Prospettive assistenziali, n. 78, aprile-giugno 1987

 

 

Notizie

 

 

COMPATIBILITA’ DELL'INDENNITA’ DI ACCOMPAGNAMENTO CON IL LAVORO

 

Pubblichiamo il testo integrale della circolare n. 3 dell'11 febbraio 1987 diramata dal Ministro della sanità.

 

Si ritiene di dover informare che l'applicazio­ne dell'art. 1 della legge 11 febbraio 1980 n. 18 non è risultata agevole, stante la difficoltà inter­pretativa del testo letterale in rapporto alla «ratio» della legislazione sociale complessiva. Per un aspetto, infatti, è già intervenuta l'inter­pretazione autentica della legge 26 luglio 1984 n. 392, con cui si è chiarito l'intento di voler equiparare l'indennità di accompagnamento a quella goduta dai grandi invalidi di guerra.

Ma una delle questioni più delicate è quella della estensione del campo di applicazione e, in particolare, della possibilità che l'indennità di ac­compagnamento sia o meno riservata agli invalidi civili non deambulanti o non in grado di compie­re gli atti quotidiani della vita, che svolgano o possano svolgere un'attività lavorativa.

Il richiamo alla totale inabilità, per affezioni fi­siche o psichiche dì cui agli art. 2 e 12 della legge 30 marzo 1971 n. 118, potrebbe legittimare l'esclusione dal beneficio dei soggetti lavoratori, anche potenziali, sempre che la disposizione com­plessiva dell'art. 1 avesse una collocazione sto­rico-giuridica a sé stante, non vincolata ad una concezione riabilitativa e medico legale in evolu­zione.

È invece necessario considerare che tale nor­ma, sia per ]'esplicito riferimento ad invalidi ci­vili appartenenti a classi di età normalmente prive di attività di lavoro, sia per lo sganciamento dell'indennità da ogni considerazione di reddito, sia per il collegamento logico con analoghi be­nefìci concessi ad altra categoria di invalidi, va interpretata in senso estensivo.

I mutilati -ed invalidi civili «totalmente inabili» di cui all'art. 1 della legge 11 febbraio 1980 n. 18, quindi, sono da individuare nei portatori delle più gravi minorazioni, ma non necessariamente in co­loro cui è del tutto precluso lo svolgimento di una attività lavorativa.

I nuovi orientamenti espressi dalla legge 30 marzo 1971 n. 118 a favore degli invalidi civili, ripresi ed ampliati in norme successive, tendono all'affermazione di una pratica di riabilitazione socio-sanitaria che agevoli l'inserimento in ogni settore senza esclusioni predeterminate.

Lo stesso Ministero del lavoro ha reso noto in una sua circolare (prot. n. 6/13966/A del 28.10. 1969) che: «anche i minorati ad altissima per­centuale di invalidità (talora anche del 100%) possono (se oculatamente utilizzati) svolgere, sia pure eccezionalmente, determinate attività lavo­rative e quindi essere dichiarati collocabili».

In effetti, nell'ambito della progressiva espan­sione e diversificazione delle tipologie profes­sionali, talune attività collegate alla prevalente esplicazione di capacità intellettuali consentono lo svolgimento di un lavoro.

Risulta, dunque, compatibile la concessione della indennità di accompagnamento con la pre­stazione lavorativa degli invalidi civili, dichiarati invalidi al 100%, che si trovano nella impossibi­lità di deambulare senza l'aiuto permanente di un accompagnatore o che non sono autosuffi­cientì negli atti quotidiani della vita, e quindi ab­bisognano di un'assistenza continua.

Si ripropongono le considerazioni svolte nel­la circolare n. 14 del 17.3.1986 di questo Mini­stero sui requisiti per beneficiare dell'assegno di accompagnamento di cui all'art. 17, legge n. 118/71, ed in particolare sulla interpretazione dell'espressione «non deambulante» ivi richia­mata, che è da ridimensionare alla luce della leg­ge n. 18 dell'11 febbraio 1980.

In tale ottica risulta meglio delineata la fun­zione del suddetto beneficio, che è quella di sta­bilire un costo economico a carico dello Stato per quelle tipologie di handicap che risultano più svantaggiate nella partecipazione alla vita dì re­lazione.

Gli Assessorati in indirizzo sono pregati di tra­smettere copia della presente circolare alle Com­missioni sanitarie deputate al riconoscimento dell'invalidità e alle UU.SS.LL.

Il Ministro: Donat Cattin

 

 

CAUSA VINTA SULLE BARRIERE ARCHITETTONICHE

 

Ancora recentemente, alcuni hanno affermato che non esistono strumenti diretti ad ottenere la concreta attuazione del D.P.R. 27 aprile 1978 n. 384 concernente l'eliminazione delle barriere architettoniche delle nuove costruzioni di edifici pubblici o aperti al pubblico.

Al riguardo ricordiamo che tre cittadini handi­cappati hanno ottenuto, a seguito dì un'azione giudiziaria intrapresa dinanzi la Pretura civile di Torino, l'abbattimento delle barriere architetto­niche dell'Ufficio postale a Torino, Via Sospel­lo 123 bis.

A seguito di tale azione, l'Amministrazione delle poste e telegrafi ha ampliato la porta di ingresso con l'installazione di due ante mobili in luogo dell'unica preesistente ed è stata rea­lizzata una regolare rampa di accesso all'Ufficio postale.

 

 

LA RAI-TV OFFENDE GLI HANDICAPPATI

 

Nella trasmissione «Domenica in» svoltasi il 16 novembre 1986, Franco Franchi, credendo di divertire, ha offeso gli handicappati.

A riguardo pubblichiamo due lettere.

 

Prima lettera a firma di Susetta Bonnet, presidente A.I.A.S. Sezione di Torino

Basta con la «bagarre» sul caso Grillo che riflette una satira politica accettata da qualsiasi democrazia che si rispetti, piuttosto indignamoci su quanto è accaduto durante la trasmissione «Domenica in» del 16 novembre nella quale sono stati messi alla berlina gli handicappati, mi­mandone l'andatura e definendoli «nati disgra­ziati», dal sig. Franco Franchi, che si definisce un comico. Mi aspettavo che la Carrà bloccasse il pietoso spettacolo del Franchi, invece con stu­pore ed amarezza, ho assistito ad una risata col­lettiva sia della conduttrice dello spettacolo che dei suoi ospiti.

Questo sì che è vero cattivo gusto che colpisce ed offende un'intera categoria di persone che non fa dell'handicap una sua scelta, oltre a tutti i cittadini.

Su questo argomento ben venga un dibattito sui quotidiani e i telegiornali, com'è avvenuto per il caso Grillo che reputo di assai minore im­portanza.

 

Seconda lettera pubblicata su «Manifesto» del 3.12.1986 firmata da Mariangela Romano con il titolo «Sono nata disgraziata»

Mi riferisco alla lettera pubblicata sul «Mani­festo» martedì 25 novembre scorso: Signora Su­setta Bonnet, l'ho visto Franco Franchi a «Dome­nica in», ho provato rabbia, rancore, disgusto. Poi sono andata davanti allo specchio. Ha ragio­ne Franchi: siamo nati disgraziati. Disgraziati per essere diversi in modo così ostile. Ho visto la Carrà così bella rispetto a me; in quello stu­dio erano tutti belli e eleganti.

Volevo telefonare, volevo scrivere, ma poi ho pensato che forse ero ridicola ad indignarmi; non avrebbero capito né loro, né chi li guardava. Ho lasciato perdere, ho creduto che forse era meglio non dare a Franchi e agli altri la soddisfazione di sapere che mi avevano umiliata.

Mi creda, signora, è difficile vivere da brutti e da storpi; la vita ce la rendono difficile tutti: da Craxi a Franchi. A volte mi chiedo perché tanta cattiveria contro chi è già svantaggiato, innocuo e drammaticamente solo proprio perché sgrade­vole nell'aspetto.

Sarebbe doveroso riconoscerci pari diritti e pari dignità rispetto agli altri e invece veniamo derisi perfino dalla TV di Stato.

Che dire? Signora Bonnet, non lo so... io ho pianto per il dispiacere di essere ciò che sono.

 

 

EMERGENZA DROGA IN VALLE D'AOSTA (*)

 

Puntualmente nella nostra Regione gli aspetti che riguardano la salute di «certe categorie» di cittadini (tossicodipendenti, malati di mente, handicappati, anziani cronici, ecc.) sono ricono­sciuti quando il livello di drammaticità provoca situazioni limite.

I problemi o sono collocati fuori Regione o sof­focati nella dura realtà della sofferenza quoti­diana delle persone interessate.

In particolare, il problema «droga» è stato denunciato da tempo, più volte e da diverse par­ti: dagli interessati, dalle famiglie, dagli opera­tori dei servizi sociali e dalla scuola.

Di fronte alle richieste di interventi concreti la risposta data sino ad ora è stata: la droga c'è ma è circoscritta; i drogati ci sono ma sono pochi; i servizi ci sono: il metadone viene distri­buito ogni giorno nel reparto psichiatrico; la prevenzione sì fa organizzando conferenze, con­certi rock, ecc.

Oggi la risposta è cambiata: la droga sembra essere diventata un affare di polizia! Certamente lo spaccio è un problema che riguarda la polizia, ma questo le forze dell'ordine lo sanno.

Ciò che invece si ignora o si vuole ignorare è la persona, è chi o consuma la droga spacciata o fa abuso di alcoolici, o di particolari sostanze farmacologiche.

Persone senza sbocchi di lavoro, di casa, di validi riferimenti culturali ed etici, di servizi so­ciali territoriali a cui fare riferimento.

Genitori e familiari sull'orlo della disgregazio­ne, senza riferimenti concreti di servizi sociali che diano risposte valide alle loro richieste di aiuto.

Operatori sociali e della scuola che, giorno dopo giorno, sono costretti ad assistere impoten­ti alla realtà delle domande che rimangono sen­za risposta.

L'ULCES della Valle d'Aosta denuncia con for­za che la drammaticità della «droga» non è solo problema di repressione ma soprattutto assenza di intervento globale da parte dell'Ente pubblico, il quale ha, in Valle d'Aosta, notevoli disponibi­lità finanziarie.

Chiede pertanto che, se di emergenza si vuole parlare, questa sia rivolta alla realtà dei proble­mi delle persone, senza deleghe di sorta, e che immediatamente sia attivato un programma di intervento sociale.

Fa appello inoltre agli amministratori regionali, comunali, agli operatori dei servizi sociali, sani­tari e della scuola, nonché a tutti i cittadini af­finché in particolare la realtà della questione giovanile sia assunta nella sua interezza.

Agli Organi di informazione, ai quali questo co­municato viene inviato, si chiede di contribuire affinché il problema «droga» (in tutte le sue for­me) non sia ancora una volta solo elemento di cronaca ma argomento sul quale collaborare per far emergere proposte, iniziative ed idee, per una responsabile risoluzione del problema.

 

 

 

(*) Comunicato stampa della Sezione di Aosta dell'ULCES emesso il 19 febbraio 1987.

 

 

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