dell’esperienza dell’USSL
27 del Piemonte.
(12) Ora sostituiti dai Comuni singoli o associati (USSL).
(13) Cfr. Prospettive assistenziali, n. 50,
aprile-giugno 1980. Una deliberazione analoga è stata recentemente approvata
dal Comune di Torino per il controllo dei propri servizi.
(*) precisare se vengono ammessi minori enuretici.
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