Notizie
BENI
E REDDITI DI EX IPAB E ALTRI ENTI DISCIOLTI NON DEVONO ESSERE SOTTRATTI AL
SETTORE ASSISTENZIALE (1)
Al Comune di Torino sono pervenuti negli ultimi 10
anni almeno 500 miliardi di patrimoni appartenenti a
ex IPAB (Istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza) e ad altri enti
(Patronati scolastici, ECA, ENAOLI, ONMI, ecc.). Sull'argomento i Consiglieri
del PCI, Sinistra indipendente, Democrazia proletaria, Lista verde, hanno
presentato una proposta di deliberazione che riproduciamo
integralmente.
La presentazione è avvenuta il 9 aprile 1987 ed è
preoccupante il fatto che finora non sia stata discussa e approvata. Ma, si sa, i poveri possono e devono aspettare. Che fretta possono avere?
Proposta di deliberazione
I patrimoni pervenuti al Comune di Torino a seguito della estinzione di IPAB sono stati trasferiti «con vincolo
della destinazione dei beni e delle relative rendite a servizi di assistenza
sociale» (Cfr. il decreto
della Regione Piemonte n. 5801 del 27 giugno 1980 relativo all'Istituto di
Riposo per la Vecchiaia di Torino).
La stesso vincolo è stato stabilito dalla Regione a seguito del
trasferimento al Comune di Torino dei beni degli ex Enti comunali di
assistenza.
In merito alla destinazione dei beni e delle relative
rendite a servizi di assistenza sociale sì fa presente
che la Regione Piemonte con circolare n. 8/APE del 20 maggio 1986 ha precisato
che il patrimonio degli ex ECA e delle IPAB estinte «conserva la destinazione a
servizi socio-assistenziali anche in caso di trasformazione patrimoniale».
La circolare suddetta, inoltre, invita i Comuni a:
- effettuare un attento
censimento dei beni stessi;
- verificare il rispetto del requisito della destinazione a servizi socio-assistenziali dei beni
in parola;
- comunicare al Servizio Interventi Strutturali
dell'Assessorato Assistenza - Personale - Organizzazione di Corso Stati Uniti
1 - Torino, i dati relativi al censimento attestando
il rispetto del vincolo di destinazione e l'ammontare delle eventuali rendite;
- comunicare al Servizio sopra indicato entro il 28
febbraio di ogni anno le variazioni intervenute nel
corso dell'anno precedente.
Infine la circolare regionale sollecita l'opportunità
«di realizzare ogni forma di investimento tendente a
eliminare gestioni passive mediante la trasformazione dei predetti beni
patrimoniali».
Anche se non stabilito dalle leggi di scioglimento dell'ex ONMI e degli altri enti assistenziali
disciolti (Patronati scolastici, Enaoli, ecc.), il
Comune di Torino decise autonomamente di vincolare a servizi di assistenza
sociale anche i beni (e le relative rendite) pervenuti al Comune di Torino a
seguito della legge 23.12.1975 n. 698 e del DPR 24 luglio 1977 n. 616.
Ciò premesso il Consiglio Comunale di Torino
stabilisce quanto segue:
1) l'Assessorato al Patrimonio procede entro e non
oltre il 31/12/87 a censire tutti i beni pervenuti al Comune di Torino a
seguito dello scioglimento degli enti assistenziali
stabilito dalla legge 23 dicembre 1975 n. 698, dal DPR 24 luglio 1977 n. 616 e
della estinzione delle IPAB e trasmette copia della relazione conclusiva al
Consiglio Comunale. In particolare dovranno essere raccolti i seguenti
elementi:
- localizzazione
- dati catastali
- consistenza
- ente di provenienza
- valore al 31.12.1985
- reddito percepito dal Comune o da chi per esso nel 1985
- usufruttuario
- tipo di contratto di locazione o
altro rapporto stabilito dal Comune di Torino con l'usufruttuario.
L'Assessorato al Patrimonio indicherà altresì
l'ammontare delle rendite da destinare ai servizi socio-assistenziali relativamente ai patrimoni utilizzati dal Comune di Torino;
2) l'Assessorato all'Assistenza segnala entro e non
oltre il 30 settembre 1987 all'Assessore al Patrimonio le proprie esigenze di
strutture da destinare a comunità alloggio per minori, handicappati, anziani,
per centri socio-terapeutici e per uffici decentrati dei servizi socio-assistenziali;
3) l'Assessorato al Patrimonio, entro tre mesi dal ricevimento
della comunicazione di cui al punto precedente, trasmette al Consiglio Comunale
un piano concernente:
- l'indicazione delle strutture da destinare a
servizi socio-assistenziali;
- l'indicazione delle strutture da
destinare ad altre attività di competenza del Comune di Torino;
- l'indicazione delle strutture da ristrutturare e
le proposte di riconversione patrimoniale.
4) l'Assessore all'Assistenza provvede entro il 30
settembre 1987 a segnalare al Consiglio Comunale le modifiche statutarie delle
IPAB funzionanti, in modo da adeguarne gli scapi alle esigenze attuali nel
pieno rispetto delle finalità stabilite dall'art. 1 della legge 17 luglio 1980
n. 6972. Nel contempo indicherà le IPAB di cui propone
l'estinzione-,
5) l'Assessorato al Patrimonio provvederà
a censire, i patrimoni delle IPAB funzionanti raccogliendo i dati di
cui al punto 1);
6) Per quanto riguarda gli alloggi pervenuti al Comune
di Torino a seguito dello scioglimento degli enti assistenziali
o delle estinzioni di IPAB, l'apposita Commissione assegna quelli privi di barriere
architettoniche o le cui barriere siano eliminabili a nuclei composti da uno o
più handicappati motori, con priorità a favore dei redditi inferiori.
Le assegnazioni suddette prescindono da ogni limite
di reddito.
Le assegnazioni hanno l'obiettivo di garantire
l'accessibilità al proprio domicilio delle persone con difficoltà motorie.
Torino, 9 aprile 1987
FORMAZIONE
PROFESSIONALE E INSERIMENTO LAVORATIVO DEI PORTATORI DI HANDICAP (2)
Hanno partecipato ai lavori della sezione all'incirca
60 persone sia al mattino che al pomeriggio. Ci sono
stati 16 interventi oltre alle esperienze presentate al
mattino (Capodarco, Regione Valle d'Aosta, Comune di
Torino, Organizzazioni sindacali e Coordinamento sanità e assistenza fra i
movimenti di base di Torino).
Nella relazione dei coordinatori era stato posto come base di discussione il riconoscimento del
diritto dei portatori di handicap alla scuola superiore (dopo l'obbligo),
quindi alla formazione professionale, nonché il diritto all'inserimento
lavorativo.
Dai partecipanti al dibattito è emersa una generale
condivisione di questi principi, che ha portato anche alla presentazione
critica di quelle esperienze gestite da assessorati all'assistenza, ribadendo che la competenza specifica per queste
problematiche (della formazione professionale e del lavoro per gli
handicappati) è, come per tutti gli altri cittadini, di competenza dell'Assessorato
al lavoro. In particolare è stato ribadita la necessità di evitare ipotetiche
scorciatoie come sono ad esempio i laboratori protetti.
Si è precisato che questo discorso è valido
ovviamente per quei soggetti per i quali si intravvede anche una seppur minima capacità lavorativa.
Per tutti gli altri, le cui condizioni psicofisiche
sono gravemente compromesse, la competenza resta all'Assessorato
all'Assistenza.
Per garantire un buon inserimento e la realizzazione
di una sufficiente capacità lavorativa di questi soggetti, si è osservato che
molto dipende da:
- adeguata formazione professionale;
- preparazione dell'ambiente di lavoro;
- scelta di posti mirati.
Solo se si realizzano queste condizioni, si può
raggiungere anche una piena capacità lavorativa per
questi soggetti.
I partecipanti al gruppo, concordando su quanto detto
finora, hanno anche evidenziato una serie di altri
elementi che sono indispensabili per garantire il pieno rispetto allo studio e
al lavoro:
- il soggetto deve essere seguito sia nel momento di
formazione (nella scuola) che nell'inserimento
lavorativo da tutti gli operatori (di territorio e scolastici) che sono
coinvolti, in modo da dare continuità professionale e impedire deleghe o vuoti
di intervento nei diversi momenti della vita quotidiana;
- è essenziale un maggior impegno dei lavoratori e quindi, del sindacato (consigli di fabbrica)
che superi le carenze attuali per rivendicare innanzitutto appositi posti di
lavoro e per creare un ambiente favorevole all'inserimento di questi soggetti,
sia per quanto riguarda i rapporti coi compagni di lavoro, sia per la ricerca
di mansioni che siano adatte al grado di handicap.
Una rilevazione critica è stata fatta nei confronti dei contratti di formazione-lavoro come
strumento per l'avviamento al lavoro, e in particolare per quanto riguarda il
discorso dei portatori di handicap come opportunità non colta, soprattutto dal
sindacato, di rivendicare quote obbligatorie di assunzione.
Questo non esclude che possano essere previsti
incentivi ai datori di lavoro, mirati e determinati per rendere possibile
l'inserimento lavorativo anche del singolo che
intende avviare un'attività in proprio.
È stata poi posta l'esigenza della revisione
della normativa di legge sul collocamento obbligatorio (la legge 482/68) ormai
ampiamente inadeguata (riconoscimento anche della piena capacità lavorativa
per i soggetti portatori di handicap, abbassamento delle aliquote per le
aziende, inasprimento delle sanzioni per le violazioni);
- parimenti è stata richiamata la neccessità
(superando gli attuali ritardi) che le Regioni legiferino
in materia di formazione professionale delegando all'ente locale la gestione di
corsi di formazione professionale per i soggetti portatori di handicap
intellettivo medio-grave, che non sono in grado di
frequentare proficuamente i corsi normali;
- è stato evidenziato tuttavia che poco è stato fatto
dai Comuni, che possono comunque avviare iniziative
(come le varie esperienze illustrate nel dibattito hanno dimostrato) sia ai
fini della formazione professionale, sia per promuovere interventi che
permettano l'inserimento lavorativo, senza il quale viene meno tutto lo sforzo
del percorso formativo (inserimento scolastico e formazione professionale),
teso a promuovere la realizzazione della piena autonomia del soggetto handicappato
nella società.
L'elemento che comunque ha
prevalso, e che ha caratterizzato il dibattito, è quello della necessità di
operare con maggior impegno e determinazione per una cultura diversa
dell'handicap. Impegno e determinazione che devono
vedere coinvolti amministratori, operatori, sindacalisti, lavoratori,
cittadini tutti, per superare il concetto che vede ancora troppo spesso l'handicappato
non come lavoratore a pieno diritto e a tutti gli effetti ma come persona che
deve essere constantemente assistita e che può creare - solo perché
handicappato - problemi di convivenza sul posto di lavoro.
L'affermare che i portatori di handicap sono soggetti
a pieno diritto, come gli altri cittadini, richiede - oltre a quanto detto
sopra - anche un adeguato impegno finanziario che superi i concetti
restrittivi con cui oggi sono previsti gli stanziamenti nella stesura dei
bilanci.
INIZIATIVE
CONCRETE DELLA REGIONE UMBRIA PER L'ABBATTIMENTO DELLE BARRIERE ARCHITETTONICHE
Con decreto del 30 ottobre 1987 n. 496, il Presidente
della Giunta della Regione Umbria ha approvato: "il
piano di riparto per l'abbattimento delle barriere architettoniche, redatto
tenendo conto delle indicazioni di priorità indicate dagli Enti nei propri
piani, della qualità degli interventi in essi previsti, nonché della spesa indicata per l'esecuzione delle
opere che non deve essere inferiore ai 50 milioni, secondo quanto contenuto
nell'allegato sotto la lettera «A» al presente decreto.
"È
indicato nel 29 settembre 9987 il termine ultimo, a pena di decadenza dei
benefici previsti dall'allegato piano d'intervento, per l'inoltro
delle domande di concessione di mutuo alfa Cassa depositi e prestiti.
"È
stabilita che i progetti esecutivi dovranno essere redatti nel termine
perentorio di mesi 6 (sei) a decorrere dalla lettera con la quale viene comunicato all'Ente interessato l'avvenuta concessione
del mutuo da parte della Cassa depositi e prestiti, a pena di decadenza del
contributo.
"È
precisato che i progetti esecutivi di importo pari o
superiore a 100 milioni, ed indicati nell’allegato piano, dovranno essere sottoposti
all'approvazione della Giunta regionale, ai sensi dell'art. 5 della legge
regionale 19/86.
"È
stabilito che le spese tecniche, ove previste, non potranno superare il limite
indicato dalle vigenti tariffe professionali e comunque
la misura massima del 7 per cento delle opere da eseguire e gli eventuali oneri
eccedenti saranno a carico dell'Ente titolare del progetto.
"È
precisato che i prezzi indicati nel computo metrico e riferiti alle singole
categorie di lavoro o alle forniture, dovranno essere quelli previsti nel
tariffario regionale sui prezzi di cui alla deliberazione della Giunta
regionale del 29 luglio 1985, n. 4760.
"È
evidenziato che all'onere di lire 121.004.480 pari al 5 per cento del costo globale degli investimenti si farà fronte - a decorrere
dall'esercizio 1988 - con imputazione al cap. 8920 che, in sede di formazione
del bilancio di detto esercizio, sarà integrato di pari importo con riduzione
dello stanziamento del cap. 8900.
"È
precisato che gli impegni di spesa pluriennali verranno
disposti di volta in volta con la deliberazione della Giunta regionale alla
presentazione della deliberazione con la quale l'Ente beneficiario approva il
progetto esecutivo e la relazione tecnica-illustrativa di conformità dello
stesso al progetto di fattibilità per il quale l'opera è stata ammessa al
finanziamento nonché il piano di ammortamento del mutuo ovvero, per i progetti
da sottoporre all'approvazione della Giunta regionale, contestualmente
all'approvazione del progetto stesso.
"È
precisato che il contributo pari al 5 per cento del costo dell'opera verrà erogato a favore della Cassa depositi e prestiti con
le modalità dalla stessa richieste e per il numero di rate pari alla durata
del piano di ammortamento”.
Allegato
A
PIANO
REGIONALE DI INTERVENTO DI ABBATTIMENTO DELLE BARRIERE ARCHITETTONICHE NEGLI
EDIFICI PUBBLICI
COMUNE |
EDIFICIO |
COSTO Lire |
CONTR. REG. (5% costo) |
APPROVAZIONE DA PARTE DELLA GIUNTA DEL PROGETTO |
Acquasparta |
Municipio |
90.000.000 |
4.500.000 |
NO |
Amelia |
Ospedale
civile |
150.000.000 |
7.500.000 |
SI |
Bastia
Umbra |
Municipio |
53.000.000 |
2.650.000 |
NO |
C. Ritaldi |
Municipio |
91.000.000 |
4.550.000 |
NO |
Fabro |
Distretto
socio-sanitario ULSS - Via Gramsci |
90.000.000 |
4.500.000 |
NO |
Foligno |
Ospedale |
470.000.000 |
23.500.000 |
NO |
Fratta
Todina |
Municipio |
82.000.000 |
4.100.000 |
NO |
Mantecchio |
Municipio |
130.000.000 |
6.500.000 |
SI |
Penna
in Teverina |
Municipio |
88.900.000 |
4.445.000 |
NO |
S.
Giustino |
Municipio |
100.000.000 |
5.000.000 |
SI |
S.
Venanzo |
Municipio |
117.000.000 |
5.850.000 |
SI |
Spoleto |
Palazzo
Martorelli/Orsini (Uffici comunali e laboratori artigianali) |
94.800.000 |
4.740.000 |
NO |
Stroncone |
Municipio |
150.000.000 |
7.500.000 |
SI |
Terni |
Palazzo
Spada |
122.072.535 |
6.103.630 |
SI |
Terni |
Sede
1ª circoscrizione |
111.042.065 |
5.552.105 |
SI |
Terni |
Sede
3ª circoscrizione |
82.152.975 |
4.107.750 |
NO |
Terni |
Sede
9ª circoscrizione |
107.702.280 |
5.385.115 |
SI |
Terni |
Locali
C.E.I. S. Zenone |
94.314.605 |
4.715.730 |
NO |
Todi |
Palazzo
del popolo |
110.000.000 |
5.500.000 |
SI |
Valtopina |
Comunità
montana ULSS |
86.105.000 |
4.305.250 |
NO |
TOTALE |
|
2.420.089.460 |
121.004.480 |
|
SEMINARI
DELLA FONDAZIONE ZANCAN PER IL 1988
28/2 - 5/3/1988 - L'assistenza a domicilio: livelli di integrazione e indicatori di verifica. 29/5
- 4/6/1988 - Il Distretto di base: integrazione dei servizi sociali e sanitari
nel progetto obiettivo materno-infantile.
12-18/6/1988 - L'attuazione della
riforma penitenziaria: integrazione fra servizi del territorio e volontariato.
3-9/7/1988 - La quarta età: esigenze ed ipotesi di intervento per la "vecchiaia avanzata". 24-30/7/1988 - Istituzioni, servizi e volontariato di fronte al
problema dei malati terminali (su invita).
21-27/8/1988 - Organizzazione dei servizi sociali e sistema informativo: nuove tecnologie.
28/8 - 3/9/1988 - Condizioni e strategie di intervento per l'età evolutiva: professionalità, organizzazione
e risorse comunitarie.
4-10/9/1988 - Contenuti e metedologie
professionali degli assistenti sociali nella prospettiva
del nuovo ordinamento universitario (su invito).
11-17/9/1988 - Rischio,
disagio e devianza nell'adolescenza. Categorie interpretative e strategie di intervento.
18-24/9/1988 - Programmazione dei servizi sociali a livello locale: modelli, esperienze, problemi.
26-29/9/1988 - Riforma dell'assistenza: analisi dei progetti di legge quadro, delle leggi settoriali
e delle leggi regionali di riordino. Prospettive e proposte (su invito).
23-29/10/1988 - Integrazione
scolastica e preavviamento al lavoro degli
handicappati: modalità di stipula delle «intese» tra Scuola, USSL, Enti locali.
Febbraio 1989 - Il terzo settore: identità, caratteristiche,
funzioni.
Febbraio 1989 - II Distretto di base: un confronto
tra modelli e esperienze.
N.B. - II programma dettagliato, sarà stampato quanto
prima in un supplemento al n. 1/88 del periodico
«Servizi Sociali»; nello stesso saranno date anche altre notizie organizzative.
Altre iniziative potranno essere programmate successivamente.
Sede dei seminari: Centro studi e formazione sociale
«E. Zancan» - 38013 Malosco (TN) - tel. 0463/81.342 per i seminari dal
3-9/7/1988 al 26-29/9,/1988; per gli altri la sede
sarà precisata nel programma completo.
Caratteristiche e condizioni di partecipazione: a)
per la partecipazione ai seminari è richiesto un impegno attivo come
amministratori, funzionari, operatori nel campo relativo al tema del
seminario; b) ciascun seminario inizia la domenica sera alle ore 21 e si conclude il venerdì sera alle ore 20 (arrivi fa domenica
pomeriggio e partenze il sabato mattina); c) si richiede ai partecipanti la
presenza continua a tutti i lavori del seminario.
Quote: L.
350.000 iscrizione (IVA 18% compresa); Lire 240.000 soggiorno (IVA 9% compresa)
per i seminari di Malosco; per gli altri sarà
indicata nel programma completo.
Adesioni: entro il 20 giugno per i
seminari di luglio e agosto; entro il 31 luglio per quelli di settembre e ottobre;
entro il 30 settembre per gli altri.
Per ulteriori informazioni
rivolgersi alla Segreteria della: Fondazione E. Zancan
- Via Patriarcato, 41 - Padova - telefono 049/663800 (dal lunedì al venerdì
ore 8,30-12,30; 15-19).
CONVEGNO
«L'AFFIDAMENTO: DALLA PARTE DELLA FAMIGLIA AFFIDATARIA»
Il Cam, Centro Ausiliario
per i problemi minorili di Milano, con il patrocinio della Regione Lombardia e
della Provincia di Milano e con la adesione
dell'ANFAA, Associazione nazionale famiglie adottive e affidatarie, organizza
per il 7 maggio 1988 un Convegno sul tema: «L'affidamento: dalla parte della
famiglia affidataria», presso Palazzo Castiglioni, Via Venezia 47, Milano.
Il programma è il seguente:
ore 8,45 Apertura dei lavori a cura di Maria Fappani - Assessore
all'assistenza e ai servizi sociali della Regione Lombardia.
ore 9,15 Relazione introduttiva di Gilberto Barbarito - Presidente del Tribunale per i minorenni di
Milano.
ore 9,30 Tavola rotonda «L'affidatario, questo sconosciuto: tipologia degli affidi e
delle disponibilità della famiglia affidataria».
Moderatore: Francesca Ichino
- Giudice onorario.
Partecipanti:
- Sei famiglie affidatarie.
- Franca Colombo Roncari -
Assistente sociale del Cam.
- Dante Ghezzi, Psicologo -
Consulente del Cam.
ore 11,30 Dibattito
ore 13,00 Colazione
ore 14,30 Tavola rotonda «La risposta delle istituzioni
alle disponibilità della famiglia affidataria».
Moderatore - Vincenzo Tomeo - Ordinario di
Sociologia del diritto della Università Statale di
Milano.
Partecipanti:
- Anna D'Alfonso Bassetto -
Preside della Scuola media di Bovisio Masciano.
- Maria
Adele Ferretti Boni - Coordinatore del Servizio
Affidi dell'USSL di Pavia.
- Chiara Saraceno Rusconi - Straordinario di Sociologia della famiglia
dell'Università di Trento.
- Maria Antonietta Guida -
Giudice Tutelare di Trento.
- Giorgio Pallavicini -
Presidente ANFAA.
- Matteo Selvini, Psicologo
- Consulente Cam.
- Elisa Ceccarelli - Vice
Presidente del Tribunale per i minorenni di Milano.
ore 16,30 Dibattito.
ore 18,00 Conclusioni a cura di Gilberto Barbarito.
Segreteria organizzativa: Cam, c/o Tribunale per i minorenni, Via Leopardi 18,
Milano, telefono (02) 4815737.
La partecipazione è gratuita.
(1) Vedere anche l'articolo «Evitare che
la legge di riforma dell'assistenza sottragga i patrimoni ai poveri»,
pubblicato sul numero scorso.
(2) Sintesi dei
lavori della sezione di approfondimento «Formazione professionale e
inserimento lavorativo dei portatori di handicap», svoltisi nell'ambito del
convegno «Politiche e interventi sul territorio:
esperienze a confronto», Aosta, 7-8-9-10 ottobre 1987.
www.fondazionepromozionesociale.it