Prospettive assistenziali, n. 65, gennaio - marzo 1984
Specchio nero
STRACCI, PANE DURO E CONTI CORRENTI PER COLORO CHE IL
DOLORE LASCIA SOLI SULLA STRADA...
Per l'assistenza ai bambini in difficoltà, è ancora
necessario ricorrere alla carità privata? È quanto lasciano intendere ai
cittadini meno informati e meno attenti certi istituti assistenziali,
come se i secoli fossero passati invano e la psicologia, la pedagogia, il
diritto, la legislazione non avessero subito alcuna profonda evoluzione.
Tre fatti recenti riportano l'attenzione su questa
vera e propria piaga dell'assistenza ai bambini temporaneamente a
definitivamente soli, rilevando da un lato una concezione medioevale dei
bisogni dell'infanzia in difficoltà e delle possibili soluzioni, dall'altro
gli estremi di un esposto alla procura della Repubblica.
Preoccupa, inoltre, che certe iniziative di istituti assistenziali finiscano col dare ai cittadini
una falsa e deresponsabilizzante informazione; far credere, cioè, che per
tutelare i diritti dei minori abbandonati sia sufficiente raccogliere «carta,
stracci, abiti usati e pane duro», oppure mettere mano al portafogli. I tre
fatti che segnaliamo si commentano da soli.
1 Torino, primavera 1983
Questo il
testo del volantino affisso alla porta di ingresso di
migliaia di case torinesi.
Istituto MARIA ADDOLORATA, per bambine bisognose,
Via Pacchiotti 2, Giaveno
(Torino), telefono 93.751.31.
Gentili
famiglie,
chi avesse: indumenti smessi - stracci - metalli -
libri - giornali - archivi da macero - giocattoli - pane duro - soprammobili -
radio - giradischi - ecc. potete lasciare nell'atrio scale
Martedì ore 8,30.
L'istituto si trova in grande
necessità economiche e sarà riconoscente a coloro che vorranno inviare
offerte in denaro sul c.c.p. 16876104. Grazie.
Per
comunicazioni sig. Mussa
tel.
011 - 25.84.18
licenza
n. 361965
Alcune piccole annotazioni: il telefono dell'istituto
è sbagliato. Il numero esatto è 93.761.31. La
qualifica «per bambine bisognose» rappresenta una aggiunta
arbitraria che non compare sulla guida della Sip. Il
numero telefonico del sig. Mussa, che viene indicato
dal volantino come intermediario è, invece, esatto. Sull'elenco del telefono, compare, infatti, Mussa Alessandro, via Saorgio 74,
«ferrivecchi». Anche il numero di licenza può trarre in inganno: chi crede
si tratti della autorizzazione della questura a
realizzare la questua, si sbaglia. È il numero della licenza comunale
rilasciato al ferrivecchi per la sua attività.
2 Firenze, dicembre
1983
Un secondo
episodio emerge da questa lettera inviata dalla sezione fiorentina
dell'Associazione nazionale famiglie adottive e affidatarie (ANFAA) al vescovo
di Firenze, al presidente del Tribunale per i
minorenni, al giudice tutelare, all'assessore regionale alla Sicurezza Sociale
della Regione Toscana ed al presidente dell'USL 10/D.
«Ci è pervenuto il
calendario, che si allega in fotocopia, stampato a cura dell'ORFANOTROFIO
FEMMINILE ANTONIANO (Via Giovanni da San Giovanni - Castello - FIRENZE), con il
quale si sollecitano - tramite un modulo di c/c postale - offerte a favore di
bambine orfane ("...coloro che il dolore aveva lasciate sole sulla
strada...").
«Da un passo (peraltro abbastanza ambiguo)
dell'opuscolo, le bambine ricoverate nell'istituto risulterebbero essere molto
numerose ("... quando voi leggerete, non dimenticate che al di là di quelle parole c'è il sorriso di centinaia di bambine che voi amate ed
alle quali donate un po' di quel pane che sta sulla mensa dei vostri
figli...").
«I casi sono due:
«1) le orfane sono centinaia e allora debbono intervenire gli organismi preposti al controllo sulle
istituzioni pubbliche e private di assistenza all'infanzia, per gli adempimenti
previsti dalla legge 4.5.1983 n. 184 ("disciplina della
adozione e dell'affidamento dei minori") e dalle altre norme in
materia;
«2) le orfane non sono centinaia e allora l'opuscolo
tende a sorprendere la buona fede dei benefattori.
«In ogni caso riteniamo opportuna una verifica al
riguardo.
«Il rispetto dei diritti fondamentali dei minori e il
corretto funzionamento dei servizi rientrano fra gli
obiettivi che questa associazione persegue.
«In attesa di conoscere
l'esito degli immancabili accertamenti si porgono distinti saluti».
E questa è la risposta pervenuta all'ANFAA dalla Curia
Arcivescovile di Firenze:
«Sono pervenute a Sua Eccellenza Rev.ma Mons.
Silvano Piovanelli Arcivescovo di Firenze una
comunicazione della Pretura Unificata di Firenze (Prot.
n. 91/1983) e una richiesta di accertamenti
relativamente al Calendario 1984 diffuso dalle Suore del Divino Zelo di Firenze
- Orfanotrofio Femminile Antoniano (Via Giovanni da
San Giovanni).
«Sua Eccellenza l'Arcivescovo ha affidato al
sottoscritto, nella sua qualità di Vicario Episcopale per la vita religiosa,
l'incarico di rispondere.
«Fatte le necessarie indagini sul caso segnalato all'Arcivescovo, siamo in grado di fornire alcuni
elementi che riteniamo utili agli effetti di una equa valutazione di quanto è
stato segnalato:
«1. Il Calendario 1984 è stato stampato a Milano per
tutte le Case Religiose della Congregazione "Suore del Divino Zelo"
esistente in Italia. La stampa del Calendario è uguale per tutte le Case
Religiose, fatta eccezione dell'intestazione o indirizzo, che per la Casa di
Firenze è: Orfanotrofio Femminile Antoniano - 50141
Firenze - Castello - Villa il Pozzino; e dal conto corrente postale,
proprio di ciascuna Casa.
«A Firenze con questa intestazione
sono state destinate 2.000 (duemila) copie. Di queste la Superiora ne ha spedite 1.800, così come le sono pervenute dalla Casa
Generalizia.
«2. Chi ha provveduto, infatti, alla spedizione dei
Calendari è una Suora a livello di Casa Generalizia: la quale ha provveduto ad inserire l'indirizzo o intestazione di
ciascuna Casa o Istituto sulle copie a ciascuno destinate. Ha inserito, nel
tempo stesso, il breve articolo a firma La Direzione, nel quale si parla del
"sorriso di centinaia di bambine che voi amate" e "che il dolore
aveva lasciate sole sulla strada". Chi scriveva
queste frasi aveva presente non già la situazione di una singola Casa, ma
quella ben più vasta che si offre all'attenzione di
chi sta al centro di una Congregazione Religiosa che soltanto in Italia ha 20
Istituti Educativi Assistenziali, nei quali sono accolti ed educati da 600 a
700 bambini.
«3. Le espressioni qui sopra ricordate, tra virgolette,
sono certamente improprie, perché si addicono ad
alcuni soltanto, e non riflettono in alcun modo la condizione dei bambini
assistiti dall'Istituto di Villa il Pozzino di Firenze.
«Se la Superiora di questo Istituto
ha inviato ad amici e benefattori il Calendario così come le è pervenuto dal
centro della sua Congregazione Religiosa, lo ha fatto in piena buona fede,
senza la benché minima intenzione di sorprendere la buona fede dei lettori.
Questi, peraltro, sanno bene che nell'Istituto di Firenze sono accolti ed educati soltanto 6 minori, oltre ai 24 ragazzi di scuola
elementare che si trovano lì a semiconvitto, e ai 25 bambini della Scuola
Materna.
«Tanto si afferma a chiarimento, secondo verità».
Il
Vicario Episcopale per la vita religiosa della arcidiocesi
di Firenze
(P. Angelico Alori, O.P.)
Questa risposta, a nostro avviso, è inaccettabile,
in quanto tesa esclusivamente a giustificare l'operato
dell'istituto, dimenticando totalmente i problemi dei minori, la loro dignità,
le possibili alternative al ricovero in istituto e sorvolando sulle
macroscopiche «inesattezze» presenti nel calendario (ad esempio, le bambine
ricoverate sono solo 9 e non centinaia, ...).
Inoltre nulla viene detto
nella risposta sui tentativi fatti o previsti per il ritorno dei minori nella
famiglia di origine o per il loro affidamento a scopo educativo o per la loro
adozione. E ciò è ancor più grave in riferimento alle
disposizioni della nuova legge sull'adozione e l'affido, là dove è previsto che
il ricovero in istituto debba essere l'ultimo degli interventi da attuare.
3 Firenze, gennaio
1984
Un socio
dell'ANFAA riceve, in occasione del suo compleanno, una lettera
dell'«Orfanotrofio Antoniano Maschile» dei padri rogazionisti, via G. D'Annunzio
153, Firenze. Eccone il testo integrale:
«Gentile
Signora,
«Questa è certamente per Lei una lettera inaspettata.
Abbiamo saputo che in questo mese per Lei ricorre una data importante, quella
del Suo compleanno.
«Anche se non è lieto il
ricordare il tempo che fugge, è meraviglioso pensare al momento in cui abbiamo
cominciato ad esistere.
«E mentre i Suoi cari Le saranno vicini per festeggiarLa, di soppiatto arriviamo anche noi per porgerLe
i più cordiali auguri di buon compleanno.
«Siamo quaranta ragazzi che viviamo in un Istituto
che sta, come un nido, su Poggio Gherardo, una delle
belle colline che incoronano Firenze. Il nostro Istituto vive per la carità e
l'amore di tanti cuori generosi.
«Lei, se crede, accettando le nostre preghiere al
Signore per Lei e l'invocazione del celeste patrocinio di S. Antonio, può
aprire le porte della Sua amicizia a noi ragazzi che solo per la generosità di animi gentili possiamo guardare con fiducia
al nostro domani.
«Moltiplichi il Signore sul cammino della Sua vita,
che auguriamo lunga e felice, il seme di felicità che Lei avrà
gettato nei giorni difficili di noi ragazzi.
«BUON COMPLEANNO».
firmata:
I ragazzi dell'Istituto Antoniano di Firenze
È ancora la
sezione fiorentina dell'ANFAA a rendere nota questa iniziativa
dell'«Orfanotrofio Antoniano Maschile». L'Associazione
ha scritto la seguente lettera al vescovo di Firenze, al presidente del
Tribunale per i minorenni, al giudice tutelare, all'assessore regionale alla
Sicurezza Sociale ed al presidente dell'USL 10/E.
«L'ORFANOTROFIO ANTONIANO MASCHILE (Via G.
D'Annunzio, 153 - Firenze), dopo essersi procurata in qualche modo la data di
nascita di un nostro socio, gli ha inviato per il giorno del compleanno la
richiesta di aiuto che si acclude in fotocopia,
unitamente a un modulo di versamento postale intestato a "Il pane di S.
Antonio pro orfani" (c/c n. 4515).
«Dalla lettera emergono aspetti sconcertanti:
«1) ben 40 sarebbero i minori ricoverati nell'istituto;
«2) l'istituto stesso sembrerebbe finanziare la
propria attività esclusivamente per mezzo di elemosine
("... il nostro istituto vive per la carità e l'amore di tanti cuori
generosi... solo per la generosità di animi gentili possiamo guardare con
fiducia al nostro domani...").
«Questa associazione ritiene
indispensabile, nello spirito della Legge 4.5.1983 n. 184 ("disciplina
dell'adozione e dell'affidamento dei minori"),
un accertamento atto a stabilire la consistenza e la situazione dei minori
ricoverati, per poi intervenire con le priorità previste dagli articoli 1 e 2
(primo comma), ovvero ai sensi dell'articolo 8 della legge stessa.
«Occorre anche verificare se effettivamente
l'istituto non percepisca contributi dagli enti pubblici
preposti all'assistenza all'infanzia. L'assistenza
privata è libera, ma questo non significa che possa avvalersi di forme
pietistiche ed ambigue.
«In attesa di conoscere
l'esito degli accertamenti si porgono distinti saluti».
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