Libri
MASSIMO
MENGANI, Le esigenze degli anziani -
Proposte di nuovi servizi socio-sanitari, Associazione intercomunale Aesina, 1987, Pubblicazione fuori commercio.
La pubblicazione raccoglie la documentazione relativa alla ricerca condotta da M. Mengani
sulla popolazione anziana residente nell'USL 10 della Regione Marche.
Afferma l'Autore: «Sempre
di più gli anziani vengono emarginati, sempre di più
questa società concorrenziale privilegia valori effimeri, privi di qualsiasi
contenuto, tesi unicamente al raggiungimento della massima soddisfazione personale
calpestando i giusti diritti degli altri. Siamo convinti, altrimenti non ci
saremmo impegnati così profondamente in questa attività
di ricerca, che c'è un modo diverso di intervenire nei confronti della
popolazione anziana. Quando parliamo di anziani
dobbiamo fondamentalmente ricordarci, e sembrerà paradossale, che essi sono
come il resto della popolazione e come tali debbono essere trattati.
Certamente avranno qualche "acciacco" in più, ma questo non vuol dire che dobbiamo doppiamente emarginarli creando ospedali
specialistici per anziani, poliambulatori per
anziani, vacanze per anziani, corsi di ginnastica per anziani, teatro per
anziani, ecc. Procedere come finora si è fatto riteniamo che sia sbagliato e
dobbiamo riconoscerlo. Occorre che tutti noi riconsideriamo la nostra
impostazione teorica».
Circa gli anziani non autosufficienti, l'Autore
rileva che «esiste una stretta relazione
tra il grado di non autosufficienza ed il tipo di convivenza: gli anziani non
autosufficienti in genere vivono con i figli, sposati e non, e con parenti. Diciamo che tale relazione non è casuale, in realtà gli
anziani, proprio per la loro autosufficienza, sono costretti, a vivere con i
figli e con parenti, in maniera tale che la presenza di tali persone sopperisca
in parte alla loro dipendenza».
Si tratta di un dato importante che contraddice le
affermazioni di certa stampa, la quale sostiene, senza essere
in possesso di alcun elemento di fatto, che l'abbandono degli anziani
da parte di loro familiari è frequentissimo.
Preoccupante è l'aumento della percentuale degli
anziani non autosufficienti presenti negli istituti, rispetto agli altri
ricoverati (autosufficienti e semi-autosufficienti). Infatti,
dal 19,7% del 1979 si è saliti al 33% del 1984, confermando la negativa
tendenza della trasformazione delle case di riposo in cronicari (o case
protette).
Rileviamo inoltre che l'Autore sostiene che l'anziano
cronico non autosufficiente «è sempre un
malato».
Infine ricordiamo che «gli anziani intervistati, nella misura del 22,1%, hanno avanzato la
proposta di un servizio infermieristico a domicilio; con tale servizio si vuol tendere a coprire le esigenze relative ad
iniezioni, medicazioni, cura di piaghe da decubito, fleboclisi, ecc. (...).
Sempre gli stessi anziani intervistati hanno avanzato, nella misura del 16,4%
la richiesta del medico a domicilio».
COMUNITÀ
PROGETTO SUD, Handicappati in Calabria - Manuale di informazione,
Marra Editrice, Cosenza, 1985, senza indicazione di prezzo.
Il volume ha lo scopo di fornire notizie complete e
precise agli handicappati tenuto conto che «l'informazione
in Calabria non sempre sgorga da fonti trasparenti, e non percorre sempre le
strade di tutti» e che gli handicappati della Calabria
sono «i meno assistiti di tutta l'Italia».
Nella prefazione è inoltre precisato quanto segue: «Il libro è scritto anche per gli amministratori,
i quali spesso non conoscono né l'entità dei problemi degli handicappati, né la
via dl uscita per risolverli, ed allora nei loro bilanci prevedono poche lire
per affrontarli male, salvo stornarli infine per le necessità “più urgenti”.
Ancora oggi gli handicappati fanno parte dei cittadini dimenticati tra noi.
Anche nei confronti degli amministratori, per non esagerare parlando di
latitanze e di inadempienze, lasciamo il giudizio
ridotto alla sfera della non conoscenza».
Il libro, ideato dalle comunità autogestite
formate da handicappati e no, con sede a Lamezia
Terme, Catanzaro, Catona di Reggio Calabria (Comunità
Progetto Sud, Comunità l'Alternativa, Comunità
Calabria 7) comprende anche la storia della legge della Regione Calabria 3
settembre 1984 n. 28 «Superamento dell'emarginazione dei cittadini portatori di handicap», legge che è stata proposta e sollecitata dai
suddetti gruppi con l'appoggio della Lega delle Cooperative e Mutue, del Centro
Comunitario di Solidarietà sociale di Vibo Valentia,
dell'ANMIC della Provincia di Catanzaro e della
Comunità Agape di Reggio Calabria.
A nostro avviso, la legge non sembra essere idonea a
risolvere i problemi degli handicappati calabresi in quanto i Comuni singoli o
associati non hanno alcun obbligo di istituire i servizi previsti dalla legge
in oggetto: assistenza economica, aiuto domestico, affido familiare, fruizione dei trasporti, formazione professionale, ecc.
Infatti è solamente previsto che i Comuni singoli o
associati possano, se vogliono, richiedere contributi alla Regione.
Inoltre la frammentazione fra le competenze svolte
dai Comuni singoli e dai Comuni associati è un altro aspetto estremamente
negativo.
La previsione di centri residenziali destinati ad
ospitare «soggetti handicappati in numero
non superiore a sessanta» va in direzione opposta al superamento
dell'emarginazione; al riguardo non ci convince assolutamente il commento degli
autori del libro: «Per il centro
residenziale occorre dire a chiare lettere che esso è una istituzione
totale, e pertanto va gestito con forme di intervento il più possibile aperte
alle dinamiche socializzanti del territorio. Non solo: esso va anche controllato
nelle modalità della gestione in rapporto alla libertà e alla personalità degli
handicappati ricoverati. I pochissimi centri residenziali della nostra Regione
vanno rivisitati alla luce di questa legge, poiché non il ricovero ma la
socializzazione e gli strumenti per viverla sono gli
obiettivi, il metodo stesso della presente legge. Certamente non sarà mai il
nome o l'etichetta del servizio ciò che garantirà la non emarginazione o
ghettizzazione nel funzionamento del centro residenziale, ma
piuttosto saranno gli obiettivi interni, il metodo pedagogico e didattico
applicato, l'effettiva ricerca di autonomia, di elaborazione culturale, di legami
con la società viva».
L'esperienza dimostra, invece, che la segregazione
non si risolve con una gestione diversa delle
strutture totali; essa, al massimo, può rendere meno pesanti le sofferenze dei
ricoverati. Occorre invece avviare iniziative di
prevenzione e servizi realmente alternativi al ricovero.
Nell'allegato A alla legge
n. 28 è previsto che la capienza massima delle comunità alloggio sia di 18
soggetti: queste non sono comunità alloggio, ma veri e propri istituti, oltre
tutto con un bacino di utenza così ampio da provocare il preoccupante fenomeno
della rottura dell'handicappato con il proprio contesto sociale di appartenenza.
Assolutamente inaccettabile è, inoltre, quanto
previsto dall'art. 12 e cioè che cooperative e imprese
artigiane debbano essere costituite «da almeno il 50% di handicappati» per
poter ricevere i contributi dalla Regione. Infatti la
norma suddetta è destinata a favorire la istituzione di cooperative con il
100/100 di handicappati.
Chi è interessato al libro, si rivolga a Comunità Progetto Sud, Via Conforti, 88046 Lamezia
Terme (CZ) telef. 0986/23297 oppure
alla Casa Editrice Marra, Via Roma 2, 87050 Rovito
(CS).
CLEMENTE LANZETTI, Evoluzione della famiglia in Italia - Documentazione statistica, 2ª
Edizione, Vita e Pensiero - Quaderno n. 5, Milano, 1986, pp. 162, L. 15.000.
Il volume contribuisce ad approfondire la conseguenza
della realtà della famiglia italiana a partire dai dati statistici che in
qualche modo la misurano e la definiscono. L'analisi non è meramente quantitativa poiché consente di intravedere fenomeni
appartenenti decisamente all'ambito degli elementi qualitativi.
Si pensi, ad esempio, alla rilevanza delle famiglie
«unipersonali», alla crescita delle famiglie composte
dai soli coniugi, dall'aumento di quelle in cui la presenza di figli si
accompagna all'assenza di una delle due figure genitoriali.
Altri fenomeni vengono analizzati: nuzialità,
matrimoni civili, natalità nel e fuori dal matrimonio, nati-mortalità e
mortalità infantile, aborti, separazioni, divorzi, reddito delle famiglie.
Una sola lacuna da segnalare: la mancata presa in
considerazione dell'adozione e dell'affidamento
familiare a scopo educativo.
www.fondazionepromozionesociale.it