Prospettive assistenziali, n. 74, aprile - giugno 1986
Libri
AA.VV., Una strada nuova per l'integrazione scolastica
degli handicappati: le «intese» tra Scuola, U.S.S.L.,
Enti Locali, Fondazione Zancan, Collana documentazioni di servizio sociale n. 39,
Padova, 1985, pp. 192, L. 25.000.
Si tratta di un notevole contributo di vivo interesse
e di grande attualità in un settore che da tempo
richiede urgenti soluzioni unitarie e integrate fra i vari servizi e le varie
competenze a cui il settore stesso fa capo. Il volume raccoglie le relazioni e
i contributi, le une e gli altri assai pregevoli, frutto
del Seminario organizzato dalla Fondazione «E. Zancan» in collaborazione con il M.A.C.
(Movimento Apostolico Ciechi) e la Fondazione
«Camminiamo Insieme» di Salerno, d'intesa con le
Regioni Campania e Basilicata e con il patrocinio del Ministero della pubblica
istruzione, svoltosi a Seiano di Vico Equense (Napoli) dal 4 al 10 novembre 1984.
Il libro si apre con due ampie introduzioni di
Salvatore Nocera, che esaminando anzitutto la recente
legislazione e la sua attuazione in materia di integrazione
degli handicappati, sottolinea i «conflitti e rinvii di responsabilità» fra gli
Enti interessati e la necessità inderogabile di un loro coordinamento, per cui
le «intese», patrocinate dalla circolare del Ministero della pubblica istruzione
n. 258 del 22.9.1983, si possono considerare lo strumento più consono rispetto
alle «autonomie» che si devono riconoscere a tali Enti, ma anche il più
urgente; le stesse intese potrebbero costituire la «fase più avanzata dello
sviluppo culturale e socio-politico» che ha dato avvio all'integrazione
scolastica e sociale degli handicappati. Molto interessante l'analisi dello
stesso Nocera sulla «natura giuridica» delle intese, sulle cui conclusioni concordiamo pienamente:
le intese si possono configurare non solo come strumenti tecnici, ma anche come
atti politici e giuridici, da cui appunto scaturiscono effetti giuridici ben
precisi per i sottoscrittori e per gli utenti; verso questi ultimi si verifica l'accensione di un «interesse legittimo e probabilmente
anche di un diritto soggettivo pieno ad ottenere le prestazioni indicate nelle
intese», fino al punto che l'utente potrebbe rivolgersi al TAR per la difesa
degli stessi interessi.
I compiti assegnati al Seminario erano due: «individuare
le competenze dei singoli sottoscrittori
e le forme di integrazione
dei servizi forniti dai diversi soggetti-apparati». I contributi in questa
duplice direzione, oltre che nelle relazioni del Nocera,
si riscontrano in altre relazioni di esperti, e
soprattutto nei documenti dei lavori di gruppo che sono altrettante tracce
assai ampie di possibili intese, e infine nel documento finale molto
significativo.
Fra le relazioni degli esperti vogliamo segnalare
quella di Antonio Guidi su «I problemi riguardanti
gli handicappati gravi e gravissimi»: siamo di fronte a
un'impostazione dello scottante problema fra le più lucide e le più umane che
ci è stato dato di leggere da molto tempo e che giustamente ha meritato un
particolare approfondimento da parte del Seminario: anzitutto nelle stesse
tracce di intese dei lavori di gruppo, e in particolare in un ulteriore
documento specifico sul problema degli handicappati gravi e gravissimi,
riportato nello stesso volume, ed elaborato in un successivo Seminario tenutosi
il 27 e 28 aprile 1985 a Monticelli Terme (Parma),
con la partecipazione di responsabili di «Gruppi di lavoro
h.» dei Provveditorati agli Studi, di dirigenti
scolastici, di coordinatori dei servizi sociosanitari degli Enti locali e
delle USSL di nove Regioni di rappresentanti dell'Ufficio Studi del Ministero
della pubblica istruzione, sul tema: «Esperienze e prospettive di intese per l'integrazione nelle scuole comuni anche di
alunni con gravissime minorazioni». Il documento, assai ampio e articolato,
si raccomanda per la sua lucidità, per le sue proposte e per la giusta polemica
contro certi indirizzi ministeriali (recepiti
indebitamente persino nei Nuovi Programmi della scuola elementare, nonostante
le proteste e gli interventi plurimi), al punto che ha inciso efficacemente
sulla nuova circolare ministeriale n. 250 del 3 settembre 1985, che affronta
fra l'altro il tema delle «scuole particolarmente potenziate», disponendo
chiaramente che esse «non debbono essere né di fatto né di diritto scuole
speciali».
Dobbiamo infine segnalare un'ulteriore
continuazione della ricerca documentata nel presente volume: si tratta
del recente Convegno tenuto a Roma il 13 marzo 1986, a cura della stessa Fondazione
«E. Zancan», patrocinato dal
Comune e dalla Provincia di Roma, sul terna «Intese fra Scuola, USSL, Enti Locali per la programmazione
congiunta dell'integrazione scolastica ed il preavviamento
al lavoro degli handicappati». Le proposte finali ci sembrano
particolarmente importanti, in quanto costituiscono un progresso e sviluppo
rispetto ad alcune tesi del primo Seminario che non ci avevano
convinto del tutto. Una prima proposta riguarda la richiesta di un Decreto
interministeriale istruzione - sanità - interni di «indirizzo» congiunto alle
Autorità scolastiche periferiche, alle USSL e agli Enti locali, che li impegni alla stesura delle intese. Un'altra proposta estremamente interessante è quella rivolta al Ministero
della pubblica istruzione perché «abroghi la circolare 199/79 e successive,
nella parte in cui si richiede obbligatoriamente contro ogni disposizione di
legge, il certificato medico degli alunni handicappati inseriti, al fine della
nomina di insegnanti per il sostegno, e fissi invece un contingente, a livello
di distretto scolastico, di insegnanti specializzati per il sostegno,
proporzionale al numero della popolazione scolastica; ciò al fine di evitare
un marchio per gli handicappati e snellire il servizio di integrazione
scolastica».
AA.VV., L'immagine del malato e della malattia mentale nella
stampa italiana - La stereotipo del folle, Coordinamento INDEX - Archivio critico dell'informazione, Milano, 1984,
ciclostilato senza indicazione di prezzo.
Allo scopo di ricostruire l'immagine del malato/malattia mentale, l'INDEX - Archivio critico
dell'informazione, ha effettuato una ricerca orientata su due direttrici:
a) analizzare tale immagine storicamente, esaminandone
le trasformazioni e le variazioni in un arco di tempo
che va dal 1955 ad oggi;
b) analizzare l'attuale modo di
produrre l'immagine di malato/malattia mentale, ciò che condiziona tale
produzione nel sistema informativo
italiano e nella sua articolazione operativa.
Queste linee direttrici hanno richiesto uno sforzo
sia «estensivo» (durata temporale, numera di testate) sia «intensivo»
(micro-analisi dei processi produttivi di informazione).
Ciò ha portato alla scelta conseguente di concentrare risorse ed attenzione sulla stampa quotidiana,
ritenendo che l'ampliamento alla stampa periodica non ponesse ostacoli di
metodo ad eventuali programmi di indagine ulteriore.
Nell'insieme si può fondatamente avanzare
la ipotesi di lavoro che i meccanismi di fondo, individuati nella
stampa quotidiana, siano generalizzabili all'insieme del sistema informativo
italiano, prescindendo naturalmente dai tratti che si possono ricondurre
strettamente alla specificità dei diversi tipi di mezzi.
Non esistendo in Italia ricerche precedenti su cui
appoggiare, validamente quella in oggetto, il disegno della ricerca è stato
tracciato tenendo conto di tutto il campo di indagine,
senza limitazioni preventive di ordine esecutivo-economico,
cercando innanzitutto di restituire un pacchetto sufficientemente completo di
risultati.
La ricerca è stata articolata in tre stadi ben
definiti, che costituiscono altrettanto «cellule di ricerca» eseguibili
separatamente, ma collegate tra loro da una precisa
architettura.
Primo stadio: Evoluzione dello
stereotipo di malato/malattia mentale nella stampa del dopoguerra. In questa fase, l'indagine ha soprattutto
l'obiettivo di identificare i tratti dello stereotipo e la loro evoluzione nel
lungo periodo.
Secondo stadio: L'informazione prima e dopo la legge
180. Nella seconda fase, la ricerca si è concentrata su un arco temporale più
recente, quello che ruota intorno alla introduzione
della legge 180 e al dibattito che l'ha preceduta e seguita.
Terzo stadio: Analisi «in tempo reale» dei processi
informativi. In quest'ultimo stadio, la ricerca ha
approfondito le ipotesi di lavoro derivanti dalle fasi precedenti,
verificandole sui meccanismi osservabili nella produzione informativa in atto.
Per la ricerca è stata elaborata una scheda che i
rilevatori hanno compilato per ogni articolo selezionato.
Sono stati rilevati tutti gli articoli che contenevano,
sia nella titolazione che nel testo, riferimenti alla
area della malattia o del malato mentale.
Completata la rilevazione, gli analisti hanno passato
al vaglio l'opera dei rilevatori e, di concerto con
il Comitato scientifico, hanno operato una ulteriore e definitiva selezione
degli articoli da analizzare. Costruito così l'universo, si è passati alla elaborazione di tavole che rappresentassero i valori
rilevati. Si è avuto così un insieme di dati concernenti cinque anni. A questo
punto si sono costruite delle tavole di comparazione realizzate con i valori
annuali, dopo un ulteriore accertamento sulla
omogeneità dei criteri di selezione. In base a queste
tavole, inserite nel volume, sono stati stilati le sintesi dei risultati ed il
commento.
www.fondazionepromozionesociale.it