Prospettive assistenziali, n. 71
bis, luglio - settembre 1985
CONTRIBUTO
DELLE COOPERATIVE (1)
Premessa
Abbiamo reputato utile stendere queste brevi note, in
occasione di questo convegno, per affrontare due tematiche
il cui approfondimento riteniamo utile a qualificare il confronto tra Enti
locali e Movimento Cooperativo, nello sforzo comune di elevare la qualità
della risposta dei servizi sociali alle domande dell'utenza.
Le due questioni che vogliamo porre sono le seguenti:
a) come organizzare una risposta non frammentata alla molteplicità di bisogni che attraversano
lo stesso soggetto (individuale e/o collettivo)? A fronte di una sempre
crescente domanda di assistenza, di appoggio, di
intervento economico, di lavoro, una risposta complessiva e non frammentaria
può impedire il crescere di circuiti «di
nuova cronicità», percorsi di emarginazione permanente per gli utenti e
fonte di altissimi costi sociali ed economici per la collettività;
b) quale organizzazione del lavoro adottare per non separare i «contenuti» erogati
nelle risposte del servizio, dall'amministrazione delle risorse materiali
indispensabili per l'esistenza del servizio stesso? Le potenzialità degli
attuali servizi (e dei singoli operatori) di farsi
interpreti delle necessità (e della soggettività) degli utenti possono essere
esaltate dalla possibilità per gli operatori di prendere iniziative in «tempo reale», amministrando direttamente quelle
risorse materiali necessarie alla messa in opera di tali iniziative.
Trattasi di due terreni irti di difficoltà in cui è
necessario procedere con la dovuta cautela, specie affrontando interventi
complessi, sia per la ampiezza e la composizione del
bacino d'utenza, sia per la necessaria programmazione del lungo periodo.
Riteniamo tuttavia che il Movimento Cooperativo abbia
insito nelle sue pratiche consolidate e in alcune proposte di lavoro per il futuro,
alcuni elementi di esperienza ed elaborazione la cui conoscenza può essere un contributo al «sapere collettivo» di
chi intenda far compiere un salto di qualità a servizi di così grande
importanza in una società civile.
Riteniamo inoltre che il tipo di risposte più o meno esplicite che vengono e/o verranno date a queste
domande attraversino orizzontalmente l'elaborazione richiesta ai gruppi di
lavoro di questo Convegno.
A)
Una risposta non frammentaria
La drammaticità della crisi economica che investe la
nostra Regione agisce in profondità nel tessuto
sociale disgregandolo -ed allargando quel bacino di utenza a cui i servizi
sociali già ora faticano a dare una risposta soddisfacente.
Il crescere di strati emarginati della popolazione
incrementa quei circuiti d'utenza contigui, ma
separati, l'entrata nei quali è fonte di emarginazione sociale nel decadere
dell'individuo, nell'assistenzialismo permanente, il non accesso o espulsione
vuol dire lotta per la sopravvivenza ai margini della società.
Nei diversi settori che compongono l'area dell'emarginazione nascono bisogni e richieste legati a
sofferenze e a disagi specifici, ma anche domande comuni di socialità, di
rieducazione fisica, di appropriazione o di riappropriazione
della propria soggettività, di reddito e di lavoro.
La separatezza delle
risposte fa sì che si affronti la sofferenza (il
disagio, l'handicap) di una persona non affrontando proprio quei disagi che
possono essere tra le cause principali delle sofferenze considerate o forti
ostacoli nel superamento delle stesse.
La separatezza dei servizi
presuppone la capacità di una persona in difficoltà di rivolgersi a più
servizi per soddisfare necessità vitali, affrontando persone ed iter
burocratici diversi.
Nel caso di utenti con
scarsa o nulla autonomia saranno i loro operatori a scontrarsi con la
molteplicità di riferimenti scollegati e/o sovrapposti, in un labirinto di
percorsi che implicano la dispersione di risorse umane, professionali ed
economiche.
Alla specificità di domande differenziate
non ci si può contrapporre con un modello unico di servizio, di risposta
generica, né si possono unificare strutture ed équipe di lavoro (diverse per
bacino di utenza, professionalità, ecc.), ma coordinare le risposte prima a
livello di programmi e poi a livello operativo non solo è possibile, ma
necessario.
Individuare richieste omologabili tra loro vuol dire
maggior utilizzo delle strutture e delle équipes, concentrazione delle capacità professionali degli
operatori e formazione professionale mirata, vuol dire maggior dinamicità e
flessibilità dei servizi ed anche un'economia di scala in grado di abbattere
costi sempre crescenti.
Primo passo per un coordinamento delle risorse riteniamo possa essere l'impostazione di un lavoro
d'informazione sul funzionamento (dati caratteristici, potenzialità/programmi)
dei servizi al proprio interno, utilizzato anche all'esterno verso utenti ed
altri gruppi di servizi.
Ci auguriamo che questa iniziativa
possa coinvolgere non solo le nostre cooperative, ma tutti i servizi e gli
operatori interessati ad un discorso di coordinamento e di programmi comuni.
B)
«Contenuti» ed
utilizzo delle «risorse» nei servizi. Strutture e contenuti del servizio
Pur rendendoci conto delle varie difficoltà sorte
nel divenire dei servizi alla persona, la nostra esperienza ci ha insegnato
che, a fronte di una progettualità
iniziale, il concetto sociale stesso che sta alla base di tali servizi
necessita dell'utilizzo di strumenti duttili e rapidi per affrontare le
eventuali sopravvenienze negative.
I valori politici e motivazionali, che portano alla
costituzione di un servizio, indubbiamente dovrebbero facilitare da un lato i
rapporti gestionali e dall'altro i rapporti interpersonali tra coloro che
sono chiamati a contribuire con il loro operare al raggiungimento degli
obiettivi per cui la struttura è approntata.
Tale fenomeno è tipica delle
cooperative di servizio sociale e si va sempre più marcando con il passare del
tempo laddove le possibilità di gestione e quindi di fare esperienza
lavorativa, si vanno allargando. La professionalità individuale va a confluire
in una professionalità d'assieme che è prodotto di una scelta lavorativa,
talvolta personalmente transitoria, da un lato di non esercizio di una libera
professione o di una dipendenza istituzionale e dall'altro di un arricchimento
sociale e culturale.
La gestione di un servizio si va quindi a collocare all'interno del corpo cooperativistico come uno
degli strumenti in cui esplicare la motivazione e la professionalità del
socio-lavoratore e contemporaneamente contribuisce all'allargamento
dell'esperienza sociale e culturale di tutta la cooperativa.
In tal senso il coinvolgimento di tutti i soci nel
progettare e nel condurre un servizio, nei suoi aspetti economici ed
amministrativi, rappresentativi e tecnici, operativi e di risposta complessiva
all'esigenza dell'utenza, permette da un lato una dinamica
nella dialettica di chi opera nel divenire del servizio, dall'altro una
chiarezza sull'uso dell'investimento economico ed un rapido e concorde accesso
alle risorse messe a disposizione.
L'integrazione tra le varie professionalità e
competenze, la chiarezza dell'informazione e la sua circolarità interna ed
esterna, la motivazione e la considerazione dell'individualità complessiva
dell'utenza sono componenti di un «sapere» collettivo
che si sviluppa all'interno della cooperativa e che permette di qualificarla
non solo dal punto di vista «produttivo», ma anche da quello sociale e
culturale.
L'esperienza di questi ultimi anni, consente di
affermare che laddove questo avviene, si stabilisce
un rapporto chiaro e positivo con la committenza pubblica nel rispetto delle
specifiche competenze tra chi deve amministrare e progettare per la
collettività e chi deve realizzare con i massimi criteri di qualità ed economicità.
È chiaro che nel formulare queste riflessioni
riteniamo che la peculiarità del modello cooperativistico possa essere riassunto, per alcune caratteristiche funzionali,
all'interno del modello di gestione pubblica fatte salve le caratteristiche
delle diverse componenti.
(1) Il contributo è stato redatto dalle
seguenti Cooperative: Alexander, Alice, Animazione Valdocco, Chronos, Il Margine,
In/contro, la Carabattola, la Testarda, Loisir, Muret-Barca, P.G. Frassati,
Progetto, Vita.
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