Prospettive assistenziali, n. 71, luglio - settembre 1985
IL VILLAGGIO DEL
SUBNORMALE DI RIVAROLO:
Molto gravi sono stati i recenti sviluppi della vicenda
del villaggio del subnormale di Rivarolo Canavese, Torino (1).
Con un accanimento operativo mai visto e utilizzando
tutta l'arroganza di potere di cui è abbondantemente fornito, l'Assessore alla
sanità e assistenza della Regione Piemonte, Sante Bajardi.
ha ottenuto l'adesione dell'USSL 38 alla creazione a Rivarolo
Canavese di un nuovo ghetto per handicappati.
L'accordo, sottoscritto anche dal Sindaco di Rivarolo Canavese e dalle
Organizzazioni sindacali CGIL, CISL, UIL e siglato il 26.7.1985, di cui
pubblichiamo il testo integrale (allegato 1), prevede le seguenti strutture:
- due comunità alloggio di 8 posti ciascuna (nel
progetto originario dell'ANFFAS i posti erano complessivamente 32) per 12
handicappati residenti nell'USSL 38 o in altre USSL viciniori e per altri 4
provenienti da qualsiasi parte d'Italia;
- un centro diurno per un massimo di 25 utenti
(struttura non prevista nel progetto originario);
- una sede per aggiornamento professionale degli
operatori dell'ANFFAS con 34 posti letto per gli allievi, in alternativa alla
scuola di formazione per operatori di assistenza agli handicappati psichici
(90 allievi in tre corsi);
- un centro di documentazione e raccolta dati
sull'handicap, centro precedentemente non previsto;
- alloggi per il direttore e il custode, e locali ad
uso palestra, piscina, cucina e mensa (come stabilito nel progetto primitivo).
Circa le comunità alloggio, l'USSL 38 si impegna ad
attivarne una subito, mentre «per la seconda
si procederà in seguito sulla base delle esigenze e delle possibilità
dell'USSL». È inoltre stabilito che «la
stessa procedura e tempistica varranno per l'attivazione delle zone ad uso
riabilitative».
Le comunità alloggio e il centro diurno verranno «messi a disposizione dall'ANFFAS completi
delle necessarie attrezzature ed arredi a titolo gratuito per almeno 19 anni».
Infine è previsto che la restante porzione del
fabbricato (2) «sarà messa a disposizione
dall'ANFFAS agli Enti locali nello stato attuale e verrà utilizzata secondo le
scelte degli Enti locali stessi in base agli indirizzi della programmazione
regionale, fermo restando che non potrà essere adibito all'erogazione di
prestazioni sanitarie e socio-assistenziali».
Il topolino (per gli handicappati)
Per la costruzione del villaggio (ricordiamo che i
lavori sono incominciati nel 1970 e interrotti dal 1974 al 1985) inizialmente
erano stati spesi 1 miliardo e 200 milioni.
Ammettendo che l'intero contributo di L. 3 miliardi e 350 milioni, erogato dall'Istituto Bancario
S. Paolo di Torino, sia destinato al completamento dei tre quinti del
villaggio, si ha una spesa complessiva di 4 miliardi e mezzo per 16 posti
complessivi nelle due comunità alloggio e 25 nel centro diurno, per una sede di
aggiornamento professionale degli operatori dell'ANFFAS (3), per un centro di
documentazione e raccolta dati sull'handicap (4), per una palestra posta in un
seminterrato con una piscina di ben
Non era preferibile con 4 miliardi e mezzo acquistare
appartamenti per allestire 20 (almeno) comunità alloggio di 8 posti ciascuna,
scegliendo le zone più carenti?
Da notare che, prima che l’ANFFAS nazionale decidesse
il completamento di parte del villaggio del subnormale,
Sotto il profilo qualitativo, il giudizio sull'iniziativa
dell'ANFFAS è ancora più negativo. Come scrive giustamente Orizzonti aperti nel primo numero di quest'anno
(5) «non c'è dubbio che l'iniziativa
dell'ANFFAS, per le sue implicazioni culturali e sociali, si pone in una
logica di gestione separata e privatistica dei
bisogni e dell'handicap, ciò che contrasta complessivamente con la cultura
dell'integrazione e del coordinamento fra pubblico e privato. L'esperienza di
molti paesi ha dimostrato che il creare spazi propri e protetti per specifici
gruppi (handicappati, anziani, devianti) se da un lato aiuta a risolvere
problemi urgenti ed emergenti, dall'altro determina dinamiche di esclusione
quasi sempre irreversibili, proprio perché viene definito uno spazio
topologico e psicologico separato, lontano dalla responsabilità e dal
coinvolgimento dei cittadini».
La montagna (di arroganza)
Come scrivevamo all'inizio, l'Assessore Bajardi ha imposto al Comitato di gestione dell'USSL
l'accordo del 26.7.1985.
Fino a questa data, l'USSL
Infatti nella lettera del 19.7.1985 (allegato 2) il Presidente
del Comitato di gestione dell'USSL 38 si limita a rilevare che, in base alle
esigenze della zona, vi è la necessità «di
n. 1 ulteriore comunità alloggio oltre quella già esistente in Locana e prossima ad essere trasferita a Pont Canavese in un alloggio
IACP» e «per i distretti che fanno
capo a Rivarolo di n. 1 Centro socioterapeutico
diurno».
Nessun riferimento è contenuto nella lettera suddetta
in merito alle altre destinazioni del villaggio ANFFAS, compresa la seconda
comunità alloggio (è evidente che se le esigenze della zona sono relative a una
sola comunità, la seconda non deve essere istituita).
La lettura della suddetta missiva, avvenuta nella
riunione del 19.7.1985 (6), che confermava quanto l'USSL 38 aveva comunicato
alla Regione Piemonte in data 12.6.1985 (cfr.
l'allegato 3), provocava la dura reazione dell'Assessore Bajardi
che insisteva pesantemente affinché l'USSL 38 modificasse la propria posizione
ed esprimesse parere favorevole nei riguardi di tutte le strutture previste nel
villaggio ANFFAS.
Affinché non ci fossero dubbi in proposito,
l'Assessore consegnava al Presidente dell'USSL 38 la «Bozza del protocollo
d'intesa tra Regione Piemonte, Provincia di Torino, USSL 38, Comune di Rivarolo e ANFFAS nazionale per
il corretto utilizzo della struttura situata in Rivarolo
Canavese» (allegato 4).
A questo punto il Comitato di gestione dell'USSL 38
si è piegato ai voleri dell'Assessore regionale, utilizzando, anche per essere
sicuro di ubbidirgli alla lettera, le stesse parole contenute nella bozza
sopra citata (cfr. l'allegato 5).
Da notare che la delibera del Comitato di gestione
del 25.7.1985 assume come riferimento uno stralcio del Programma di attività e
spesa (PAS), programma che:
a) non prevede due comunità alloggio nel villaggio
ANFFAS ma una sola;
b) non prevede un solo Centro socio-terapeutico
diurno per tutto il territorio dell'USSL, ma tre. Infatti è scritto che le
attività diurne per handicappati
«dovranno trovare sede almeno in tre località: Pont Canavese, Cuorgnè (o distretto),
Rivarolo (...). Per Rivarolo
i locali sono reperibili nel complesso degli edifici ANFFAS».
È significativo il fatto che l'accordo sul villaggio
ANFFAS è intervenuto nonostante la ferma opposizione dell'Assessore alla
sicurezza sociale della Provincia di Torino (cfr. la
lettera riportata nel n. 70 di Prospettive
assistenziali a p. 39 e segg.), ente che attualmente gestisce i servizi per
insufficienti mentali.
Occorre inoltre tener conto che l'USSL 38, ai sensi
della legge regionale 3.5.1985 n. 59 era tenuta a presentare il PAS entro il
20.11.1985. Perché tanta fretta per la firma dell'accordo? A nostro avviso
per il solo motivo che l'Assessore Bajardi restava in
funzione solo per pochi giorni.
Infatti la firma del verbale è avvenuta il 26.7. 1985;
dopo cinque giorni Bajardi non è più assessore e
nemmeno consigliere regionale! Correttezza avrebbe anzi voluto che
l'Assessore, non ripresentato dal PCI alle elezioni regionali del 12-13.5.1985,
si fosse limitato - come la legge prevede - a svolgere solo funzioni di ordinaria
amministrazione (7).
Va purtroppo segnalato che le Organizzazioni
sindacali CGIL, CISL, UIL di Torino hanno, nel giro di due mesi, cambiato
radicalmente la loro posizione. Nella lettera del 24.5.1985 si pronunciavano
come segue: «Dopo aver visto la struttura
in via di completamento in Rivarolo, emerge con
chiarezza la grande difficoltà di realizzare in tale realtà esperienze di lotta
all'emarginazione, di riabilitazione, di sostegno ai portatori di handicap che
superino l'isolamento prodotto da centri speciali "autosufficienti".
La stessa struttura architettonica è propria dei tempi e delle idee
"ghettizzanti" in cui furono avviati i lavori. Per quanto si sia
modificato, quell'impronta rimane (...). La proposta
di inserire comunitàalloggio in una struttura architettonica quale quella di Rivarolo, desta forti perplessità e contrarietà».
Due mesi dopo per le Organizzazioni sindacali il
villaggio di Rivarolo non è più ghettizzante, e le
due comunità alloggio e tutte le altre strutture previste nell'accordo vanno
bene.
I guasti provocati dall'Assessore Bajardi
La via libera data dall'Assessore Bajardi
al villaggio del subnormale non è la sola iniziativa negativa assunta. Infatti
numerosi altri appunti si possono fare al suo operato, che ha causato guasti al
settore assistenziale talmente profondi che ci vorranno anni per eliminarli:
- ha rinviato dal 31.12.1984 al 31.12.1986 il termine
previsto per il trasferimento di tutte le competenze assistenziali dai singoli
Comuni alle USSL. In tal modo gli utenti, per altri due anni, saranno
sballottati da un ufficio all'altro (i Comuni continueranno a dire che sono
competenti le USSL e viceversa) con la conseguenza, spesso, di non ricevere le
prestazioni a cui avrebbero diritto (cfr. l'articolo
«Parola di Bajardi», in Controcittà, n. 1, gennaio
1985);
- non ha dato attuazione alla legge regionale
23.8.1982 n. 20, secondo cui doveva essere predisposto dall'Assessorato
regionale all'assistenza uno schema-tipo di convenzione per il passaggio
delle competenze assistenziali dalle Province alle USSL. Per gli utenti le
conseguenze sono quelle indicate al punto precedente, con l'aggiunta che lo
sballottamento dell'utente è, a volte, fatto da tre enti (Comuni singoli, USSL,
Province);
- ha presentato una assurda delibera sugli standard
assistenziali che ha consentito il coagulo delle forze più retrive sobillate da
numerosi privati gestori di istituti di ricovero (cfr.
l'articolo « A Bajardi la medaglia d'oro al valore
democristiano», in Controcittà, n.
2, febbraio 1985);
- ha proposto modifiche alla legge regionale
23.8.1982 n. 20, approvate con legge regionale 3.5.1985 n. 59, mediante le
quali le strutture di ricovero, prima considerate come risorse utilizzabili
solo in via transitoria, ed i servizi alternativi sono stati messi sullo
stesso piano;
- ha rinunciato alla definizione di qualsiasi
concreto requisito minimo concernente le strutture, il personale e
l'organizzazione degli istituti pubblici e privati di assistenza, di modo che tutti
i ricoveri (anche i peggiori) possono continuare a prosperare;
- ha sancito la possibilità di ricoverare in istituti
(chiamati residenze protette) handicappati sia minori che adulti insieme agli
anziani;
- ha spalancato le porte alla stipula di convenzioni
fra USSL ed enti privati «senza fini di lucro» senza però stabilire cosa si
debba intendere con questa definizione. È anche senza fini di lucro il Cottolengo che ha impegnato miliardi (trenta? quaranta?)
nei grandi hotels di Ischia?
Fatti strani
Numerosi sono i fatti «strani» riguardanti il
villaggio del subnormale:
1. la concessione edilizia all'ANFFAS è stata fornita
dal Comune di Rivarolo con una celerità incredibile:
domanda presentata il 7.9.1984, parere della Commissione edilizia comunale del
17.9.1984, il giorno successivo sono apposti il visto da parte dell'ufficiale
sanitario e la firma del sindaco;
2. la concessione edilizia viene data dal Comune di Rivarolo senza richiedere alla Provincia di Torino il
parere previsto dall'art. 26 del DPR 24.7.1977 n. 616 e dall'art. 13 della
legge della Regione Piemonte 23.8.1982 n. 20. Non vengono nemmeno tenute
presenti le disposizioni delle leggi regionali 10.3.1982 n. 7 che approva il
piano socio-sanitario per il triennio 1982-1984 e 21 maggio 1984 n. 18
riguardante le opere e lavori pubblici e di interesse pubblico. A queste ultime
due leggi fa invece riferimento la procedura adottata dall'Assessorato
regionale alla sanità e assistenza in merito alla variante progettuale presentata
dall'ANFFAS alla Regione Piemonte in data 1° luglio 1985;
3. la Commissione tecnica dell'Assessorato regionale
alla sanità e assistenza, incaricata della valutazione della conformità del
progetto al piano socio-sanitario regionale, si riunisce il 2 luglio 1985 (il
giorno dopo la presentazione del progetto alla Regione!) e dà parere
favorevole;
4.
5. il metodo scelto dalla Regione (e anche
dall'ANFFAS nazionale) e purtroppo avallato dalle OO.SS.
non è stato quello di partire dalle esigenze dell'utenza della zona e poi
verificare le eventuali concrete possibilità di utilizzo della struttura di Rivarolo. È stato invece scelto un metodo opposto:
destinare i locali a questa o a quella attività e poi individuare l'utenza o
nella zona o in qualsiasi altra parte d'Italia. È un metodo che
6. quale diretta conseguenza del metodo scelto, sono
state previste strutture superdimensionate rispetto alle esigenze dell'utenza.
Si prevedano due comunità alloggio nel villaggio ANFFAS, oltre a quella di Pont Canavese. Gli utenti da
sistemare dovrebbero essere 24. Sono invece solo 15 o 16. Ed allora si vanno a
cercare in altre USSL del Piemonte handicappati da ricoverare. Per 4 si prevede
addirittura che possano arrivare da qualsiasi parte d'Italia (8);
7. altra conseguenza del metodo scelto è il superdimensionamento
delle superfici destinate a comunità alloggio e a centro diurno. La superficie
di ciascuna delle due comunità alloggio di 8 posti (nel progetto edilizio i
posti erano 16) è di oltre
8) è estremamente grave che nella documentazione
fornita dall'ANFFAS nazionale e nel verbale sottoscritto dall'ANFFAS stessa,
dalla Regione Piemonte, dall'USSL 38 e dalle Organizzazioni sindacali non vi
sia una sola parola riguardante le soluzioni alternative al ricovero in comunità
alloggio: aiuti sociali ed economici agli interessati e alle famiglie,
assistenza domiciliare, affidamenti educativi di minori e inserimenti di
adulti presso nuclei familiari e persone, adozione, messa a disposizione di
alloggi idonei, ecc. Si ha l'impressione che il ricovero sia considerato la soluzione
ottimale.
Per quanto riguarda il centro diurno, non c'è nel
verbale in oggetto nessuna indicazione circa le caratteristiche dell'utenza. Vi
verranno accolti soggetti che potrebbero svolgere una proficua attività
lavorativa se venisse data attuazione nell'USSL 38
alla legge sul collocamento obbligatorio al lavoro? Da notare che nel PAS
dell'USSL in oggetto, viene precisato che «è
scoperto il problema della collocazione lavorativa (più o meno protetta a
seconda dei casi) degli handicappati ultraquattordicenni».
Conclusioni
È auspicabile che l'ANFFAS nazionale rifletta sulla
vicenda del villaggio del subnormale e non avvii altre iniziative simili.
A questo riguardo è molto preoccupante quanto ha
scritto E. Bramardi, Presidente della Sezione ANFFAS
di Sanremo: «Intendiamo convincere i nostri nuovi Amministratori ad acquisire
un grosso e bel fabbricato a suo tempo realizzato da un sacerdote (...). In
essa vorremmo dar vita ad un Centro assistenza sociale articolato in modo da
coprire le esigenze del mondo dei più deboli: casa-famiglia, day-hospital,
brevi e lunghe degenze, ricovero pronto per emergenze, laboratori, soggiorni
estivi ed invernali per non residenti, residenza definitiva per i nostri orfani»
(10).
È altresì auspicabile che in futuro l'ANFFAS
nazionale imposti diversamente i rapporti con le Amministrazioni pubbliche ed i
movimenti di base. Ricordiamo che i lavori di completamento del villaggio sono
stati iniziati senza informare
È soprattutto controproducente, a nostro avviso,
impedire il coinvolgimento delle persone e dei gruppi che da anni si occupano
concretamente dei problemi degli insufficienti mentali.
È proprio grazie a questi gruppi, riuniti nel CSA,
Coordinamento sanità e assistenza fra i movimenti di base, che funziona dal
1970, che si sono raggiunti risultati altamente positivi.
Ne elenchiamo i principali (11):
- assunzione di insufficienti mentali da parte di
enti pubblici e cioè 40 dal Comune di Torino, 18 dalla Provincia di Torino, 3
dalla Regione Piemonte, 3 dall'Azienda energetica municipale. Sono in corso
trattative con il Comune e
- istituzione da parte dell'Assessorato al lavoro
del Comune di Torino, su mandato della Regione Piemonte, di corsi pre-lavorativi (2 già iniziati, 1 programmato) per
insufficienti mentali al fine di prepararli allo svolgimento, nelle normali
aziende private o presso enti pubblici, di attività lavorative non
specializzate né qualificate. Per coloro che sono in grado di acquisire una
specializzazione o una qualificazione, è previsto il passaggio nei normali
corsi di formazione professionale;
- modifica del regolamento edilizio del Comune di
Torino in modo che le nuove costruzioni di edilizia pubblica e privata aventi
più di tre piani fuori terra abbiano tutti gli alloggi accessibili anche «alle persone fisicamente impedite che usano
poltrone a rotelle»;
- assegnazione di alloggi di risulta del Comune di
Torino e dell'Istituto autonomo case popolari (IACP) ad handicappati, anziani
e altri casi sociali. Nel 1983 sono stati assegnati 69 alloggi di cui: 14 per
evitare l’istituzionalizzazione; 21 ad handicappati;
- adattamento di alloggi di proprietà del Comune di
Torino e dell'IACP onde renderli accessibili e rispondenti alle esigenze degli
handicappati;
- concessione di un contributo per gli adattamenti
di cui al punto precedente per gli alloggi di proprietà privata;
- istituzione del servizio taxi per le persone
impossibilitate ad usare i mezzi pubblici. Sono concesse fino a 120 corse
mensili al prezzo di 500 lire per corsa, somma corrispondente alla tariffa dei
mezzi pubblici;
- servizio, effettuato dal Consorzio trasporti
torinesi mediante apposito pulmino, di trasporto delle persone non in grado di
utilizzare né i mezzi pubblici, né il servizio taxi;
- eliminazione delle barriere architettoniche in
alcune nuove costruzioni dell'IACP, in alcuni edifici pubblici (comprese
scuole, palestre, piscine), in qualche attraversamento pedonale;
- istituzione da parte dell'Assessorato alla
istruzione del Comune di Torino del servizio di assistenza educativa
domiciliare avente lo scopo di fornire elementi di conoscenza e concreti strumenti
di intervento ai genitori con figli handicappati. Il Comune sta attualmente
procedendo alla formazione del personale;
- eliminazione quasi totale delle scuole o classi
speciali per handicappati e relativo inserimento prescolastico e scolastico
nelle normali sezioni e classi;
- emanazione della legge della Regione Piemonte 23
agosto 1982 n. 20 «Indirizzi e normative per il riordino dei servizi socioassistenziali».
La legge indica sia gli interventi di prevenzione del bisogno assistenziale
(art. 3 - Informazione, ricerca e progetti; art. 5 - Soddisfacimento di
esigenze abitative; art. 6 - Promozione dell'inserimento lavorativo; art. 7 -
Abolizione delle barriere architettoniche), sia gli interventi alternativi al
ricovero in istituto (art. 19 - Assistenza economica; art. 20 - Assistenza
domiciliare; art. 21 - Affidamenti ed inserimenti presso famiglie, nuclei
parafamiliari e persone singole; art. 21 - Comunità alloggio; art. 22 -
Autorizzazione al funzionamento di servizi residenziali tutelari da istituire
o già funzionanti). Negativamente sono valutate dal CSA le norme riguardanti
le case protette, in quanto strutture emarginanti;
- delibera del Comune di Torino dell'11 settembre
1976 che definisce le priorità di intervento dei servizi alternativi al
ricovero ed i loro contenuti. Uguale deliberazione è stata assunta dalla
Provincia di Torino. Nelle delibere suddette è anche prevista la messa a
disposizione a favore del Comune di Torino del personale della Provincia di
Torino. A seguito delle delibere suddette:
1) dal settembre 1976 al settembre 1983 sono stati
effettuati dal Comune di Torino 928 affidamenti familiari a scopo educativo di
minori e 15 inserimenti di anziani presso famiglie e persone. Fra i minori in
affidamento vi sono anche insufficienti mentali. È stata altresì affidata una
bambina priva dei quattro arti;
2) per gli insufficienti mentali ultraquattordicenni
che, a causa delle loro condizioni fisiche e psichiche non possono essere
inseriti nel lavoro, funzionano 10 centri socio-terapeutici gestiti
dall'Amministrazione provinciale, 5 dalle Unità socio-sanitarie locali, 10 dal
Comune di Torino. Ciascun CST accoglie in media 20-25 handicappati.
L'obiettivo è un CST per ciascuna delle 45 Unità locali di Torino e Provincia;
3) le comunità alloggio funzionanti in Torino città
sono le seguenti:
a) 25 per minori di cui 11 gestite direttamente dal
Comune di Torino, 11 convenzionate con terzi, 3 gestite dall'Amministrazione
provinciale di Torino. In alcune comunità sono inseriti uno o due handicappati;
b) 10 per insufficienti mentali adulti di cui 5
gestite dalla Provincia di Torino, 2 dal Comune, 2 convenzionate ed 1 di pronto
intervento;
c) 1 per handicappati fisici, gestita dal Comune di
Torino;
d) 6 per anziani a gestione diretta da parte del
Comune di Torino;
4) le comunità alloggio situate fuori Torino, gestite
a seguito di convenzioni intervenute fra
Noi continuiamo a ritenere che la creazione di tutto
quanto è previsto nell'accordo del 26.7.1985 sia un errore gravissimo, sia un
mezzo per deresponsabilizzare gli Enti pubblici tenuti ad intervenire (12) non
solo nel campo dell'assistenza ma in tutti i settori di vita degli handicappati
(lavoro, casa, sanità, trasporti, sport, formazione professionale, ecc.).
Al massimo può essere inserito nella struttura di Rivarolo ciò che l'USSL 38 aveva indicato nella lettera
del 19.7.1985 (cfr. allegato 2) e cioè una comunità
alloggio e un centro diurno per la zona limitrofa (e non per tutta l'USSL).
Vogliamo restare coerenti alla linea da noi portata
avanti concretamente prima dell'intervento dell'ANFFAS nazionale e dalla stessa
mai contestata fino al 26.7.1985: le strutture devono essere al servizio
delle persone e non viceversa.
Allegato 1
VERBALE
D'INCONTRO
TRA
REGIONE PIEMONTE, U.S.S.L 38, COMUNE DI RIVAROLO,
ANFFAS, OO.SS.
L'anno 1985 il giorno 26 luglio ore 10 si sono
nuovamente riuniti presso l'Assessorato regionale sanità e assistenza gli Enti
istituzionali e l'ANFFAS nazionale per proseguire gli approfondimenti già
avviati nelle precedenti riunioni del 5 e 19 luglio, con le OO.SS.,
le associazioni e gruppi di base rappresentanti l'utenza, dopo i pregressi
numerosi incontri tra Regione, U.S.S.L. 38, Provincia di Torino e Comune di Rivarolo, per esaminare il corretto utilizzo dell'esistente
struttura situata in Rivarolo Canavese
di proprietà dell'ANFFAS nazionale.
Risultano presenti:
- l'Assessore alla sanità e assistenza - Sante Bajardi,
- il Presidente dell'U.S.S.L. 38 - Comm. Albino Bellino,
- il Presidente della Comunità montana Alto Canavese e membro del Comitato di gestione dell'U.S.S.L.
38 - Sig. Enrico Colombo,
- il Sindaco di Rivarolo -
Sig. Domenico Rostagno,
- i rappresentanti della Sezione ANFFAS di Torino - Sig.ra Casale e Sig. Torres,
- il rappresentante del «Comitato del no al
Villaggio» - Dott. Enrico Tedeschi,
- i rappresentanti delle OO.SS.
- Sigg.ri Bronzino, Serafino e Lughezzani.
Al termine della riunione e sulla base delle decisioni
e delle posizioni documentate o illustrate dagli Enti locali e in particolare
dall'estratto di deliberazione dell'U.S.S.L. 38 del 25.7.1985 n.
- Premesso che l'ANFFAS ha provveduto a sanare la
propria posizione debitoria nei confronti della
Cassa depositi e prestiti relativamente ai ratei pregressi del mutuo a suo
tempo contratto con detta Cassa e che è altresì impegnata a provvedere
esclusivamente con propri mezzi al pagamento dei restanti ratei,
1) la porzione di fabbricato corrispondente al
progetto generale di primo lotto presentato alla Regione, per l'approvazione
della parte destinata a servizi socio assistenziali e totalmente finanziato
dalla ANFFAS risulterà così utilizzata:
a1) n. 2 comunità alloggio destinate ad ospitare un
numero complessivo massimo di 12 persone portatrici di handicap residenti
nell'U.S.S.L. 38 o eccezionalmente in comuni viciniori a Rivarolo
appartenenti ad altre UU.SS.LL., e sempre
eccezionalmente per situazioni di emergenza, 4 persone provenienti da altre
parti del territorio;
b1) un centro diurno per un massimo di 25 utenti;
c1) una sede di aggiornamento professionale per
operatori dell'ANFFAS e relativi servizi generali e/o altre attività
didattiche anche altamente qualificate previste dalla normativa statale e
regionale, come da indicazioni previste in progetto per il primo lotto
(palazzina n. 5, 5 aule - palazzina n. 1 primo piano 12 letti per allievi -
palazzina n. 2 primo piano 9 letti per allievi - palazzina n. 1 piano terreno
8 letti per ospiti e palazzina n. 2 piano terreno 5 letti per gli ospiti);
d1) un centro di documentazione e raccolta dati
sull'handicap;
2) la restante porzione di fabbricato sarà messa a
disposizione dalla ANFFAS agli Enti locali
nello
stato attuale e verrà utilizzata secondo le scelte degli Enti locali stessi in
base agli indirizzi della programmazione regionale, fermo restando che non
potrà essere adibita all'erogazione di prestazioni sanitarie e
socio-assistenziali.
Tale utilizzo dovrà essere definito dagli Enti locali
entro un biennio dalla stipula della convenzione fra U.S.S.L. 38 e ANFFAS.
Sono state formulate prime ipotesi riguardanti una
più idonea collocazione di associazioni culturali, ricreative presenti nel
Comune di Rivarolo, Centri giovanili, sedi per la
cooperazione ed attività artigianali, Centri per la protezione civile e il
volontariato.
3) Per quanto attiene gli aspetti gestionali le parti
concordano:
A - che i servizi di cui ai punti a1) e b1) siano
gestiti direttamente dall'U.S.S.L.
Le Comunità alloggio e il Centro diurno vengono
messi a disposizione dall'ANFFAS completi delle necessarie attrezzature ed
arredi a titolo gratuito per almeno 19 anni. Gli arredi verranno concordati
d'intesa con l'U.S.S.L. 38 e sulla base delle esigenze di questa ultima.
Per quanto riguarda le Comunità alloggio l'U.S.S.L.
38 si impegna ad attivarne subito una d'intesa con
Le modalità di utilizzo e la metodologia d'intervento
dovranno essere coerenti con i programmi di attività dell'U.S.S.L. 38 e con le
linee di programmazione regionale in materia di prevenzione assistenza e
riabilitazione dei portatori di handicap, prevedendo tutti i necessari supporti
dei servizi sanitari e l'inserimento scolastico lavorativo e sociale degli
utenti nelle strutture del territorio.
L'eventuale accesso di persone provenienti da UU.SS.LL. limitrofe sarà regolato dalle convenzioni
previste dall'art. 33 ultimo comma L.R. 3.5.1985 n.
59.
Per quanto concerne soggetti provenienti dal restante
territorio, definiti nel numero massimo di
L'onere di spesa relativo a detti ospiti, a carico
dei soggetti tenuti per legge, verrà in ogni caso anticipato dall'ANFFAS
secondo modalità e procedure definite nella convenzione generale che
regolamenterà i rapporti tra U.S.S.L. 38 e ANFFAS nazionale;
B - che le attività di aggiornamento professionale
per gli operatori dell'ANFFAS di cui al punto c1) vengano totalmente gestite
dalla ANFFAS, previo confronto con le esigenze evidenziate dall'U.S.S.L. 38 e
dalla Regione.
Eventuali convenzioni con le UU.SS.SS.LL.
potranno essere attivate ove le stesse ravvisino l'opportunità di far
partecipare propri operatori;
C - che le attività attinenti al Centro di documentazione
e raccolta dati di cui al punto d1) siano gestite dall'ANFFAS, fermo restando
la possibilità di eventuale raccordo con
D - che le spese generali relative all'utilizzo delle
porzioni di edificio destinate ai servizi socio-assistenziali
siano quantificate in ragione dei millesimi a disposizione e degli effettivi
consumi e siano regolamentate nella convenzione ANFFAS-U.S.S.L.
38.
Da tali spese saranno comunque escluse quelle
relative al custode e al direttore e ai loro alloggi.
La stessa convenzione potrà disciplinare l'eventuale
accesso degli utenti dei servizi socioassistenziali alla mensa, gestita dalla
ANFFAS per le proprie esigenze;
E - che l'intero intervento sia realizzato in conformità
a quanto previsto dalle leggi vigenti ed in particolare dalla legge 373 sul
risparmio energetico;
F - si dà atto che l'U.S.S.L.
In originale
firmato:
- Assessore
alla sanità e assistenza della Regione Piemonte, Sante Bajardi;
- Presidente
del Comitato di gestione della USSL 38, Albino Bellino;
- Componente
del Comitato di gestione della USSL 38, Enrico Colombo;
- Sindaco
del Comune di Rivarolo, Domenico Rostagno;
-
Rappresentanti dell'ANFFAS nazionale, Corrà e Dagnino;
-
Rappresentanti delle OO.SS. CGIL, CISL, UIL, Alberto
Bronzino.
Allegato 2
LETTERA
DEL PRESIDENTE DEL COMITATO
DI
GESTIONE DELL'USSL 38 DEL 19 LUGLIO 1985
Facendo seguito alle precedenti riunioni e comunicazioni,
il Comitato di gestione nella seduta del
Premesso che il PAS verrà completato quanto prima,
si è in grado comunque di quantificare i bisogni dei portatori di handicaps fisici e psichici e quindi di prevedere per la
ns. USSL la necessità di n. 1 ulteriore Comunità alloggio oltre quella già
esistente in Locana e prossima ad essere trasferita a
Pont Canavese in un alloggio
IACP e, per i distretti che fanno capo a Rivarolo, di
n. 1 Centro socio-terapeutico diurno. Pertanto entrambi i presidi dovranno
essere ubicati nella stessa parte della palazzina 1 ove
Tale decisione è condizionata dalla garanzia che
vengano accettate formalmente da parte dell'ANFFAS alcune richieste di modifica
già in precedenza evidenziate:
1) che per la parte della palazzina 1 vengano
sezionati l'impianto di riscaldamento e gli altri impianti tecnologici in modo
da rendere possibile l'uso autonomo della parte destinata ad attività
socio-assistenziali e venga installata una caldaia con bruciatore a gas metano;
2) che venga destinata a disposizione della Comunità
alloggio e CST un'area esterna adiacente ad uso giardino;
3) che per
4) che l'ANFFAS si impegni formalmente in modo che il
resto del complesso che viene ristrutturato non avrà destinazione
socio-assistenziale o sanitaria;
5) che l'ANFFAS si impegni formalmente a cedere agli
Enti locali le strutture non oggetto dei lavori del 1° lotto (parte evidenziata
in grigio sui disegni);
6) che le spese generali inerenti il funzionamento
dell'immobile non gravino a nessun titolo sull'USSL. Nel comodato saranno
previste le modalità inerenti la manutenzione della parte dell'immobile a
destinazione socio-assistenziale.
Il parere definitivo in merito al progetto per la
parte destinata all'attività socio-assistenziale verrà dato dall'USSL a seguito
di presentazione da parte dell'ANFFAS delle variazioni tecniche richieste e
della destinazione precisa e vincolante per l'ANFFAS di tutto l'immobile.
Allegato 3
LETTERA
DEL PRESIDENTE DEL COMITATO DI GESTIONE DELL'USSL 38 DEL 12.6.1985
Facendo seguito all'incontro avvenuto in Rivarolo il 17 maggio u.s. Le comunico di aver portato in
Comitato nelle sedute del 31.5 e 7.6.85 gli argomenti oggetto di discussione in
merito alla costruenda struttura ANFFAS
di Rivarolo Canavese.
Dopo ampia ed esauriente discussione è emersa la
considerazione che una struttura di simili dimensioni non rientra, allo stato
attuale delle cose, nelle linee programmatiche della nostra USSL e regionali.
Era infatti nelle nostre intenzioni di privilegiare
una plurilocalizzazione decentrata che rispettasse
le esigenze territoriali della nostra vasta zona.
Pur condividendo l'iniziativa dal punto di vista
umanitario, dobbiamo riconoscere che la nostra USSL non sarebbe in grado di
assumere né la gestione diretta, né il convenzionamento
sia per le esigue disponibilità finanziarie sia per la esiguità dei soggetti
interessati all'iniziativa.
Pertanto, se la struttura troverà compimento secondo
le indicazioni fornite, siamo costretti a chiedere che ci vengano fornite
formali e precise garanzie che alcun onere diretto o indiretto di soggetti non
residenti ricada sulla nostra USSL.
Il Comune di Rivarolo dovrà
farsi carico che non vengano a realizzarsi le condizioni per la concessione del
«domicilio di soccorso» con conseguente addebito degli oneri finanziari a
carico dell'USSL.
Rimane in noi comunque la disponibilità ad ulteriori
confronti per verificare soluzioni alternative tese ad ottimizzare le
strutture e le risorse.
Allegato 4
BOZZA
DI PROTOCOLLO D'INTESA TRA REGIONE PIEMONTE, PROVINCIA DI TORINO, USSL 38,
COMUNE DI RIVAROLO E ANFFAS NAZIONALE PER IL CORRETTO UTILIZZO DELLA STRUTTURA
SITUATA IN RIVAROLO CANAVESE
In relazione all'ipotesi di utilizzo dell'esistente
struttura situata in Rivarolo Canavese
di proprietà dell'ANFFAS, nonché alle proposte avanzate dalla sede nazionale
dell'Associazione sia attraverso la nota n. 2430/LC del 21.5.1985 che
attraverso il progetto edilizio presentato alla Regione Piemonte in data
1.7.1985, stante la necessità di coordinare tali proposte con la normativa
nazionale, con gli indirizzi regionali, con le esigenze del territorio
evidenziate dagli Enti locali, con le aspettative dell'utenza di cui si sono
fatti carico le OO.SS., Associazioni e gruppi di
base, tra
1) la porzione di fabbricato corrispondente al
progetto generale di I lotto presentato alla Regione, per l'approvazione della
parte destinata a servizi socio-assistenziali, e totalmente finanziato
dall'ANFFAS risulterà così utilizzata:
a1) 2 comunità alloggio destinate ad ospitare complessivamente:
12 persone portatrici di handicap residenti nell'U.S.S.L. 38 o eccezionalmente
in comuni viciniori a Rivarolo appartenenti ad altre UU.SS.SS.LL. sempre eccezionalmente e per situazioni di
emergenza, 4 persone, provenienti da altre parti del territorio;
b1) un centro diurno per utenti;
c1) una sede di aggiornamento professionale per
operatori dell'ANFFAS e relativi servizi generali;
d1) un centro di documentazione e raccolta dati
sull'handicap.
2) La restante porzione di fabbricato, messa a
disposizione dall'ANFFAS agli Enti locali nello stato attuale, verrà utilizzata
secondo le scelte degli Enti locali stessi in base agli indirizzi della
programmazione regionale, fermo restando che non potrà essere adibita
all'erogazione di prestazioni sanitarie e socio-assistenziali.
3) Per quanto attiene gli aspetti gestionali le parti
concordano:
A) che i servizi di cui ai punti a1) e b1) siano
gestiti direttamente dall’U.S.S.L.
Le comunità alloggio e il centro diurno vengono
messi a disposizione dall'ANFFAS complete delle necessarie attrezzature e
arredi a titolo gratuito.
Le modalità di utilizzo e la metodologia d'intervento
dovranno essere coerenti con i programmi di attività dell'U.S.S.L. 38 e con le
linee di programmazione regionale in materia di prevenzione assistenza e
riabilitazione dei portatori di handicap, prevedendo tutti i necessari supporti
dei servizi sanitari e l'inserimento scolastico, lavorativo e sociale degli
utenti nelle strutture del territorio.
L'eventuale accesso di persone provenienti da UU.SS.SS.LL. limitrofe sarà regolato dalle convenzioni
previste dall'art. 33 ultimo comma della legge regionale 3.5.1985 n. 59.
Per quanto concerne i soggetti provenienti dal
restante territorio, definiti nel numero massimo di
L'onere di spesa relativo a detti ospiti, a carico
dei soggetti tenuti per legge, verrà in ogni caso anticipato dall'ANFFAS
secondo modalità e procedure definite nella convenzione generale che
regolamenterà i rapporti tra U.S.S.L. e ANFFAS nazionale;
B) che le attività di aggiornamento professionale
per gli operatori dell'ANFFAS di cui al punto c1) vengano totalmente gestite
dall'ANFFAS. Eventuali convenzioni con le UU.SS.SS.LL.
potranno essere attivate ove le stesse ravvisino l'opportunità di far
partecipare propri operatori;
C) che le attività attinenti al centro di documentazione
e raccolta dati di cui al punto d1) siano gestite dall'ANFFAS, fermo restando
la possibilità di eventuale raccordo con la banca dati regionale;
D) che le spese generali relative all'utilizzo delle
porzioni di edificio destinate ai servizi socio-assistenziali siano
quantificate in ragione dei millesimi a disposizione e degli effettivi consumi
e siano regolamentate nella convenzione ANFFAS - U.S.S.L. 38.
La stessa convenzione potrà disciplinare l'eventuale
accesso degli utenti dei servizi socioassistenziali alla mensa, gestita
dall'ANFFAS per le proprie esigenze.
Allegato 5
ESTRATTO
DELLA DELIBERA DEL COMITATO Di GESTIONE DELL'USSL 38 DEL 25.7.1985 N. 208
Il Comitato di Gestione ha deliberato:
1) Di approvare la bozza di stralcio del Programma
di attività e spesa relativa al settore socio-assistenziale, che si allega in
copia.
2) Di assumere in proprio la gestione delle 2
comunità alloggio (piano terra e 1° piano parte palazzina 1), del centro
socio-terapeutico (parte del piano terra palazzina 4) e piscina terapeutica e
relativi servizi (seminterrato palazzina 5), site nella struttura «Comunità
3) Di dare parere favorevole al progetto per la parte
che riguarda gli interventi di natura socio-assistenziale di cui al punto 2)
evidenziata sui disegni allegati a condizione che:
a) vengano apportate le modifiche tecniche richieste
riguardanti una più pratica sistemazione dei servizi igienici nel centro socio
terapeutico e venga prevista la possibilità di rendere autonomo il presidio;
b) che per la parte della palazzina 1 destinata alle
2 comunità alloggio venga sezionato l'impianto di riscaldamento, in modo da
rendere possibile l'uso autonomo delle stesse, con la installazione di una
caldaia, già predisposta per il funzionamento a gas metano;
c) che le rimanenti strutture o parti di esse, non oggetto
del progetto in corso, non siano adibite a funzioni ed attività di carattere
socioassistenziale, né sanitario.
4) Per quanto riguarda gli aspetti gestionali i
servizi di cui al punto 2) saranno gestiti direttamente dall'USSL
Le comunità alloggio e centro diurno vengano messe a
disposizione dall'ANFFAS complete delle necessarie attrezzature ed arredi a
titolo gratuito per almeno 19 anni. Gli arredi verranno concordati d'intesa
con l'USSL e sulla base delle esigenze di quest'ultima.
Per quanto riguarda le comunità alloggio l'USSL
s’impegna di attivarne subito una d'intesa con
Per quanto concerne soggetti provenienti dal restante
territorio, definiti nel numero massimo di quattro, l'ospitalità sarà
subordinata a casi di comprovata necessità ed urgenza e in ogni caso limitato
ad un periodo non superiore a sei mesi. L'onere di spesa relativo a detti
ospiti, a carico dei soggetti tenuti per legge, verrà in ogni caso anticipato
dall'ANFFAS secondo modalità e procedure definite nella convenzione generale
che regolamenterà i rapporti tra USSL e ANFFAS nazionale.
5) che le attività di aggiornamento professionale
per gli operatori dell'ANFFAS vengano totalmente gestite dall'ANFFAS.
Eventuali convenzioni con le UU.SS.SS.LL. potranno
essere attivate ove le stesse ravvisino l'opportunità di far partecipare i
propri operatori.
6) che le attività attinenti al centro di documentazione
e raccolta dati siano gestite dalla ANFFAS, fermo restando la possibilità di
eventuale raccordo con la banca regionale dati.
7) che l'intero intervento sia realizzato in conformità
a quanto previsto dalle leggi vigenti ed in particolare dalla legge 373 sul
risparmio energetico.
* * *
PRECISAZIONE - Segnaliamo che la lettera inviata
all'Istituto Bancario San Paolo di Torino dal Comitato «No al villaggio del
subnormale di Rivarolo» in data 18 marzo 1985 (cfr. Prospettive
assistenziali, n. 70, aprile-giugno 1985, pp. 33-34-35) era stata firmata
anche da Luigi Massa, Segretario regionale piemontese della Lega per le
Autonomie locali.
(1) Cfr.
l'articolo «No al villaggio del subnormale di Rivarolo
Canavese» in Prospettive
assistenziali, n. 70, aprile-giugno 1985.
(2) Il complesso edilizio sorge su
un'area di circa 25.000 mq. ed è costituito da 5 edifici. La superficie utile è
complessivamente di 7.240 mq. così suddivisa: 2.670 mq. per il primo piano,
3.190 per il piano terreno, 1.380 per il seminterrato. Le cubature sono
rispettivamente 8.400, 9.940, 4.350 mc. e cioè in
totale 22.690 mc. Attualmente sono in corso i lavori
per il completamento di circa i tre quinti dei villaggio.
(3) È difficile comprendere come
possa validamente funzionare, in una piccola cittadina della provincia di Torino,
una sede di aggiornamento del personale operante in altre Regioni. I costi sono
altissimi (si pensi alle spese di soggiorno e trasporto degli allievi e dei
docenti); notevoli sono inoltre le difficoltà per assicurare il funzionamento
delle strutture quando il personale addetto si deve allontanare per centinaia
di chilometri. D'altra parte non regge l'affermazione secondo cui, essendo un
ente privato, l'ANFFAS può spendere il proprio denaro come meglio crede.
Infatti l'ANFFAS riceve rilevanti contributi economici dallo Stato, dalle
Regioni e dagli Enti locali; inoltre c'è il pericolo che l'ANFFAS richieda agli
Enti pubblici di rimborsare le spese aggiuntive mediante l'aumento delle rette
relative ai servizi da essa gestiti.
(4) L'ANFFAS, insieme all'AIAS, ha
recentemente aperto un centro di documentazione sull'handicap con sede a
Bologna, Via Alamandini 2/A, che pubblica una
rassegna stampa mensile.
Un altro centro, funzionante in modo
egregio, è quello di Milano (Centro studi e consulenza invalidi, Via Gozzadini 7) che diffonde il mensile «Informazioni-Riabilitazioni».
A Milano ha anche sede il Centro
studi e ricerche sulla devianza e l'emarginazione (V. Plebisciti 6), che
pubblica la rivista trimestrale «Devianza
e emarginazione» ed una rassegna stampa mensile.
(5) Orizzonti aperti è il notiziario dell'ANIEP, Associazione
nazionale invalidi per esiti di poliomielite e altri invalidi civili.
Anche
(6) Alla riunione del 19.7.1985 erano
presenti l'Assessore regionale alla sanità e assistenza, funzionari dell'Assessorato,
il Sindaco di Rivarolo, rappresentanti dell'USSL 38, dell'ANFFAS nazionale, delle OO.SS.
e del Comitato «No al villaggio del subnormale di Rivarolo».
(7) Segnaliamo che in data 22.7.1985
il Consigliere regionale Stagliano aveva presentato la seguente interrogazione
urgente: «Al Presidente della Giunta regionale e all'Assessore alla sanità e
assistenza - Per sapere se ritiene che la firma del protocollo d'intesa
relativo alla struttura del villaggio del subnormale di Rivarolo
Canavese, prevista per giovedì 25 luglio fra
(8) Da notare che essi possono essere
accolti in comunità alloggio al massimo per 6 mesi. Trascorso questo periodo
dove verranno trasferiti? In merito alla «deportazione assistenziale» cfr. A.C. Moro, «Per una migliore
protezione del minore: l'ufficio di pubblica tutela» in Bambino incompiuto, n. 2, luglio 1985.
(9) Si tenga presente che il percorso
stradale da Ceresole Reale (Comune dell'USSL 38) a Rivarolo è di oltre
(10) Cfr. ANFFAS-Famiglie, n. 17, marzo-aprile 1985.
(11) Questo elenco è stato trasmesso
dalla Sezione ANFFAS di Torino, alla Sede nazionale in data 16.6.85 con la
precisazione che mediante l'apporto delle Associazioni di base «si sono fino ad oggi ottenuti innegabili e
concreti risultati per i nostri figli».
(12) È sorprendente constatare che
mai l'ANFFAS nazionale si è preoccupata di individuare gli organi di governo
che sono o dovrebbero essere tenuti ad intervenire nei confronti degli
handicappati (Cfr. ANFFAS-Famiglie, dal n. 1,
giugno-luglio 1982 al n. 18/19, maggio-agosto 1985).
*
* *
(1) N.d.r.
- Gino (e non Enrico) Tedeschi del Comitato «No al villaggio del subnormale di Rivarolo» ha partecipato solo alla prima parte della
riunione per verificare se vi erano ancora possibilità di intervento per
evitare la creazione di un ghetto. Scorrettamente non è stato verbalizzato che
Tedeschi ha abbandonato la riunione appena si è incominciato a redigere il
verbale di accordo.
(2) N.d.r.
- Con lettera del 9.7.1985
www.fondazionepromozionesociale.it