Prospettive assistenziali, n. 66, aprile - giugno 1984

 

 

CAMPAGNA PER LA DIFESA DEL DIRITTO ALLE CURE SANITARIE DEGLI ANZIANI MALATI CRONICI NON AUTOSUFFICIENTI

 

 

Come abbiamo rilevato più volte, da anni, gli anziani malati cronici non autosufficienti, in vio­lazione delle leggi vigenti, vengono spesso di­messi dagli ospedali nonostante abbiano ancora bisogno di assistenza e di cure non praticabili a domicilio o in ambulatorio, oppure non vi sono nemmeno ammessi.

Questo arbitrio, praticato da amministratori e da medici costringe i pazienti o i loro parenti a ricorrere agli istituti di ricovero sborsando fino a 50 mila lire al giorno.

Inoltre, questa procedura finisce con il favorire la cronicizzazione degli anziani da parte delle strutture ospedaliere e dello stesso personale: per «sbarazzarsi» di questi pazienti è sufficiente lasciarli in una situazione di abbandono terapeu­tico per qualche giorno. Raggiunto lo stato di cro­nicizzazione, il servizio sanitario procede alle di­missioni.

A questo riguardo, va segnalato che, nella se­duta pubblica del Tribunale del malato (Torino, 18 febbraio 1984), il direttore sanitario della Casa geriatrica Carlo Alberto di Torino ha dichiarato che una parte non trascurabile degli anziani arri­vano dagli ospedali «denutriti, disidratati e anchi­losati». In altre parole, vi sono casi in cui gli ospedali non somministrano alimenti e bevande in misura sufficiente e lasciano gli anziani immo­bili a letto.

Dopo anni di iniziative (articoli su Prospettive assistenziali (1), su altre riviste e giornali di in­formazione, interviste, denunce alla magistratura, cortei di protesta, volantinaggi, ecc.), finalmente l'Assessore alla sanità e all'assistenza della Re­gione Piemonte, in data 21 febbraio 1984 ha emes­so la circolare prot. n. 0267/140, inviata ai Pre­sidenti delle USSL e così redatta: «Viene pe­riodicamente lamentato che la dimissione degli utenti dai presidi ospedalieri avviene in alcuni casi senza la necessaria garanzia della tutela del­la salute degli stessi. Infatti, accanto al protrarsi di degenza di soggetti non più bisognosi del tipo di cure erogate dall'ospedale, presidio che non può surrogare né la carenza della famiglia né di altri servizi sia sanitari che socio-assistenziali, si verificano contemporaneamente episodi di dimis­sioni affrettate, che mal si conciliano con i diritti del cittadino, primo fra tutti la tutela della salute.

«È il caso di soggetti con patologie a prognosi infausta, ai quali la dimissione in fase terminale non garantisce la corretta terapia antalgica, indi­spensabile a lenire acute sofferenze. È il caso di soggetti la cui compromissione dello stato di sa­lute è determinato da patologie non completa­mente risolte in sede ospedaliera, nella quale devono essere garantite, tempestivamente, se­condo le indicazioni e le modalità previste dal piano socio-sanitario anche le necessarie pre­stazioni di riabilitazione.

«Alcune dimissioni poi avvengono, specie per i soggetti anziani in presenza di piaghe da decu­bito, di cui deve, viceversa, essere, già nel corso della degenza ospedaliera, con attenzione, impe­dito 1'insorgere.

«Si ritiene pertanto necessario richiamare 1'at­tenzione delle SS.LL. su questa problematica, che assume particolare rilevanza non solo nei con­fronti dei pazienti e dei loro familiari, ma anche in relazione alle ripercussioni sulla corretta at­tuazione del sistema complessivo previsto dal piano socio-sanitario. Ferma restando la compe­tenza del Responsabile della divisione a disporre le dimissioni, si ritiene opportuno che nelle more di una organica disciplina, già in predisposizione, sugli obblighi delle Amministrazioni e degli ope­ratori delle UU.SS.LL. e sulla salvaguardia dei di­ritti degli utenti, le SS.LL. siano individuate come l'organo al quale le persone interessate possano rivolgersi in caso di dimissioni contestate.

«Si pregano le SS.LL. di voler disporre la pub­blicazione della presente direttiva in tutte le sedi ospedaliere».

Pur riconoscendo l'importanza della circolare suddetta (non ci risulta che analoga iniziativa sia stata assunta da altre Regioni), sempre a Torino il Comitato per la difesa dei diritti degli assistiti, organizzazione promossa dal Coordinamento sani­tà e assistenza fra i movimenti di base (tenuto anche conto che la circolare regionale è pratica­mente disapplicata), ha deciso di promuovere una campagna di informazione e di denuncia dell'at­tuale incivile situazione al fine di ottenere il pie­na rispetto del diritto alle cure sanitarie degli anziani malati cronici non autosufficienti.

A tale scopo è stato predisposto il volantino qui riportato. Si rivolge un vivo appello a tutti i gruppi e persone interessate perché la campagna a difesa degli anziani cronici possa essere estesa anche in altre zone del Paese.

 

 

(1) Cfr. Prospettive assistenziali «Gli anziani definiti cro­nici vengono calpestati nei loro diritti», n. 44, ottobre-di­cembre 1978; «Gli anziani rifiutati anche dagli ospedali», n. 45, gennaio-marzo 1979; «Iniziative contro le dimissioni dagli ospedali di anziani cronici», n. 46, aprile-giugno 1979; C. MACCHIONE, «Il paziente geriatrico lungodegente», n. 47, luglio-settembre 1979; «Contro il rifiuto degli ospe­dali di curare gli anziani cronici», n. 47, luglio-settembre 1979; «Attività del Comitato di difesa dei diritti degli assi­stiti» n. 49, gennaio-marzo 1980; «Atti del seminario di Jesolo del 5-6-7 ottobre 1979 sul tema: Interventi sanitari e assistenziali per gli anziani autosufficienti e cronici nelle Unità locali dei servizi, n. 49 bis, marzo 1980; «Le rette per anziani cronici: una battaglia vinta», n. 50, aprile-giugno 1980; «Presa di posizione del Comune di Torino contro le dimissioni forzate di anziani cronici dagli ospedali» n. 51, luglio-settembre 1980; G. BRUGNONE, «Il recupero funzio­nale dell'anziano non autosufficiente» n. 53, gennaio-marzo 1981; «Esposto penale per la dimissione di una anziana ammalata dall'ospedale», n. 53, gennaio-marzo 1981; «Di­ritto degli anziani cronici all'assistenza sanitaria e ospeda­liera», n. 54, aprile-giugno 1981; «Riforma dell'assistenza, IPAB, modifiche della legge 180, case protette: come se­gregare i più deboli», n. 58, aprile-giugno 1982; «Siamo an­cora il paese dei celestini», n. 59, luglio-settembre 1982; «Gli anziani cronici non autosufficienti: eutanasia da ab­bandono - Una ricerca in una casa di riposo» n. 59, luglio-settembre 1982; «Manifestazione di protesta», n. 59, luglio-settembre 1982; G. BRUGNONE, «Due esposti all'Au­torità giudiziaria per le discriminazioni cui sono sottoposti gli anziani malati cronici», n. 60, ottobre-dicembre 1982; G. BRUGNONE, «L'Italia è ancora il paese dei celestini», n. 61, gennaio-marzo 1983; «Circolare del Comune di Tori­no sugli anziani cronici», n. 61, gennaio-marzo 1983; «Non adottare il nonno, adotta la lotta contro l'emarginazione dei più deboli», n. 61, gennaio-marzo 1983; «Se l'incendio scoppia in un istituto di assistenza», n. 62, aprile-giugno 1983; «I nulla», n. 64, ottobre-dicembre 1983; F. SANTA­NERA, «La vigilanza sulle strutture assistenziali: una fun­zione essenziale», n. 64, ottobre-dicembre 1983; «Operatori di una casa di riposo sotto processo: la sentenza di Me­stre», n. 64, ottobre-dicembre 1983; «Anziani da buttare», n. 64, ottobre-dicembre 1983; «Il caso Morante e la cura degli anziani cronici non autosufficienti», n. 65, gennaio­-marzo 1984; F. SANTANERA, «Valorizzazione delle IPAB ed emarginazione degli anziani non autosufficienti in Emilia-­Romagna», n. 65, gennaio-marzo 1984.

 

 

 


 

GLI ANZIANI CRONICI NON AUTOSUFFICIENTI

HANNO DIRITTO COME TUTTI I CITTADINI

DI ESSERE CURATI IN OSPEDALE

QUANDO NON È POSSIBILE

PROVVEDERE A DOMICILIO

 

Questo principio è stabilito da varie leggi dello Stato. In partico­lare la legge 12.2.1968 n. 132, tuttora vigente, precisa che il calcolo dei posti letto degli ospedali deve essere fatto tenendo conto delle esigenze dei pazienti acuti, convalescenti, lungodegenti e cronici. Anche la circolare dell'Assessore alla sanità e assistenza della Re­gione Piemonte del 21 febbraio 1984 conferma il diritto degli an­ziani cronici non autosufficienti alle cure sanitarie, stabilendo che non possono essere dimessi dagli ospedali:

1) i soggetti con malattie a pro­gnosi infausta, ai quali la dimis­sione nella fase terminale della vita non garantisce le corrette terapie contro il dolore, terapie che sono indispensabili per ri­durre al minimo le sofferenze;

2) i pazienti non ancora compieta­mente guariti, tenendo presen­te che l'ospedale è tenuto a for­nire anche le necessarie pre­stazioni riabilitative;

3) i soggetti con piaghe da decu­bito di cui, nel corso della de­genza ospedaliera, deve essere impedito l'insorgere.

 

PARENTI, NON ACCETTATE CHE GLI ANZIANI MALATI CRONICI NON AUTOSUFFICIENTI SIANO DI­MESSI DAGLI OSPEDALI.

ACCETTANDO LE DIMISSIONI RISCHIATE DI DOVER PAGARE FINO A 50 MILA LIRE AL GIORNO PER UN RICOVERO IN UN ISTITUTO DI AS­SISTENZA E FINO A 200 MILA AL GIORNO SE SI TRATTA DI CASA DI CURA PRIVATA.

CONTRIBUITE INVECE A RENDERE PIÙ ACCETTABILE LA DEGENZA 1N OSPEDALE DEI VOSTRI FAMILIARI.

 

 

CSA - Comitato per la difesa dei diritti degli assistiti Torino, Via Artisti 34, tel. 831.279, ore 9-12     -   Si riceve solo per appuntamento

 

Fanno parte del CSA, Coordinamento sanità e assistenza fra i movi­menti di base, le seguenti orga­nizzazioni: Associazione genitori adulti e fanciulli handicappati; As­sociazione italiana assistenza spa­stici, sezione di Torino; Associa­zione italiana sclerosi multipla, se­zione piemontese; Associazione nazionale famiglie adottive e affi­datarie; Associazione nazionale fa­miglie di fanciulli e adulti subnor­mali, sezione di Torino; Centro di informazioni politiche ed economi­che; Cogidas; Coordinamento au­togestione handicappati; Coordi­namento dei comitati spontanei di quartiere; Coordinamento para e tetraplegici; Gruppo inserimen­to sociale handicappati USSL 27; Unione italiana ciechi, sezione di Torino; Unione italiana per la lotta contro la distrofia muscolare, se­zione di Torino; Unione per la lot­ta contro l'emarginazione sociale; C.S.A. 39 (Chivasso).

 

Con l'adesione di:

CGIL, CISL, UIL, SPI-CGIL, FNP-CISL, UIL Pensionati

 

 

TRA PREGIUDIZI E DIRITTI VIOLATI

È pensionato, allora è vecchio

È vecchio, allora è malato

È malato, allora è cronico

 

Se sei giovane e ti ammali, ti è riconosciuto il diritto al ricovero gratuito in ospedale per tutta il tempo che è necessario; se sei anziano e ti ammali, l'ospedale non ti vuole o tenta di dimetterti quanto prima.

Se sei giovane e hai bisogno di cure ospedaliere, l'ospedale ti presta assistenza; se sei anziano, diventi «incurabile» e spesso non ti curano più.

Se tua moglie, tuo marito, tuo figlio ti ricoverano in ospedale quan­do sei giovane e ti ammali sono «bravi» perché pensano al tuo bene; se lo fanno quando sei anziano e hai bisogno di cure non praticabili a casa, diventano «ingrati» e tutti sono pronti a disap­provarli.

 

L'ANZIANO AMMALATO HA DIRITTO AD ESSERE CURATO IN OSPEDALE,
NON ESSERE CACCIATO IN CRONICARIO

COLLABORA PER VINCERE QUESTA BATTAGLIA DI CIVILTA'

 

www.fondazionepromozionesociale.it