COMMISSIONE PARLAMENTARE DI
INCHIESTA SULLA DIGNITA’ E CONDIZIONE SOCIALE DELL'ANZIANO
In data 30 luglio 1987 i Senatori Cassola, Fabri,
Scevarolli, Natali, Zito, Giugno e Signori hanno presentato una proposta di
legge per l'istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla
dignità e condizione sociale dell'anziano.
Al riguardo pubblichiamo la relazione della Sen. Giglia
Tedesco Tatò del 16 marzo 1988 e i1 testo della deliberazione assunta dal
Senato in data 17 marzo 1988.
Testo della relazione della Sen. Giglia
Tedesco Tatò
La proposta dei senatori Cassola e altri per la
istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla dignità e la
condizione sociale dell'anziano, richiama il Senato della Repubblica alla
coscienza, e all'esame. di uno dei fenomeni più rilevanti e caratteristici
della società contemporanea: la crescita del numero delle persone anziane, non
solo in valore assoluta, ma anche in rapporto alla popolazione totale.
Si tratta di un fenomeno tendenziale della comunità
mondiale. Le Nazioni Unite vi hanno dedicato, non a caso, un'assise:
l'Assemblea mondiale sull'invecchiamento svoltasi a Vienna dal 26 luglio al 6
agosto 1982. Secondo i dati ivi esposti, gli ultrasessantenni che nel mondo
erano circa 200 milioni nel 1950, nel 1975 erano già saliti a 350 milioni,
saranno 590 milioni nel 2000 e 1 miliardo e 100 milioni nel 2025 con un
rapporto di crescita del 224 per cento rispetto al 1975; in quell'anno,
dovrebbero costituire il 13,7 per cento della popolazione mondiale. È questo,
come lo ha definito l'Assemblea di Vienna, un «grande fenomeno da utilizzare» per
far sì che il generale prolungamento della vita N si accompagni, in tutto il
mondo, allo sforzo per dare ad ognuno una sensazione di utilità e di
realizzazione, evitando che gli individui siano relegati in un ruolo marginale
e passivo a partire da una certa età.
Con la proposta qui avanzata, s'impegna il Senato
della Repubblica a farsi carico del problema complessivo per quanto riguarda il
nostro paese al fine di approfondirne le caratteristiche, di esaminare le
esperienze compiute, di individuarne le linee di intervento in attuazione, fra
l'altro, delle raccomandazioni scaturite dall'Assemblea delle Nazioni Unite.
In Italia, come segnalano i senatori proponenti, il
previsto tasso di crescita della popolazione dal 1985 al 2000 sarà
complessivamente dell'1,5 per cento, mentre salirà ai 12,4 per cento per gli ultrasessantenni
e all'11,4 per gli ultraottantenni. Per l'anno 2000 si prevede che nel nostro
paese vi saranno quasi 13 milioni di ultrasessantacinquenni e oltre 1.700.000
di ultraottantenni, pari rispettivamente al 22 per cento e al 3 per cento della
popolazione totale a quella data. Già queste cifre richiamano alla necessità di
un esame complessivo.
Il Senato della Repubblica è sollecitato a ciò anche
da una diffusa coscienza degli anziani che si é manifestata e si manifesta in
forme molteplici: dai vivaci movimenti per affermare i diritti pensionistici,
al crescere delle forme associative quali i centri anziani, al diffondersi
delle Università per la terza età. La discussione in corso sulle prospettive
del sistema previdenziale è l'aspetto certo emergente, ma non esclusivo, di
questa nuova realtà. Non a caso le organizzazioni sindacali dei pensionati
sono impegnate su una tematica ampia: quella che riguarda, appunto i diritti
degli anziani. Ne scaturisce una forte domanda di politica sociale cui è
doveroso che il Senato della Repubblica dia il suo contributo. Una Commissione
d'inchiesta a ciò dedicata costituisce dunque una assunzione di responsabilità
in questo campo e può essere preziosa per approfondire il fenomeno e coglierne
tutte le implicazioni.
Come è stato sottolineato dai proponenti, si tratta
di valutare pienamente sia le «nuove povertà» che si manifestano nelle
condizioni di tanti anziani, specie di quelli sali e non autosufficienti, sia
i nuovi interessi e la nuova disponibilità sociale diffusamente presenti nella
popolazione anziana e che fanno di essa una risorsa per il nostro paese. Si
tratta perciò di analizzare una realtà complessiva di cui finora il Parlamento
si è fatto carico soltanto esaminandone di volta in volta aspetti specifici,
mentre invece appare opportuno ricomporre un quadro complessivo e tracciare
linee generali di intervento. In questo quadro, una specifica attenzione merita
la condizione delle donne, che costituiscono la netta maggioranza della
popolazione anziana.
Individuare quest'ottica complessiva - peraltro
sottolineata dall'ONU che ha posto l'accento sulla interdipendenza dei
problemi della terza età - appare utile sia per fornire linee di indirizzo alla
legislazione e all'azione di Governo: sia per dare punti di riferimento a
quanti - enti locali in primo luogo, associazioni, operatori - agiscono in questo
settore dando vita a esperienze molteplici che è bene porre a confronto diretto
con l'attività parlamentare.
La frammentazione degli interventi risulta inadeguata
e non al passo con i tempi. Alla necessaria, e certamente positiva,
molteplicità delle iniziative, è opportuno faccia riscontro una comune presa
di coscienza sulle finalità da perseguire e sulle priorità da assumere. Si
tratta di riconoscere e garantire all'anziano dignità e autonomia,
configurando una vera e propria mappa dei suoi diritti in modo che la terza età
non divenga quello che gli esperti hanno definito «l'età del non consenso». Si
tratta in pari tempo di studiare forme sempre più adeguate di integrazione fra
solidarietà familiare e intervento della società e dei poteri pubblici.
In una situazione in cui l'invecchiamento della
popolazione da un lato, e dall'altro le nuove caratteristiche assunte dai
nuclei familiari pongono problemi inediti sul piano sociale, politico e culturale,
si tratta di verificare il ruolo dell'anziano e di garantire una sua condizione
dì benessere e di libertà. L'obiettivo, davvero non utopico, è certo una delle
pietre di paragone della rispondenza fra sviluppa e bisogni umani. Si tratta
dunque di un problema che va ben oltre la lotta, pur esplicitamente
necessaria, alla emarginazione per divenire elemento di valutazione del rapporto
tra società e mercato, punto di riferimento per le riforme istituzionali, in
primo luogo per quanto riguarda i poteri locali e le strutture assistenziali.
Le connessioni con molte questioni attuali sono evidenti: dalla politica
fiscale alla sanità e al rapporto di questa con l'assistenza, ai problemi
urbanistici e abitativi, alla lotta alla istituzionalizzazione, alla
individuazione e realizzazione di nuove tipologie di servizi, e molto altro
ancora
La proposta di una Commissione specifica d'inchiesta
appare preferibile ad altre possibili forme di ricerca, quale ad esempio una
indagine conoscitiva, perché i numerosissimi aspetti della condizione
dell'anziano coinvolgono competenze pressoché di tutte le Commissioni permanenti,
e ciò renderebbe pressoché impossibile individuare nell'ambito di esse un
referente sufficientemente comprensivo.
La 1a Commissione permanente del Senato
della Repubblica ha quindi condiviso il Documento XXII/1 di cui si raccomanda
all'Assemblea la approvazione. Le modifiche apportatevi in sede di Commissione
si configurano come semplici specificazioni. Così all'articolo 1, che definisce
le finalità della Commissione d'inchiesta, si è precisato che la indagine
riguarda anche le attività di carattere privato e che i punti di riferimento
da elaborare riguardano l'attività sia parlamentare che di Governo.
Quanto all'articolo 5, si è ritenuto opportuno
ricorrere alla formula consolidata della prassi in materia di Commissioni
d'inchiesta: l'eventuale vincolo del segreto. Date le caratteristiche della
materia, non si è ritenuto di dover ricorrere a formulazioni più rigide e
circostanziate
Si richiama, infine, l'attuazione sul termine breve
fissato dall'articolo 2 per i lavori della Commissione (sei mesi) e sulla
composizione della Commissione stessa (articolo 3) in cui si vuole assicurata
la rappresentanza di tutti i Gruppi parlamentari.
Testo della deliberazione del 17 marzo
1988
Art. 1
1. È istituita, ai sensi dell'articolo 82 della Costituzione
e dell'articolo 162 del Regolamento del Senato, una Commissione d'inchiesta per
acquisire tutti gli elementi conoscitivi relativi alla condizione dell'anziano
e per verificare i risultati delle politiche adottate nell'arco degli ultimi
dieci anni da parte della Pubblica amministrazione nelle sue varie
articolazioni (Stato, regioni ed enti locali), nonché i risultati di ogni
altra attività anche di carattere privato o basata sul volontariato, al fine
di fornire al Parlamento, al Governo e all'Amministrazione dello Stato,
centrale e periferica, punti di riferimento e proposte per orientare
opportunamente l'attività legislativa e amministrativa.
Art. 2
1. La Commissione dovrà ultimare i suoi lavori e
presentare relazioni sulle risultanze emerse entro sei mesi dal suo
insediamento.
Art. 3
1. La commissione è composta da ventiquattro senatori,
scelti dal Presidente del Senato, secondo quanto dispone l'art. 162, comma 2, del
regolamento.
2. Il Presidente del Senato provvede altresì alla
nomina del Presidente della commissione al di fuori dei predetti componenti.
Art. 4
1. La Commissione può acquisire atti, documenti e
testimonianze interessanti l'inchiesta.
Art. 5
1. La Commissione, su deliberazione adottata a
maggioranza dei propri componenti, può riunirsi in seduta segreta, della quale
è steso verbale, o decidere che singoli atti, documenti a testimonianze siano
coperti dal segreto.
Art. 6
1. Quando la Commissione abbia deliberato di riunirsi
in seduta segreta o abbia deciso di coprire col segreto atti, documenti o
testimonianze, i componenti della Commissione parlamentare di inchiesta, i
funzionari e il personale di qualsiasi ardine e grado addetti alla Commissione
stessa ed ogni altra persona che collabora con la Commissione o compie o
concorre a compiere atti di inchiesta oppure ne viene a conoscenza per ragioni
d'ufficio o di servizio, sono obbligati al segreto.
Art. 7
1.
La Commissione può
avvalersi delle collaborazioni che ritenga necessarie.
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