Libri
AA.VV., Dal ricovero all'affidamento: cambia una
legge o una mentalità?, Fondazione Zancan, Padova, 1985, pp. 123, L.
10.000.
Ad un anno dall'emanazione della
legge 184/83 è sembrato opportuno fare una prima verifica nel seminario
su «Dal ricovero all'affidamento: cambia
una legge o una mentalità?» organizzato dalla Fondazione Zancan dal 26 agosto all'1 settembre
1984.
Un anno di applicazione per
una legge è in genere poco, ma l'affidamento aveva già una sua storia e una
sua prassi che la legge ha in parte ratificato, e reso più omogenee. D'altra parte gli obiettivi del seminario erano molteplici:
- approfondire il significato della legge,
- valutarne le conseguenze innovative,
- considerarne con lucidità i limiti,
- operare un confronto con le varie realtà locali
sullo stato di applicazione della legge stessa,
- studiare le eventuali «resistenze» di tipo culturale
e sociale che l'applicazione della legge incontra.
L'équipe organizzativa del seminario, partendo dal
presupposto che l'applicazione corretta della legge n. 184 richiede una reale
collaborazione fra tutte le strutture e le professionalità impegnate nel
processo di affidamento, ha ritenuto necessario dare
ad esso un'impostazione culturale attraverso quattro relazioni introduttive
che puntualizzassero gli aspetti psicologici, giuridici politico-amministrativi
e culturali del problema.
Gli esperti per il loro impegno di studio, verificato
nelle quotidiane attività professionali, hanno potuto svolgere la loro
relazione in un'ottica di reciproca integrazione, che di per sé ha costituito
un modello della collaborazione interprofessionale postulata dalla 184.
A partecipare al seminario erano state invitate tutte
le professionalità normalmente impegnate nella
realizzazione degli affidi, e le famiglie affidatarie, proprio perché si
voleva che il dibattito sui vari aspetti avesse quella dimensione pluriprofessionale che è una garanzia per la buona
riuscita degli affidi stessi.
Anche se gli assistenti sociali hanno rappresentato
la maggioranza dei presentì (20/34), tra questi ci
sono stati psicologi, famiglie adottive, responsabili di uffici, un giudice
tutelare (oltre l'esperto), ecc. Ciò ha permesso di costituire tre gruppi di
lavoro, ciascuno sufficientemente pluriprofessionale,
così da favorire un dibattito articolato e coerente con gli obiettivi del
seminario. Analogamente deve dirsi per la provenienza regionale dei
partecipanti. La presenza di ben dodici differenti Regioni (Piemonte, Friuli-Venezia Giulia, Giulia, Provincia Autonoma di
Bolzano, Lombardia, Liguria, Veneto, Emilia Romagna,
Lazio, Calabria, Sicilia, Sardegna, Campania), ha permesso uno scambio ed un
confronto tra realtà culturali e di organizzazione dei
servizi molto diverse, con ovvio reciproco interesse ed arricchimento.
Il seminario si è svolto con un tipo di organizzazione che ha concentrato nei primi due giorni
le quattro relazioni; dopo ogni relazione breve lavoro di gruppo, per
identificare i principali centri di interesse, assemblea per metterli in comune
ed eventualmente per chiarimenti.
I due giorni di questo tipo di lavoro di gruppo, hanno permesso un notevole affiatamento tra i
partecipanti, e l'aver ascoltato le quattro relazioni ha poi favorito nei
successivi due giorni un lavoro (agli stessi gruppi, perché nessuno ha chiesto
mutamenti nella loro composizione) veramente approfondito ed articolato come
il documento conclusivo dimostra.
Può essere interessante notare che le differenze tra
i partecipanti erano molto forti, non solo per tipo di professione e per
provenienza ma anche per età ed esperienza; anziché un limite
anche questo particolare si è rivelato importante, perché le richieste di
spiegazioni delle persone meno esperte, hanno sollecitato le altre a
trasmettere in dettaglio la propria esperienza ed a «rivisitarla» con gli occhi
di tutto il gruppo.
Le conclusioni dei gruppi e le conclusioni generali
indicano sufficientemente il lavoro svolto; dall'analisi dei questionari di
valutazione, si ricava la unanime soddisfazione dei
partecipanti, sia per il contenuto che per il metodo seguito.
In effetti tra i partecipanti e tra questi e gli esperti si è
stabilito subito un ottimo clima di collaborazione ed anche di umana simpatia,
probabilmente facilitato anche dalla eccezionale sintonia e mutua
integrazione dell'équipe responsabile; i ritmi di lavoro serratissimi,
la puntualità piuttosto rigidamente richiesta, anche se faticosi, sono stati
considerati indice di serietà professionale.
Molto apprezzate le relazioni e la
presenza degli esperti a tutto il seminario; graditissimo l'abbondante
materiale distribuito.
Il seminario si è concluso
con alcune proposte:
1. organizzare alla distanza di un anno un altro
seminario al quale invitare i partecipanti di questo (più altre persone) per
verificare se e come nelle differenti realtà locali si è riusciti a promuovere
una seria politica di affidamenti;
2. diffondere gli atti di questo
seminario, soprattutto ai Giudici tutelari, agli Assessori regionali ed altri
Amministratori degli Enti locali;
3. costituire un dossier, da
integrare poco alla volta, con tutto il materiale prodotto soprattutto dagli
Enti locali (circolari, disposizioni,
ecc.) sul problema dell'affido;
4. studiare l'opportunità ed i modi
di un più ampio coinvolgimento in un prossimo seminario di Giudici minorili ed
Amministratori locali.
(dalla presentazione)
F.
ANTONIOTTI, O. de TULLIO, N.M. di LUCA, La
causa di servizio, l'equo indennizzo e l'azione di risarcimento dei pubblici
dipendenti, Giuffrè Editore, Milano, 1985, pp. 470, L. 30.000.
A cura della Casa Editrice Giuffrè
- Milano, ha recentemente visto la luce un volume che tratta in maniera
unitaria ed approfondita sia gli aspetti giuridici che
quelli medico-legali di quell'importante aspetto del
rapporto di pubblico impiego che è costituito dalla insorgenza di menomazioni
fisiche durante o a causa del rapporto di servizio. L'argomento, mai finora
trattato in una visione congiunta dei profili giuridici, amministrativi e
medici, viene finalmente esaminato in una ottica di notevole
dignità scientifica a cui non sfuggono, peraltro, le implicazioni pratiche che
quotidianamente si pongono all'attenzione degli operatori del settore, siano
essi giudici, avvocati, pubblici funzionari o medici legali. La trattazione è
condotta sulla base della esigenza di offrire adeguate
motivazioni teoriche e di principio alle problematiche finora risolte
prevalentemente con criteri empirici. Ciò è stato consentito dalla personalità
degli autori, due dei quali sono professori di medicina legale (Antoniotti, professore ordinario di medicina legale e
delle assicurazioni nell'Università «La Sapienza» di
Roma e di Luca, professore associato della medesima disciplina e nello stesso
Ateneo) mentre de Tullio unisce alla sua esperienza
di docente quella di Magistrato della Corte dei Conti.
Per quanto attiene gli aspetti giuridici il volume
si apre con una approfondita disamina del problema di
fondo del rapporto risarcitorio fra Amministrazione e
pubblico dipendente: esso viene esaminato sia sotto il profilo storico, molto
illuminante per una esatta comprensione delle acquisizioni giurisprudenziali
attuali, sia alla luce della Costituzione repubblicana e delle più recenti
disposizioni normative in tema di pubblico impiego.
Segue la trattazione dei procedimenti amministrativi
da seguire per il riconoscimento della causa di servizio e per la concessione
dell'equo indennizzo. II testo si sofferma, con dovizia di citazioni e di
richiami, su tutte le problematiche insorte sia in dottrina che
in giurisprudenza, offrendo, soprattutto di quest'ultima,
una esposizione sistematica e ragionata delle opinioni prevalenti e di quelle
dissenzienti. Poiché, come è noto, i procedimenti e la
regolamentazione generale degli istituti in esame mancano di una disciplina
uniforme applicabile ad ogni tipo di rapporto di pubblico impiego, gli AA. hanno curato una indagine sugli ordinamenti diversi da
quello dei dipendenti civili dello Stato, tuttavia assunto a paradigma della
trattazione. Sono così oggetto di specifico esame il rapporto di impiego dei dipend-enti militari dello Stato, quello
degli impiegati del Parastato di cui alla legge 20 marzo 1975, n. 70, dei
dipendenti delle Unità sanitarie locali nonché di altri Enti pubblici (Comuni,
Province, Regioni, ecc.).
Sul versante più propriamente medico-legale, l'opera
costituisce la prima trattazione organica in materia pensionistica
privilegiata, condotta in modo rigoroso ed esauriente secondo un criterio
analitico di esposizione che dal concetto di causa si
estende fino alla valutazione del danno alla persona.
La materia è affrontata e passata al vaglio in modo
assai critico, attraverso un continuo raffronto con la disciplina della tutela
assicurativo-previdenziale vigente per i lavoratori
dipendenti del settore privato (invalidità pensionabile, infortunio sul lavoro
e malattie professionali) e con quella di assistenza
sociale.
Ampio spazio, in chiave problematica e propositiva, gli AA. hanno dedicato ai
temi della causalità materiale della patologia da stress, delle tabelle
valutative delle infermità di rilievo giuridico ed alle tecniche di stima del
danno, soprattutto di quello concausato, ed a
particolari figure di danno, come quello da menomazioni statiche e sensoriali,
nonché alla cosiddetta «superinvalidità», con ampi e approfonditi richiami
alla letteratura in argomento.
Allo scopo di accrescere la utilità
pratica del volume esso è completato da una ricca appendice normativa che
riporta il testo delle disposizioni regolanti la materia. Una seconda appendice,
giurisprudenziale, è riservata alle varie entità nosologiche delle quali è
stata dichiarata la riconducibilità o meno - a causa
di servizio.
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