Prospettive assistenziali, n. 69, gennaio - marzo 1985
Specchio nero
LE
MONGOLFIERE AL PINCIO. GLI ASSISTITI CHISSÀ DOVE
Renato Nicolini, assessore
(eletto nelle liste del PCI) alla cultura del Comune di Roma, l'uomo dell'«effimero»
e delle «mongolfiere al Pincio», ha un'idea tutta sua
sul ruolo degli Enti locali; basta con l'assistenza, si impegnino
a dare «una scossa all'industria culturale italiana».
E, oltre ad indicare le nuove priorità (pensino al
tempo libero dei cittadini; non alla scuola, ai servizi sociali), cancella
d'imperio anche la legislazione in vigore: «Non
è un dovere dell'Ente locale l'assistenza agli anziani».
Ascoltiamolo, dunque, questo neo-profeta («Repubblica»,
12 febbraio 1935): «Da noi si continua a
pensare che bisogna spendere denaro per le scuole, per l'assistenza, per i
lavori pubblici. Lo pensano anche le giunte di sinistra che da questo punto di
vista si conformano alle idee più tradizionali come quando dicono all'elettore
"ti chiedo il mandato perché sono onesto", laddove dovrebbero
dire "ti chiedo il voto perché ti garantisco una qualità della vita
diversa". Bisogna pensare che l'Ente locale non deve supplire allo Stato
nell'erogazione dei servizi. Al Comune compete piuttosto il
mandato di provvedere all'assemblea dei cittadini, ai loro stare insieme nella
metropoli. E così a Roma il primo dovere dell'Ente locale è risolvere il
problema del traffico, il secondo di garantire una città aperta e funzionante
anche la notte, il terzo le qualificazioni del terziario, e qui mi riferisco
alla ricerca, all'Università e all'industria dello
spettacolo, nonché alla qualificazione o riqualificazione degli esercizi
commerciali rari. Non è invece un dovere dell'Ente locale per esempio
l'assistenza agli anziani. Perché se si sviluppa una
società in cui finalmente si capisca che il terziario può fornire nuovi posti
di lavoro, se si comprende che il tempo libero non è un lusso ma un nuovo modo
di intendere la vita e il lavoro, con ciò stesso si
crea più ricchezza, e quindi meno bisogno di interventi assistenziali.
L'assistenza è uno scandalo: si devono eliminare le ragioni per le quali
continua a sussistere un bisogno così alto».
Post scriptum: fra le
tante iniziative dell'Estate romana, un corso accelerato di diritto costituzionale
e amministrativo (primo allievo, Nicolini) non ci
starebbe male. Non è mai troppo tardi, ricorda il maestro
Manzi. Anche se il re dell'effimero non sembra capace
di andare molto oltre il «Panem et circenses».
BACCHELLI
ALLA BAGGINA?
Il Giorno di Milano, 21 febbraio 1985. Lettere al direttore.
Scrive Romildo Lorenzotti, da Voghera: «Siccome da qualche giorno leggo sul giornale le polemiche
sul caso dello scrittore Bacchelli, vorrei esprimere
la mia opinione: il signor Bacchelli non si potrebbe
ricoverarlo nella casa di riposo di Milano (Baggina)
insieme con tanti altri esseri umani che non hanno scritto libri, ma hanno
lavorato duramente una vita? È forse un disonore?».
E il direttore risponde: «Non è affatto un disonore, amico lettore,
anzi è una cosa ottima essere ricoverati alla Baggina
tra tante brave persone. Ma se un letterato di altissimo
valore come Riccardo Bacchelli, che ha scritto opere
conosciute in tutto il mondo e che ha fatto onore al nostro Paese, desidera
chiudere i suoi giorni in una clinica di suo gradimento e magari persino avere
un'infermiera di notte, lei ritiene che sia un male cercare la solidarietà di
enti ed editori, di autorità Pubbliche e di mecenati privati per esaudirlo? In questo Paese molti cretini, giovani e vecchi, nel campo
delle lettere e in altri campi, trovano danaro e aiuti in quantità per proseguire
nella loro opera di dubbio vantaggio per la comunità. Perché
non dovrebbe avere un trattamento di favore Bacchelli?
Dobbiamo sacrificare anche lui a una smania di
egualitarismo a tutti i costi? In questo caso sarà meglio eliminare tutte le
vie e piazze Michelangelo e Raffaello
Sanzio e Dante Alighieri e adottare il sistema delle vie indicate da numeri,
come negli Stati Uniti: Quarantaduesima Strada, Quinta Avenue,
Sessantottesimo Boulevard. Siamo maturi per questo risultato».
Morale. Imparate l'arte (dello scrivere), e mettetela da
parte. Perché, se non avete pubblicato almeno un romanzo od una novellina, lasciate ogni speranza o voi che entrate... nella vecchiaia,
o nell'ospizio della Baggina!
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