Prospettive assistenziali, n. 76, ottobre - dicembre 1986

 

 

Specchio nero

 

 

SE LA COMUNITA-ALLOGGIO È UTILE AI RAGAZZI POSSIAMO ANCHE NON RIAPRIRLA

 

Chi opera nel settore socio-assistenziale sa quante difficoltà si incontrino per la realizzazione di servizi alternativi al ricovero e per difendere la continuità delle esperienze stesse di inseri­mento.

La storia della comunità terapeutica (per ado­lescenti psicotici) Humpty Dumpty di Prato, così come la racconta il «libro bianco» dal titolo «Cronache e documenti delle lotte per la riaper­tura» (Prato, 1986; il dossier fotocopiato può es­sere richiesto alla Comunità Humpty Dumpty, presso Portineria Ospedale di Prato) è estrema­mente significativa a questo riguardo.

Nata in seguito all'esperienza scaturita dal convegno di Artimino del 1982, la comunità tera­peutica è stata realizzata dall'Usl di Prato nel feb­braio 1984. Già nel luglio dello stesso anno si è avuta la prima interruzione del servizio in coinci­denza con il periodo estivo. Nel settembre 1984 la comunità non riapre in quanto «manca» l'ente che si prenda a carico la gestione amministrativa degli operatori residenziali; solo il mese succes­sivo si riavvia il servizio sotto forma di autoge­stione condotta dagli operatori «per la latitanza dell'Usl».

Nel febbraio 1985, i contatti presi da operatori e famiglie con l'Anffas di Prato per sondare la di­sponibilità ad assumersi il carico amministrativo della Comunità porta ad una convenzione di quat­tro operatori da parte dell'Anffas stessa.

Nel febbraio '86, arrivano i tagli all'orario da parte dell'Anffas e la delega di gestione totale all'Anffas medesima da parte dell’Usl di Prato. La prima minaccia di chiusura per «supposte diffi­coltà economiche» da parte dell'Anffas è del maggio '86; nel mese successivo si giunge alla chiusura della comunità ed al licenziamento degli operatori, «dietro decisione comune dell'Usl di Prato e dell'Anffas». Il 16 luglio inizia l'occupa­zione della sede e lo sciopero della fame da parte di due persone, fra cui un genitore. Lo sciopero si protrarrà per sei giorni. Nell'occasione si è for­mato un comitato di solidarietà composto da di­verse forze politiche e sociali, al quale sono giun­te significative adesioni.

Da Torino, il Coordinamento sanità e assisten­za fra i movimenti di base ha inviato, in data 9 settembre 1986, la seguente lettera alla Comuni­tà Humpty Dumpty, al presidente ed al Comitato di gestione dell'Usl 9 di Prato ed al presidente della Giunta regionale toscana:

 

«Questo Coordinamento deplora vivamente che ancora una volta siano stati colpiti i soggetti più deboli.

«Vista la documentazione sulla chiusura della comunità per psicotici gravi Humpty Dumpty, in particolare il comunicato stampa emesso dagli Assessori regionali alla sanità e sicurezza socia­le e dall’Usl n. 9 a seguito dell'incontro del 22.7.86, non si può non sottolineare la inaccettabile precarietà con cui vengono gestiti servizi essen­ziali per handicappati che dovrebbero invece, per rispondere alle esigenze dell'utenza, avere carat­tere di assoluta stabilità.

«Si spera che Prato non diventi ancora una volta nota per il disinteresse manifestato di fron­te ad una vicenda che coinvolge persone aventi diritto ad interventi riguardanti la loro salute e la loro stessa sopravvivenza, così come avvenne per i bambini (i Celestini) ricoverati presso l'Isti­tuto Maria Vergine Assunta in Cielo che subirono violenze e torture per molti anni, anche per il disinteresse degli Enti locali ed in primo luogo del Comune di Prato».

 

 

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