IL DIRITTO DEGLI
ANZIANI MALATI CRONICI ALLE CURE OSPEDALIERE: UNA LETTERA DEL SINDACATO
PENSIONATI CGIL -
«Prospettive assistenziali» ha pubblicato sul n. 75 (luglio-settembre 1986)
un editoriale dal titolo «Il sindacato pensionati Cgil contro il diritto degli anziani cronici non autosufficienti
alle cure ospedaliere» (pagg. 1-4).
A questo riguardo, Alberta Pagano, della Segreteria nazionale Spi/Cgil ci ha inviato la lettera
che pubblichiamo. In calce, la replica della redazione di «Prospettive assistenziali».
La lettera della SPI/CGIL
«A proposito dell'editoriale, non benevolo, che ci
avete dedicato sul n. 75 della vostra rivista Prospettive assistenziali,
vi saremmo grati se voleste darci un po’ di spazio per alcune considerazioni
brevi, questa volta, ma disponibili ad ogni ulteriore confronto che possa essere
utile a chiarire le rispettive posizioni. Noi infatti
apprezziamo il vostro impegno contro l'emarginazione sociale; anche se non
sempre e non necessariamente concordiamo sulle proposte, come è legittimo,
senza perciò criminalizzare il pensiero altrui.
«Non da oggi il Sindacato
Pensionati della CGIL e la CGIL sono con le forze che operano perché il
Servizio Sanitario Nazionale sia efficiente, efficace e qualificato: in grado
di prevenire, curare, riabilitare al meglio, in grado di produrre salute. Con
CISL e UIL e con ampio concorso di forze di progresso e di operatori
socio-sanitari abbiamo voluto la territorializzazione
del servizio sanitario, anche per restituire all'ospedale le sue funzioni
proprie di intervento nelle fasi acute della malattia, e abbiamo insistito
sulla necessità di integrare il servizio sanitario con quello sociale: c'è una
ampia e approfondita letteratura; c'è una ricca e particolareggiata documentazione
che dimostrano come possa essere pericoloso sanitarizzare
tutti i bisogni anche sociali o, peggio, ospedalizzare tutti i bisogni sanitari; c'è una legislazione avanzata. Si tratta
dunque di realizzare un sistema complesso di servizi sanitari e sociali, come
peraltro stanno facendo le Regioni in ottemperanza
del DPR 616/77, della Legge 833/?8, ecc. per dare a tutti i cittadini, anche ai
cronici non autosufficienti, “le migliori risposte al bisogno sanitario” perché
“intervento sanitario non è equivalente di intervento ospedaliero”. La
citazione è dal documento “Diritti delle persone gravemente
non autosufficienti”.
«Noi abbiamo partecipato alle riunioni del gruppo
informale che ha prodotto quel documento, contribuendo - ci sembra con qualche
risultato - alla sua elaborazione; noi siamo per il rispetto del diritto dei
malati cronici alle cure ospedaliere - quando necessarie - e siamo contrari
alle dimissioni dall'ospedale, esaurita la cura, senza soluzioni alternative;
ma siamo anche decisamente contrari
all'ospedalizzazione forzata del cronico in reparti e repartini
ospedalieri, all'ospedale che "insegue" il cronico fino a casa, come
invece risulta dalle proposte organizzative allegate al documento, che perciò
non abbiamo sottoscritto.
«Mario Corsini questo
sostiene e lo argomenta, come è suo diritto, nei modi
che gli sembrano più opportuni. Sia chiaro dunque che la vostra polemica non è con lui, ma con il Sindacato pensionati
della CGIL; Sindacato che, proprio per affermare il diritto degli anziani
cronici alle cure ospedaliere - quando necessarie -, ha denunciato lo stato di
abbandono dei cronici nelle corsie degli ospedali e il fatto che l'ospedale
causa la maggior parte dei non autosufficienti, così ha denunciato il degrado
di case di cura e di riposo pubbliche e private e i troppi interessi che girano
intorno all'“affare” anziani. E poiché la denuncia non basta e vogliamo dare
risposte giuste ai bisogni molteplici degli anziani, cronici e non, abbiamo
avanzato proposte che davvero consentano tutte le cure al meglio, a carico del
Servizio Sanitario Nazionale, nell'ospedale e fuori, ma anche un adeguato
sistema di servizi sociali e di soluzioni alloggiative,
una seria qualificazione degli operatori, un servizio di geriatria, forme precise
di sostegno alla famiglia che assiste un cronico, ecc. sforzandoci di tener
conto dell'articolata realtà degli anziani e del
nostro paese, compreso il Mezzogiorno.
«Su
queste proposte vogliamo un confronto».
Dott. Prof. Alberta
Pagano
Segreteria
Nazionale SPI/CGIL
La replica della redazione di
«Prospettive assistenziali»
Alberta Pagano della Segreteria nazionale del
Sindacato Pensionati CGIL non fa alcun riferimento alle norme vigenti e non
smentisce quanto andiamo affermando da anni: gli anziani e gli adulti cronici
non autosufficienti hanno - per legge - diritto alle cure sanitarie, comprese
quelle ospedaliere nei casi in cui non sia possibile
intervenire a livello domiciliare o ambulatoriale. Dette
cure devono essere fornite gratuitamente e senza limiti di durata da
personale specializzato.
È quindi sconcertante l'affermazione della Pagano
circa la competenza dell'ospedale esclusivamente
«nelle fasi acute della malattia».
Inoltre, la Pagano non
smentisce né corregge quanto è stato scritto nel libretto «I servizi territoriali per gli anziani - Proposte per la
riforma rivendicativa», redatto nel maggio scorso dalla Commissione
nazionale socio-sanitaria del Sindacato Pensionati SPI/CGIL, con la
collaborazione del Servizio studi SPI/CGIL (da noi citato nell'editoriale del
n. 75) in merito alla destinazione delle case protette assistenziali
non solo ai cronici non autosufficienti, ma anche alle persone «con malattie in fase di stabilizzazione»
e cioè ancora in fase acuta!
In dette case protette, in cui
opera personale privo di qualsiasi qualificazione professionale (1), le spese
sono a carico dell'utenza in tutto o in parte. Infatti nel suddetto
opuscolo è prevista che sia lasciata «a disposizione dell'utente una somma non
inferiore al 50% della pensione sociale». Per cui chi ha una pensione di 800
mila lire al mese, dovrebbe trattenere per sé 115 mila
lire (metà della pensione sociale) e versarne 685 mila. Questo pagamento
dovrebbe essere fatto, secondo lo SPI/CGIL, nonostante che le leggi vigenti sanciscano la gratuità delle prestazioni sanitarie e
nonostante che i lavoratori abbiano pagato e continuino a pagare contributi
assicurativi per essere curati proprio in caso di malattie acute o croniche
(2).
Ricordiamo che finora la SPI/CGIL (e ciò purtroppo
vale anche per gli altri sindacati) non si è mai opposta alle richieste di
contributi fatte dai Comuni e dalle USL ai parenti degli anziani cronici non
autosufficienti ricoverati in istituti di assistenza,
case protette comprese, nonostante che dette richieste non siano ammesse dalla
legge (Cfr. Dogliotti,
Obbligo alimentare e prestazioni assistenziali in Prospettive assistenziali, n. 72, ottobre-dicembre
1985). Al riguardo ricordiamo quanto è stato dichiarato nel corso del convegno
sulle residenze protette organizzato dalla Regione
Emilia Romagna, Modena, 28-29 e 30 ottobre 1982 «Abbiamo l'esempio di due anziani che per non far pagare delle cifre
così grosse al parenti, si sono lasciati morire, hanno
smesso di mangiare e a un certo punto se ne sono andati».
La Pagano afferma che con il servizio di ospedalizzazione a
domicilio l'ospedale insegue il cronico fino a casa. A noi va benissimo;
auspichiamo anzi che il progresso della medicina consenta un giorno di
generalizzare questo tipo di intervento. Sarebbe un
mezzo eccellente per svuotare i nosocomi.
Definire «forzato» il ricovero del cronico in
ospedale, significa forse ritenere «libero» il ricovero nelle case protette? Inoltre abbiamo avanzato proposte alternative al ricovero
in ospedale (3) sulle quali la Pagano non si pronuncia.
Ovviamente restiamo disponibili al
confronto, e siamo veramente dispiaciuti che al convegno sul tema «L'anziano non autosufficiente - Problemi e
prospettive», svoltosi ad Aosta dal 23 al 25-10-1986,
il Segretario nazionale dello SPI/CGIL, presente ai lavori, non abbia
partecipato al dibattito.
(1) Si tratta in genere di inservienti
assolutamente non in grado non solo di rispondere alle esigenze curative e
riabilitative dei pazienti, ma nemmeno di valutarne la portata. La presenza di
personale infermieristico nelle case protette per i non autosufficienti è assai
limitata. Ad esempio la delibera della Giunta della Regione Emilia Romagna n.
4735 del 19 ottobre '82 prevede che durante le ore diurne siano garantite «6
ore di assistenza infermieristica giornaliere ogni 20
anziani ospitati» e cioè mediamente 18 minuti al giorno per persona! Nella
stessa delibera è prevista la presenza notturna dell'infermiere solo nelle
strutture «che ospitano oltre 70 anziani non autosufficienti».
(2) Cfr. F. Santanera «Sancito dalla legge
4 agosto '55 n. 692 il diritto degli anziani cronici non autosufficienti alle
cure sanitarie, comprese quelle ospedaliere», in Prospettive assistenziali, n. 73,
gennaio-marzo 1986.
(3) Cfr. «Servizi
per le persone gravemente non autosufficienti: criteri guida e proposte», in Prospettive assistenziali n. 75,
luglio-settembre 1986.