Notiziario dell'Unione per la lotta
contro l'emarginazione sociale
PRIVATIZZAZIONE
DELLE IPAB: LETTERA AL PRESIDENTE DELLA CORTE COSTITUZIONALE
Il Comitato
per la difesa dei diritti degli assistiti in data 19 agosto 1988 ha inviato la
seguente lettera al Presidente della Corte costituzionale e al Direttore de
«L'Unità».
«Abbiamo letto su “l'Unità” del 7 agosto u.s.,
l'intervista di Fabio Inwinki e Antonio Zollo «Parla il Presidente della Corte
costituzionale Francesco Saja: Bisogna attuare maggiormente il principio
solidaristico tra cittadini e istituzioni»
«Segnaliamo che la sentenza della Corte Costituzionale
n. 396 del 7 aprile 1988 consente praticamente a tutte le IPAB (Istituzioni
pubbliche di assistenza e beneficenza), di passare dal settore pubblico a
quello privato.
«Anche per la mancanza di qualsiasi idonea
regolamentazione (a questo proposito nella sentenza non c'è nemmeno una parola
per ricordare il problema), il passaggio delle IPAB al settore privato può
comportare l'uso anche a fini non assistenziali dei patrimoni (secondo alcuni
ammontanti complessivamente a 40-50 mila miliardi) o la dissoluzione dei beni
stessi da parte dei privati che praticamente non devono sottostare ad alcun
vincolo e a nessun controllo.
«Al riguardo va osservato altresì che le IPAB hanno
lo scopo di “prestare assistenza ai poveri, tanto in istato di sanità, quanto
di malattia”, mentre nessuna finalità è prevista per quelle che verranno
privatizzate, nemmeno il rispetto della volontà dei fondatori.
«Risulta evidente un gravissimo pregiudizio per le
centinaia di migliaia dei cittadini poveri, che spesso non hanno nemmeno i
mezzi per procurarsi quanto necessario per sopravvivere.
«È questa la solidarietà auspicata dal Presidente
della Corte Costituzionale?».
LETTERA
AL SEN. BOMPIANI
Riportiamo
integralmente la lettera inviata in data 18 luglio 1988 al Sen. A. Bompiani dal
Comitato per la difesa dei diritti degli assistiti.
«Abbiamo esaminato il Suo disegno di legge n. 922 “Legge-quadro
sulla condizione dell'anziano” e siamo rimasti molto sorpresi circa la
previsione di “residenze o case di riposo (che) accolgono e garantiscono la permanenza
anche di anziani non autosufficienti o ammalati cronici» (art. 11).
«Se non si vogliono creare discriminazioni, agli anziani
ammalati cronici dovrebbero essere previste le stesse forme di intervento
(domiciliari, ambulatoriali, ospedaliere) stabilite per gli altri cittadini.
«Ancora più grave è la previsione, contenuta nella
Sua proposta di legge, di attribuzione delle competenze per gli ammalati
cronici al settore assistenziale, settore al quale appartengono le case di
riposo.
«Questa sua posizione ci è ancora più incomprensibile,
dopo aver ascoltato le dichiarazioni da Lei fatte nel corso della presentazione
del documento “Diritti ed esigenze delle persone malate gravemente non
autosufficienti”, presentazione che ha avuto luogo a Roma il 10 marzo 1987. In
tale occasione Lei non solo aveva preso posizione contro il trasferimento delle
funzioni dal settore sanitario a quello assistenziale previsto dal D.P.C.M.
dell'8 agosto 1985, ma si era anche impegnato a promuovere un dibattito in sede
alla Commissione Sanità che Lei presiedeva».
CARENZA
DI INFERMIERI
In data 5
maggio 1988 «La Stampa» ha pubblicato la seguente lettera del Coordinamento
Sanità e Assistenza fra i movimenti di base, lettera rimasta finora senza
risposta da parte della Regione Piemonte.
«Da anni la Regione Piemonte e le Usl lamentano la
mancanza di infermieri professionali. Per tale motivo - viene detto - sono
carenti i servizi ospedalieri e ambulatoriali. La carenza è totale a livello
domiciliare. Solo presso l'Usl 8 di Torino funziona un servizio di
ospedalizzazione a domicilio con 10 infermieri, la cui validità è stata messa
in risalto dalla lettera pubblicata su Specchio
dei tempi del 24 aprile.
«Di fronte a questa situazione, è sconcertante
leggere sul Bollettino ufficiale che la Regione ha autorizzato il trasferimento
presso altre Usl (Palermo, Agrigento, Roma, ecc.) di 16 tra infermieri e altri
operatori sanitari. Sembra che negli ultimi 5 anni detti trasferimenti siano
stati alcune centinaia. È giustificata questa emorragia?».
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