Prospettive assistenziali, n. 75, luglio - settembre 1986

 

 

INTESA PER L'INSERIMENTO SCOLASTICO DEGLI HANDICAPPATI

 

 

L'intesa, firmata il 16 luglio 1986 dal Provvedi­tore agli studi di Torino, dal Presidente dell'USL Torino 1-23 e dall'Assessore all'istruzione del Co­mune di Torino, che pubblichiamo, è frutto di trattative laboriose fra le parti contraenti volte a superare la precedente intesa caratterizzata da tendenze medico-psichiatriche prevalenti, a in­trodurre una effettiva collaborazione fra la scuola e i servizi di territorio (dopo un periodo di «cul­tura» della separazione, tipico degli anni settanta, e non solo nell'ambiente torinese), nello spe­cifico di una programmazione comune di interven­ti concreti e individualizzati centrati sulle esi­genze dei singoli alunni handicappati. Il risultato finale rispecchia questi sforzi che risultano in parte riusciti, in parte segnati da compromessi più o meno «onorevoli».

Anzitutto è molto positivo al punto 2a) l'impe­gno della scuola per «l'inserimento degli alunni handicappati, anche gravi e gravissimi»: contro la tendenza - presente anche in alcuni pochi esperti del gruppo incaricati delle trattative dell'intesa - di fissare criteri di «scolarizzabilità» degli handicappati, nello spirito della nota retri­va sentenza della Corte di Cassazione (1).

Altro elemento positivo è la netta distinzione fra handicap e disadattamento (mentre altre in­tese a noi note non risultano così chiare al ri­guardo); si veda in particolare il punto 3.3: «Nes­suna attestazione dovrà essere quindi rilasciata nei casi di disadattamento e di disagio. Gli in­terventi al riguardo sono previsti al punto 8» (nettamente distinti dagli interventi sull'handi­cap). Purtroppo di fatto tale rimando al punto 8 risulterà molto deludente, perché ivi i firmatari dell'intesa hanno operato un taglio - a nostro giudizio - gravissimo rispetto alla bozza predi­sposta dagli esperti che prevedeva:

«Il problema dell'emarginazione sociale e del disadattamento sta assumendo proporzioni sem­pre maggiori anche nell'ambito della comunità scolastica.

Sarebbe però pericoloso ritenere che lo si pos­sa affrontare e risolvere estrapolando il momen­to educativo dal contesto sociale più ampio. Del resto, vi sono oggi le condizioni per un approccio più corretto al problema. Le trasformazioni isti­tuzionali, infatti, demandano agli Enti Locali com­petenze sempre più ampie, consentendo la mes­sa a punto di progetti policentrati. In caso con­trario, il rischio è quello di realizzare soluzioni tecnicistiche che solo apparentemente rimuovo­no la natura del problema.

Pertanto, le soluzioni saranno elaborate unita­riamente, a livello dei Servizi di territorio - edu­cativi, sanitari e sociali - anche mediante gli operatori che compongono il Gruppo previsto al punto 2.1.3.

La scuola, attraversa i propri Organi Collegia­li, programmerà interventi allo scopo di offrire collaborazione e supporto ai docenti impegnati nel lavoro educativo con gli alunni in condizioni di svantaggio, ponendo particolare attenzione alla sensibilizzazione del suo personale sulle proble­matiche relative al rapporto educativo ed all'at­tivazione di tutte le forme previste dalla legge per l'innovazione educativo-didattica, attraverso un ampliamento delle opportunità educative in termini di esperienze e stimolazioni. Ciò in con­dizioni operative che consentano un'organizzazio­ne flessibile del lavoro scolastico, che offrano percorsi di apprendimento diversificato e che va­lorizzino attività educative, tecnologie e linguag­gi alternativi a quelli tradizionalmente privilegia­ti (C.M. 250/85).

Si possono indicare, ad esempio, le attività previste dalla Legge 517/77, art. 2 e 7; le attività dei progetti di tempo pieno e tempo prolungato; le attività integrative; il distacco di personale per i progetti educativi previsti dall'art. 12 della Legge 270/82; il servizio psico-pedagogico pre­visto dalla stessa norma; l'incentivazione di for­me di sperimentazione in base agli artt. 2 e 3 del D.P.R. 419/74.

I Servizi socio-sanitari, così come perseguiran­no i compiti di istituto, porteranno la propria esperienza partecipando alla formulazione di pro­getti mirati al superamento del problema del di­sadattamento/emarginazione, anche al fine di evi­tare la medicalizzazione dell'insuccesso e/o di­sadattamento scolastico».

Un altro elemento positivo, ma espresso in modo riduttivo rispetto alla bozza originaria, è quello relativo alla «territorialità» dell'inserimen­to. Al punto 1 («Finalità»), e quindi in un contesto qualificante, si afferma: «Tutti gli interventi sono finalizzati a realizzare l'inserimento e l'appren­dimento nelle classi comuni del territorio di ap­partenenza, al fine di agevolare l'attuazione del diritto allo studio e la promozione della piena formazione della personalità de-gli alunni (Legge 517/77, artt. 2 e 3) e di avviare precocemente il recupera, la socializzazione, l'integrazione e l'ap­prendimento». Tuttavia al punto 2.2, ove è previ­sto un gruppo di lavora a livello territoriale, è stato soppresso un impegno preciso, previsto nella bozza degli esperti, e comune sia a tale gruppo sia al Consiglio scolastico distrettuale. In­tatti in merito alla «razionale distribuzione degli alunni handicappati» (affermazione che può pre­starsi a interpretazioni equivoche) si aggiunge­va: «al fine di evitare di "realizzare scuole aper­te all'integrazione il cui bacino di raccolta sia più ampio, o comunque diverso, dal proprio territorio normale di giurisdizione" (C.M. 216/77). Il pia­no distrettuale deve evitare "concentrazioni di soggetti in situazione di handicap grave" e te­nere presente che "l'accoglimento di alunni pro­venienti da zone non incluse nel territorio di competenza dovrà essere rigorosamente limitato ad eccezionali situazioni di necessità" (C.M. 250/85)».

La strutturazione e i compiti dei gruppi di la­voro a livello di scuola e di territorio rappresen­tano elementi sostanzialmente positivi nell'inte­sa, anche se i primi - per un malinteso timore di diminuire il prestigio dei Capi d'istituto e degli organi collegiali - risultano ridotti di potere in alcuni settori (per esempio, nelle proposte di pas­saggio da un ordine all'altro di scuola) e i se­condi hanno competenze piuttosto vaghe. Di qui una diffusa fastidiosa «burocratizzazione» dell'intesa.

Un discorso a parte merita la decisione - vo­luta dall'USL 1-23 di Torino, e non richiesta dalla Scuola - di delegare al servizio di medicina lega­le l'attestazione dell'handicap, non tanto - cre­diamo - per un maggior garantismo giuridico quanto per non chiare contingenti suddivisioni di competenze, di settori e di poteri all'interno dei servizi. I dubbi legittimi che accompagnano tale decisione dovranno essere- verificati alla prova dei fatti, anche per non sottoporre famiglie e bambini handicappati a defatiganti visite presso diversi servizi.

L'iter del lavoro comune fra scuola e servizi è facilitato dagli strumenti riportati in allegato all'intesa. Stranamente non vi compare il modello dell'attestato di base da rilasciarsi dalla medici­na legale. Gli allegati A (relazione psicomedica per l'inserimento scolastico) e 8 (relazione os­servativa degli insegnanti), nella loro struttura separata e non integrata denunciano le difficoltà già segnalate di superare la tradizione di scarsa collaborazione fra servizi e, scuola e una certa tendenza dei servizi a porsi in una posizione di superiorità rispetto alla scuola. Manca in parti­colare la confluenza degli interventi della scuola e dei servizi in un effettivo unitario «profilo fun­zionale» dell'alunno handicappato, pur previsto in parte nella bazza degli esperti sulla scorta del­le stesse indicazioni programmatiche del Mini­stero della pubblica istruzione. Più positivi risul­tano gli allegati C e D relativi al «piano educa­tivo individualizzato».

La lettera con cui il Provveditore agli studi di Torino trasmette l'intesa merita di essere atten­tamente considerata, soprattutto per rilevare l'impegno in merito a un periodo di sperimenta­zione della stessa intesa e all'invito aperto alla collaborazione di tutti per il suo miglioramento: invito che ci auguriamo sia esteso anche alle associazioni di base: « Si rende noto che in data odierna è stata sottoscritta dallo scrivente e dai rappresentanti dell'Amministrazione Comunale di Torino e dell'U.S.L. 1-23 l'intesa (di cui alle CC.MM. 258/1983 e 250/1985) in materia d'inte­grazione scolastica degli alunni portatori di han­dicaps inseriti nella scuola dell'obbligo.

Ciò a conclusione di un costruttivo confronto volto a meglio definire - coordinandone gli in­terventi nel rispetto delle diverse competenze istituzionali - gli impegni della Scuola, dell'En­te locale e dei Servizi sanitari in direzione di un più organico e positivo sviluppo del processo di integrazione.

Ciò, anche e in particolare, per ottenere che detti impegni - quelli della Scuola a misurarsi con i problemi di una programmazione educati­vo-didattica quanto più individualizzata possibile e quelli, non meno importanti, dell'Ente locale e dell'U.S.L. a fornire, nella complessità delle si­tuazioni, qualificati apporti di competenze - sia­no metodologicamente sostenuti da concreti rac­cordi di programmi e di obiettivi.

Peraltro, l'intesa - della quale si trasmette copia - si prospetta, nelle sue articolazioni, co­me un punto di partenza di riflessioni e di pro­poste migliorative, aperte al contributo di tutti; il che giustifica il suo carattere di «sperimen­tale» applicazione per l'anno scolastico 1986-87 (cfr. il punto 12 del documento).

Essa costituirà anche oggetto di illustrazione nel corso di appositi incontri interdistrettuali che questo Ufficio si riserva di organizzare.

 

 

TESTO DELL'INTESA

 

1. Finalità

La presente intesa tra Provveditorato agli Studi di Torino, U.S.L. 1-23 e Comune di Torino, perse­gue la finalità di offrire agli alunni portatori di handicap interventi pluricentrati - educativi e socio-sanitari - che, essendo tra loro coerenti ed integrati, permettano la costruzione e la realizza­zione di programmi individualizzati, quanto più possibile adeguati alle potenzialità di crescita ed alle esigenze specifiche di ciascun soggetto por­tatore di handicap e l'attuazione, altresì, di pro­grammi mirati alla prevenzione degli stati di disa­gio e disadattamento in favore di tutti gli alunni.

Tutti gli interventi sono finalizzati a realizzare l'inserimento e l'apprendimento nelle classi co­muni del territorio di appartenenza, «al fine di agevolare l'attuazione del diritto allo studio e la promozione della piena formazione della perso­nalità degli alunni» (L. 517/77, artt. 2 e 3) e di avviare precocemente il recupero, la socializza­zione, l'integrazione e l'apprendimento.

L'intesa comporta l'individuazione delle com­petenze e delle attribuzioni - in materia - del­le Amministrazioni firmatarie, che periodicamen­te ne verificheranno lo stato di attuazione al fine di migliorare progressivamente procedure, metodologie ed organizzazione complessiva, in modo da assicurare la piena realizzazione delle disposizioni vigenti.

 

2. Strumenti

L'attuazione della presente intesa e delle fina­lità di cui al punto 1. presuppone l'individuazione delle figure professionali e dei servizi che concor­rono a determinarne le condizioni di realizzazione. In particolare:

a) la scuola, nella sua complessiva organizza­zione didattica, amministrativa e tecnica - Prov­veditorato agli Studi (e, nel suo ambito, il Grup­po di lavoro per l'inserimento degli alunni handi­cappati), gli Organi collegiali scolastici, i Capi di istituto, il personale docente e non docente - per la realizzazione dei propri compiti istituzio­nali, secondo le norme vigenti in materia di in­serimento degli alunni handicappati, anche gravi e gravissimi;

b) l'U.S.L. 1-23 di Torino, con l’istituendo Centro Distrettuale di tutela della salute del bambino e, nell'assetto attuale, con i contingenti di servizio della medicina scolastica, i consultori pediatrici, la neuropsichiatria infantile, con i servizi di ria­bilitazione funzionale, di medicina legale e con ogni altra unità operativa professionale che, per la funzione svolta, possa cooperare all'attuazio­ne delle finalità dell'intesa;

c) il Comune di Torino, con l'articolazione del­le competenze dei suoi Assessorati, attraverso i servizi preposti all'eliminazione delle barriere architettoniche, all'assegnazione di personale au­siliario ed assistente per soggetti non autonomi (Legge 118/71), alla prestazione di servizi (tra­sporti, mense, sussidi e materiali) socio-assisten­ziali, sportivi e culturali. In particolare, l'Asses­sorato per l'istruzione con l'organizzazione e il funzionamento di asili nido e di scuole materne comunali rispondenti anche alle esigenze dei bambini portatori di handicap; con l'utilizzazione, per soggetti in carico alle équipes di N.P.I. e socio-sanitarie di personale specializzato atto a favorire l'inserimento nelle classi comuni della scuola dell'obbligo, di alunni handicappati, per gli interventi di competenza dell'Ente locale, esclusi quelli educativo-didattici, rimessi dall'ordinamen­to al personale insegnante della scuola di Stato.

2.1. - Ferme restando le competenze istituzio­nali proprie del Preside o Direttore Didattico e degli organi collegiali, viene costituito, per le finalità di cui al punto 1, un gruppo di lavoro a livello di istituto che si occupa delle problema­tiche relative agli alunni portatori di handicap, contribuendo alla formulazione della programma­zione educativo-didattica di ogni Consiglio di Cir­colo o Istituto, Collegio Docenti, Consiglio di classe o interclasse.

Il gruppo costituisce il nucleo della collabora­zione tra scuola, servizi sanitari e comunali e de­ve essere inteso non come ambito per la defini­zione di atti burocratici ma come momento di scambio e di integrazione tra diverse professio­nalità.

Rispetto all'obiettivo specifico da perseguire, ed alla competenza richiesta, si articola nella sua composizione in modo diversificata:

2.1.1. - Per il coordinamento e l'organizzazione complessiva delle attività, il gruppo è composto da personale della scuola (Capo di Istituto, inse­gnanti di sostegno, insegnanti - almeno due - designati dal Collegio docenti) e svolge preva­lentemente una duplice funzione: da un lato rac­coglie ogni utile elemento di conoscenza e di va­lutazione desumibile dalla gestione dei piani edu­cativi individualizzati relativi agli anni scolastici precedenti, dall'altro attiva il gruppo (o i gruppi) di lavoro di cui al punto 2.1.2., tecnicamente com­petente/i alla definizione dei piani educativi indi­vidualizzati.

Per i casi di prima iscrizione al ciclo elementa­re o medio, lo stesso gruppo, fin dal momento della preiscrizione di ogni allievo handicappato, promuove forme di collaborazione con i curanti e le famiglie, per definire una prima serie di esi­genze, in base alle quali il Capo di Istituto possa inoltrare agli Enti competenti le richieste concer­nenti gli interventi prevedibili come necessari; promuove - altresì - avvalendosi -eventualmen­te della consulenza dei servizi sanitari di terri­torio, ogni iniziativa che possa contribuire al su­peramento delle difficoltà scolastiche degli alun­ni prospettate dai docenti.

2.1.2. - Per la definizione di ciascun piano edu­cativo individualizzato e per le successive veri­fiche, il gruppo di lavoro è composto dall'inse­gnante o dagli insegnanti di classe e di sostegno ed è integrato dal personale specializzato dell'Ente locale, ove esistente, dal curante che ha in carico l'alunno (operatore del Servizio territoria­le od ospedaliero di N.P.I. e/o riabilitativo), dall'assistenza sociale, se ha in carico il bambino, nonché dai genitori dell'alunno (C.M. 258/83 e C.M. 250/85).

Ferme restando le attribuzioni di competenza in ordine alla valutazione degli alunni, il gruppo suddetto, ove ne sia richiesto, collabora alla de­finizione dei tempi individuali di passaggio dalla scuola elementare alla scuola media.

Il gruppo medesimo fornirà alle istituzioni sco­lastiche, raccordandosi con esse, ogni eventuale indicazione circa le modalità di detto passaggio, in modo da assicurare la necessaria continuità negli interventi.

2.2. - Viene, inoltre, costituito un gruppo di la­voro a livello territoriale (circoscrizione), com­posta da personale direttivo o docente della scuo­la, designato dal Provveditore, agli Studi (almeno uno per ciascun ordine), da operatori dei servizi socio-sanitari di territorio designati dall'U.S.L. e da rappresentanti del Comune. Tale gruppo ha il seguente compito-obiettivo: seguire l'attuazione dell'intesa, raccogliere indicazioni ed esperienze significative circa l'applicazione della medesima nelle diverse scuole del territorio, formulare eventuali proposte al Provveditore agli Studi in merito agli interventi ritenuti più proficui, anche per la prevenzione di situazioni di difficoltà o di disagio, fornire consulenza ai Consigli Scola­stici Distrettuali ai fini della stesura dei piani annuali, con specifico riferimento alla razionale distribuzione degli alunni handicappati nel rispet­to delle norme vigenti.

2.3. - I firmatari dell'intesa convengono, infine, di avvalersi di un gruppo tecnico a livello cen­trale, composto da rappresentanti del Provvedi­tore agli Studi, dell'Ufficio per l'inserimento de­gli alunni handicappati dell'Assessorato all'Istru­zione del Comune di Torino, del coordinamento dei servizi N.P.I., dell'ufficio competente dell'As­sessorato all'Assistenza del Comune di Torino (in attesa della realizzazione delle U.S.S.L.) con il compito di seguire l'andamento dell'intesa a li­vello cittadino, per garantirne l'interpretazione omogenea e per proporne le eventuali modifiche.

 

3. L'attestazione dell'handicap

3.1. - L'attestazione dell'handicap costituisce «l'elemento necessario per mettere in moto le procedure amministrative», previste dalla nor­mativa vigente in favore di soggetti portatori di handicap (C.M. 250/85).

A tal fine essa, perché abbia validità ed effet­ti, dovrà essere rilasciata esclusivamente dal Ser­vizio di Medicina Legale dell'U.S.L. di residenza dell'alunno.

L'attestazione conterrà la dichiarazione che il soggetto si trova nelle condizioni di accedere agli interventi previsti dalle vigenti disposizioni in fa­vore dei portatori di handicap e permetterà al Capo d'Istituto di promuovere, già dal momento della preiscrizione, le iniziative indispensabili (ad es.: la richiesta di costituzione della classe con un numero ridotto di alunni, il sostegno nel rap­porto uno a quattro, gli ausilii ecc.), affinché pos­sa aver luogo concretamente l'inserimento.

3.2. - All'attestazione rilasciata dal Servizio di Medicina Legale, dovrà seguire, nei tempi più brevi possibili, la relazione psico-medica che sarà trasmessa alla scuola dai curanti (medico, psicologo, riabilitatore, ecc.) (*).

Tale documentazione, soggetta al segreto pro­fessionale, non potrà - in quanto strumento di lavoro - essere utilizzata a fini amministrativi (per le ragioni indicate al p. 3, 1° capoverso).

3.3. - Nessuna attestazione dovrà essere quin­di rilasciata nei casi di disadattamento e di disa­gio. Gli interventi al riguardo sono previsti al punto 8.

3.4. - L'attestazione di cui sopra dovrà essere rilasciata gradualmente - e comunque nel trien­nio di validità dell'intesa - per tutti gli alunni handicappati inseriti nelle classi comuni: peral­tro, in prima applicazione, il Servizio di Medicina Legale ne curerà il rilascio a partire dai bambini inseriti per la prima volta nella scuola materna, e dagli allievi delle prime classi elementari e medie non certificati nel ciclo precedente; non­ché dagli alunni il cui handicap si sia palesato nel corso della frequenza scolastica o il cui qua­dro clinico risulti modificato.

 

4. Segnalazione dell'handicap

4.1. - All'atto della preiscrizione di alunni han­dicappati, la famiglia presenterà l'attestato di handicap, di cui al punto 3. La famiglia stessa, qualora ne fosse sprovvista, dovrà essere indi­rizzata, da parte della scuola, ai Servizi di terri­torio (N.P.I, o istituendo Servizio di tutela della salute del bambino), al fine di acquisire le infor­mazioni necessarie per ottenerne il rilascio.

4.2. - Nel caso in cui una situazione di soffe­renza o di sospetto handicap venga individuata, o si palesi, soltanto nel corso della frequenza scolastica, la scuola, previa intesa con la fami­glia, potrà richiedere la consulenza degli opera­tori di N.P.I. del territorio, al fine di meglio cono­scere ed individuare la natura della sofferenza.

Tale segnalazione permetterà di definire, da un lato, l'opportunità o meno di attivare accerta­menti clinici che dovranno comunque sempre es­sere effettuati dal Servizio Sanitario di territorio solo previo coinvolgimento e consenso della fa­miglia, dall'altro di individuare, in ambito scola­stico, interventi psicopedagogici o ulteriori stru­menti conoscitivo-osservativi a favore del bam­bino.

 

5. L'iter programmatorio dell'inserimento scolastico - Il piano educativo individualizzato

L'iter programmatorio dell'inserimento, che ha inizio con la preiscrizione, avvia procedure am­ministrative ed attiva la collaborazione sistemati­ca tra scuola, sanità, Ente locale e famiglia del bambino.

L'ambito privilegiato in cui questa collaborazio­ne si realizza è quello operativo del Gruppo di lavoro, previsto al punto 2.1.2. della presente intesa.

Per rendere possibile la programmazione del­le modalità e degli interventi individuati come utili e necessari per assicurare all'alunno stimoli coerenti ed adeguati alle sue esigenze di cre­scita e di sviluppo globale, ogni componente del Gruppo, nella specificità delle proprie competen­ze, procede dapprima all'acquisizione degli ele­menti conoscitivi ed in seguito al confronto ed all'integrazione degli stessi.

In particolare:

a) Gli elementi conoscitivi sanitari mettono in evidenza, per propria natura, le caratteristiche e le modalità attuali di evoluzione somatopsichica del bambino e consentono, quindi, di ipotizzare ed individuare fattori positivi, facilitanti lo svi­luppo pregresso ed in corso, da tenere presenti nel programmare l'intervento sanitario. Alcuni di questi fattori riguardano l'ambiente - atteggia­mento affettivo ed educativo delle persone im­plicate nella relazione con il bambino - e per­mettono di indicare anche alla scuola alcuni indi­rizzi dell'intervento educativo, la qualità ed il va­lore delle relazioni e degli stimoli che si creano intorno al soggetto e che possono o meno con­tribuire al suo sviluppo. Detti elementi sono sin­tetizzati ed espressi nella relazione psico-medica (allegato A).

b) Gli elementi conoscitivi educativi mettono in evidenza, per propria natura, le caratteristi­che comportamentali, di atteggiamento e di ren­dimento dell'alunno nella sua attuale situazione contestuale e nella realtà del rapporto educativo e comunitario; permettono, quindi, alla scuola di ipotizzare diversi atteggiamenti, comportamenti e stimoli, da sperimentare adeguandoli alle capa­cità di risposta dell'alunno. Gli elementi sopra­indicati sono sintetizzati ed espressi nella rela­zione osservativa (allegato B).

La risultante, sul piano «progettuale» e del «fare», di tutti gli elementi conoscitivi ed osser­vativi, costituisce il progetto educativo comples­sivo e si traduce nel «piano-educativo individua­lizzato», strumento operativo in cui dovranno in­dicarsi, secondo le rispettive competenze:

- la direzione degli interventi educativi nel loro complesso;

- la qualità e modalità degli interventi peda­gogico-didattici, curricolari e non;

- gli obiettivi parziali ed i tempi di verifica pedagogica-didattica;

- le modalità di utilizzo delle ore di sostegno;

- le eventuali proposte di deroga al rapporto 1:4 con specifico riferimento alle modalità di utilizzazione di dette ore;

- i supporti e le attività extrascolastiche, i supporti sanitari, specialistici e riabilitativi, i supporti socio-assistenziali e le modalità di coor­dinamento con gli interventi educativi.

Il piano educativo individualizzato è da inten­dersi quale strumento che si articola e si modi­fica via via nello svolgersi dell'esperienza edu­cativa (il fare educatore -ed alunno esperienza) e consente, quindi, all'insegnante sia di cono­scere l'alunno, sia di riflettere sul suo stesso operare e di arricchire la propria capacità pro­gettuale. Su tale esperienza sì incentra la colla­borazione, sul piano conoscitivo ed operativo, tra chi educa e chi cura, cioè tra scuola e servizi sanitari.

 

6. Orientamento scolastico professionale

La conoscenza dell'alunno handicappato, ac­quisita durante l'iter scolastico dell'obbligo dagli operatori di cui al punto 2.1.2., costituirà il pre­supposto indispensabile ad orientare il sogget­to e la famiglia nelle scelte future.

È rimesso, poi, agli organismi istituzionali com­petenti favorire, al termine della scuola dell'ob­bligo, il proseguimento scolastico e/o formativo nelle strutture più idonee allo scopo:

- formazione professionale e prelavorativa, scuola media superiore, strutture socio-educati­ve, eliminando gli ostacoli e fornendo gli stru­menti specifici per la piena attuazione del diritto allo studio.

Gli Enti firmatari si impegnano a fornire il qua­dro aggiornato delle risorse educative-formative­assistenziali.

 

7. Fascicolo personale dell'alunno handicappato

Il fascicolo di ogni alunno handicappato dovrà contenere:

- l'attestazione di handicap (cfr. par. 3);

- la relazione psico-medica (all. A) e la rela­zione osservativa degli insegnanti (all. B);

- il piano educativo individualizzato, le veri­fiche e gli aggiornamenti in itinere (cfr. par. 5);

- ogni altro materiale significativo, rispetto ai punti precedenti, prodotto durante l'iter sco­lastico dell'alunno.

Il fascicolo segue l'alunno nell'ambito della scuola di Stato e costituisce la fonte prima di informazione per i diversi ordini di scuola e per l'orientamento professionale ed è necessaria­mente caratterizzato da una connotazione di spe­cifica riservatezza.

 

8. Gli stati di disagio e di disadattamento

I firmatari dell'intesa convengono sulla neces­sità di prevenire, rimuovere e risolvere i proble­mi degli alunni che presentano difficoltà connes­se a stati di disagio e di disadattamento.

A tal fine, nel rispetto delle attribuzioni di competenza, operano i gruppi di lavoro previsti al punto 2, partecipando alla formulazione di pro­getti mirati al superamento del problema, soprat­tutto allo scopo di evitare la medicalizzazione dell'insuccesso e/o disadattamento scolastico.

 

9. Aggiornamento

Gli Enti firmatari dell'intesa si impegnano ad organizzare ciascuno nel proprio ambito di com­petenza per il rispettivo personale momenti for­mativi specifici che facilitino l'attuazione della convenzione.

Le modalità integrate di collaborazione, deli­neate nell'intesa, permettono, peraltro, di realiz­zare momenti di formazione comune, centrati sull'esperienza in corso.

 

10. Calendario degli incontri e valutazione

I Gruppi di lavoro di cui al punto 2 formuleran­no il calendario degli incontri, tenendo conto del­le scadenze amministrative fissate dall'autorità scolastica.

 

11. Pubblicizzazione

Gli Enti firmatari si impegnano a pubblicizzare ampiamente l'intesa.

Ove emergano esigenze di impartire direttive per la concreta applicazione della medesima, le parti dovranno previamente consultarsi.

 

12. Durata dell'intesa

L'intesa ha durata triennale a decorrere dall'anno scolastico 1986-87, anno che è da consi­derare di applicazione sperimentale, al termine del quale le parti concordano di procedere in­sieme ad una rilettura del testo della convenzio­ne stessa, per le modifiche che dovessero ren­dersi necessarie in base alle esperienze con­dotte e alle osservazioni raccolte.

Nel corso del triennio essa, peraltro, potrà essere soggetta a quelle previsioni o modifiche o revoche che dovessero rendersi necessarie per sopravvenienza di norme di legge, regolamenti o di indirizzo.

 

 

Allegato «A»

RELAZIONE PSICO-MEDICA PER L'INSERIMENTO SCOLASTICO

 

Cognome e nome del bambino/alunno .....................................  nato il  ............................... che dovrà frequentare la classe ............................................. scuola ...............................................................

è seguito/a da

o Servizio di N.P.I. di territorio (U.S.L. n. ..............)

o Specialista di N.P.I. ospedaliero (specificare)

o Specialista U.S.L. (specificare)

o Specialista privato (specificare)

o Altro (specificare)

con

o controlli (visite) periodici

o psicoterapia

o riabilitazione

o fisioterapica

o psicomotoria

o logopedica

o altro (specificare)

Per l'impostazione dell'attività pedagogico-di­dattica devono essere considerati i seguenti ele­menti conoscitivi:

1) Modalità relazionali e/o comportamentali messe in atto nel rapporto con gli altri (adulti e bambini) e a fronte di situazioni nuove e/o particolari.

..................................................................................................................................................................

..................... (considerazioni e/o suggerimenti all'insegnante/educatore)

2) Motivazione, atteggiamento e modalità co­gnitivo-relazionali nei confronti dell'apprendimen­to e delle attività scolastiche.

..................................................................................................................................................................

..................... (considerazioni e/o suggerimenti all'insegnante/educatore)

3) Elementi di disagio, tipi di difficoltà e poten­zialità che possono emergere o maggiormente interferire nel rendimento e nell'adattamento scolastico.

..................................................................................................................................................................

..................... (considerazioni e/o suggerimenti all'insegnante/educatore)

Data .....................                                                                       Firma ................................................

 

 

Allegato «B»

PROVVEDITORATO AGLI STUDI DI TORINO

 

Cognome e nome dell'alunno ....................................................................................

Circolo/scuola ..........................................................................................................

Anno scolastico ......................................................

 

RELAZIONE OSSERVATIVA DEGLI INSEGNANTI (redatta a cura di tutti gli insegnanti e personale specializzato, ove esistente, che hanno in carico l'alunno).

 

1. DESCRIZIONE DEL BAMBINO/ALUNNO

1.0 - Atteggiamenti e sentimenti che il bam­bino esprime nei confronti e di fronte a:

a) adulti

b) compagni

c) familiari

d) oggetti e situazioni

1.1 - Abitudini, interessi, tipo di impegno nei confronti dell'attività (richiesta e spontanea) espressi dal bambino nell'ambito scolastico (es. nei confronti dell'alimentazione, autonomia so­ciale, apprendimento, gioco, ecc.).

1.2 - Interessi, giochi, fantasticherie espressi dal bambino nell'ambito scolastico.

1.3 - Capacità, grado di attenzione e di concen­trazione nello svolgimento delle attività di ap­prendimento, curricolari e non, indicando il tipo ed il livello di attività pedagogico-didattica cui si riferisce la valutazione del bambino.

1.4 - Capacità e grado di esecuzione e compren­sione nello svolgimento delle attività di appren­dimento, curricolari e non, indicando il tipo ed il livello di attività didattica o di eserciziario cui si riferisce la valutazione del bambino.

1.5 - Differenze e caratteristiche di comporta­mento e di atteggiamento del bambino nei diversi momenti di attività:

a) in classe e nel piccolo gruppo;

b) nel rapporto collettivo e nel rapporto indivi­dualizzato;

c) in presenza dell'insegnante d'appoggio ed in sua assenza;

d) nei confronti del singolo compagno e nel con­fronto del gruppo di compagni;

e) nei confronti di una attività o impegno richie­sto o imposto e nei confronti di una attività o impegno spontaneo o scelto.

1.6 - Eventuali notizie riferite dai genitori o altri sulla situazione familiare e personale del bambino.

 

2. AUTONOMIA DI BASE

- è capace di vestirsi

- è capace di lavarsi

- è capace di controllo sfinterico

- sa bere e mangiare da solo

 

3. AMBITO COGNITIVO IN GENERALE

- è capace di fare esperienze usando il proprio corpo

- è capace di fare esperienze usando gli oggetti

- è capace di operare con modalità iconiche

- è capace di operare con modalità simboliche

- è capace di fare delle previsioni

 

4. AMBITO PSICOMOTORIO

- motricità generale

- motricità fine

- percezione (tattile, visiva, uditiva, olfattiva, ecc.)

- lateralizzazione

- organizzazione temporo-spaziale

 

5. AMBITO DEL LINGUAGGIO

- linguaggio non verbale

- produzione/comunicazione verbale

- produzione/comunicazione scritta

- comprensione/comunicazione verbale

- comprensione/comunicazione scritta

 

6. AMBITO LOGICO-MATEMATICO

- uguale-diverso

- maggiore-minore

- maggiore di - minore di

- classificazione

- seriazione - operazione

 

7. ALTRE OSSERVAZIONI E RILIEVI

..................................................................................................................................................................

Data ................................................

Firma dei docenti ..................................................................................

 

N.B. - Particolarmente per le scuole medie, le indicazioni di cui sopra potranno essere integra­te con altre più ampie osservazioni.

 

 

Allegato «C»

GUIDA ALLA COMPILAZIONE DEL PIANO EDUCATIVO INDIVIDUALIZZATO

(a cura del Gruppo 2.1.2.)

 

Dati anagrafici ..........................................................................................................................................

Scuola ................................................................................... Distretto ..............................................

 

1. RISORSE SCOLASTICHE

- Descrizione e valutazione della situazione di classe (numero alunni, caratteristiche).

- Attività di gruppo previste o già in atto, com­prese quelle di interclasse.

- Attività di laboratorio previste o già in atto, comprese quelle di interclasse.

- Attività educative extracurricolari, intra ed extra scolastiche.

- Personale di sostegno, operatori specializza­ti ed ore assegnate o previste.

- Ausilii didattico-riabilitativi e materiali didat­tici assegnati o previsti.

 

2. OBIETTIVI PEDAGOGICO-DIDATTICI - Obiettivi generali.

- Obiettivi specifici/ intermedi (indicando i vari settori ed aree di attività).

 

3. STRUMENTI

- Organizzazione della classe/interclasse (sud­divisione dell'attività pedagogica tra insegnan­te/i di classe e di sostegno).

- Ritmi e scansioni del tempo scolastico per il bambino/alunno (attività ed ore di classe, attività ed ore fuori classe, loro calendario giornaliero e settimanale, frequenza di scuola a tempo pieno, normale, prolungato, scuola integrata).

- Esigenze in merito alle ore di sostegno e quantificazione.

- Verifiche pedagogiche in itinere. Potrebbe essere utile servirsi di uno strumento del tipo di quello indicato nell'allegato «quadro dinamico».

 

4. SUPPORTI

- Supporti territoriali.

- Supporti socio-assistenziali.

- Supporti sanitari e specialistici.

 

5. MODALITA’ DI COLLABORAZIONE E DI AT­TUAZIONE (Scuola, N.P.I., Comune).

 

6. VERIFICA ANNUALE (nonché punto di parten­za per l'anno scolastico successivo).

 

Data ...............................................

Firma dei componenti il Gruppo 2.1.2.

................................................................................

 

 

Allegato «D»

Cognome e nome dell'alunno .............................................................................................................

Scuola ................................................................................ Classe ...................................................

 

QUADRO DINAMICO

(a cura dei docenti di classe e di sostegno; da verificarsi insieme agli altri componenti il Gruppo 2.1.2. nelle riunioni periodiche)

OSSERVAZIONE

(data, docenti

compilatori)

OBIETTIVI

(intermedi)

AREE INTERESSATE

ORGANIZZAZIONE

E STRUMENTI

RISULTATO

 

 

 

 

 

 

 

 

QUADRO SINOTTICO-TEMPORALE DEGLI INTERVENTI

Mesi

Ordine

di scuola

Competenze

della scuola

Competenze del

Servizio sanitario

Competenze del

Comune di Torino

Strumenti

Settembre-

Ottobre

Materne

Elementari

Medie

Gli insegnanti procedono alla osservazio­ne ed alla definizione dei piani educat. ind. all'interno dei Gruppi 2.1.2.

Partecipa alla defini­zione dei piani edu­cat. ind. ed opera all'interno dei Gruppi 2.1.2 .

Collabora con i Gruppi 2.1.2.

Si attivano i Gruppi

2.1.1. e 2.1.3.

Gennaio

Materne

Elementari

II D.D. riceve gli Attestati di hc. dalla scuola mat. stat. e com.le. Riceve dalle famiglie le segnalazioni di bambini hc, privi di Attestato e indirizza le famiglie al Servizio sanitario.

La Medicina legale dispone gli Attestati di hc.; il Servizio sanitario di  territorio inizia o prosegue

l'iter diagnostico.

La scuola mat. com.le trasmette alla scuola elem. stat. gli Attestati di hc. e collabora con la sc. elem. e il Servizio sanitario di territorio per le modalità di passaggio dei bambini hc.

Opera il Gr. 2.1.1.; continuano ad opera­ re i Gr. 2.1.2. II Gr. 2.1.3. comincia a rac­cogliere i dati sull'in­serimento nel territo­rio di competenza.

Medie

Il Preside riceve gli Attestati di hc. degli alunni delle classi V dalla sc. elem. e inoltra le richieste per l'Organico di diritto (classi ridotte, 114 per i casi nuovi, prosecuzioni) al  Provv. agli Studi.

La Medicina legale Predispone gli Atte­stati di hc. per gli alunni non certificati nella sc. elem.; il Servizio sanitario di territorio inizia o pro­segue l'iter diagno­stico.

 

Si attiva il Gruppo 2.1. continuano ad operare i Gr. 2.1.2.

Febbraio-

Giugno

Materne

Elementari

Medie

I Capi di Istituto si avvalgono dei Gr. 2.1.1. e 2.1.2.; formulano le richieste relative all'Organico di fatto. I 2.1.2. sono disponibili per ogni consulenza in ordine ai  passaggi nelI'ambito della scuola dell'obbligo e alle eventuali esigenze di raccordo con l'iter successivo dei soggetti.

II curante del Servizio sanitario di territorio predispone, ai fini dei l'inserimento, la relazione psico-medica. Opera, all'interno del Gr. 2.1.2. per le attribuzioni al medesimo riconosciute.

Riceve le richieste di trasporti, ausilii, protesi, operatori specializzati ecc. Si attiva in merito alle richieste e mette a disposizione il personale spe­cializzato per svolgere gli interventi (1) (con esclusione di quelli educativo-didattici di competenza della scuola di Stato) comunicandone alle scuole l'avvenuta assegnazione.

 

(1) di cui al punto 2 sub c.

Si attivano i Gr. 2.1.2. ove possibile, per i casi resi noti in fase di preiscrizione. Diversamente, si attiva il Gr, 2.1.1., per defi­nire una prima serie di esigenze. Opera il Gr, 2.1.3. Operano i Gr. 2.1.2 per gli allie­vi hc. inseriti; si pre­dispone il passaggio all'ordine sup. della fascia dell'obbligo; si opera per l'orienta­ mento degli alunni della scuola media.

 

 

(1) Cfr. Prospettive assistenziali, n. 56, ottobre-dicembre 1981.

(*) Cfr. il successivo paragrafo 5.

 

 

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