Prospettive assistenziali, n. 75, luglio - settembre 1986

 

 

Notizie

 

 

DIRITTO DI RICORSO DEI CITTADINI IN MATERIA DI SANITÀ

 

L'articolo 4 della legge 23 ottobre 1985 n. 595 prevede quanto segue: «Avverso gli atti con cui si nega o si limita ai cittadini la fruibilità delle prestazioni di assistenza sanitaria, sono ammes­se osservazioni ed opposizioni in via amministra­tiva redatte in carta semplice, da presentarsi en­tro quindici giorni dal momento in cui l'interessa­to abbia avuto conoscenza dell'atto contro cui in­tende osservare od opporsi, al comitato di ge­stione della unità sanitaria locale, che decide in via definitiva entro quindici giorni. La presenta­zione delle anzidette osservazioni ed opposizioni non impedisce né preclude la proposizione di impugnative in via giurisdizionale».

 

 

CIRCOLARE DELLA REGIONE PIEMONTE SULLE IPAB

 

Pubblichiamo il testo integrale della ottima circolare del Presidente della Giunta della Re­gione Piemonte n. 8/APE del 20 maggio 1986 «Redditi derivanti dal patrimonio trasferito ai Comuni dagli ex EE.CC.AA. ed ex II.PP.AA.BBdiretta ai Sindaci, ai Presidenti delle USSL e ai Presidenti del CO.RE.CO.

 

In esito alle sollecitazioni inoltrate da parte di alcuni Presidenti di Comitati di Gestione delle UU.SS.SS.LL. della Regione, i quali lamentano la inadempienza da parte di alcuni Comuni interes­sati in ordine alla conservazione della destina­zione a servizi socio-assistenziali delle rendite dei beni degli ex EE.CC.AA. ed ex II.PP.AA.BB., si fa osservare quanto segue.

Le leggi regionali 6 gennaio 1978, n. 2 e 23 agosto 1982, n. 20, attribuiscono ai Comuni i beni immobili e mobili dei disciolti EE.CC.AA. e delle II.PP.AA.BB. che hanno cessato la loro attività in seguito ad estinzione, con il vincolo di destina­zione a servizi socio-assistenziali.

Il patrimonio di cui sopra conserva la destina­zione a servizi socio-assistenziali anche in caso di trasformazione patrimoniale.

Naturalmente le rendite patrimoniali di detti beni, trasferiti ai Comuni, se attive vanno acqui­site al bilancio comunale stesso. È appena il caso di precisare che, in caso di mancato rendi­mento, occorre promuovere iniziative per una più efficiente gestione dei beni stessi.

Nel caso in cui ogni forma di attivazione si mo­strasse inidonea a produrre un effettivo rendi­mento del bene si dovrà prendere in esame la possibilità della realizzazione del bene stesso per un più proficuo investimento del ricavato dell'alienazione secondo la vigente normativa.

I Comuni interessati sono pertanto invitati a:

a) effettuare un attento censimento dei beni stessi;

b) verificare il rispetto del requisito della de­stinazione a servizi socio-assistenziali dei beni in parola;

c) comunicare al Servizio Interventi Strutturali dell'Assessorato Assistenza - Personale - Orga­nizzazione di c.so Stati Uniti 1 - Torino, i dati re­lativi al censimento effettuato attestando il ri­spetto del vincolo di destinazione e l'ammontare delle eventuali rendite,;

d) comunicare al Servizio sopra indicato entro il 28 febbraio di ogni anno le variazioni interve­nute nel corso dell'anno precedente.

Si rimane in attesa di un sollecito cenno di adempimento e di conoscere entro la data del 30 settembre p.v. le risultanze del censimento di cui al punto c).

Con l'occasione si sollecita l'opportunità, pri­ma richiamata, di realizzare ogni forma di inve­stimento tendente ad eliminare gestioni passive mediante la trasformazione dei predetti beni pa­trimoniali.

 

 

LA REGIONE PIEMONTE, IL COMUNE E LA PROVINCIA DI TORINO, L'UNITÀ SANITARIA LOCALE 1-23 VOGLIONO EMARGINARE I CITTADINI PIÙ DEBOLI: BAMBINI, HANDICAPPATI, ANZIANI CRONICI (1)

 

La Regione Piemonte

- ha ridotto gli stanziamenti per l'assistenza del 25%;

- ha approvato una legge (la n. 14/1986) per finanziare gli enti pubblici e privati che creano nuove case protette assistenziali, soprattutto per gli anziani cronici non autosufficienti. Il CSA ri­badisce che, in base alle leggi vigenti, spetta alla sanità (e non all'assistenza) la prevenzio­ne, cura e riabilitazione di tutti i cittadini, com­presi quelli malati cronici non autosufficienti.

 

Il Comune dì Torino

- ha previsto lo stanziamento di 20 miliardi per la costruzione di 4 nuove case protette assi­stenziali;

- vuole gestire come assistenza la struttura di Via S. Marino per anziani cronici non autosuffi­cienti (caricando pertanto all'utenza una retta di 25 mila lire al giorno!) e continua a rifiutare che la struttura sia gestita dalla Unità sanitaria lo­cale;

- ha trasferito la scuola media speciale per ciechi dai locali perfettamente idonei di Via Me­nabrea a Via Nizza 151 (distanza 100 metri!), ri­ducendo così a metà gli spazi della mostra per­manente delle attrezzature per handicappati, mo­stra che verrà aperta chissà quando;

- ha aumentato le rette di ricovero degli an­ziani con percentuali dal 33 al 48%;

- non ha trasferito al bilancio assistenziale i redditi dei patrimoni delle IPAB estinte e degli enti disciolti, nonostante le precise norme di legge;

- non ha aumentato i posti nei centri assi­stenziali diurni per insufficienti mentali ultra­quindicenni, con abbandono dei 50 soggetti che da settembre non potranno beneficiare dì questo servizio essenziale;

- continua a lasciare inutilizzate le strutture vuote da destinare a comunità alloggio: Via Mar­sigli, Via Madama Cristina, Via Nizza 151, Lun­godora Voghera, Via Ivrea;

- non ha finora assunto alcuna iniziativa per rilanciare l'affidamento familiare di minori a sco­po educativo.

 

La Provincia di Torino

- nulla ha fatto per la deistituzionalizzazione degli insufficienti mentali ricoverati in istituto. Si tratta di circa 400 persone, alcune delle quali ricoverate - spesso per anni - fuori Regione (Veneto, ecc.);

- appoggia, anche sotto il profilo economico, strutture di vera e propria emarginazione, come ad esempio Villa Chiara e le IPAB Prinotti e l'istituto Sordomuti di Pianezza;

- ha affidato, con una spesa di 70 milioni, la verifica, assolutamente inutile, delle diagnosi degli insufficienti mentali assistiti dalla Provin­cia di Torino;

- sta attuando con gravi distorsioni e ritardi la delibera di assunzione di 25 insufficienti men­tali;

- non ha preso alcuna iniziativa per trasfe­rire alle USSL tutte le funzioni assistenziali pro­vinciali, trasferimento indispensabile perché i cittadini abbiano nelle USSL un unico riferimento per tutti gli interventi assistenziali.

 

La Unità sanitaria locale Torino 1-23

- non ha fatto cessare le dimissioni illegitti­me degli anziani cronici non autosufficienti dagli ospedali;

- non ha ancora avviato la ristrutturazione del­l'Ospedale Birago di Vische per la deospedaliz­zazione protetta, soprattutto di anziani cronici non autosufficienti;

- non ha creato un ufficio tecnico centrale di riferimento per i problemi sanitari relativi alla prevenzione, cura e riabilitazione degli handicap­pati fisici, degli insufficienti mentali, dei ciechi e degli audiolesi;

- non ha approvato la delibera per la conces­sione di un adeguato contributo ai familiari e ai terzi che provvedono alla ospedalizzazione a do­micilio di anziani e altri pazienti malati cronici non autosufficienti, al fine di rimborsare le spese da essi sostenute.

 

Le uniche iniziative positive sono:

- l'accordo Comune di Torino, OO.SS., CSA sui corsi prelavorativi per insufficienti mentali;

- l'assunzione da parte dell'USL Torino 1-23 di 30 insufficienti mentali e di 5 handicappati fisici;

- l'istituzione del servizio di ospedalizzazio­ne a domicilio anche se gli infermieri addetti sono del tutto insufficienti (5 invece di 100).

 

 

(1) Volantino distribuito dal CSA, Coordinamento sanità e assistenza fra i movimento dì base, in occasione del convegno di Torino del 26-27 giugno 1986 «Aspettando le riforme».

 

 

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