Prospettive assistenziali, n. 85, gennaio-marzo 1989

 

 

Editoriale

 

APPELLO ALLE DONNE E AGLI UOMINI DI CULTURA PER LA DIFESA DELLE NECESSITA E DEI DIRITTI DELLE PERSONE GRAVEMENTE NON AUTOSUFFICIENTI

 

 

1. - La popolazione italiana continua ad invecchiare. Non si tratta di una caratteristica esclusivamente italiana, ma nel nostro Paese l'invecchiamento demografico potrebbe risultare particolarmente accentuato a causa di una più in­tensa contrazione delle nascite. Già ora si conta­no difatti 22 persone in età superiore a 65 anni ogni 100 persone tra 20 e 64 anni; mentre, prose­guendo l'attuale tendenza al declino della natali­tà, si giungerebbe, poco dopo la svolta del seco­lo, ad avere più di 20 ultrasessantacinquenni e più di 5 ultraottantenni ogni cento abitanti.

2. - L'invecchiamento della popolazione è evidentemente destinato a lasciare tracce pro­fonde in numerosi aspetti della società: dal set­tore della previdenza a quello sanitario, dall'as­setto urbano alla struttura delle relazioni inter­personali sino alla mentalità collettiva. Tra questi, particolare rilievo assume, tuttavia, il problema di coloro che all'età avanzata associano infermità e malattie che ne impediscono o ne limitano gra­vemente la capacità di badare a se stessi e l'au­tonomia. A causa delle loro condizioni psico-fisi­che, queste persone non sono spesso nemmeno in grado di esprimere le loro necessità fondamen­tali: dipendono completamente dalla volontà al­trui, sono alla mercé di chi si rende disponibile ad aiutarle, curarle, accudirle.

3. - Ciascuno di noi potrebbe trovarsi un gior­no in queste condizioni, vuoi per il sopravvenire di eventi accidentali, vuoi per effetto del natura­le processo di invecchiamento. Nondimeno, la società pare aver rimosso questo problema; si limita, talvolta, a manifestare commiserazione, ma non ha ancora espresso né adeguata compren­sione delle sue dimensioni, né ha provveduto ad approntare le soluzioni richieste dalla gravità e dall'urgenza del problema.

Apparentemente, l'unica risposta sinora prati­cata è quella di un'eutanasia d'abbandono, la qua­le giustifica e nasconde l'indifferenza della socie­tà per il problema sotto la veste ipocrita di un provvedimento che si vuole fondato su una deci­sione puramente razionale.

4. - Accanto all'elusione di un'etica della soli­darietà nei confronti di coloro che possono pre­tendere di essere chiamati «gli ultimi», non me­no gravi sono le innumerevoli violazioni della «tutela della salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività», non­ché le violazioni dei «limiti imposti dal rispetto della persona umana»: entrambi, come noto, co­stituzionalmente protetti.

Così, in un quadro di interventi socio-sanitari tuttora caratterizzato, anche per ammissione de­gli stessi responsabili, da inspiegabili carenze sul piano della prevenzione, delle cure terapeu­tiche e riabilitative, deve di fatto constatarsi, ri­spetto al problema dei non autosufficienti, una sistematica violazione delle leggi vigenti.

Il diritto degli anziani cronici non autosufficienti all'ottenimento delle necessarie cure sanitarie, ivi comprese quelle erogate in ambito ospeda­liero, risulta in effetti chiaramente dalle seguen­ti disposizioni di legge:

- l'assistenza sanitaria deve essere fornita sen­za limiti di durata alle persone colpite da malat­tie specifiche della vecchiaia, in base alla legge n. 692 del 4 agosto 1955;

- l'assistenza ospedaliera deve essere assicu­rata a tutti gli anziani n quando gli accertamenti diagnostici, le cure mediche e chirurgiche non siano normalmente praticabili a domicilia n se­condo il decreto del Ministro del lavoro del 21 dicembre 1956;

- è fatto obbligo alle Regioni di programmare i posti letto degli ospedali, tenendo conto delle esi­genze dei malati «acuti, cronici, convalescenti e lungodegenti», come recita l'art. 29 della legge n. 132 del 12 febbraio '68, legge tuttora in vigore;

- ancora, le Unità Sanitarie Locali devono assi­curare a tutti i cittadini, indipendentemente da li­miti di età, le necessarie prestazioni dirette alla prevenzione, cura e riabilitazione delle malattie mentali, secondo la legge n. 180 del 13 maggio 1978;

- infine, la legge di riforma sanitaria n. 833 del 23 dicembre 1978 obbliga le Unità Sanitarie Locali a provvedere alla «tutela della salute degli an­ziani, anche al fine di prevenire e di rimuovere le condizioni che possono concorrere alla loro emarginazione». Le prestazioni atte a questo scopo devono essere fornite agli anziani, come a tutti i cittadini, qualunque siano le «cause, la fenomenologia e la durata delle malattie».

5.-Le gravi, inammissibili violazioni di queste norme hanno dunque prodotto condizioni di vita inaccettabili per una quota considerevole delle persone che non possono altrimenti fare asse­gnamento sulla disponibilità di congiunti o sulla solidarietà di altri, peraltro non sempre all'altezza del compito per mancanza delle competenze richieste nel trattamento del paziente cronico. Insufficienti sono gli interventi di tipo domicilia­re, nonostante che il costo di queste prestazioni sia di gran lunga inferiore al costo del ricovero ospedaliero. Altrettanto scarse sono le misure di natura preventiva. Ma soprattutto grave è la forzata e frequente rimozione dell'anziano non autosufficiente dal settore sanitario a quello assi­stenziale: con l'ovvia conseguenza di lacerare o allentare il collegamento tra gli interventi di tipo sanitario e gli interventi di tipo sociale, ma an­che di ridurre talvolta l'erogazione delle cure terapeutiche e riabilitative anche laddove esse risultano ancora indispensabili per la tutela della salute del malato cronico o per il lenimento delle sofferenze.

6. - Ciò premesso, il CSA - Comitato per la difesa dei diritti degli assistiti (1), fa appello a tutti i cittadini e, in particolare, alle persone di cultura (giuristi, filosofi, sociologi, psicologi, teo­logi, scrittori, giornalisti, ecc.), affinché si diffon­dano la coscienza e la conoscenza di questo gra­ve problema; affinché si approntino le necessarie misure per arginare il fenomeno della cosiddetta eutanasia d'abbandono; affinché sia riconosciuto il diritto delle persone non autosufficienti, inca­paci di auto-tutela, ad una dignitosa assistenza.

7. - Tra le iniziative possibili che si intendo­no sollecitare tramite questo appello, si richiama in particolare l'attenzione sulle seguenti:

- pubblicizzazione e denuncia delle situazioni di più grave disagio e delle forme di violazione normativa;

- diffusione di documenti significativi atti a far conoscere il problema nelle sue dimensioni quan­titative e qualitative;

- studi e ricerche, in particolare in ambiente uni­versitario (tramite l'organizzazione di seminari di studio, convegni, l'attribuzione di tesi di laurea, etc.);

- predisposizione di pubblicazioni di tipo scienti­fico e divulgativo;

- consulenza prestata ad associazioni di volon­tariato e agli operatori che lavorano in questo set­tore.

 

Bibliografia essenziale

 

- I diritti negati degli anziani non autosufficienti, Atti del seminario della Fondazione Zancan, tenu­tosi a Serramazzoni (Modena) dal 22 al 26 novem­bre 1987, in Servizi sociali, n. 2, 1988.

- Massimo Dogliotti, I diritti dell'anziano, in Ri­vista trimestrale di diritto e procedura civile, n. 3, settembre 1987.

- Carlo Hanau, Fattori sanitari, sociali ed econo­mici influenti sulla ospedalizzazione, Università degli Studi di Modena - Studi e ricerche del Di­partimento di Economia politica, 1986.

- AA.VV., La degenza prolungata in ospedale - Indagine conoscitiva nella USL Roma 4, 1988.

- Francesco Santanera e Maria Grazia Breda, Vecchi da morire - Libro bianco sui diritti violati degli anziani malati cronici - Manuale per pazienti e familiari, Presentazione di Norberto Bobbio, Ro­senberg & Sellier, Torino, 1a ristampa 1987.

- Fabrizio Fabris e Luigi Pernigotti, Ospedalizza­zione a domicilio - Curare a casa malati acuti e cronici, come e perché, Prefazione di Alessandro Beretta Anguissola, Nota introduttiva di Luciano Gallino, Rosenberg & Sellier, Torino, 1a ristampa 1988.

- Carlo Maria Martini, Norberto Bobbio, Fabri­zio Fabris, Marco Trabucchi, Domenico Casa­grande, Giovanna Bitto, Piero Rescigno, Massi­mo Dogliotti, Giorgio Battistacci, Paolo Cappelli­ni, Luigi Pernigotti, Rita Lacava, Enrico Pascal, Silvia Marangoni, Eutanasia da abbandono - An­ziani cronici non autosufficienti: nuovi orienta­menti culturali e operativi, Post-fazione di Gia­como Perico, Rosenberg & Sellier, Torino, 1988.

 

 

 

(1) Fanno parte del C.S.A. le seguenti Organizzazioni: Associazione italiana assistenza spastici, sezione di To­rino; Associazione italiana sclerosi multipla, sezione pie­montese; Associazione nazionale famiglie adottive e af­fidatarie; Centro di informazioni politiche ed economiche; Centro studi città difficile; Cogidas; Comitato integrazio­ne scolastica handicappati; Coordinamento dei comitati spontanei di quartiere; Coordinamento para e tetraplegi­ci; C.S.A. 39 (Chivasso); Gruppo inserimento sociale han­dicappati USSL 27; Unione italiana ciechi, sezione di Tori­no; Unione italiana per la lotta contro la distrofia musco­lare, sezione di Torino; Unione per la lotta contro l'emar­ginazione sociale. La sede del Comitato per la difesa dei diritti degli assistiti è in Via Artisti 34, 10124 Torino, Te­lefono 011-831.279 (ore 9-12).

 

 

www.fondazionepromozionesociale.it