Prospettive assistenziali, n. 80, ottobre-dicembre 1987

 

 

Libri

 

 

MASSIMO MENGANI, Le esigenze degli anziani - Proposte di nuovi servizi socio-sanitari, Associa­zione intercomunale Aesina, 1987, Pubblicazione fuori commercio.

 

La pubblicazione raccoglie la documentazione relativa alla ricerca condotta da M. Mengani sul­la popolazione anziana residente nell'USL 10 della Regione Marche.

Afferma l'Autore: «Sempre di più gli anziani vengono emarginati, sempre di più questa socie­tà concorrenziale privilegia valori effimeri, privi di qualsiasi contenuto, tesi unicamente al rag­giungimento della massima soddisfazione perso­nale calpestando i giusti diritti degli altri. Siamo convinti, altrimenti non ci saremmo impegnati così profondamente in questa attività di ricerca, che c'è un modo diverso di intervenire nei con­fronti della popolazione anziana. Quando parlia­mo di anziani dobbiamo fondamentalmente ricor­darci, e sembrerà paradossale, che essi sono come il resto della popolazione e come tali deb­bono essere trattati. Certamente avranno qual­che "acciacco" in più, ma questo non vuol dire che dobbiamo doppiamente emarginarli creando ospedali specialistici per anziani, poliambulatori per anziani, vacanze per anziani, corsi di ginna­stica per anziani, teatro per anziani, ecc. Proce­dere come finora si è fatto riteniamo che sia sbagliato e dobbiamo riconoscerlo. Occorre che tutti noi riconsideriamo la nostra impostazione teorica».

Circa gli anziani non autosufficienti, l'Autore rileva che «esiste una stretta relazione tra il grado di non autosufficienza ed il tipo di convi­venza: gli anziani non autosufficienti in genere vivono con i figli, sposati e non, e con parenti. Diciamo che tale relazione non è casuale, in real­tà gli anziani, proprio per la loro autosufficienza, sono costretti, a vivere con i figli e con parenti, in maniera tale che la presenza di tali persone sopperisca in parte alla loro dipendenza».

Si tratta di un dato importante che contraddice le affermazioni di certa stampa, la quale sostie­ne, senza essere in possesso di alcun elemen­to di fatto, che l'abbandono degli anziani da par­te di loro familiari è frequentissimo.

Preoccupante è l'aumento della percentuale degli anziani non autosufficienti presenti negli istituti, rispetto agli altri ricoverati (autosuffi­cienti e semi-autosufficienti). Infatti, dal 19,7% del 1979 si è saliti al 33% del 1984, confermando la negativa tendenza della trasformazione delle case di riposo in cronicari (o case protette).

Rileviamo inoltre che l'Autore sostiene che l'anziano cronico non autosufficiente «è sempre un malato».

Infine ricordiamo che «gli anziani intervistati, nella misura del 22,1%, hanno avanzato la pro­posta di un servizio infermieristico a domicilio; con tale servizio si vuol tendere a coprire le esi­genze relative ad iniezioni, medicazioni, cura di piaghe da decubito, fleboclisi, ecc. (...). Sempre gli stessi anziani intervistati hanno avanzato, nella misura del 16,4% la richiesta del medico a domicilio».

 

 

COMUNITÀ PROGETTO SUD, Handicappati in Ca­labria - Manuale di informazione, Marra Editrice, Cosenza, 1985, senza indicazione di prezzo.

 

Il volume ha lo scopo di fornire notizie com­plete e precise agli handicappati tenuto conto che «l'informazione in Calabria non sempre sgor­ga da fonti trasparenti, e non percorre sempre le strade di tutti» e che gli handicappati della Cala­bria sono «i meno assistiti di tutta l'Italia».

Nella prefazione è inoltre precisato quanto se­gue: «Il libro è scritto anche per gli amministra­tori, i quali spesso non conoscono né l'entità dei problemi degli handicappati, né la via dl uscita per risolverli, ed allora nei loro bilanci prevedono poche lire per affrontarli male, salvo stornarli in­fine per le necessità “più urgenti”. Ancora oggi gli handicappati fanno parte dei cittadini dimen­ticati tra noi. Anche nei confronti degli ammini­stratori, per non esagerare parlando di latitanze e di inadempienze, lasciamo il giudizio ridotto al­la sfera della non conoscenza».

Il libro, ideato dalle comunità autogestite for­mate da handicappati e no, con sede a Lamezia Terme, Catanzaro, Catona di Reggio Calabria (Comunità Progetto Sud, Comunità l'Alternativa, Comunità Calabria 7) comprende anche la storia della legge della Regione Calabria 3 settembre 1984 n. 28 «Superamento dell'emarginazione dei cittadini portatori di handicap», legge che è sta­ta proposta e sollecitata dai suddetti gruppi con l'appoggio della Lega delle Cooperative e Mutue, del Centro Comunitario di Solidarietà sociale di Vibo Valentia, dell'ANMIC della Provincia di Ca­tanzaro e della Comunità Agape di Reggio Cala­bria.

A nostro avviso, la legge non sembra essere idonea a risolvere i problemi degli handicappati calabresi in quanto i Comuni singoli o associati non hanno alcun obbligo di istituire i servizi pre­visti dalla legge in oggetto: assistenza economi­ca, aiuto domestico, affido familiare, fruizione dei trasporti, formazione professionale, ecc.

Infatti è solamente previsto che i Comuni sin­goli o associati possano, se vogliono, richiedere contributi alla Regione.

Inoltre la frammentazione fra le competenze svolte dai Comuni singoli e dai Comuni associati è un altro aspetto estremamente negativo.

La previsione di centri residenziali destinati ad ospitare «soggetti handicappati in numero non superiore a sessanta» va in direzione opposta al superamento dell'emarginazione; al riguardo non ci convince assolutamente il commento degli au­tori del libro: «Per il centro residenziale occorre dire a chiare lettere che esso è una istituzione to­tale, e pertanto va gestito con forme di interven­to il più possibile aperte alle dinamiche socializ­zanti del territorio. Non solo: esso va anche con­trollato nelle modalità della gestione in rapporto alla libertà e alla personalità degli handicappati ricoverati. I pochissimi centri residenziali della nostra Regione vanno rivisitati alla luce di questa legge, poiché non il ricovero ma la socializzazio­ne e gli strumenti per viverla sono gli obiettivi, il metodo stesso della presente legge. Certamente non sarà mai il nome o l'etichetta del servizio ciò che garantirà la non emarginazione o ghettiz­zazione nel funzionamento del centro residenzia­le, ma piuttosto saranno gli obiettivi interni, il metodo pedagogico e didattico applicato, l'effet­tiva ricerca di autonomia, di elaborazione cultu­rale, di legami con la società viva».

L'esperienza dimostra, invece, che la segrega­zione non si risolve con una gestione diversa del­le strutture totali; essa, al massimo, può rendere meno pesanti le sofferenze dei ricoverati. Occor­re invece avviare iniziative di prevenzione e ser­vizi realmente alternativi al ricovero.

Nell'allegato A alla legge n. 28 è previsto che la capienza massima delle comunità alloggio sia di 18 soggetti: queste non sono comunità allog­gio, ma veri e propri istituti, oltre tutto con un bacino di utenza così ampio da provocare il pre­occupante fenomeno della rottura dell'handicap­pato con il proprio contesto sociale di apparte­nenza.

Assolutamente inaccettabile è, inoltre, quanto previsto dall'art. 12 e cioè che cooperative e im­prese artigiane debbano essere costituite «da almeno il 50% di handicappati» per poter rice­vere i contributi dalla Regione. Infatti la norma suddetta è destinata a favorire la istituzione di cooperative con il 100/100 di handicappati.

Chi è interessato al libro, si rivolga a Comunità Progetto Sud, Via Conforti, 88046 Lamezia Terme (CZ) telef. 0986/23297 oppure alla Casa Editrice Marra, Via Roma 2, 87050 Rovito (CS).

 

 

CLEMENTE LANZETTI, Evoluzione della famiglia in Italia - Documentazione statistica, 2ª Edizione, Vita e Pensiero - Quaderno n. 5, Milano, 1986, pp. 162, L. 15.000.

 

Il volume contribuisce ad approfondire la con­seguenza della realtà della famiglia italiana a par­tire dai dati statistici che in qualche modo la misurano e la definiscono. L'analisi non è mera­mente quantitativa poiché consente di intrave­dere fenomeni appartenenti decisamente all'am­bito degli elementi qualitativi.

Si pensi, ad esempio, alla rilevanza delle fami­glie «unipersonali», alla crescita delle famiglie composte dai soli coniugi, dall'aumento di quelle in cui la presenza di figli si accompagna all'assen­za di una delle due figure genitoriali. Altri feno­meni vengono analizzati: nuzialità, matrimoni ci­vili, natalità nel e fuori dal matrimonio, nati-mor­talità e mortalità infantile, aborti, separazioni, di­vorzi, reddito delle famiglie.

Una sola lacuna da segnalare: la mancata pre­sa in considerazione dell'adozione e dell'affida­mento familiare a scopo educativo.

 

 

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