Notiziario dell'Associazione nazionale
famiglie adottive e affidatarie
DUE
BAMBINI SIEROPOSITIVI ABBANDONATI ANCHE DALLE AUTORITÀ PUBBLICHE
Pubblichiamo
su questo argomento un comunicato stampa e una
lettera del CSA.
Comunicato stampa (1)
Il caso dei due bambini sieropositivi, esploso a
Torino nei giorni scorsi ha, pur con modalità discutibili, messo
in evidenza un risvolto drammatico quanto ignorato, legato al dilagare dell'AIDS. La vicenda ha sottolineato
un preoccupante vuoto sia nel campo dell'informazione e della preparazione a
questo riguardo, sia nel campo dei servizi predisposti per far fronte con urgenza
e competenza ad un problema che ha prevedibili prospettive di espansione.
A questo proposito riteniamo necessarie alcune considerazioni:
1 - Ancora una volta i giornali e la televisione
hanno infierito su due piccoli abbandonati, pubblicizzando i loro nomi, le
loro fotografie, scavando senza pudore né rispetto nella storia personale e familiare della presunta «madre» (giuridicamente non
lo è, in quanto il minore non è stato da lei riconosciuto) di uno di loro,
tossicodipendente, prostituta, additata anche lei con nome, cognome,
fotografia, ecc. al pubblico giudizio di milioni di lettori e telespettatori.
Un'operazione di «sciacallaggio»
giornalistico che crediamo non abbia niente da spartire con il «dovere di
cronaca». Spiace dover constatare come, ancora una volta, l'informazione sia stata confusa con lo spettacolo, senza considerare le
conseguenze future di questi «scoops» sui protagonisti
di questa dolorosa vicenda.
2 - Una maggior riservatezza da parte degli operatori
sanitari dell'Ospedale Regina Margherita e di chi era a conoscenza delle
situazioni e dei nomi, non avrebbe forse potuto evitare una dannosa quanto
inutile pubblicità?
Chi fa così abilmente leva sull'emotività generale,
sull'informazione approssimativa e semina allarmismi e paure non
si rende conto di favorire il gioco di chi «spinge» per la creazione di repartini o comunità sanitarie per bambini sieropositivi in
situazione di abbandono? Una volta di più ci si vuole illudere di poter
risolvere un problema isolandolo, delegandone la responsabilità ad altri. Si
propende così per la soluzione più comoda, anche se è la più emarginante.
3 - Non si può peraltro dimenticare che, come la
situazione dei due bimbi è stata segnalata, numerose famiglie si sono rese
immediatamente disponibili all'affidamento, coscienti e consapevoli
dell'impegno e della responsabilità che intendevano
assumersi. Non è quindi corretto sostenere che non ci sono risorse e
disponibilità.
Quello che ci sembra essere mancato, almeno in questo
caso, è un maggior collegamento, una più attenta integrazione tra i vari Enti,
servizi, associazioni cui competono gli interventi in campo
assistenziale. Separatezza e mancanza di informazione e collaborazione non aiutano ad attivare e
coordinare risorse che, come si è visto, sono largamente disponibili.
4 - Ci sembra indispensabile, in situazioni di questo
tipo, poter contare sulla massima chiarezza da parte dei medici. Questi devono,
assumersi la responsabilità di evidenziare i problemi sanitari relativi all'inserimento familiare, indicandone le
precauzioni e i rischi.
Solo con premesse chiare e precise, con la piena
assunzione da parte di tutti delle proprie responsabilità e delle proprie
competenze si potrà intervenire con più tempestività
e con più efficacia, tenendo presente innanzi tutto qual è la soluzione
migliore per i bambini.
5 - Crediamo che si possa far tesoro di questa
negativa esperienza per programmare meglio gli interventi per il futuro. Per
questo chiediamo all'Assessorato alla Sanità della Regione Piemonte
di predisporre al più presto delle direttive che spieghino
con precisione le norme igienico-sanitarie che le
persone che si occupano di bambini sieropositivi debbono conoscere ed
osservare, in relazione anche agli eventuali diversi stadi della malattia.
Questa conoscenza è essenziale per coloro che provvedono ai piccoli (genitori,
parenti, affidatari, personale di comunità alloggio e
di istituti di assistenza) e per quanti (amministratori,
giudici, operatori) devono attuare gli interventi nei confronti dei bambini che
non possono vivere con i loro familiari.
Con la più stretta collaborazione di
tutte le parti interessate, è possibile nel breve termine predisporre
un programma articolato di interventi a favore dei minori sieropositivi in
situazione di abbandono, secondo le priorità previste dalla legge 184/83,
volti ad evitare l'ospedalizzazione di questi piccoli, quando non sia strettamente
necessaria.
6 - Il diritto a crescere in famiglia deve essere
assicurato ad ogni bambino, individuando la situazione
più idonea ad ogni singolo caso.
Oltre alla speranza che si provveda al più presto una sistemazione familiare per i due bimbi
sieropositivi, ci auguriamo che uguale attenzione venga dedicata ai 70.000 e
più minori ancora istituzionalizzati. Le conseguenze del ricovero in istituto
e della carenza di cure familiari sono così deleterie
che difficilmente vengono superate e non in tutti i casi, dal successivo idoneo
inserimento in famiglie valide.
Lettera del CSA (2)
Siamo ben lieti che per il piccolo R. sia previsto
entro pochi giorni l'inserimento in una famiglia adottiva
o affidataria («La Stampa» del 9.4.87) (3).
Siamo invece molto preoccupati della situazione di M. Le chiediamo di intervenire presso gli
enti assistenziali responsabili o di convocare Lei
stesso una conferenza stampa per la ricerca di una idonea famiglia adottiva o affidataria che si impegni, fino a quando il minore sarà
ricoverato in ospedale, a seguirlo con la massima intensità e calore
possibile, al fine di attenuare le negative conseguenze dell'ospedalizzazione e
delle carenze di cure familiari.
Riteniamo che l'attuazione di detta iniziativa possa
anche abbreviare la degenza ospedaliera.
(1) Comunicato stampa emesso il 10
aprile 1987 dall'ANFAA, dal Coordinamento nazionale comunità di accoglienza,
dal Gruppo Abele e dall'ULCES. Ha aderito il Coordinamento sanità e assistenza
fra i movimenti di base.
(2) Testo della lettera inviata dal
Coordinamento sanità e assistenza fra i movimenti di base al Presidente del Tribunale
per i minorenni di Torino in data 14 aprile 1987.
(3) L'inserimento familiare di R. non è
stato confermato.
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