Prospettive assistenziali, n. 66, aprile - giugno 1984
La nostra comunità ha ormai quasi 10 anni di vita,
essendo sorta nel 1974 per iniziativa di un gruppo di privati cittadini.
Essa si poneva e si pone
tuttora come obiettivo di evitare l'istituzionalizzazione dei minori e quindi
offrire l'accoglienza a minori in difficoltà familiare con permanenza il più
possibile temporanea.
Fin dall'inizio il gruppo di privati si è riunito in
associazione formale e si è preoccupato di responsabilizzare per la gestione
della comunità anche l'Ente pubblico.
I Comuni, che nel 1974 usufruivano del servizio
(passati rapidamente da 4 a 9 e poi a 10), si impegnarono
a farsi carico delle spese di gestione, ripartite secondo il numero di
abitanti di ciascun Comune, a partecipare al Consiglio direttivo
dell'Associazione, eleggendo un numero di rappresentanti comunali pari a quello
dei rappresentanti dei soci.
L'amministrazione della comunità anche se finora è
stata tenuta da soci volontari, è in base alla statuto espressa dal Consiglio
direttivo, ed è sottoposta alla supervisione dello stesso e quindi anche dei
rappresentanti dei Comuni.
Dal settembre del 1982 fra la comunità alloggio e
l'USSL n. 40 di Ivrea (Torino) è stata stipulata una
convenzione, tuttora in vigore, che regola con una semplice normativa i
rapporti fra le due parti e garantisce alla comunità la copertura delle spese
di gestione. In base a tale convenzione, del
Consiglio direttivo fanno parte rappresentanti nominati dall'Assemblea
dell'USSL.
Fra gli scopi essenziali della comunità, sorta per
realizzare una valida alternativa all'istituzionalizzazione
dei minori, vi è quello di offrire ai ragazzi ospitati un ambiente di tipo
familiare, dove gli educatori siano per essi delle figure simili il più
possibile a quelle parentali (genitori - fratelli maggiori).
Da sempre le ammissioni dei bambini avvengono tramite le assistenti sociali competenti del territorio, le quali debbono impegnarsi a mantenere i
contatti con le famiglie da cui essi provengono e con gli operatori della comunità.
Gli educatori, cinque attualmente,
si avvalgono anche della collaborazione di uno o due obiettori di coscienza e
garantiscono ovviamente una presenza continua di una o due persone 24 ore su
24. Le ore più impegnative della giornata (dalle 16 alle 21 e gli interi fine
settimana) sono coperte da due educatori presenti più un obiettore o una collaboratrice
domestica.
Dal 1974 sono passati nella comunità alloggio più di
un centinaio di bambini e ragazzi, con periodi di permanenza
variabili da pochi giorni a diversi anni.
L'impegno educativo è molto vasto e diversificato a seconda delle esigenze dei ragazzi e dei vari momenti
della giornata: accompagnare i più piccoli a scuola, collaborare alla
preparazione dei pasti, fare la spesa, assistere i ragazzi nei compiti,
organizzare il tempo libero, partecipare alla loro vita: rendendosi disponibili
all'ascolto di qualsiasi loro richiesta.
Va qui ancora sottolineata
la disponibilità ad accogliere utenti di età variabile da meno di due anni a
18, comprendendo quindi anche i così detti «adolescenti a rischio». Inoltre
dalla fine del 1976 a tutt'oggi è presente in comunità una handicappata psichica medio-grave, per la quale non è stata trovata finora una
sistemazione alternativa.
Alcuni dati statistici
Gli utenti appartengono ad un territorio di circa
50.000 abitanti. Dal 1974 a tutto il 1983, sono stati ospitati:
n. 115 minori di cui 66 maschi e 49 femmine, di 75
famiglie diverse. Considerando l'età al momento del primo ingresso in comunità
(diversi casi sono stati ospitati più volte, anche in anni successivi) la
suddivisione è:
- da zero a 3 anni n.
20
- da 4 a 6 anni n.
25
- da 7 a 10 anni n.
26
- da 11 a 13 anni n.
27
- da 14 anni in su n. 27
La durata della permanenza totale è stata
(eventualmente in più volte):
per 76, inferiore a tre mesi
per 21, da tre mesi a un anno
per 7, da uno a due anni
per 11, oltre due anni
Dopo la permanenza in comunità:
102 sono rientrati in famiglia (fra questi tutti
quelli con brevi permanenze)
2 sono stati adottati
4 hanno iniziato la loro vita autonoma (maggiore
età, matrimonio)
1 è stato affidato ad una famiglia
2 sono passati ad altra comunità
4 sono presenti a fine 1983.
Il consuntivo 1983 ha dato una
spesa complessiva di L. 85 milioni circa, di cui: 64%
personale; 27% vitto, trasporti, varie; 9% per i locali (affitto, utenze varie,
riscaldamento).
Le presenze totali nel 1983 sono state 2836 giornate
(con 28 minori diversi) e quindi la spesa media giornaliera è stata di L. 29.975 (per minore).
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