INEFFICIENZA DELLE REGIONI: NON
SPESI I FONDI DISPONIBILI
Il LABOS ha
recentemente pubblicato il volume «Regioni e politiche
socio-assistenziali - Indagine promossa dal CNEL», di cui riportiamo integralmente
il capitolo «L'efficienza della spesa: i residui».
Testo
L'attività erogativa poco
consistente attuata nel settore assistenziale da molte
Regioni trova motivazione anche nella scarsa capacità di spesa che le stesse
mostrano di avere (*).
Emerge infatti chiaramente
una situazione di obiettiva grande difficoltà per le Regioni a spendere
concretamente quanto inseriscono in bilancio. Ogni 100 lire spese in
assistenza, ce ne sono, infatti, 55,9 residuate nel 1983 e
61,8 nel 1984 (cfr. la
tabella). In tal modo avviene che circa il 35-40% delle somme potenzialmente
utilizzabili nelle Regioni per interventi erogativi nell'assistenza
riescono a non essere spese, contribuendo così ad aggravare la situazione di
obiettiva carenza degli interventi operati nel settore sociale in questione.
A livello territoriale, questa situazione colpisce
particolarmente il Sud (oltre 80 lire residuate ogni 100 lire spese) piuttosto
che non il Nord ed il Centro; il quale ultimo appare
l'area geografica complessivamente più efficiente sul piano della spesa, se
non fosse per il Lazio in cui ci sono forti difficoltà a spendere le partite
poste in bilancio.
Un esame più particolareggiato, prendendo in
considerazione le Regioni che negli anni in questione presentano un residuo
superiore ai 2/3 delle spese erogate (cioè un indicatore
superiore a 66,6) consente le seguenti precisazioni:
Valle d'Aosta (208,5 lire residuate rispetto a 100 spese nel 1983
e 143,3 nel 1984); i forti residui sono quasi completamente riconducibili a
fondi destinati alla assistenza agli anziani e, soprattutto,
a fondi destinati a spese in conto capitale per costruzione o rinnovamento di
immobili;
Veneto (96,9 nel 1983): la difficoltà di spesa nel 1983 è
relativa ad un capitolo nuovo «Fondo regionale proprio» creato dalla Regione
per dare particolare impulso alla assistenza e che poi
è stato quasi tutto erogato già nel 1984;
Bolzano (130,3 e 102,9 nel 1983 e 1984); c'è nei due anni
una generalizzata presenza di residui in tutti i capitoli di
erogazione della spesa;
Friuli Venezia Giulia (66,6 nel 1983); la tendenza al residuo nel 1983 in
quasi tutti i capitali di spesa, è già riassorbita
nel 1984, anno in cui si è registrato un sensibile aumento della spesa pro-capite
(cfr. la tabella), quasi ad
indicare l'inizio di una nuova e più consistente attività di intervento da
parte della Regione;
Liguria (73,5 nel 1984); i residui sono per il 1984 in buona
parte ascrivibili a iniziative per tossicodipendenti
e per spesa in conto capitale inserite per la prima volta in bilancio nell'anno
in questione e probabilmente erogate poi negli esercizi successivi;
Campania (119,5 nel 1983 e 110,7 nel 1984); i capitoli di
spesa assistenziali previsti nel bilancio regionale,
presentano un r-esiduo che tende a mantenersi nel tempo a
dimostrazione di una difficoltà di spesa che si riflette sulle erogazioni pro
capite particolarmente basse;
Sicilia (149,2 nel 1983 e 95,7 nel 1984); c'è un ricorso
generalizzato al residuo in tutti i capitoli di spesa, ma particolarmente
sensibile nelle spese in conto capitale (cfr. sono quasi il 62% dei residui), quasi tutte residuate a
fronte di erogazioni minimali.
In definitiva la forte presenza di residui in bilancio
in molti casi è sintomo di incapacità assoiuta di
spesa; in altri casi, però, è più probabilmente dovuto a poste messe in
bilancio, a seguito di nuove iniziative regionali che trovano difficoltà,
anche burocratiche, ad esse erogate nell’esercizio finanziario di riferimento,
e che sono più concretamente erogate negli anni successivi con un gap temporale
che appare comunque esso stesso preoccupante, nella misura in cui mostra
l'incapacità delle Regioni ad intervenire immediatamente a fronte di bisogni
sociali per la soluzione dei quali si sono reperite somme, a volte cospicue.
Residui
(in lire) per ogni 100 lire erogate per l'assistenza
|
1983 |
1984 |
Piemonte |
25,2 |
44,1 |
Valle
d'Aosta |
208,5 |
143,3 |
Lombardia |
25,6 |
85,2 |
Veneto |
96,9 |
21,2 |
Trentino
A.A. |
|
|
Bolzano |
130,3 |
102,9 |
Friuli
V.G. |
66,6 |
43,2 |
Liguria |
49,5 |
73,5 |
Emilia
Romagna |
9,1 |
21,0 |
Italia settentrionale |
45,1 |
50,4 |
Toscana |
35,0 |
31,0 |
Umbria |
14,0 |
14,8 |
Marche |
11,2 |
49,4 |
Lazio |
47,6 |
65,6 |
Italia centrale |
32,0 |
46,8 |
Abruzzo |
61,6 |
49,6 |
Molise |
12,8 |
23,7 |
Campania
(1) |
102,5 |
167,0 |
Puglia |
42,3 |
19,6 |
Basilicata |
56,6 |
56,8 |
Calabria
(2) |
|
|
Sicilia |
149,2 |
95,7 ~ |
Italia meridionale |
88,9 |
59,8 |
Totale |
55,1 |
59,8 |
(*) A questo proposito si
può, sia pure con molta approssimazione, misurare la capacità di spesa delle
Regioni nel campo assistenziale, con il rapporto tra i residui posti in
bilancio a fine d'anno (sia provenienti dall'esercizio di competenza che da
precedenti esercizi) rispetto alle spese di cassa sostenute (anch'esse
comprendenti sia quelle di competenza che quelle residuate da esercizi
finanziari precedenti). L'indicatore che ne consegue - lire residuate per 100
lire erogate - è significativo alla diversa efficienza
erogativa delle Regioni.
(1) Si tratta di fondi impegnati
nell'anno ma non ancora spesi.
(2) I dati di bilancio della Calabria
si riferiscono a preventivi.
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