Prospettive assistenziali, n. 82, aprile-giugno 1988

 

 

COMMISSIONE PARLAMENTARE DI INCHIESTA SULLA DIGNITA’ E CONDIZIONE SOCIALE DELL'ANZIANO

 

 

In data 30 luglio 1987 i Senatori Cassola, Fabri, Scevarolli, Natali, Zito, Giugno e Signori hanno presentato una proposta di legge per l'istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla dignità e condizione sociale dell'anziano.

Al riguardo pubblichiamo la relazione della Sen. Giglia Tedesco Tatò del 16 marzo 1988 e i1 testo della deliberazione assunta dal Senato in data 17 marzo 1988.

 

Testo della relazione della Sen. Giglia Tedesco Tatò

La proposta dei senatori Cassola e altri per la istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla dignità e la condizione sociale dell'anziano, richiama il Senato della Repubblica alla coscienza, e all'esame. di uno dei fenomeni più rilevanti e caratteristici della società contem­poranea: la crescita del numero delle persone anziane, non solo in valore assoluta, ma anche in rapporto alla popolazione totale.

Si tratta di un fenomeno tendenziale della co­munità mondiale. Le Nazioni Unite vi hanno de­dicato, non a caso, un'assise: l'Assemblea mon­diale sull'invecchiamento svoltasi a Vienna dal 26 luglio al 6 agosto 1982. Secondo i dati ivi espo­sti, gli ultrasessantenni che nel mondo erano cir­ca 200 milioni nel 1950, nel 1975 erano già saliti a 350 milioni, saranno 590 milioni nel 2000 e 1 miliardo e 100 milioni nel 2025 con un rapporto di crescita del 224 per cento rispetto al 1975; in quell'anno, dovrebbero costituire il 13,7 per cento della popolazione mondiale. È questo, co­me lo ha definito l'Assemblea di Vienna, un «grande fenomeno da utilizzare» per far sì che il generale prolungamento della vita N si accom­pagni, in tutto il mondo, allo sforzo per dare ad ognuno una sensazione di utilità e di realizzazio­ne, evitando che gli individui siano relegati in un ruolo marginale e passivo a partire da una certa età.

Con la proposta qui avanzata, s'impegna il Se­nato della Repubblica a farsi carico del problema complessivo per quanto riguarda il nostro paese al fine di approfondirne le caratteristiche, di esa­minare le esperienze compiute, di individuarne le linee di intervento in attuazione, fra l'altro, del­le raccomandazioni scaturite dall'Assemblea del­le Nazioni Unite.

In Italia, come segnalano i senatori proponenti, il previsto tasso di crescita della popolazione dal 1985 al 2000 sarà complessivamente dell'1,5 per cento, mentre salirà ai 12,4 per cento per gli ul­trasessantenni e all'11,4 per gli ultraottantenni. Per l'anno 2000 si prevede che nel nostro paese vi saranno quasi 13 milioni di ultrasessantacin­quenni e oltre 1.700.000 di ultraottantenni, pari rispettivamente al 22 per cento e al 3 per cento della popolazione totale a quella data. Già queste cifre richiamano alla necessità di un esame com­plessivo.

Il Senato della Repubblica è sollecitato a ciò anche da una diffusa coscienza degli anziani che si é manifestata e si manifesta in forme molte­plici: dai vivaci movimenti per affermare i diritti pensionistici, al crescere delle forme associati­ve quali i centri anziani, al diffondersi delle Uni­versità per la terza età. La discussione in corso sulle prospettive del sistema previdenziale è l'aspetto certo emergente, ma non esclusivo, di questa nuova realtà. Non a caso le organizzazio­ni sindacali dei pensionati sono impegnate su una tematica ampia: quella che riguarda, appunto i diritti degli anziani. Ne scaturisce una forte do­manda di politica sociale cui è doveroso che il Senato della Repubblica dia il suo contributo. Una Commissione d'inchiesta a ciò dedicata co­stituisce dunque una assunzione di responsabili­tà in questo campo e può essere preziosa per ap­profondire il fenomeno e coglierne tutte le im­plicazioni.

Come è stato sottolineato dai proponenti, si tratta di valutare pienamente sia le «nuove po­vertà» che si manifestano nelle condizioni di tanti anziani, specie di quelli sali e non autosuf­ficienti, sia i nuovi interessi e la nuova disponi­bilità sociale diffusamente presenti nella popo­lazione anziana e che fanno di essa una risorsa per il nostro paese. Si tratta perciò di analizzare una realtà complessiva di cui finora il Parlamen­to si è fatto carico soltanto esaminandone di vol­ta in volta aspetti specifici, mentre invece appa­re opportuno ricomporre un quadro complessivo e tracciare linee generali di intervento. In questo quadro, una specifica attenzione merita la condi­zione delle donne, che costituiscono la netta maggioranza della popolazione anziana.

Individuare quest'ottica complessiva - peraltro sottolineata dall'ONU che ha posto l'accento sul­la interdipendenza dei problemi della terza età - appare utile sia per fornire linee di indirizzo alla legislazione e all'azione di Governo: sia per dare punti di riferimento a quanti - enti locali in primo luogo, associazioni, operatori - agiscono in que­sto settore dando vita a esperienze molteplici che è bene porre a confronto diretto con l'attività parlamentare.

La frammentazione degli interventi risulta ina­deguata e non al passo con i tempi. Alla neces­saria, e certamente positiva, molteplicità delle iniziative, è opportuno faccia riscontro una comu­ne presa di coscienza sulle finalità da perseguire e sulle priorità da assumere. Si tratta di ricono­scere e garantire all'anziano dignità e autonomia, configurando una vera e propria mappa dei suoi diritti in modo che la terza età non divenga quel­lo che gli esperti hanno definito «l'età del non consenso». Si tratta in pari tempo di studiare forme sempre più adeguate di integrazione fra solidarietà familiare e intervento della società e dei poteri pubblici.

In una situazione in cui l'invecchiamento della popolazione da un lato, e dall'altro le nuove ca­ratteristiche assunte dai nuclei familiari pongono problemi inediti sul piano sociale, politico e cul­turale, si tratta di verificare il ruolo dell'anziano e di garantire una sua condizione dì benessere e di libertà. L'obiettivo, davvero non utopico, è certo una delle pietre di paragone della rispon­denza fra sviluppa e bisogni umani. Si tratta dun­que di un problema che va ben oltre la lotta, pur esplicitamente necessaria, alla emarginazione per divenire elemento di valutazione del rappor­to tra società e mercato, punto di riferimento per le riforme istituzionali, in primo luogo per quan­to riguarda i poteri locali e le strutture assisten­ziali. Le connessioni con molte questioni attuali sono evidenti: dalla politica fiscale alla sanità e al rapporto di questa con l'assistenza, ai proble­mi urbanistici e abitativi, alla lotta alla istituzio­nalizzazione, alla individuazione e realizzazione di nuove tipologie di servizi, e molto altro ancora

La proposta di una Commissione specifica d'in­chiesta appare preferibile ad altre possibili for­me di ricerca, quale ad esempio una indagine co­noscitiva, perché i numerosissimi aspetti della condizione dell'anziano coinvolgono competenze pressoché di tutte le Commissioni permanenti, e ciò renderebbe pressoché impossibile individua­re nell'ambito di esse un referente sufficiente­mente comprensivo.

La 1a Commissione permanente del Senato della Repubblica ha quindi condiviso il Documen­to XXII/1 di cui si raccomanda all'Assemblea la approvazione. Le modifiche apportatevi in sede di Commissione si configurano come semplici specificazioni. Così all'articolo 1, che definisce le finalità della Commissione d'inchiesta, si è precisato che la indagine riguarda anche le atti­vità di carattere privato e che i punti di riferi­mento da elaborare riguardano l'attività sia parla­mentare che di Governo.

Quanto all'articolo 5, si è ritenuto opportuno ricorrere alla formula consolidata della prassi in materia di Commissioni d'inchiesta: l'eventuale vincolo del segreto. Date le caratteristiche della materia, non si è ritenuto di dover ricorrere a for­mulazioni più rigide e circostanziate

Si richiama, infine, l'attuazione sul termine bre­ve fissato dall'articolo 2 per i lavori della Com­missione (sei mesi) e sulla composizione della Commissione stessa (articolo 3) in cui si vuole assicurata la rappresentanza di tutti i Gruppi par­lamentari.

 

 

Testo della deliberazione del 17 marzo 1988

 

Art. 1

1. È istituita, ai sensi dell'articolo 82 della Co­stituzione e dell'articolo 162 del Regolamento del Senato, una Commissione d'inchiesta per ac­quisire tutti gli elementi conoscitivi relativi alla condizione dell'anziano e per verificare i risultati delle politiche adottate nell'arco degli ultimi die­ci anni da parte della Pubblica amministrazione nelle sue varie articolazioni (Stato, regioni ed en­ti locali), nonché i risultati di ogni altra attività anche di carattere privato o basata sul volonta­riato, al fine di fornire al Parlamento, al Governo e all'Amministrazione dello Stato, centrale e pe­riferica, punti di riferimento e proposte per orientare opportunamente l'attività legislativa e amministrativa.

 

Art. 2

1. La Commissione dovrà ultimare i suoi lavo­ri e presentare relazioni sulle risultanze emerse entro sei mesi dal suo insediamento.

 

Art. 3

1. La commissione è composta da ventiquattro senatori, scelti dal Presidente del Senato, secon­do quanto dispone l'art. 162, comma 2, del rego­lamento.

2. Il Presidente del Senato provvede altresì al­la nomina del Presidente della commissione al di fuori dei predetti componenti.

 

Art. 4

1. La Commissione può acquisire atti, docu­menti e testimonianze interessanti l'inchiesta.

 

Art. 5

1. La Commissione, su deliberazione adottata a maggioranza dei propri componenti, può riunir­si in seduta segreta, della quale è steso verbale, o decidere che singoli atti, documenti a testimo­nianze siano coperti dal segreto.

 

Art. 6

1. Quando la Commissione abbia deliberato di riunirsi in seduta segreta o abbia deciso di copri­re col segreto atti, documenti o testimonianze, i componenti della Commissione parlamentare di inchiesta, i funzionari e il personale di qualsiasi ardine e grado addetti alla Commissione stessa ed ogni altra persona che collabora con la Com­missione o compie o concorre a compiere atti di inchiesta oppure ne viene a conoscenza per ra­gioni d'ufficio o di servizio, sono obbligati al se­greto.

 

Art. 7

1.       La Commissione può avvalersi delle colla­borazioni che ritenga necessarie.

 

 

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