Prospettive assistenziali, n. 72, ottobre - dicembre 1985
Notizie
IL
MINISTRO DEGLI INTERNI PREMIA I RITARDI DEI SUOI UFFICI
Pubblichiamo il testo della interrogazione presentata alla Camera dei Deputati l'11
luglio 1985 dall'On. Migliasso e altri parlamentari del
PCI.
Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che
con fonogramma del giugno 1985, diretto ai prefetti
della Repubblica il Ministro dell'interno ha impartito disposizioni per
l'accantonamento di tutte le pratiche relative a prestazioni per invalidità
civile (indennità di accompagnamento, pensioni di inabilità, assegni, ecc.) di
coloro che siano deceduti prima della formale deliberazione dei Comitati di
assistenza e beneficenza pubblica;
il provvedimento di accantonamento, che potrebbe
essere trasformato in diniego delle prestazioni, si basa sulla sentenza n.
7220, 2 dicembre 1983 della Corte di cassazione, che sostiene (in contrasto
con l'articolo 3 della legge 13 ottobre 1969, n. 743) che nel caso di decesso
dell'interessato, avvenuto dopo il riconoscimento dell'invalidità, ma prima dell'emissione
dell'atto autorizzativo, nulla possa essere trasmesso
agli eredi;
molti mesi (od anni addirittura) intercorrono tra il
riconoscimento da parte dell'apposita Commissione sanitaria dell'invalidità ed
il momento di formalizzazione di detto riconoscimento da parte dei Comitati di
assistenza e beneficenza pubblica e che nel frattempo molti aventi diritto,
date le precarie condizioni di salute o l'età molto avanzata, decedono;
fino ad ora è valsa la prassi secondo cui, accertate le
condizioni di salute ed espresso parere positivo da parte della Commissione
sanitaria, veniva autorizzata la concessione degli importi dovuti e gli arretrati maturati ed in caso di morte dell'interessato,
si deliberava la concessione agli eredi dell'importo dei ratei già maturati
alla data del decesso, a partire dal 1° giorno del mese successivo a quello
della presentazione della domanda;
l'intervento ministeriale ha determinato uno stato di
forte preoccupazione e di sconforto, in particolare in quelle famiglie che hanno
i congiunti ricoverati in case assistite ed accumulato debiti consistenti in
seguito all'alto costo delle rette di ricovero (un milione e trecentomila - un
milione cinquecentomila mensili) ed in quelle famiglie che hanno l'invalido
nella propria abitazione e che per assisterlo fanno enormi sacrifici, anche
per la mancanza in generale nel territorio dei servizi infermieristici
domiciliari -;
se non ritenga profondamente ingiusta e punitiva nei
confronti dei cittadini più deboli la direttiva impartita ai prefetti;
se non ritenga di revocare la medesima e se, del caso,
predisporre apposito provvedimento interpretativo, che ripristini la prassi
consolidata favorevole agli eredi;
se non ritenga indispensabile impartire precise
disposizioni alle prefetture, affinché vengano rapidamente superate le
lungaggini burocratiche e le esasperanti attese, che impediscono ai cittadini
invalidi ed alle loro famiglie di usufruire di quanto loro spetta di diritto in
tempi brevi e certi.
DALL'ISTITUTO
DI RICOVERO ALL'INSERIMENTO FAMILIARE
Pubblichiamo
i dati relativi alla Comunità montana Val Pellice - USSL 43 della Provincia di Torino.
1969 1985 (1)
In affidamento familiare - 24
(2)
In comunità alloggio della zona - 10
Ricoverati in istituti della zona e fuori zona 43 2
handicappati gravi in un istituto della zona
(1) Dati relativi al giugno 1985.
(2)
www.fondazionepromozionesociale.it