Prospettive assistenziali, n. 74, aprile - giugno 1986

 

 

Notizie

 

 

IMPORTANTISSIME NORME PER L'ELIMINAZIONE DELLE BARRIERE ARCHITETTONICHE

 

Su iniziativa dell'On. Calamida di DP, l'art. 32 della legge 28 febbraio 1986 n. 41 «Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e plurien­nale dello Stato (legge finanziaria 1986)» preve­de quanto segue:

«20. Non possono essere approvati progetti di costruzione o ristrutturazione di opere pubbliche che non siano conformi alle disposizioni del de­creto del Presidente della Repubblica 27 aprile 1978, n. 384, in materia di superamento delle bar­riere architettoniche. Non possono altresì essere erogati dallo Stato o da altri enti pubblici con­tributi o agevolazioni per la realizzazione di pro­getti in contrasto con le norme di cui al mede­simo decreto.

21. Per gli edifici pubblici già esistenti non an­cora adeguati alle prescrizioni del decreto del Presidente della Repubblica 27 aprile 1978, n. 384, dovranno essere adottati da parte delle Am­ministrazioni competenti piani di eliminazione delle barriere architettoniche entro un anno dal­la entrata in vigore della presente legge.

22. Per gli interventi di competenza dei comu­ni e delle province, trascorso il termine previsto dal precedente comma 21, le regioni e le provin­ce autonome di Trento e Bolzano nominano un commissario per l'adozione dei piani di elimina­zione delle barriere architettoniche presso cia­scuna amministrazione.

23. Nell'ambito della complessiva somma che in ciascun anno la Cassa depositi e prestiti mette a disposizione degli enti locali, per la contrazione di mutui con finalità di investimento, una quota pari all'1 per cento è destinata ai prestiti finaliz­zati ad interventi di ristrutturazione e rinnova­mento in attuazione della normativa di cui al decreto del Presidente della Repubblica 27 aprile 1978, n. 384. Per gli anni successivi la quota per­centuale è elevata al 2 per cento.

24. A decorrere dall'anno 1986, una quota pari al 5 per cento dello stanziamento iscritto al capitolo n. 8405 dello stato di previsione del Mi­nistero dei lavori pubblici deve essere destinata ad interventi di ristrutturazione ed adeguamen­to in attuazione della normativa di cui al decreto del Presidente della Repubblica 27 aprile 1978, n. 384. La quota predetta è iscritta in apposito capitolo dello stato di previsione del medesimo Ministero con contestuale riduzione dello stan­ziamento del richiamata capitolo 8405.

25. Una quota pari all'1 per cento dell'ammon­tare dei mutui autorizzati dall'articolo 10, com­ma 13, della presente legge, a favore dell'Ente Ferrovie dello Stato, è destinato ad un program­ma biennale per l'eliminazione delle barriere ar­chitettoniche nelle strutture edilizie e nel mate­riale rotabile, appartenenti all'Ente medesimo».

 

 

DICHIARAZIONI DEL MOVIMENTO DI VOLONTARIATO DELLA CALABRIA

 

Pubblichiamo il testo integrale della lettera aperta inviata dal Movimento di volontariato del­la Calabria, Coordinamento regionale comunità e gruppi, Via Cattolica dei Greci 16, Reggio Cala­bria, in data 13 ottobre 1985 al Presidente del Consiglio regionale ed agli eletti del 12 maggio al Consiglio regionale della Calabria.

Riportiamo inoltre la mozione conclusiva del seminario di studi «L'affidamento familiare: un servizio volontario ai minori in difficoltà», svol­tosi a Reggio Calabria il 28-29 novembre 1985.

 

I

Lettera aperta

 

Handicappati e loro famiglie, volontari, rappre­sentanti di centri, comunità, gruppi, cooperative che aderiscono a questo coordinamento, con que­sta lettera e con ulteriori iniziative, intendono far sentire la loro voce per ricordare agli eletti al Consiglio regionale della Calabria, all'inizio del­!a legislatura, le loro responsabilità nei confronti dei drammatici problemi di chi vive situazioni di estremo disagio ed emarginazione.

Con amarezza dobbiamo rilevare che in tutti questi anni la Regione Calabria ha sempre igno­rato, quasi disprezzato, i diritti di queste perso­ne che esigevano risposte organiche per i loro bisogni.

Infatti:

- Ad otto anni dal DPR 616/77 la Regione non ha ancora provveduto a legiferare per il riordino e la delega ai Comuni dei servizi socio-sanitari.

- Continua a spendere, in maniera spesso di­screzionale, oltre 60 miliardi l'anno, la maggior parte dei quali, serve a pagare l'istituzionalizza­zione di circa 4.000 minori, indiscriminata e for­temente dannosa.

- Le crisi politiche sono la costante (e quella attuale che si protrae da oltre cinque mesi ne è un esempio tra i più negativi), non se ne risolve una che si pensa all'altra, nel mentre i problemi marciscono e la povera gente paga un alto prezzo.

- È divenuta consuetudine l'approvazione dei bilanci a giugno (quando va bene) che determina l'accumularsi di residui passivi e la distrazione dei fondi a fine anno.

- Gli handicappati continuano a vivere in uno stato di passività e di esclusione sociale o peg­gio deportati a spese della Regione in istituti fuori Calabria (almeno 300 in questo momento) nel mentre la legge 28/84 ad un anno dalla sua emanazione non è stata ancora applicata.

- Gli ammalati di mente, dopo la legge 180, sono stati scaricati nei «manicomi privati» o ab­bandonati a se stessi e alle loro famiglie.

- I tossicodipendenti, gli anziani non autosuf­ficienti, i nomadi e tante altre forme di nuove povertà non trovano sul territorio nessuna rispo­sta aumentando a dismisura le sacche dell'emar­ginazione.

Nell'ultima campagna elettorale si è parlato anche di questi problemi. Ancora una volta si tratta di parole e di strumentalizzazioni elettora­listiche?

Noi siamo costretti a denunciare l'indifferenza della classe politica regionale verso i problemi della emarginazione e la mancanza di un credibile impegno politico per realizzare anche gli inter­venti più urgenti, anche quelli in ordine ai quali (vedi legge 28) le assicurazioni erano o sembra­vano «serie» (ricordiamo il «furto» dei due mi­liardi sottratti per l'84 agli handicappati).

Non convincono più neanche gli alibi con i qua­li si tenta di coprire le proprie inadempienze, addossando tutte le responsabilità ad altri: è un giocare a scaricabarile che i più deboli pagano sulla propria pelle.

Così come consideriamo inadeguata, ai fini del­la reale soluzione dei problemi la sola capacità di legiferare (vedi legge 10/80 sugli anziani e la già citata legge 28), se ad essa non corri­sponde:

- una collaborazione tra i diversi assessorati per approntare programmi organici di intervento; - una copertura finanziaria adeguata delle leg­gi emanate e un controllo sulla loro effettiva ap­plicazione da parte delle opposizioni politiche. Governare e amministrare bene, dal punto di vi­sta dei problemi che viviamo ogni giorno, signi­fica in Calabria:

- non dividere í cittadini tra quelli che con­ta~no, che portano consenso e voti, per i quali vale la pena impegnarsi e quelli invece che non contano, che possono essere trascurati;

- impegnarsi per tutti, rifiutando la logica del clientelismo, dei favoritismi, della discrezionali­tà, della demagogia;

- attuare una politica capace di eliminare nel­le cose la disuguaglianza tra cittadini e fasce di cittadini;

- eliminare gli sprechi, il superfluo, i residui passivi, privilegiare gli interventi a sostegno della qualità della vita dei cittadini svantaggiati e più deboli.

Dichiariamo la nostra disponibilità a collabo­rare, sia in fase di formazione delle leggi che in fase di loro attuazione, per individuare insieme le vie e gli strumenti per dare una risposta ai bisogni fondamentali di tanti cittadini che voglio­no uscire dalla situazione di pesante emargina­zione in cui si trovano ed essere riconosciuti, nei fatti, parte integrante di questa società cala­brese.

Sollecitiamo incontri urgenti con le varie forze politiche per discutere i contenuti della lettera.

 

Aderiscono: Comunità Agape, Reggio Calabria - Gruppo La nostra Valle, Condofuri - Associazio­ne Amici degli Anziani, Reggio Calabria - Gruppo Emmaus, Palizzi - Coop. Calabria 7, Reggio Cala­bria - Opera Nomadi, Reggio Calabria - Coop. L'Arca, Reggio Calabria - Comuneria Prunella di Melito P.S. - Casa-accoglienza, Reggio Calabria - Casa-famiglia Pilati, Melito P.S - Gruppo volonta­riato, Rosarno - Associazione Volontari Alto Jo­nio, Gioiosa Jonica - Comunità progetto Sud, La­mezia T. - Comunità l'Alternativa, Catanzaro - Centro Servizi Sociali per la famiglia - Consul­torio, Reggio Calabria - Gruppo Rossano Solida­le, Rossano Calabro - Movimento Apostolico Cie­chi, Reggio Calabria - Centro Cittadino per i Ser­vizi sociali Anziani, Catanzaro - Gruppo volonta­riato CVX, Reggio Calabria - Casa-famiglia Cassi­bile, Villa S. Giovanni - Casa-ospitalità, Reggio Calabria - Gruppo Ahimsa, Reggio Calabria - Mo­vimento di Coop. Internazionale, Reggio Calabria.

 

 

II

Mozione finale

 

I partecipanti al seminario su «L'affidamento familiare: un servizio volontario ai minori in dif­ficoltà», promosso dal Gruppo famiglie affida­tarie del Centro comunitario AGAPE e dal Coor­dinamento regionale del MO.V.I., svoltosi a Reg­gio Calabria nei giorni 28-29 novembre 1985, al termine dei lavori

denunciano la mancanza di attenzione esistente da parte del­le istituzioni e delle forze politiche e sociali ca-labresi verso il problema dei minori, problema non ritenuto «di moda» e delegato ad una ristretta cerchia di addetti ai lavori

ricordano

che negli istituti assistenziali della regione vi sono ricoverati circa 4.000 minori che sono stati sradicati dal loro territorio di origine e privati di una adeguata vita familiare

chiedono

che la Regione Calabria, la Provincia e il Comu­ne di Reggio provvedano affinché ai bambini in difficoltà sia garantita la crescita in famiglia (d'o­rigine, adottiva o affidataria) o comunque in co­munità-alloggio a carattere familiare

impegnano

la Regione Calabria ad emanare al più presto la legge regionale per il riordino dei servizi socio­assistenziali in cui sia previsto il censimento dei minori in atto ricoverati e la riconversione degli Istituti assistenziali,

il Comune e la Provincia di Reggio, ad elaborare un progetto per i minori da 0 a 6 anni che si pre­figga l'obiettivo di togliere i bambini appartenen­te a questa fascia di età - ritenuta la più deli­cata - dai brefotrofi e dagli istituti assistenziali attuando forme alternative di intervento, ed isti­tuendo con delibera il servizio di affidamento fa­miliare

rivolgono

un appello alle famiglie, alle associazioni, ai grup­pi perché sostengano e promuovano l'affidamen­to familiare come scelta esemplare di solidarie­tà della società nei confronti dei bambini tempo­raneamente privi di una famiglia

decidono

di costituire un coordinamento tra le famiglie affidatarie che si impegni a sensibilizzare l'opi­nione pubblica su questi temi e a modificare l'at­tuale politica sociale che non tutela i diritti e gli interessi dei minori.

 

 

CORSO PER CORRISPONDENZA PER GENITORI DI BAMBINI AUDIOLESI

 

Riceviamo e pubblichiamo:

Dal 1981 distribuiamo gratuitamente il Corso per corrispondenza per genitori di bambini audio­lesi. A tutt'oggi abbiamo avuto 380 richieste da parte dei genitori; richieste provenienti da ogni parte d'Italia e anche dall'estero.

Quando nasce un bambino i genitori vorreb­bero che fosse sano. Purtroppo fra tutti i nati, il due per mille circa, hanno problemi di udito: non sentono bene e quindi non possono appren­dere il linguaggio orale. Quando i genitori si ac­corgono di questa deficit dell'udito, in genere il bambino ha raggiunto gli 8-12 mesi di vita. Cosa fare? Vi sono tante cose da fare, ma anzitutto bi­sogna che i genitori non si scoraggino. E per non scoraggiarsi han bisogno di sapere che molto di ciò che si può fare, possono farlo loro stessi. È questo lo scopo principale del nostro Corso per corrispondenza. Corso che è stato tradotto dall'americano. Infatti è lo stesso che fa la John Tra­cy Clinic di Los Angeles .

Perché ci rivolgiamo ai genitori? Perché sono loro che hanno non solo la responsabilità prima­ria dell'educazione dei loro figli, di tutti i loro figli, ma anche perché hanno il loro bambino pic­colo a casa 24 ore su 24. Tutti i consigli dati ai genitori, ai familiari in genere, possono essere applicati subito, continuamente e con affetto.

I genitori che seguono il Corso per corrispon­denza acquistano fiducia in loro stessi come edu­catori e nel loro bambino, perché vedono i frut­ti del loro impegno.

Ripetiamo il corso è gratuito per i genitori: pos­sono dare un contributo libero per le spese. La prima parte, che si rivolge a genitori con figli audiolesi dalla nascita di due anni, e che abbia­mo tradotto nel 1981, è composta di n. 10 lezioni, più 11 capitoli su argomenti specifici. La se­conda parte, che abbiamo cominciato adesso a stampare e a divulgare e che si rivolge a geni­tori che hanno figli audiolesi dai due ai sei anni, è composta di n. 12 lezioni, per complessive 600 pagine.

Per averlo è sufficiente scrivere al Servizio di consulenza, Via Druso 7, 38100 Trento, Tel. (0461) 3.95.95, specificando l'età del proprio bam­bino audioleso.

 

 

UNA UNITÀ SANITARIA PRIVILEGIATA

 

Sulla base di una proposta presentata al Sena­to il 6 novembre 1985, dopo appena 20 giorni il Parlamento ha varato la legge 26 novembre 1985 n. 687 «Norme in materia di particolari struttu­re sanitarie» che prevede quanto segue: «L'uni­tà sanitaria locale avente competenza sul terri­torio ove sono ubicati la Presidenza della Repub­blica, il Senato della Repubblica, la Camera dei deputati e la corte costituzionale, è autorizzata ad istituire o a mantenere, nelle sedi di detti organi costituzionali, strutture sanitarie riserva­te ai componenti e agli ex componenti degli or­gani medesimi, nonché a coloro che svolgono la loro attività nell'ambito e al servizio delle sud­dette istituzioni».

 

www.fondazionepromozionesociale.it