Prospettive assistenziali, n. 73, gennaio - marzo 1986
Notizie
IL
CONSIGLIO D'EUROPA PER LA PROMOZIONE DELLA SALUTE
MENTALE
Nei giorni
16-17-18 aprile 1985 si è tenuta a Stoccolma una riunione dei ministri della
sanità dei paesi membri del Consiglio d'Europa sul futuro
dell'assistenza ai malati di mente alla luce dei nuovi indirizzi della
psichiatria. Il documento conclusivo, che pubblichiamo integralmente, ribadisce
la scelta di privilegiare l'intervento territoriale
rispetto al ricovero in ospedale psichiatrico e traccia linee di intervento
comune per la prevenzione, la formazione degli operatori, la creazione di
servizi alternativi al manicomio.
Documento conclusivo della Conferenza
di Stoccolma
I Ministri europei della Sanità, riunitisi a
Stoccolma, dichiarano solennemente che una moderna condotta politica in
materia di salute mentale dovrebbe essere fondata sui seguenti principi:
1) L'azione politica relativa alla salute mentale è
parte integrante della politica sanitaria.
2) I pazienti affetti da disturbi mentali dovrebbero
godere degli stessi diritti alla terapia, al sostegno
sociale e all'appoggio finanziario degli altri pazienti e, laddove necessario,
ad una adeguata protezione legale.
3) L'azione politica relativa alla salute mentale
dovrebbe avere un'ampia portata ed essere coordinata coerentemente e basata sui
4 obiettivi strategici seguenti:
- promozione della salute
mentale, attingendo alle risorse comunitarie disponibili ed incrementandole
allo scopo di promuovere l'integrazione, di sviluppare pienamente
l'accettazione della malattia mentale e la solidarietà nei confronti dei
pazienti;
- misure di prevenzione primaria
volte a ridurre l'incidenza e la prevalenza dei disturbi mentali attraverso la
riduzione delle possibilità
stesse d'insorgenza del fenomeno, e le azioni finalizzate al miglioramento
dell'ambiente;
- prevenzione secondaria e terziaria attraverso lo
sviluppo di un sistema integrato di servizi al fine di assicurare una
continuità di assistenza all'interno della comunità e
di corrispondere, nel modo più adeguato, alle necessità dei pazienti e delle
loro famiglie;
- sviluppo dei servizi di assistenza
primaria che rivestono un ruolo cruciale a tutti i livelli di prevenzione.
4) Una politica di ampio
respiro in materia di salute mentale dovrebbe, in particolare:
- promuovere un'assistenza a
livello comunitario e ridefinire la funzione negli ospedali, indirizzandoli
principalmente alla diagnosi ed al
trattamento attivo;
- tendere a garantire che la riabilitazione del
malato di mente sia una parte del processo terapeutico,
profilandola quale obiettivo costante, indipendentemente dall'età del paziente
e dal suo grado di infermità;
- provvedere all'educazione ed al training del malato
di mente ed assicurare che, al più presto possibile, tutto ciò abbia luogo nelle scuole comuni e negli istituti formativi,
garantendo insegnamenti supplementari o adottando le opportune misure;
- promuovere l'autonomia dei malati di mente, non
esclusa la loro indipendenza da un punto di vista finanziario attraverso la
definizione di appropriate forme di lavoro;
- evitare ogni forma di
segregazione con l'introduzione di differenti facilitazioni a carattere
domestico integrate con l'ambiente di vita quotidiana;
- rendere possibile, per i pazienti affetti da
disturbi mentali, la partecipazione ad attività di gruppo, incluse quelle
religiose nel rispetto delle loro convinzioni.
5) Lo sviluppo all'interno della società di una tale
azione politica più confacente ai reali bisogni delle famiglie e delle
comunità locali, richiede una programmazione decentralizzata ai livelli
amministrativi, funzionali e finanziari e, analogamente, un'assistenza differenziata ed ulteriori mezzi di sostegno, conformemente
alla Raccomandazione NOR (80) 15 concernente una migliore distribuzione
dell'assistenza medica all'interno e all'esterno degli ospedali.
6) La realizzazione di questa azione
politica all'interno della comunità implica i seguenti momenti:
- identificazione dei bisogni e delle risorse in
termini di istituzioni, servizi e di staff;
- definizione di obiettivi
strategici;
- elaborazione di un'azione positiva
e di programmi preventivi, terapeutici e di sostegno, intesi ad assicurare
una graduale e progressiva transizione verso le soluzioni auspicate e, in particolare,
una continuità dell'azione terapeutica;
- individuazione delle carenze
e dell'azione richiesta nel settore della legislazione, amministrazione
(integrazione intersettoriale o cooperazione), finanza (stanziamento ed uso
ottimale delle risorse), training e collocazione dello staff;
- realizzazione di questi
programmi, da valutare costantemente nella loro pertinenza, accettabilità e
capacità di sopravvivenza in termini di costo-beneficio e di costo-efficacia;
- controllo continuo delle condizioni dei pazienti e
dei programmi terapeutici utilizzati all'interno e al di fuori dell'ospedale
allo scopo aggiuntivo di preservare o, eventualmente,
ripristinare i pieni diritti legali del malato, ogni qualvolta ciò risulti
possibile.
(da «Fogli di informazione», n. 110, aprile 1985).
I
CORSI DELLE 150 ORE NEGATI AGLI HANDICAPPATI
Pubblichiamo il testo integrale
dell'interrogazione presentata
alla Camera dei Deputati dall'On. Migliasso e da
altri Deputati del PCI in data 1° ottobre 1985.
Al Ministro
della pubblica istruzione. - Per
sapere - premesso che
la normativa riguardante i corsi sperimentali per
lavoratori (corsi di alfabetizzazione per 150 ore)
non prevede l'esclusione dai medesimi di alcuna categoria di cittadini;
il diploma di licenza media è titolo indispensabile ai
portatori di handicap per accedere al
lavoro, anche in mansioni di tipo generico;
in una nota del 23 novembre 1984 del provveditore agli
studi di Torino (inviata al preside della scuola media «Brignone»
di Pinerolo), registrata con protocollo 15593,
avente per oggetto «inserimento alunni handicappati nei corsi sperimentali per
lavoratori» si afferma che: «il Ministero della pubblica istruzione nel
rispondere a specifico quesito, ha precisato che la speciale normativa riguardante i corsi sperimentali per lavoratori non consente
la possibilità di iscrizione agli stessi di soggetti portatori di handicap» -:
a quale «speciale normativa» si riferisca il parere
espresso;
quale tipo di iniziativa urgente intenda adottare perché
sia rispettato il diritto dei cittadini portatori di handicap a accedere ai corsi sperimentali per lavoratori;
se non ritenga opportuno intraprendere iniziative di
carattere ministeriale per definire modalità di sostegno nei corsi
sperimentali per lavoratori in presenza di iscrizione di allievi handicappati
(insegnanti d'appoggio; numero ridotto di alunni per classe, ecc.).
MEGLIO
TARDI CHE MAI
Finalmente anche il Cottolengo
(che non ha mosso un dito per l'approvazione delle leggi sull'adozione del 1967
e del 1983) riconosce che «per i minori,
per i bambini con problemi familiari alle spalle, la via migliore è
l'affidamento, l'adozione, la comunità con educatori» (1).
Il Cottolengo
continua però ad appoggiare il ricovero
in istituto degli anziani non autosufficienti, degli handicappati psichici.
Nell'articolo in oggetto infatti viene precisato che «Le "strutture residenziali"
mantengono intatta la loro ragione d'essere quando si
vuole incarnare la "compagnia della carità" nei confronti di
handicappati psichici non in grado di badare a se stessi, di anziani non più
autosufficienti».
CENSURA
ATTUATA DALLA REGIONE LIGURIA E DAL COMUNE DI GENOVA
Pubblichiamo
il testo integrale della lettera inviata in data 9 luglio 1985 dal CSA,
Coordinamento sanità e assistenza fra i movimenti di base, al Presidente della
Giunta della Regione Liguria, al Sindaco di Genova, alla Segreteria della Consulta handicappati e, per conoscenza, alla Redazione
di Prospettive sociali e sanitarie.
Questo Coordinamento deplora vivamente che negli atti
del Convegno nazionale «L'inserimento lavorativo degli handicappati» (Genova,
9-10 novembre 1984) riportati sul n. 6/7 di Prospettive
sociali e sanitarie, non sia stato pubblicato l'intervento svolto dal
nostro rappresentante.
Da notare che nella presentazione degli atti (2ª pagina
di copertina di PSS) viene precisato che il fascicolo
raccoglie «i contributi presentati» al convegno.
Riteniamo molto grave la mancata pubblicazione anche
perché temiamo che ciò sia dovuto ad una deliberata
censura di opinioni contrastanti con quelle degli organizzatori del convegno.
UN
APPELLO DEL COMITATO DEMOCRATICO CONTRO L'EMARGINAZIONE
- contro la segregazione delle
persone anziane in istituzioni totali antiterapeutiche ed incostituzionali;
- per il diritto di tutti i
cittadini alla salute, all'assistenza, alla solidarietà, al rispetto della
propria identità e dignità personale;
- per il superamento dell'ospizio psichiatrico di Ceccano, costruendo servizi di assistenza
territoriali ed alternative valide e concrete.
La legge fondamentale del nostro Stato, la Costituzione
repubblicana, prevede per tutti i cittadini il diritto alla salute,
all'assistenza, al rispetto della dignità umana; le
leggi di riforma dell'assistenza psichiatrica e sanitaria n. 180 e n. 833 del
1978 stabiliscono l'applicazione dei principi costituzionali ed impongono per
un verso il progressivo smantellamento dell'istituzione e della logica
manicomiale (dimostrato che il manicomio è antiterapeutico e viola i
fondamentali diritti umani), per l'altro la costruzione di servizi territoriali
per tutti e di varie e diversificate alternative alla istituzionalizzazione.
Ma numerosi cittadini sono stati fin qui esclusi da
questi diritti: si tratta perlopiù dei cosiddetti «lungodegenti psichiatrici»,
vale a dire quelle persone anziane, non abbienti, e spesso rimaste senza
familiari, che ancora sono recluse in manicomio sebbene
sarebbe assai semplice dar loro un'assistenza adeguata attraverso servizi territoriali
e forme di solidarietà già ampiamente sperimentate in varie parti d'Italia
(tra l'altro con costi assai inferiori rispetto alla degenza manicomiale).
Abbiamo quindi ritenuto necessario promuovere questo appello per sensibilizzare i cittadini e le
istituzioni al riguardo, affinché si dia piena applicazione al dettato
costituzionale e alle leggi democratiche, affinché a tutte le persone si dia
un'assistenza adeguata, affinché si rispettino i diritti umani, particolarmente
delle persone già in condizioni di difficoltà perché anziane e sofferenti.
Concretamente, intendiamo avviare questa
iniziativa di solidarietà e giustizia proponendo il superamento
dell'ospizio psichiatrico «S. Maria della Pietà» di Ceccano, in provincia di
Frosinone.
L'ospizio psichiatrico di Ceccano
è un'istituzione manicomiale, quindi segregante ed antiterapeutica, in
evidente contraddizione con quanto stabilito dalle leggi sopra citate; come
tutte le istituzioni totali è un'istituzione violenta
che non aiuta le persone ospiti, bensì aggrava oggettivamente le loro
condizioni, ledendone i fondamentali diritti umani. L'ospizio psichiatrico di Ceccano è già stato in passato al
centro di vicende - anche giudiziarie - gravi e preoccupanti; ci sembra
necessario che questa istituzione venga superata, con modifiche profonde e
incisive, radicali. della situazione attuale; ed in
particolare proponiamo alla USL competente:
a) di attuare l'istituzione di efficaci
servizi psichiatrici territoriali;
b) di prevedere e attuare progressive misure di deistituzionalizzazione per gli ospiti rifiutando sia la
logica della segregazione che il cinismo dell'abbandono;
c) di incentivare forme
originali di alternativa alla segregazione, anche stimolando e sostenendo il
ruolo del volontariato ed esperienze di vita comunitarie;
d) di applicare concretamente la riforma della assistenza psichiatrica e sanitaria per tutti i cittadini
(che è ad un tempo più funzionale, più economica e l'unica legittima rispetto
alla barbara forbice reclusione/abbandono).
Per questi principi e queste
proposte chiediamo l'impegno di tutti i cittadini e le strutture democratiche;
per contatti rivolgersi a: «Comitato democratico contro
l'emarginazione », Via della Quiete 4, 01100 Viterbo; per contatti telefonici:
c/o Peppe Sini, Viterbo, 0761/223990; o c/o Fabrizio Parboni, Roma, 06/5122337.
(1) Cfr. A.
Chiara, Fantasia e carità verso i fratelli nell'ottica
del Cottolengo, in Famiglia cristiana del 5 maggio 1985.
www.fondazionepromozionesociale.it