Prospettive assistenziali, n. 67, luglio - settembre 1984
Specchio nero
HANDICAPPATI
NELLE MEDIE? BASTA BOCCIARLI
Chi credeva che il diritto
allo studio fosse un dato di fatto acquisito per tutti gli alunni, dovrà
ricredersi. E dovrà fare altrettanto chi riteneva che
- a tredici anni dalla legge 118/71 che sancisce il diritto dei bambini e dei
ragazzi portatori di handicap a frequentare la scuola comune - l'istruzione
dell'obbligo per almeno otto anni non significhi solo parcheggio, ma crescita e
promozione effettiva.
Sul n. 3 di Age-Notizie, la
pubblicazione periodica della Associazione
italiana genitori, di ispirazione cattolica, è riprodotta la seguente lettera
inviata dall'Age
stessa al Ministro della pubblica istruzione: «La presidenza della Associazione Genitori ha
esaminato il problema - segnalato da molte famiglie di alcuni portatori di handicaps - relativo alla menzione, sul documento di
licenza dalla scuola media, di aver sostenuto prove differenziate secondo
l'art. 102 del R.D. 653 del 1925.
Siamo
consapevoli della complessità del problema che riguarda sia il doveroso
rispetto di giustizia verso gli alunni normodotati
che hanno svolto un regolare programma di studi, sia la prudenza di non
attribuire, in un documento avente valore legale di titolo di studio, livelli
di conoscenza e di capacità non raggiunti o inesistenti, sia l'umana
comprensione educativamente importantissima di non precludere iscrizioni a
scuole professionali o a lavori adatti a far migliorare e recuperare il minore
in qualche modo disabile (preclusione favorita dalla menzione suddetta).
Riteniamo tuttavia sia possibile una sollecita iniziativa
legislativa per ovviare ai segnalati inconvenienti. Abbiamo fermato la nostra
attenzione in particolare sulla via di soluzione aperta dall'art. 8 della legge
1859/62, istitutiva della scuola media obbligatoria,
che esoneri i quindicenni ripetenti dall'adempimento dell'obbligo scolastico.
Ci
dichiariamo disponibili per quanto potremo».
Una posizione che, in parole povere, significa: per
venire in aiuto agli handicappati, bocciamoli nell'ultimo anno di frequenza
obbligatoria e neghiamo poi loro la possibilità di completare la scuola
dell'obbligo chiudendo il ciclo con un diploma.
Resta solo da augurarci che non finisca coll'essere questa la soluzione silenziosa e subdola
applicata da molte scuole, ora che il Parlamento - nel
quadro della legge di riforma della 270/82 - ha abrogato definitivamente
l'obbligo della «menzione» prevista dal R.D. del 1925 (cfr.
legge 16 luglio 1984 n. 326).
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