Prospettive assistenziali, n. 71 bis, luglio - settembre 1985

SINTESI DEL 1° GRUPPO «VALUTAZIONE DEI RAPPORTI DEGLI ENTI PUBBLICI VERSO LE COOPERATIVE NELLA GESTIONE DEI SERVIZI SOCIO-ASSISTENZIALI»

Questo gruppo ha registrato il contributo di n. 23 persone intervenute, provenienti soprattut­to dalla zona torinese con qualche presenza re­gionale e di rappresentanti delle Regioni Liguria e Valle d'Aosta, nella maggioranza operatori di cooperative.

Dando per scontato ciò che è stato affermato dalle relazioni introduttive, si ribadisce che la politica di programmazione dei servizi sociali spetta agli enti locali; non è pensabile infatti un ritorno alla privatizzazione dei medesimi ma, al contrario, un necessario ampliamento degli inter­venti pubblici nel settore socio-assistenziale pas­sa attraverso una maggiore integrazione dei ser­vizi esistenti ed un più razionale utilizzo delle risorse, non solo economiche, che già oggi sono presenti.

In questo senso la cooperazione, caratterizzata da dinamicità e flessibilità, è una di queste, e non si propone un intervento sostitutivo di quel­lo pubblico, ma opera in un mercato che è deter­minato dalle scelte dell'interlocutore pubblico.

Caratteristiche principali del sistema coope­rativistico sono:

1) Capacità progettuale: intesa come capacità di individuazione dei bisogni, attualmente non coperti dagli enti pubblici e di sperimentazione dei corrispondenti servizi.

2) Professionalità: attraverso l'attuazione di strumenti di formazione utilizzando all'uopo le varie forme previste (esempio fondi CEE).

3) Autonomia economica: raggiunta anche con contributi di avviamento forniti dagli enti locali, che servono da volano all'attività economica.

Esiste inoltre la necessità da parte delle coo­perative di estendere le proprie attività a più settori o servizi, al fine di scongiurare la situa­zione di «monocultura», derivante cioè dalla ge­stione di un solo servizio e, pertanto, totalmente dipendenti da questo.

Occorre definire inoltre l'utilizzo del sistema cooperativistico in una ottica di economia di sca­la e di utilizzo integrato delle risorse varie (ser­vizi abitativi, sanitari, ricreativi, sportivi...) per­ché è indubbio che gli alti costi attuali non con­sentono, probabilmente, una generalizzazione di queste esperienze, richiedendo nel contempo una stretta correlazione tra costi e benefici.

Si ribadisce che le procedure tecnico-buro­cratiche riguardanti l'affidamento di nuovi ser­vizi a cooperative, può passare attraverso una gara a trattativa privata, sia in conseguenza de­gli indirizzi manifestati dagli Organi di Controllo (CO.RE.CO.), sia perché, a causa dell'aumento del numero di cooperative, può verificarsi una pluralità di offerenti per un solo servizio.

In questo caso è importante che la scelta non venga effettuata su criteri di «economia» (cioè al minor costo), ma tenendo conto di altre carat­teristiche: capacità progettuale, curriculum e professionalità degli operatori.

Si lamenta inoltre la carenza di una espressa normativa che consideri il lavoro cooperativisti­co, inteso come capacità progettuale e profes­sionale, quale fattore di produzione analogo a «capitali e macchine» della legge 1369/60, al fine di evitare la configurazione della fattispecie di appalto di mera manodopera.

Ci si è interrogati sul ruolo promozionale delle cooperative in favore degli utenti, con pareri di­scordi sulla possibilità di potere, nello stesso tempo, fare opera di promozione della preven­zione e di gestione di servizi: è indubbio che vada effettuato un reciproco sforzo tra coopera­tive e movimenti ed associazioni; inoltre il rap­porto tra cooperazione ed associazionismo e vo­lontariato risulta un elemento vitalizzante, come convergenza operativa nell'affrontare le proble­matiche dell'emarginazione e le carenze dei ser­vizi sociali, con la comune prospettiva di offrire agli utenti maggiori possibilità di inserimento sociale.

Infine ci si è soffermati sulle cooperative di lavoro formate da utenti dei servizi, sottolinean­done l'importanza e precisando che il più alto costo di queste ultime, rispetto ad una normale cooperativa, risulta abbondantemente ammortiz­zato dal risparmio effettuato, sia in termini so­ciali che economici, nei confronti degli utenti coinvolti.

Parimenti importante è la predisposizione di sbocchi lavorativi per gli ospiti delle comunità alloggio per adolescenti ed handicappati, che passi attraverso uno specifico supporto degli enti locali, mediante l'individuazione degli Assesso­rati a ciò deputati (Assessorato al Lavoro, Asses­sorato alla Gioventù, Assessorato all'Assistenza).

 

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