Prospettive assistenziali, n. 80, ottobre-dicembre 1987

 

 

EVITARE CHE LA LEGGE DI RIFORMA DELL'ASSISTENZA SOTTRAGGA I PATRIMONI Al POVERI

 

 

Vi è il fondato timore che la emananda legge nazionale di riforma dell'assistenza sancisca una altra ingiustizia nei confronti della fascia più de­bole della popolazione: la privatizzazione dei pa­trimoni delle IPAB, Istituzioni pubbliche di assi­stenza e beneficenza. In parole povere, c'è il pe­ricolo che il parlamento segua il perverso prin­cipio stabilito dall'Assemblea siciliana che, con la legge 9 maggio 1986 n. 22, ha regalato ai priva­ti i beni delle IPAB, senza che i privati stessi sia­no nemmeno obbligati a destinarne l'uso a fini assistenziali. I privati, infatti, sono autorizzati a vendere i patrimoni e ad utilizzare, con assolu­ta discrezionalità il denaro realizzato, anche per scopi diversi dall'assistenza (1).

Le 9000 IPAB italiane hanno patrimoni valuta­bili in 40-50 mila miliardi: una somma impo­nente che potrebbe - se utilizzata in modo cor­retto - risolvere molti problemi dei cittadini più bisognosi (2).

Ma non sempre i patrimoni vengono destinati ai più deboli.

Al riguardo, tanto per fare un esempio, ricor­diamo che i Consiglieri comunali di Roma Augu­sto Battaglia, Franca D'Alessandro Prisco, Tere­sa Andreoli Inghilesi del Gruppo PCI hanno pre­sentato una interrogazione urgentissima in data 18 luglio 1986 in cui si afferma che l'IPAB Istitu­to Romano S. Michele, sita in Piazzale Antonio Torti, 4, Roma «è proprietaria di un ingente patri­monio immobiliare da cui dovrebbe ricavare note­voli risorse finanziarie da utilizzare per il perse­guimento dei fini statutari, il che dovrebbe risul­tare sufficiente alla gestione delle attività assi­stenziali» (3).

Gli interroganti chiedevano inoltre «di cono­scere a chi ed a quali prezzi sono concessi locali, appartamenti, palazzi ed altri beni patrimoniali di cui l'IPAB è proprietaria».

Riportiamo in allegato l'elenco dei patrimoni delle IPAB S. Michele, S. Maria in Aquiro e Con­servatorio S. Caterina della Rosa, tutte di Roma, a dimostrazione della loro rilevanza economica.

A questo riguardo non sembra casuale il fatto che il Comune di Roma abbia nominato i propri rappresentanti per l'IPAB Santa Caterina della Rosa con due delibere del 16 febbraio e dell'11 settembre 1984 e che a distanza di tre anni, nono­stante ripetute sollecitazioni e interrogazioni, il Consiglio di amministrazione non sia ancora sta­to insediato dalla Giunta regionale.

Anche l'IPAB S. Maria in Aquira è priva di Con­siglio di amministrazione.

Per quanto riguarda l'IPAB S. Michele, il Con­sigliere Augusto Battaglia ha denunciato che l'en­te «si è distinto per cattiva amministrazione. Le numerose denunce per assunzioni clientelari, per l'andamento dei concorsi interni, per l'affi­damento in gestione della mensa, per l'affitto a prezzo stracciato degli stabili, hanno costretto la Regione a nominare un Commissario ed a trasmettere gli atti alla Procura della Repubblica. Ma - guarda caso! - la delibera è stata boccia­ta dal Commissario di Governo».

Segnaliamo infine che, rispondendo in data 6 febbraio 1987 all'interrogazione sopra citata, l'As­sessore all'assistenza del Comune di Roma, Ga­briele Mori, non solo non fornisce alcun elemen­to di chiarificazione sui patrimoni e sui relativi redditi, ma afferma addirittura che «il Comune non ha vigilanza sui beni delle IPAB».

Ricordiamo che la legge 17 luglio 1890 n. 5972 prevede all'art. 18 «Le amministrazioni delle isti­tuzioni pubbliche di assistenza e beneficenza de­vono tenere in corrente un esatto inventario di tutti i beni mobili ed immobili, ed uno stato dei diritti, crediti, beni ed obbligazioni coi titoli re­lativi».

L'art. 19 a sua volta stabilisce quanto segue: «Dell'inventario e delle successive aggiunte e va­riazioni è data comunicazione al Sindaco e alla Giunta provinciale amministrativa nel termine e nelle forme stabilite dal regolamento».

Riportiamo inoltre il testo dell'art. 81 del RD 5 febbraio 1891 n. 99: «La sorveglianza che i Con­sigli comunali sono chiamati ad esercitare sulle istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza dall'art. 132 della legge comunale e provinciale 1915, non conferisce ai medesimi od ai loro mem­bri alcun diritto di dare ordini o disposizioni per il servizio o d'intervenire alle adunanze delle am­ministrazioni degli istituti stessi. Il Sindaco od un suo delegato, da scegliersi nel seno del Con­siglio comunale, hanno diritto di esaminare sul luogo tutti gli atti, contratti e registri delle am­ministrazioni, riferendone nella prima tornata al Consiglio».

Segnaliamo infine che l'art. 132 del R.D. 4 feb­braio 1915 n. 148 è così formulato «Sono sottopo­ste al Consiglio comunale tutte le istituzioni fat­te a pro della generalità degli abitanti del Comu­ne, o delle sue frazioni, alle quali non siano ap­plicabili le regole degli istituti di carità e assi­stenza, come pure gli interessi dei parrocchiani quando questi non sostengono qualche spesa a termini di legge. Gli stessi stabilimenti di carità e beneficenza sono soggetti alla sorveglianza del Consiglio comunale, il quale può sempre esami­nare l'andamento e vederne i conti».

 

Consistenza immobiliare dell'IPAB S. Michele

- Esercizio pubblico, Via del Porto, 1;

- Esercizio pubblico, Via del Porto, 4;

- Esercizio pubblico, Piazza Mercanti, 15;

- Abitazione, Via del Porto, 3;

- Abitazione. Via del Porto, 4;

- Abitazione, Piazza dei Mercanti, 17;

- Abitazione, Piazza dei Mercanti, 18;

- Magazzino, Piazza dei Mercanti, 19;

- Magazzino, Piazza dei Mercanti; 20;

 

Zona Montecitorio (Ospizio Apostolico)

- Negozio, Via della Colonna Antonina, 27-28;

- Negozio, Via della Colonna Antonina, 29;

- Negozio, Via della Colonna Antonina, 30;

- Negozio, Via della Colonna Antonina, 31;

- Albergo «Nazionale», Piazza Montecitorio, 12;

- Colonna Palace Hotel, P. Montecitorio, 131 Via Uff, Vicario

 

Zona Termini (Ospizio S. Maria degli Angeli)

il Vecchio Clementino, (il portico di destra) di Piazza della Repubblica

- Caffè, P.zza della Repubblica, 40-41-43;

- Caffè, Via Terme di Diocleziano, 38;

- Caffè, Via Viminale, 39;

- Galleria d'Arte, Piazza della Repubblica, 42;

- Galleria d'Arte, Piazza della Repubblica, 42;

- Abitazione, P.zza della Repubblica, 43;

- Scuola, P.zza della Repubblica, 43;

- Cinema, P.zza della Repubblica, 44-45;

- Negozio, Via Terme di Diocleziano, 31;

- Negozio, Via Terme di Diocleziano, 32;

- Negozio, Via Terme di Diocleziano, 32A;

- Scuola «G. Mazzini» Via Terme di Dioclezia­no, 33;

- Istituto Tecnico per il Turismo, Via Terme di Diocleziano, 33;

- Negozio, Via Terme di Diocleziano, 34;

- Esercizio pubblico, Via Terme di Dioclezia­no, 35;

- Esercizio pubblico, Via Terme di Dioclezia­no, 36;

- Negozio, Via Terme di Diocleziano, 37;

- Negozio, Via Viminale, 1;

- Albergo Casa del Passeggero, Via Vimina­le, 1A;

- Abitazione, Via Viminale, 3;

- Abitazione, Via Viminale, 3;

- Magazzino, Via Viminale, 3;

- Abitazione; Via Viminale, 3;

- Abitazione, Via Viminale, 3;

- Ufficio, Via Viminale, 3;

- Abitazione, Via Viminale, 3;

- Abitazione, Via Viminale, 3;

- Abitazione, Via Viminale, 3;

- Negozio, Via Viminale, 313;

- Negozio, Via Viminale, 313;

- Abitazione, Via Viminale, 313;

- Negozio, Via Viminale, 3C;

- Bar, Via Viminale, 5A;

- Negozio, Via Viminale, 7;

- Negozio, Via Vimínale, 7A;

- Albergo, Via Viminale, 11;

- Scuola «A. Locatelli», Via Casal de' Mero­de, 4;

- Scuola, Via Casal de' Merode;

- Officina, Via Casal de' Merode, 8;

- Fabbrica ceramiche, Via Gasal de' Merode, 8;

- Lab. falegnameria, Via Casal de' Merode, 8;

- Lab. lucidatori, Via Casal de' Merode, 8;

- Cementeria, Via Casal de' Merode, 8;

- Fonderia, Via Casal de' Merode, 8;

- Tipografia, Via Casal de' Merode, 8;

- Tipografia, Via Casal de' Merode, 8;

- Scuola, Via Casal de' Merode, 8;

- Orto sito in Via G. Cerbara;

- Abitazione, P.le A. Tosti, 4;

- Abitazione, P.le A. Tosti, 4;

- Abitazione, P.le A. Tosti, 4;

- Abitazione, P.le A. Tosti, 4;

- Impianti sportivi, P.le A. Tosti, 4;

- Impianto (mq. 8000) P.le A. Tosti, 4;

- Magazzino (mq,.200) P.le A. Tosti, 4;

- Terreno (mq. 15.000) Quartiere Garbatella.

 

Immobili in comproprietà con l'O.P. Società Ro­mana pro-infanzia

- Negozio, Via del Babuino, 33-34;

- Magazzino, Via del Babuino, 35;

- Abitazione, Via del Babuino, 35;

- Abitazione, Via del Babuino, 35;

- Abitazione, Via del Babuino, 35;

- Abitazione, Via del Babuino, 35;

- Vigna, in località «Selve nuove»;

- Vigna, in località «Pantanicei»;

- Abitazione, Via Oberdan, 4;

- Ripostiglio, sito a Marino (Roma);

- mq. 63 e vani 16 in Via Cimadori, 6;

- mq. 155 e vani 39 in Via del Moro, 7;

- mq. 636 e vani 65 in Via del Porto, 8/a, 3, 10, 12, 13, 14, e 16;

- mq. 4596 e vani 22,5 in Via Ripa Grande 9, 13, 14, 21, 22, 24, 26, 31, 33, 34, 35, 37, 38, 40, 41, 42, 43, 44, 46, 47, 48, 49, 50, 52, 53, 54, 55, 56, e 56/A;

- mq. 58 in Via delle Palle, 15,

 

Consistenza immobiliare dell'IPAB S. Maria in Aquiro

L'ente, a parte la proprietà del S. Maria in Aquiro risulta proprietario:

- 1 appartamento sito in Via Fiorini, 13 int. 27;

- 1 stabile in Via del Coleone, 61, angolo della Pace;

- 1 appartamento in Via Fiorini, 13, int. 19, com­posto di 2 camere e accessori;

- 1 appartamento in Via dei Fiorini 15, compo­sto di 2 vani;

- 1 stabile sito in Via dei Pastini, 15;

- 1 stabile in Via Isola Madre 15, sede del Con­servatorio della Divina Provvidenza;

- 1 stabile in Via dei Fiorini, 15;

- 1 stabile in Via Novacella, 23-25;

- 1 stabile in Via E. Bonifazi, 43;

- 1 locale in Via della Scala, 37;

- 1 stabile in Piazza Navona, 43;

- 1 stabile in Via dei Delfini, 24;

- terreno in località di Via di Val Cannuta di mq. 30.000;

- 4 appartamenti in Via Mazzini, 42, a Castel­gandolfo;

- vani 79,5 e mq. 123 in Via del Babuino, 107;

- mq. 66 in Via dei Pastini, 18/a;

- mq. 59 in Via dei Pastini, 17/a;

- mq. 26 in Via dei Pastini, 18;

- vani 4 in Via dei Pastini, 19;

- mq. 17 in Via dei Pastini, 20;

- mq. 24 in Via dei Pastini, 69;

- vani 15,5 in Via della Guglia, 69/b;

- vani 24 in Via Tre Cannelle, 7;

- mq. 304 in Via Leonina, 92;

- mq. 74 in Via dei Serpenti, 166;

- mq. 24 in Via dei Serpenti, 169;

- vani 124 in Via dei Serpenti, 170;

- mq. 50 in Via dei Serpenti, 171-172;

- mq. 39 in Via Ruinaglia, 7;

- mq. 52 in Via Urbana, 3;

- vani 78 in Via Urbana, 4:

- mq. 2.4 in Via Urbana, 5;

- mq. 53 in Via Maria dei Fiori, 58/a e 58/b;

- mq. 22 in Via della Croce, 84;

- mq. 14 in Via della Croce, 84/a;

- vani 27,5 e mq. 106 in Via della Croce, 85;

- vani 6,5 in Via Palestro, 87.

 

Consistenza immobiliare dell'IPAB S. Caterina della Rosa

Via Forteguerri, 4

Stabile di tre piani, seminterrato, giardino, 2 palestre, mq. cop. 5. 595,12, palestra mq. 361,20 e servizi annessi comprende docce, spogliatoi e stanza attrezzi, giard. mq. 3.056, cortile mq. 602.

Tenuta Catel di Leva

Ettari 264 - otto case coloniche, fienile, stalle, due immobili di due piani e piccoli rustici annes­si e giardino, cava tufo e pozzolana.

Via A. Leonori 36 e 42

Otto appartamenti composti di 4 e 5 camere con doppi servizi.

Via M. Caetani 8

Locali annessi alla chiesa, composti da due sa­loni, camera sovrastante, bagno, adibiti ad uffici di amministrazione dell'IPAB.

Via M. Caetani 9

Intero immobile di tre piani.

 

  

 

(1) Cfr. l'editoriale del n. 76 di Prospettive assistenziali «Una illecita sottrazione ai poveri di beni pubblici: l'aber­rante legge della Regione Sicilia sulle IPAB».

(2) Ricordiamo l'ottima circolare della Regione Piemonte, purtroppo disapplicata, n. 8/APE del 20 maggio 1986, riportata sul n. 75, luglio-settembre 1986 di Prospettive assistenziali.

(3) La Giunta comunale di Roma aveva presentato una deliberazione per la stipula di una convenzione con l’IPAB S. Michele per il ricovero di anziani parzialmente autosuffi­cienti. Il corrispettivo annuo previsto era di 250 milioni. - Dopo l'iniziativa consiliare del PCI, la Giunta ha ritirato la delibera.

 

 

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