Prospettive assistenziali, n. 75, luglio - settembre 1986

 

 

UNA RICERCA SUGLI OPERATORI EDUCATIVI: LA VERITÀ STRAVOLTA

 

 

Superficialità e disinformazione sono le carat­teristiche essenziali del capitolo «Servizi ed ope­ratori nel settore dei minori» della pubblicazio­ne «Operatori educativi - Indagine su funzioni, collocazioni e percorsi formativi degli operato­ri socio-educativi e socio-culturali in Lombar­dia» (1).

Il contributo, redatto da Duccio Demetrio, pre­so atto del «profondo modificarsi delle struttu­re denominate educativo-assistenziali per minori in situazione di abbandono o difficoltà familia­re», ha lo scopo di «ripercorrere, a grandi linee, le fasi del processo di trasformazione di questi servizi e di sottolineare il ruolo giocato da com­ponenti diverse» (2). In particolare era intenzio­ne dell'Autore «mettere a punto una sintetica ricostruzione di quei servizi "ad internato" per bambini e adolescenti affidati ad educatori con incarichi a tempo pieno e con funzioni diverse da quelle custodialistiche di tipo penale».

Stupefacente è l'affermazione contenuta nel capitolo in oggetto, secondo cui «sono molto scarsi i riferimenti bibliografici, prima degli an­ni '70, attenti agli effetti "nocivi", o diseduca­tivi, che la permanenza in istituzioni îngenera in bambini ed adolescenti ad essi affidati» (3).

È stupefacente in quanto è arcinoto che in Ita­lia, nel periodo 1960-1970, soprattutto su inizia­tiva dell'ANFAA, Associazione nazionale famiglie adottive e affilianti (4), è stata sviluppata una vera e propria campagna incentrata su due pro­blemi:

- le conseguenze negative sulla personalità dei minori causate dal ricovero in istituto;

- la richiesta di approvare la nuova regolamen­tazione giuridica dell'adozione legittimante. Di ampia portata è stata l'attività svolta dall'ANFAA che è consistita, in primo luogo, nella promozione di una estesa informazione mediante articoli sulla stampa di informazione e specia­lizzata, la partecipazione a trasmissioni televi­sive, l'organizzazione di convegni e dibattiti, la promozione di proposte di legge.

Per quanto riguarda i seminari di studio ed i convegni (5) svoltisi nel periodo 1960-1969 (6) (periodo totalmente ignorato da D. Demetrio) segnaliamo i seguenti:

- 9 aprile 1963 - Fondazione Carlo Erba - Mila­no - Simposium su adozione e affiliazione;

- 25-26 maggio 1963 - Federazione delle donne giuriste - Bologna - Convegno di studio sugli istituti dell'adozione e dell'affiliazione;

- 25-27 ottobre 1963 - Unione regionale provin­ce emiliane - Bologna - Convegno sui nuovi orientamenti dell'assistenza ai cosiddetti il­legittimi. (Gli atti sono stati pubblicati da Leonardo Edizioni Scientifiche, Roma);

- 7 maggio 1964 - Fronte della famiglia - To­rino - Incontro di studio sul problema dell'infanzia abbandonata e dell'adozione;

- 7 giugno 1964 - Associazione nazionale fami­glie adottive e affilianti - Torino - Convegno sull'infanzia senza focolare e sui nuovi orien­tamenti sull'adozione. (Gli atti sono stati pub­blicati dalla Provincia di Torino);

- 28-29 giugno 1964 - Società italiana di pedia­tria, Sezione emiliana - Salsomaggiore - Con­vegno pediatrico sulle influenze sul bambino della carenza di cure materne;

- 28-30 settembre 1964 - Centro nazionale di prevenzione e difesa sociale - Milano - Con­vegno sulla tutela giuridica dei figli nati fuo­ri dal matrimonio. (Gli atti sono stati pubbli­cati da Giuffrè, Milano);

- 5-8 dicembre 1964 - Unione giuristi cattolici italiani - Roma - Convegno nazionale di stu­dio su persona e famiglia;

- 5 aprile 1965 - Unione giuriste italiane - Roma - Tavola rotonda sulla legittimazione per ado­zione;

- 30 aprile 1965 - Camera economica italiana - Napoli - Tavola rotonda sull'adozione;

- 12-13 giugno 1965 - Unione giuriste italiane - L'Aquila - Convegno sulla legittimazione adot­tiva e sulla riforma degli istituti dell'adozione e dell'affiliazione;

- 4 dicembre 1965 - Provincia di Milano e As­sociazione nazionale famiglie adottive - Ta­vola rotonda sui problemi dell'infanzia abban­donata. (Gli atti sono stati pubblicati dalla Provincia di Milano);

- 5 marzo 1966 - O.N.M.I. - Bologna - Incontro di studio sui problemi inerenti all'istituto dell'adozione;

- 8 giugno 1966 - Associazione nazionale fami­glie adottive e Unione per la promozione dei diritti del minore - Milano - Convegno su «Gli effetti della carenza di cure materne sullo svi­luppo del bambino»;

- 14-16 maggio 1967 - Unione italiana per la promozione dei diritti del minore - Assisi - Problemi dell'infanzia sola, dell'adozione e dell'affidamento familiare. (Gli atti sono stati pubblicati da Maternità e Infanzia, n. 1, 1968);

- 22-23 settembre 1967 - Provincia di Torino - Ivrea - Seminario di studio su «Interpretazio­ne ed applicazione della legge sull'adozione speciale». (Gli atti sono stati pubblicati dalla Provincia di Torino);

- 22 novembre 1967 - O.N.M.I. - Roma - Tavola rotonda sul tema «Come rendere socialmen­te utile l'adozione speciale»;

- 8-13 gennaio 1968 - Ministero di grazia e giu­stizia - Grottaferrata - Seminario di studio per magistrati minorili sui problemi relativi all'infanzia abbandonata e all'adozione;

- 15-20 gennaio 1968 - Ministero di grazia e giu­stizia e O.N.M.I. - Grottaferrata - Seminario di studio sui problemi tecnici dell'adozione spe­ciale. (Gli atti sono stati pubblicati da Mater­nità e Infanzia n. 3, 1968);

- 17-19 marzo 1968 - Unione italiana giudici per minori e Associazione nazionale famiglie adottive - Bologna - Seminario di studi sui problemi psicologici dell'adozione speciale;

- 25 marzo 1968 - O.N.M.I. e Associazione na­zionale famiglie adottive - Padova - Convegno di studi «Applichiamo la legge sull'adozione speciale pensando che i bambini soli hanno urgente necessità di cure familiari»;

- 7 giugno 1968 - Amministrazione provinciale di Pavia, e Associazione nazionale famiglie adottive - Pavia - Convegno sugli aspetti psi­cologici, morali e giuridici dell'adozione spe­ciale;

- 27-28 giugno 1968 - Amministrazioni provin­ciale e comunale e O.N.M.I. - Brescia - Conve­gno di studio sulla legge istitutiva dell'ado­zione speciale;

- 30 novembre 1968 - Amministrazione provin­ciale e O.N.M.I. - Cuneo - Convegno di studio sull'adozione;

- 6 dicembre 1968 - Associazione giuriste ita­liane - Bologna - Come funziona in Italia la legge sull'adozione speciale;

- 17 dicembre 1968 - Associazione del mondo giudiziario - Roma - Convegno sull'adozione speciale. (Gli atti sono stati pubblicati dall'Associazione Mondo giudiziario);

- 25 gennaio 1969 - O.N.M.I. - Ferrara - Simposio sull'adozione speciale;

- 1 marzo 1969 - Associazione amici dell'infan­zia - Sondrio - Tavola rotonda sui problemi dell'adozione;

- 18-19 aprile 1969 - CEMP - Milano - Convegno sull'adozione speciale;

- 22 aprile 1969 - Gruppo famiglie limbiatese - Limbiate - Tavola rotonda «I bambini soli nell'ospedale psichiatrico. Che cosa possiamo fare noi di Limbiate?»;

- 17 settembre 1969 - Fondazione Zancan - Ma­losco - Corso di aggiornamento su alcune in­novazioni in campo assistenziale;

- 25-27 settembre 1969 - Provincia di Torino - Torino - Seminario di studi «Due anni di ap­plicazione della legge sull'adozione speciale. Problemi interpretativi, socio-assistenziali e organizzativi». (Gli atti sano stati pubblicati dalla Provincia di Torino);

- 1 ottobre 1969 - Centro studi Sangemini - Pisa - Dibattito su «I problemi dell'adozione in Italia».

 

Contrariamente a quanto sostiene D. Demetrio, numerosi sono stati negli anni '60 i libri pubbli­cati. Ricordiamo in particolare i seguenti:

- J. Bowlby, Cure materne e igiene mentale del fanciullo, Editrice Universitaria, Firenze, 1962;

- A. Ossicini, La relazione madre-bambino, Edi­trice Universitaria, Firenze, 1962;

- R. Spitz, Un primo anno di vita del bambino, Editrice Universitaria, Firenze, 1962;

- A. Cataldi - S. Verbano, L'affidamento familia­re, La Scuola, Brescia, 1963;

- L. Campana, Famiglia legittima e famiglia adottiva, Giuffrè, Milano, 1966;

- E. Lunelli, II servizio sociale nell'adozione, Edizioni Centro Studi M. E., Fano, 1966;

- V. Menichella, Abbandono e adozione, Boria, Torino, 1966;

- AA.VV., La carenza di cure materne, Arman­do, Roma, 1966;

- B. Guidetti Serra, Felicità nell'adozione, Fer­ro, Milano, 1968;

- G. Perico - F. Santanera, Adozione e prassi adozionale, Centro Studi Sociali, Milano, 1968.

 

Per quanto riguarda gli articoli riguardanti le deleterie conseguenze del ricovero in istituto, l'adozione e l'affidamento, pubblicati nel periodo 1960-1969, citiamo i seguenti:

- I. Attisani, Il servizio sociale negli istituti pro­vinciali per l'infanzia, in Cooperazione socia­le, n. 3-4, 1965;

- M. Attisani, Problemi psicologici e sociali dell'adozione, in La rivista di servizio sociale, n. 4, 1964;

- A.M. Dell'Antonio, Problemi psicologici dell'illegittimo e aspetti assistenziali, in Ragaz­zi d'oggi, giugno-luglio 1960;

- G. De Menasce, Il problema dell'assistenza delle madri nubili, in Maternità e infanzia, giugno-agosto 1963;

- G. Dente - P. Taccani, Famiglia legittima, filia­zione naturale e adozione nelle prospettive di riforma, in Jus, gennaio-aprile 1966;

- S. Lener, La riforma del diritto familiare e i minori senza famiglia, in La Civiltà cattolica, 19 giugno 1965;

- S. Lener, Sull'adozione piena o speciale dei minori senza famiglia, in La Civiltà cattolica, 17 luglio 1965;

- G. Perico, L'adozione: aspetti giuridici e mo­rali, in Aggiornamenti sociali, aprile 1964, maggio 1964;

- G. Perico, Tutela giuridica e assistenza dei figli nati fuori del matrimonio, in Aggiorna­menti sociali, gennaio 1965 - febbraio 1965;

- G. Perico, L'adozione speciale approvata dalla Camera, in Aggiornamenti sociali, febbraio 1967;

- G. Perico, L'adozione speciale definitivamen­te approvata, in Aggiornamenti sociali, set­tembre-ottobre 1967;

- F. Santanera, Considerazioni sull'infanzia ab­bandonata, in Assistenza d'oggi, aprile 1965;

- F. Santanera, Validità del progetto di legitti­mazione per adozione a favore dei minori in stato di abbandono e alcune note critiche all'articolo di G. Vitetti «Ridimensionamento statistico sul numero degli illegittimi abban­donati e considerazioni sul loro destino socia­le», in Minerva Nipiologica, maggio-giugno 1966;

- F. Santanera, Per una concezione moderna dell'adozione, in Cooperazione sociale, n. 5-6, 1966;

- F. Santanera, Note critiche sulle norme vigen­ti nel settore dell'assistenza dei minori nati fuori dal matrimonio, in La rivista di servizio sociale, dicembre 1966;

- F. Santanera, L'assistenza sociale: situazione attuale e prospettive, in Cooperazione socia­le, n. 7-8, 1967;

- Sezione Lombarda della lega italiana per l'igiene mentale - Associazione nazionale fa­miglie adottive e affilianti, Voglio adottare un bambino, Provincia di Torino, Torino, 1967;

- P. Taccani, Il problema dell'infanzia abbando­nata e dell'adozione come problema umano e sociale, in La Rivista del Clero italiano, no­vembre 1965;

- P. Taccani, Educazione e adozione, in Cultura e Scuola, aprile-giugno 1965;

- P. Taccani, Il problema dell'infanzia abbando­nata di fronte all'analisi della scienza, in Il Gallo, nn. 10 e 11, 1966.

 

Numerosi erano poi stati gli articoli di esperti stranieri tradotti dall'ANFAA e dall'ULCES (7). Segnaliamo in particolare:

- H.M. Oger, Il problema morale dell'adozione, in Problemi minorili, gennaio-aprile 1964;

- H.M. Oger, I problemi morali, religiosi e ca­nonici posti dall'adozione, in Problemi mino­rili, maggio-agosto 1967;

- H.M. Oger, Teologia dell'adozione, in Pro­spettive assistenziali, n. 3-4, luglio-dicembre 1968;

- P. Pescatore, Diritto naturale e adozione, in Justitia, aprile-giugno 1965;

- N. Quemada, Cure materne e adozione, in Maternità e infanzia, gennaio-marzo 1966;

- M. Soulé - J. Noél - F. Bouchard, La selezione dei genitori adottivi, in Maternità e infanzia, luglio-agosto 1967.

 

Sono stati stampati e diffusi alcune decine di migliaia di estratti sopra citati e di opuscoli a cura dell'ANFAA e dell'ULCES. Ad esempio sono state distribuite 12 mila copie dell'articolo di N. Quemada, raccolto in un volumetto di 66 pa­gine.

Ventimila sono stati gli esemplari distribuiti del depliant dell'ULCES del novembre 1966 dal titolo «Proposte per la riforma del vigente ordi­namento assistenziale, con particolare riguardo al piano quinquennale e all'assistenza all'infan­zia». Da segnalare i numerosi articoli pubblicati su giornali e rotocalchi. Di notevole importanza sono stati quelli di Neera Fallaci pubblicati su «Oggi» (8) e di Emilio Germano Presidente dell'ULCES, su «La Stampa» (9).

L'Autore si lancia poi in altre affermazioni non documentate e non rispondenti alla realtà dei fatti: «Si può facilmente dimostrare (ma non lo dimostra, n.d.r.) che il dibattito sulle proble­matiche psico-pedagogiche del minore, e sui suoi bisogni, vertessero essenzialmente sul migliora­mento della relazione educatore/educando, sulla predisposizione di interventi specialistici, sulle attività di gioco-animazione e sulla didattica sco­lastica. L'attenzione per la patologia ingenerata dalla collocazione in istituto, fino alla maggiore età, non costituiva in quegli anni il problema prioritario».

Nulla di più errato! Non solo le citazioni pre­cedenti circa i convegni, i libri e gli articoli ap­parsi sulla stampa di informazione e sulle rivi­ste specializzate dimostrano il contrario, ma un ulteriore elemento è fornito dalla proposta di leg­ge n. 1489 «Legittimazione per adozione a fa­vore di minori in stato di abbandono» presentata dall'On. Dal Canton il 20 giugno 1964.

Nella relazione viene precisato che «l'inso­stituibilità della famiglia (...) rappresenta oggi una acquisizione delle scienze mediche, biologi­che e psico-pedagogiche, acquisizioni a cui si è pervenuti negli ultimi decenni soprattutto attra­verso la scoperta delle gravi conseguenze di ordine psico-fisico, provocate alla personalità del bambino prima e dell'adulto poi. dalla mancanza di cure materne e paterne nelle prime età della vita. Allorché un bambino viene allevato al di fuori di un ambiente familiare, anche se si dispo­ne di organizzazioni perfette e di ambiente e personale specializzato, il suo sviluppo fisico è spesso stentato, ma quello che più conta la psiche viene rapidamente compromessa, sia pure con grado diverso di recupero da caso a caso. Le comunità di lattanti "sani", i brefotrofi, gli orfanotrofi sono in realtà delle comunità di malati del soma e della psiche. Non solo all'estero (Spitz, Bowlby, Roudinesco, ecc.), ma anche in Italia (Colombo, Tauber, Santoro, Menichella), si è rilevato il ritardo mentale dei lattanti e bam­bini dai primi anni in ambiente di spedalizzazio­ne, si sono rilevati i danni derivanti dai cambia­menti di nutrice e di personale di assistenza (Dell'Antonio), si sono osservate intere comuni­tà di bambini più grandi enuretici, inibiti, con vere manifestazioni psicopatiche Il danno fisico e psichico derivante dalle carenze di cure fami­liari inizia dai primi giorni di vita e dopo pochi mesi può essere già gravissimo».

Dunque le negative conseguenze del ricovero in istituto erano ben presenti; d'altra parte le soluzioni proposte dai parlamentari, dagli esper­ti, dai movimenti di base (in particolare dall'ANFAA) non concernevano la riorganizzazione degli istituti, ma il loro superamento.

La legge 5 giugno 1967 n. 431 indicava chiara­mente l'obiettivo dell'adozione per i minori aventi meno di otto anni al momento della segnalazione «privi di assistenza materiale e morale da parte dei genitori e dei parenti tenuti a provvedervi, purché la mancanza di assistenza non sia dovuta a forza maggiore» (art. 314/4 c.c.).

Va anche ricordato che, su sollecitazione del­l'ANFAA e del Comitato internazionale di intesa delle Associazioni di famiglie adottive, che ave­vano insistito sui danni della carenza di cure fa­miliari, il Concilio Ecumenico Vaticano II aveva inserito nel decreto sull'apostolato dei laici (vo­tato nella seduta del 18 novembre 1965) la se­guente frase: «Fra le svariate opere dell'aposto­lato familiare, ci sia concesso enumerare le se­guenti: adottare come figli i bambini abbando­nati» (10).

Incomprensibile è poi l'affermazione di D. De­metrio secondo cui «una delle caratterizzazioni più evidenti, per quanto concerne la composizio­ne degli "ospiti", ovviamente emblematica nel­l'immediato dopo-guerra ma di rilievo anche nei periodi di massima industrializzazione ed emigra­zione, era rappresentata dalla condizione di "or­fananza" dei minori».

Ritiene forse l'Autore che negli orfanotrofi fos­sero ricoverati (sia nell'immediato dopo-guerra, sia in seguito) esclusivamente o prevalentemen­te minori orfani o figli di emigrati? A tutti è noto che in detti istituti la stragrande maggio­ranza dei ricoverati non era (e non è) rappresen­tata dalla situazione suddetta.

Risulta, inoltre, del tutto infondata l'afferma­zione seguente: «Gli anomali psichici, gli anti­sociali (da dove arriva questa definizione?, n.d.r.), gli handicappati, i ragazzi con comportamenti dif­ficili rappresentavano prima degli anni '70, ter­reno assistenziale (come del resto sappiamo) per una varietà di istituzioni specializzate». È vero il contrario. È solo a partire dagli anni '70 che si incomincia a parlare di strutture e servizi specializzati (11).

Altre numerose critiche potrebbero essere fatte al capitolo scritto da D. Demetrio. Ci sem­bra tuttavia sufficiente quanto abbiamo scritto per dimostrare la superficialità e la disinforma­zione con cui l'argomento è stato trattato. A nostro avviso è particolarmente grave che D. De­metrio abbia totalmente trascurato l'apporto - spesso determinante - dato dai movimenti di base alle innovazioni introdotte negli anni scorsi, apporto che - a nostro avviso - è necessario perché possano essere compiuti ulteriori passi in avanti nella tutela dei diritti dei minori privi di idoneo sostegno familiare e nella difesa delle esigenze della fascia più debole della popola­zione.

 

 

 

(1) L'indagine, effettuata dalla Scuola regionale per ope­ratori sociali del Comune di Milano, è stata pubblicata nel 1985 dall'Ufficio studi, ricerche, documentazione e legisla­zione della Direzione generale dei servizi civili del Mini­stero dell'interno (edizione fuori commercio).

(2) Ibidem, p. 249.

(3) Ibidem, p. 249.

(4) L'Associazione nazionale famiglie adottive e affida­tarie è stata costituita con atto notarile in data 11 dicem­bre 1962. Il primo scopo dell'Associazione era di «affer­mare che il fine essenziale dell'adozione è quello di dare una famiglia moralmente e materialmente uguale a quella naturale ai bambini che ne sono privi». Eretta in Ente mo­rale con DPR 19.3.1973 n. 462, la denominazione dell'ente è stata modificata in «Associazione nazionale famiglie adot­tive e affidatarie» con atto notarile del 19.6.1983.

(5) Per problemi di spazio non abbiamo citato i nume­rosissimi dibattiti, conferenze e tavole rotonde.

(6) A partire dal 1970 la documentazione su adozione e affidamento è riportata nelle seguenti pubblicazioni:

- L'adozione e l'affidamento: problemi e prospettive - Rac­colta e commento di documentazione, AAI (periodo 1970-1975), Roma, 1977;

- Adozione - Affidamento familiare - Comunità alloggio: legislazione, esperienze, dibattiti, Ministero dell'inter­no, Roma, 1980 (per il periodo 1976-1978), 1982 (per il periodo 1979-80), 1985 (per il periodo 1981-82).

(7) La denominazione iniziale dell'Associazione era la seguente: «Unione italiana per la promozione dei diritti del minore»; poi è stata mutata in «Unione italiana per la promozione dei diritti del minore e per la lotta contro l'e­marginazione sociale». Infine ha assunto la denominazione attuale di «Unione per la lotta contro l'emarginazione so­ciale».

(8) Cfr. gli articoli seguenti: Volete offrire una famiglia a questi bimbi abbandonati?, n. 17, 1964; Si prepara una legge per favorire le adozioni, n. 26, 1964; Ecco perché dobbiamo offrire un focolare ai bambini abbandonati, n. 9/10, 1965; Adesso abbiamo un fratellino nero, n. 20, 1965; Che destino hanno i figli della società?, n. 2, 1967; Non è vero che ora l'adozione sarà facile, n. 23, 1967; Ho adottato una bimba focomelica, n. 10, 1968; Soffrivano l'inferno nella casa della carità, n. 16, 1968; Ho adottato un bambino, n. 40, 1968; L'adozione va a passo di lumaca, n. 41, 1968; Tanto dolore e tanto amore - Una drammatica testimonian­za: che cosa accade quando in casa vive un figlio stron­cato da un'infermità, n. 5, 1969; Peccato quell'occhio stra­bico - Un'inchiesta che interessa tutti i genitori: non tra­scuriamo i difetti fisici dei bambini, n. 11, 1969; Attenti se non sente il campanello, n. 12, 1969; I denti storti sono pe­ricolosi, n. 13, 1969; Atleti anche coi piedi piatti, n. 14, 1969; I genitori per primi li hanno buttati via come immon­dizia, n. 23, 1969; Educati a cella e bastone, n. 24, 1969; Lo sfacelo dei loro anni verdi, n. 25, 1969; La legge non deve dividerci, n. 50, 1969; La legge non vuole che sia il padre della mia bambina, n. 41, 1970.

(9) Cfr. in particolare E. Germano «Le vigenti norme sull'adozione sono sbagliate, ingiuste e crudeli», in La Stam­pa del 29.4.1965; «Un milione di "subnormali" si possono e si debbono recuperare», ibidem, 30.11.1965; «I bambi­ni "subnormali psichici" possono essere integrati nella società», ibidem, 18.1.1966; «L'assistenza in Italia è tut­tora un'elemosina mal distribuita», ibidem, 29.1.1966.

(10) Come è stato precisato (Cfr. G. Perico e F. Santa­nera, Adozione e prassi adozionale, Centro Studi Sociali, Milano, 1968) «l'espressione latina del testo "infantes de­relictos IN FILIOS adoptare" dice molto di più di quanto dice l'espressione della traduzione italiana autentica: "adottare COME FIGLI i bambini abbandonati". "IN FILIOS" esprime, e giustamente "la risultanza effettiva di PIENA FILIAZIONE", mentre "COME FIGLI" può sembrare sem­plicemente un paragone».

(11) Nel libro di B. Guidetti Serra e F. Santanera, Il paese dei celestini - Istituti di assistenza sotto processo, Einaudi, Torino, 1973 sono documentate, fra l'altro, le spa­ventose condizioni di vita dei ricoverati in alcuni istituti di ricovero di handicappati, assolutamente privi di qualsiasi specializzazione e di personale qualificato.

Si veda anche il decreto del Tribunale per i minorenni dell'Emilia e Romagna del 23 maggio 1972 sull'istituto «Villa Giardini» di Casinalbo (Modena) in Prospettive as­sistenziali n. 19, luglio-settembre 1972, pag. 39 e segg.

 

 

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