Prospettive assistenziali, n. 78, aprile-giugno 1987

 

 

Libri

 

 

FRANCESCA ICHINO PELLIZZI (a cura di), Esperienze di affido familiare tra ipotesi legislativa e realtà - Una ricerca del Centro Ausiliario Mino­rile su 164 casi prima e dopo la legge 4 maggio 1983, n. 184, Franco Angeli, Milano, 1986, pp. 320, L. 23.000.

 

A tre anni dalla pubblicazione del volume «L'affido familiare - Problematiche e risultati di una ricerca», a cura di F. Ichino Pellizzi, Franco Angeli, Milano, 1983 (cfr. Prospettive assisten­ziali, n. 62, aprile-giugno 1983, p. 63), la stessa équipe di lavoro, affiancata da nuovi specialisti, ha proceduto nel compito che si era prefisso di osservare e studiare dal vivo il fenomeno dell'affido e di raccontarlo agli altri.

Il ricovero dei minori in istituto, dalla legge 4 maggio 1983 n. 184 subordinato all'eventualità che «non sia possibile un conveniente affido familiare», molto spesso viene disposto senza tener conto delle vigenti disposizioni di legge.

Gli esperti del Centro Ausiliario Minorile di Milano hanno preso in esame 164 nuovi casi di affido realizzati tra il gennaio 1981 e il maggio 1984 dal Centro stesso in collaborazione con i servizi sociali territoriali.

Esaminati i mutamenti del quadro generale de­rivanti dall'entrata in vigore della legge 184/83, la ricerca ha approfondito i temi relativi al mino­re, alla sua famiglia d'origine, alla famiglia affi­dataria, alle caratteristiche dell'affido e alla pre­parazione e sostegno dell'affido stesso.

Nella terza parte la ricerca ha rivolto l'attenzio­ne sulla selezione delle coppie affidatarie e sul­l'abbinamento, sull'affido come intervento di re­cupero della famiglia d'origine, sul rientro del minore in famiglia e sui gruppi di sostegno delle famiglie affidatarie.

Nelle conclusioni viene segnalato che «il nu­mero degli affidi a tempo breve e determinato, che raggiungeva, nella precedente ricerca, ap­pena il quarto del totale (25,8%), oggi è salito quasi alla metà (46,3% gli affidi temporanei e 53,7% quelli che, per semplificazione e per faci­litare il confronto col passato, abbiamo continua­to a chiamare indifferentemente sine die o a lungo termine)».

Viene confermata l'affermazione contenuta nel­la precedente ricerca e cioè che «oggi il suc­cesso dell'affido tende ad essere sempre meno misurato sulla durata dello stesso e sempre più sul progresso del minore o sul grado di autonomia da lui ottenuta, attraverso tappe e soluzioni suc­cessive».

Raccomandiamo la lettura del libro a tutti co­loro che sono impegnati nel campo della tutela delle esigenze e dei diritti dei minori (magistra­ti, amministratori, operatori sanitari e socio-assi­stenziali, famiglie affidatarie), affinché gli affida­menti siano realizzati e seguiti con tutte le ne­cessarie capacità tecniche e umane.

 

 

AA.VV., Tra strada e carcere: un senso obbli­gato? Consigli pratici per chi ha «grane» con la legge, Cooperativa Insieme, Via Dalla Sco­la 88, Vicenza, 1986, pp. 160, L. 5.000.

 

Che la legge sia uguale per tutti è sempre sta­ta una civile aspirazione piuttosto che una realtà. Le differenze derivanti dalle condizioni econo­miche, sociali, culturali pongono i cittadini in ef­fettive situazioni di diseguaglianza.

Gli emarginati, i deboli, i poveri economica­mente e culturalmente non sono in grado di di­fendersi con efficacia pari a coloro che possono fruire di vari aiuti.

La legge insomma è come la pioggia: cade egualmente su tutti, ma c'è chi ha l'ombrello e chi è senza.

Accade così che i più deboli (che sono quelli che commettono i reati minori) paghino a seguito di condanne penali più dì quanto dovrebbero a causa della loro trascuratezza, mancanza di dife­sa, disinteresse (si pensi al tossicomane che neppure sa quanti processi deve sopportare).

D'altro canto, la nostra Costituzione, dopo la solenne affermazione del civilissimo principio di uguaglianza, di cui al 1° comma dell'art. 3, rico­nosce che esistono ostacoli di ordine economico e sociale che limitano di fatto l'eguaglianza dei cittadini e impediscono il pieno sviluppo della loro personalità, affidando alla Repubblica il com­pito di rimuovere tali ostacoli.

Dalla coscienza di questi problemi nasce il la­voro di chi ha compilato questo libro, che rappre­senta lo sforzo di solidarietà di chi vede in colui che sbaglia una persona da aiutare piuttosto che un nemico da perseguire.

Lo scopo evidente è quello di fornire uno stru­mento di conoscenza e di orientamento nel diffi­cile e complicato mondo del processo e delle sue immediate conseguenze.

 

(dalla presentazione)

 

 

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