ANCHE I PARTITI ED I SINDACATI
DEVONO ASSUMERE HANDICAPPATI
Su «Specchio
nero» del n. 75, luglio-settembre 1986 di Prospettive assistenziali, avevamo denunciato lo scopo emarginante
delle proposte di legge n. 3321 presentate alla Camera dei deputati in data 4
dicembre 1985 dagli On. Vincenzo Mancini, Bianchi, Garocchio,
Pisicchio e Rossattini
della DC; Lodi Faustini e Pallanti
del PCI; Ferrari Marte del PSI; Caria e Ghinami del PSDI; Arisio del PRI;
Mancuso della Sinistra indipendente e Benedikter del Partito popolare sudtirolese
che stabiliva l'esclusione dei partiti, dei sindacati e delle organizzazioni
senza fini di lucro all'obbligo di assumere gli handicappati.
Contro la
proposta di legge n. 3321 hanno preso posizione anche
Consiglieri del Comune di Torino di DP, PCI, Sinistra indipendente, i quali,
in data 98 novembre 9986 hanno presentato al Sindaco la proposta di ordine del
giorno che riportiamo integralmente.
Il Consiglio Comunale di Torino, a conoscenza della
proposta di legge n. 3321 (presentata il 4.12.85 da ampio numero di deputati di
vari gruppi parlamentari) dal titolo: «Esclusione, dalla disciplina delle
assunzioni obbligatorie, delle Istituzioni, delle Associazioni e dei datori di lavoro che non perseguono finalità di lucro»;
tenuto conto che l'articolo unico della citata proposta di
legge recita: «Fra i privati datori di lavoro, di cui alle disposizioni
legislative in materia di assunzioni obbligatorie,
non devono intendersi compresi le istituzioni e le associazioni non aventi
scopo di lucro nonché gli altri datori di lavoro che, senza scopo di lucro,
esercitano attività a favore di soggetti socialmente svantaggiati,
limitatamente a tali attività.
Sono fatti salvi i diritti dei lavoratori già obbligatoriamente
assunti dai soggetti di cui al comma precedente al momento dell'entrata in
vigore della presente legge»;
che, in riferimento a quanto sopra l'esclusione
riguarderebbe tra l'altro ad esempio, oltre che organizzazioni di partito e
sindacali, anche istituzioni varie di assistenza e di ricovero, cooperative
di servizio, associazioni che gestiscono servizi sociali rilevanti per la
quantità di personale e per le risorse patrimoniali di cui dispongono ecc. cioè
un complesso dì attività che, seppure definite «senza fini di lucro» sono
attività di produzione di servizi e di rilievo importantissimo nel nostro Paese
sotto il profilo occupazionale ed economico;
considerato che il livello di civiltà di una società si misura
anche sulla capacità che essa ha di garantire un adeguato inserimento sociale
dei cittadini e che l'iniziativa legislativa assunta può essere interpretata
come segno di scarsa sensibilità verso tali problematiche da parte di chi ha
il compito di rappresentare tutti i cittadini e di assolvere al ruolo di governo
della società;
tenuto conto che l'inserimento lavorativo è determinante
per la piena partecipazione degli invalidi alla vita sociale e per la loro
massima autonomia possibile;
rilevato che, come documentano numerose esperienze, una
percentuale notevole di handicappati ha di fatto, nonostante l'handicap di cui
è colpito, piene possibilità e capacità lavorative in riferimento a
specifiche professionalità e condizioni dì lavoro; che in considerazione di ciò
si riduce ulteriormente il numero degli handicappati con ridotte capacità
lavorative (e quindi con difficoltà di inserimento più complesse);
considerato quindi che in considerazione di quanto sopra
l'inserimento lavorativo di queste due fasce di handicappati può avere riflessi
minimi sull'efficienza aziendale, soprattutto se ad ogni livello sì opera per
rimuovere resistenze e promuovere con azioni positive idonee possibilità di
lavoro;
ESPRIME L'ESIGENZA
che
anche le «istituzioni e le associazioni non aventi scopo di lucro»
contribuiscano fattivamente all'inserimento lavorativo degli handicappati non
richiedendo per sé privilegi di esoneri difficilmente comprensibili
all'opinione pubblica in particolare dei cittadini colpiti da handicap e da
tutti gli altri soggetti obbligati al rispetto della legge sul collocamento
obbligatorio;
SOTTOLINEA
per
contro l'urgenza che si concluda finalmente l'iter parlamentare per
l'approvazione da parte del Parlamento delle norme in materia di collocamento
obbligatorio al lavoro degli invalidi, riforma che da anni i gruppi interessati
sollecitano e che tutte !e forze politiche riconoscono necessaria;
DÀ MANDATO
al
Sindaco di inviare il presente ordine del giorno ai Gruppi parlamentari ed
alla Presidenza della Camera dei deputati.
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