Prospettive assistenziali, n. 83, luglio-settembre 1988

 

 

Specchio nero

 

 

REGIONI EMILIA ROMAGNA E TOSCANA: SI ALL'ANAGRAFE DEI CANI, O ALL'ANAGRAFE DELLE PERSONE RICOVERATE IN ISTITUTO

 

Le Regioni Emilia Romagna (legge 25 febbraio 1988 n. 5) e Toscana (legge 19 gennaio 1987 n. 4) hanno disposto l'istituzione dell'anagrafe dei cani, in modo da attuare «il controllo sulla popola­zione canina».

Da anni si attende che le Regioni, comprese l'Emilia Romagna e la Toscana, attuino «il con­trollo sulla popolazione ricoverata in istituti di assistenza». Questa richiesta nasce dall'esigen­za di conoscere l'andamento qualitativo e quan­titativo dei ricoveri al fine di predisporre adegua­ti controlli sulle condizioni di vita degli interes­sati e per individuare le iniziative da predisporre per la prevenzione dell'istituzionalizzazione.

È troppo chiedere che ciò che è stato fatto per i cani, venga attuato anche per i minori, gli han­dicappati e gli anziani? (1).

 

 

ACOUISTARE COLOMBE PASQUALI MOTTA PER FARE LA CARITA’

 

Si parla sempre meno di diritti e sempre più di beneficenza, di offerte di denaro, di carità pe­losa. Sono lontani i tempi del Concilio Ecumeni­co Vaticano II in cui si affermava:

«I diritti delle persone, delle famiglie e dei gruppi e il loro esercizio devono essere ricono­sciuti, rispettati e promossi, non meno dei dove­ri ai quali ogni cittadino è tenuto» (Gaudium et Spes, 75);

«Siano adempiuti gli obblighi di giustizia per­ché non avvenga che si offra come dono di carità ciò che è già dovuto a titolo di giustizia» (Apo­stolicam actuositatem, 8).

Dash e Dixan sono stati i primi ad incentivare il pubblico all'acquisto dei propri prodotti con il pretesto di partecipare a opere di interesse so­ciale.

Celentano ha reclamizzato «Missione Bontà» (2) ottenendo un aumento delle vendite del Dash del 10%; Sandra Milo, con la trasmissione «Pic­coli Fans», ha questuato a favore dell'Unione italiana ciechi.

Anche Pippo Baudo, nella trasmissione «Fe­stival» del 27 dicembre 1987, ha raccolto denaro per un istituto di assistenza.

Infine Raffaella Carrà ha rilanciato l'abbina­mento prodotti commerciali-opere di carità. L'acquisto di una colomba pasquale Motta è sta­to pubblicizzato come contributo alla costruzione di un istituto per cinquanta tossicodipendenti, istituto che, in violazione alle leggi vigenti (3), verrà gestito dalla Croce Rossa Italiana.

Secondo notizie giornalistiche, l'iniziativa «Co­lomba pasquale Motta - Beneficenza per i tossi­codipendenti - Nuovi spazi operativi della Croce Rossa Italiana» ha - purtroppo - l'avallo di Madre Teresa di Calcutta.

 

 

 

(1) Cfr. Prospettive assistenziali, n. 35, luglio-settembre 1976, «Proposta di un sistema informativo regionale nel campo dell'assistenza»; n. 42, aprile-giugno 1988, «Anagra­fe dei ricoverati in istituto»; n. 77, gennaio-marzo 1987, «Per una anagrafe dei minori ricoverati in istituto».

(2) Mentre i soldi (mille lire per un mattone) sono stati raccolti affermando che venivano utilizzati per la costru­zione di una scuola, il villaggio edificato in Kenia com­prende anche un internato per 160 allievi.

(3) Cfr. l'art. 70 della legge 23 dicembre 1978 n. 833 e il DPR 31 luglio 1980 n. 613.

 

 

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