Specchio nero
SE
Chi opera nel settore socio-assistenziale sa quante
difficoltà si incontrino per la realizzazione di
servizi alternativi al ricovero e per difendere la continuità delle esperienze
stesse di inserimento.
La storia della comunità terapeutica (per adolescenti
psicotici) Humpty Dumpty di
Prato, così come la racconta il «libro bianco» dal titolo «Cronache e documenti
delle lotte per la riapertura» (Prato, 1986; il
dossier fotocopiato può essere richiesto alla Comunità Humpty
Dumpty, presso Portineria Ospedale di Prato) è
estremamente significativa a questo riguardo.
Nata in seguito all'esperienza scaturita dal convegno
di Artimino del 1982, la comunità terapeutica è stata
realizzata dall'Usl di Prato nel febbraio 1984. Già
nel luglio dello stesso anno si è avuta la prima interruzione del servizio in
coincidenza con il periodo estivo. Nel settembre 1984 la comunità non riapre
in quanto «manca» l'ente che si prenda a carico la
gestione amministrativa degli operatori residenziali; solo il mese successivo
si riavvia il servizio sotto forma di autogestione condotta dagli operatori
«per la latitanza dell'Usl».
Nel febbraio 1985, i contatti presi da operatori e
famiglie con l'Anffas di Prato per sondare la disponibilità
ad assumersi il carico amministrativo della Comunità porta
ad una convenzione di quattro operatori da parte dell'Anffas
stessa.
Nel febbraio '86, arrivano i tagli all'orario da
parte dell'Anffas e la delega di gestione totale all'Anffas medesima da parte dell’Usl
di Prato. La prima minaccia di chiusura per «supposte difficoltà economiche»
da parte dell'Anffas è del maggio '86; nel mese
successivo si giunge alla chiusura della comunità ed al licenziamento degli
operatori, «dietro decisione comune dell'Usl di Prato
e dell'Anffas». Il 16 luglio inizia
l'occupazione della sede e lo sciopero della fame da parte di due persone, fra cui un genitore. Lo sciopero si protrarrà per
sei giorni. Nell'occasione si è formato un comitato di solidarietà composto da diverse forze politiche e sociali, al quale sono giunte
significative adesioni.
Da Torino, il Coordinamento sanità e assistenza fra
i movimenti di base ha inviato, in data 9 settembre 1986, la seguente lettera alla Comunità Humpty Dumpty, al presidente ed al Comitato di gestione dell'Usl 9 di Prato ed al presidente della Giunta regionale
toscana:
«Questo
Coordinamento deplora vivamente che ancora una volta siano
stati colpiti i soggetti più deboli.
«Vista la documentazione
sulla chiusura della comunità per psicotici gravi Humpty
Dumpty, in particolare il comunicato stampa emesso
dagli Assessori regionali alla sanità e sicurezza sociale e dall’Usl n. 9 a seguito dell'incontro del 22.7.86, non si può
non sottolineare la inaccettabile precarietà con cui
vengono gestiti servizi essenziali per handicappati che dovrebbero invece, per
rispondere alle esigenze dell'utenza, avere carattere di assoluta stabilità.
«Si spera
che Prato non diventi ancora una volta nota per il disinteresse manifestato di
fronte ad una vicenda che coinvolge persone aventi diritto ad interventi
riguardanti la loro salute e la loro stessa sopravvivenza, così come avvenne per i bambini (i Celestini) ricoverati presso l'Istituto
Maria Vergine Assunta in Cielo che subirono violenze
e torture per molti anni, anche per il disinteresse degli Enti locali ed in
primo luogo del Comune di Prato».
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