Prospettive assistenziali, n. 82, aprile-giugno 1988

 

 

Notiziario dell'Unione per la lotta contro l'emarginazione sociale

 

 

TELEFONO AZZURRO: PRECISAZIONI E PROPOSTE

 

Riportiamo una nota sull'incontro avvenuto fra il Prof. Ernesto Caffo, Promotore del Telefono azzurro ed i Signori Giorgio Pallavicini, Francesco Santanera e Frida Tonizzo dell'ANFAA e dell'ULCES. L'incontro ha avuto luogo il 31 marzo 1988 su richiesta del Prof. Caffo.

 

Il prof. Caffo ha esordito segnalando l'attività del «Telefono azzurro», i vincoli posti dai gior­nalisti (che preferirebbero riferire su casi singoli, se possibile eclatanti) e dalla RAI-TV (idem c.s.). Ha inoltre segnalato alcune strumentalizza­zioni, come quella dell'Assessore regionale che intenderebbe affidare la gestione del «Telefono azzurro» ad un gruppo di «volontari» del suo partito.

Riconosce che l'iniziativa del «Telefono azzurro» può essere strumentalizzata dagli enti pubblici, (v. l'esempio di cui sopra) siano essi Regioni, Comuni, USL.

Da parte di Pallavicini, Tonizzo e Santanera viene precisato quanto segue:

1) vi sono violenze inflitte ai bambini da fami­liari su cui occorre intervenire. Non vanno però dimenticate le cause socio-economiche che in­fluiscono su queste violenze (mancanza della ca­sa, del lavoro, carenze dei servizi sanitari, socia­li e assistenziali, ecc);

2) vi sono violenze inflitte da enti pubblici e privati: si citano i 65 mila minori ricoverati in istituti di assistenza (secondo i dati ISTAT ag­giornati al 31-12-84) senza che siano assunte ini­ziative previste dalla legge 184/83 (aiuto alle fa­miglie d'origine, adozione, affidamento a scopo educativo, comunità alloggio). Si citano inoltre i 100 mila bambini e ragazzi che evadono la scuo­la dell'obbligo;

3) sulle violenze di cui sopra e sulle altre (ca­renza o più spesso assenza di interventi nei con­fronti di minori handicappati, mancanza o scarsi­tà di iniziative di prevenzione del disagio minori­le, deportazione assistenziale ecc.), finora il prof. Caffo e gli addetti al «Telefono azzurro» hanno ta­ciuto;

4) si riconosce l'utilità di un servizio cui se­gnalare situazioni di abusi e violenze sui minori. Questo servizio, per evitare possibili strumenta­lizzazioni da parte delle Regioni, delle USL e de­gli enti locali, dovrebbe essere autonomo rispetto ai suddetti enti. Dovrebbe quindi essere una del­le attività dell'Ufficio di pubblica tutela;

5) mentre si riconosce che vi sono difficoltà da parte di molti giornalisti della radio e delle te­levisioni, l'esperienza dell'ANFAA, dell'ULCES e del CSA dimostra che è possibile ottenere anche la pubblicazione di notizie riguardanti aspetti e responsabilità sociali;

6) si è fatto presente al prof. Caffo che Pro­spettive assistenziali è a disposizione per pub­blicare uno o più suoi articoli;

7) nel convegno di Sirmione e in quello di To­rino del 23-24 gennaio 1988 «Disagio dei minori - Disagio degli operatori», organizzato dalla as­sociazione operatori contro l'abuso ai minori, non sono state chiamate in causa le responsabilità gravissime e lampanti che gli Amministratori delle Regioni, delle Province, dei Comuni e delle USL hanno nei confronti delle carenze dei servizi assistenziali e nel disimpegno degli altri servizi sociali (assistenza scolastica, sanità, casa, for­mazione professionale, lavoro, ecc.) nei confron­ti dei minori privi di un adeguato sostegno da parte dei familiari.

C'è un grosso rischio che «Telefono azzurro» continui a presentare i problemi socio-assisten­ziali come problemi risolvibili intervenendo esclusivamente a livello tecnico, sottovalutando o dimenticando i condizionamenti politici sulle scelte operative. Al riguardo Pallavicini, Santa­nera e Tonizzo sottolineano che la pluralità di en­ti che dovrebbero intervenire (Comuni, Province, USL) e la non chiarezza delle rispettive compe­tenze è un problema tecnico che però «Telefono azzurro» ha finora ignorato.

Viene anche segnalato il ruolo che il volonta­riato, soprattutto quello familiare e promozionale (e non gestionale), può svolgere (e ha svolto) per il cambiamento culturale e operativo, se opera assumendo come riferimento le esigenze ed i diritti dei minori.

 

 

www.fondazionepromozionesociale.it