APPELLO ALLE DONNE E
AGLI UOMINI DI CULTURA PER LA DIFESA DELLE NECESSITA E DEI DIRITTI DELLE
PERSONE GRAVEMENTE NON AUTOSUFFICIENTI
1. - La popolazione italiana continua ad invecchiare.
Non si tratta di una caratteristica esclusivamente italiana, ma nel nostro
Paese l'invecchiamento demografico potrebbe risultare particolarmente
accentuato a causa di una più intensa contrazione delle nascite. Già ora si
contano difatti 22 persone in età superiore a 65 anni ogni 100 persone tra 20
e 64 anni; mentre, proseguendo l'attuale tendenza al declino della natalità,
si giungerebbe, poco dopo la svolta del secolo, ad avere più di 20 ultrasessantacinquenni e più di 5 ultraottantenni ogni cento abitanti.
2. - L'invecchiamento della popolazione è evidentemente
destinato a lasciare tracce profonde in numerosi aspetti della società: dal
settore della previdenza a quello sanitario, dall'assetto urbano alla
struttura delle relazioni interpersonali sino alla mentalità collettiva. Tra
questi, particolare rilievo assume, tuttavia, il problema di coloro che all'età
avanzata associano infermità e malattie che ne impediscono o ne limitano gravemente
la capacità di badare a se stessi e l'autonomia. A causa delle loro condizioni
psico-fisiche, queste persone non sono spesso nemmeno in grado di esprimere le
loro necessità fondamentali: dipendono completamente dalla volontà altrui,
sono alla mercé di chi si rende disponibile ad aiutarle, curarle, accudirle.
3. - Ciascuno di noi potrebbe trovarsi un giorno in
queste condizioni, vuoi per il sopravvenire di eventi accidentali, vuoi per
effetto del naturale processo di invecchiamento. Nondimeno, la società pare
aver rimosso questo problema; si limita, talvolta, a manifestare
commiserazione, ma non ha ancora espresso né adeguata comprensione delle sue
dimensioni, né ha provveduto ad approntare le soluzioni richieste dalla gravità
e dall'urgenza del problema.
Apparentemente, l'unica risposta sinora praticata è
quella di un'eutanasia d'abbandono,
la quale giustifica e nasconde l'indifferenza della società per il problema
sotto la veste ipocrita di un provvedimento che si vuole fondato su una decisione
puramente razionale.
4. - Accanto all'elusione di un'etica della solidarietà
nei confronti di coloro che possono pretendere di essere chiamati «gli
ultimi», non meno gravi sono le innumerevoli violazioni della «tutela della
salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della
collettività», nonché le violazioni dei «limiti imposti dal rispetto della
persona umana»: entrambi, come noto, costituzionalmente protetti.
Così, in un quadro di interventi socio-sanitari
tuttora caratterizzato, anche per ammissione degli stessi responsabili, da
inspiegabili carenze sul piano della prevenzione, delle cure terapeutiche e
riabilitative, deve di fatto constatarsi, rispetto al problema dei non
autosufficienti, una sistematica violazione delle leggi vigenti.
Il diritto degli anziani cronici non autosufficienti
all'ottenimento delle necessarie cure sanitarie, ivi comprese quelle erogate in
ambito ospedaliero, risulta in effetti chiaramente dalle seguenti
disposizioni di legge:
- l'assistenza sanitaria deve essere fornita senza
limiti di durata alle persone colpite da malattie specifiche della vecchiaia,
in base alla legge n. 692 del 4 agosto 1955;
- l'assistenza ospedaliera deve essere assicurata a
tutti gli anziani n quando gli accertamenti diagnostici, le cure mediche e
chirurgiche non siano normalmente praticabili a domicilia n secondo il decreto
del Ministro del lavoro del 21 dicembre 1956;
- è fatto obbligo alle Regioni di programmare i posti
letto degli ospedali, tenendo conto delle esigenze dei malati «acuti, cronici,
convalescenti e lungodegenti», come recita l'art. 29 della legge n. 132 del 12
febbraio '68, legge tuttora in vigore;
- ancora, le Unità Sanitarie Locali devono assicurare
a tutti i cittadini, indipendentemente da limiti di età, le necessarie
prestazioni dirette alla prevenzione, cura e riabilitazione delle malattie
mentali, secondo la legge n. 180 del 13 maggio 1978;
- infine, la legge di riforma sanitaria n. 833 del 23
dicembre 1978 obbliga le Unità Sanitarie Locali a provvedere alla «tutela della
salute degli anziani, anche al fine di prevenire e di rimuovere le condizioni
che possono concorrere alla loro emarginazione». Le prestazioni atte a questo
scopo devono essere fornite agli anziani, come a tutti i cittadini, qualunque
siano le «cause, la fenomenologia e la durata delle malattie».
5.-Le gravi, inammissibili violazioni di queste norme
hanno dunque prodotto condizioni di vita inaccettabili per una quota
considerevole delle persone che non possono altrimenti fare assegnamento sulla
disponibilità di congiunti o sulla solidarietà di altri, peraltro non sempre
all'altezza del compito per mancanza delle competenze richieste nel trattamento
del paziente cronico. Insufficienti sono gli interventi di tipo domiciliare,
nonostante che il costo di queste prestazioni sia di gran lunga inferiore al
costo del ricovero ospedaliero. Altrettanto scarse sono le misure di natura
preventiva. Ma soprattutto grave è la forzata e frequente rimozione
dell'anziano non autosufficiente dal settore sanitario a quello assistenziale:
con l'ovvia conseguenza di lacerare o allentare il collegamento tra gli interventi
di tipo sanitario e gli interventi di tipo sociale, ma anche di ridurre
talvolta l'erogazione delle cure terapeutiche e riabilitative anche laddove
esse risultano ancora indispensabili per la tutela della salute del malato
cronico o per il lenimento delle sofferenze.
6. - Ciò premesso, il CSA - Comitato per la difesa
dei diritti degli assistiti (1), fa appello a tutti i cittadini e, in
particolare, alle persone di cultura (giuristi, filosofi, sociologi, psicologi,
teologi, scrittori, giornalisti, ecc.), affinché si diffondano la coscienza e
la conoscenza di questo grave problema; affinché si approntino le necessarie
misure per arginare il fenomeno della cosiddetta eutanasia d'abbandono;
affinché sia riconosciuto il diritto delle persone non autosufficienti, incapaci
di auto-tutela, ad una dignitosa assistenza.
7. - Tra le iniziative possibili che si intendono
sollecitare tramite questo appello, si richiama in particolare l'attenzione
sulle seguenti:
- pubblicizzazione e denuncia delle situazioni di più
grave disagio e delle forme di violazione normativa;
- diffusione di documenti significativi atti a far
conoscere il problema nelle sue dimensioni quantitative e qualitative;
- studi e ricerche, in particolare in ambiente universitario
(tramite l'organizzazione di seminari di studio, convegni, l'attribuzione di
tesi di laurea, etc.);
- predisposizione di pubblicazioni di tipo scientifico
e divulgativo;
- consulenza prestata ad associazioni di volontariato
e agli operatori che lavorano in questo settore.
Bibliografia essenziale
- I diritti negati degli anziani non
autosufficienti, Atti del seminario della Fondazione Zancan, tenutosi a
Serramazzoni (Modena) dal 22 al 26 novembre 1987, in Servizi sociali, n. 2, 1988.
- Massimo Dogliotti, I diritti
dell'anziano, in Rivista trimestrale di
diritto e procedura civile, n. 3, settembre 1987.
- Carlo Hanau, Fattori sanitari, sociali ed economici influenti sulla
ospedalizzazione, Università degli Studi di Modena - Studi e ricerche del
Dipartimento di Economia politica, 1986.
- AA.VV., La degenza prolungata in ospedale - Indagine conoscitiva nella USL Roma
4, 1988.
- Francesco Santanera e Maria Grazia
Breda, Vecchi da morire - Libro bianco
sui diritti violati degli anziani malati cronici - Manuale per pazienti e
familiari, Presentazione di Norberto Bobbio, Rosenberg & Sellier,
Torino, 1a ristampa 1987.
- Fabrizio Fabris e Luigi Pernigotti, Ospedalizzazione a domicilio - Curare a
casa malati acuti e cronici, come e perché, Prefazione di Alessandro
Beretta Anguissola, Nota introduttiva di Luciano Gallino, Rosenberg &
Sellier, Torino, 1a ristampa 1988.
- Carlo Maria Martini, Norberto Bobbio, Fabrizio
Fabris, Marco Trabucchi, Domenico Casagrande, Giovanna Bitto, Piero Rescigno,
Massimo Dogliotti, Giorgio Battistacci, Paolo Cappellini, Luigi Pernigotti,
Rita Lacava, Enrico Pascal, Silvia Marangoni, Eutanasia da abbandono - Anziani cronici non autosufficienti: nuovi
orientamenti culturali e operativi, Post-fazione di Giacomo Perico,
Rosenberg & Sellier, Torino, 1988.
(1) Fanno parte del C.S.A. le
seguenti Organizzazioni: Associazione italiana assistenza spastici, sezione di
Torino; Associazione italiana sclerosi multipla, sezione piemontese;
Associazione nazionale famiglie adottive e affidatarie; Centro di informazioni
politiche ed economiche; Centro studi città difficile; Cogidas; Comitato
integrazione scolastica handicappati; Coordinamento dei comitati spontanei di
quartiere; Coordinamento para e tetraplegici; C.S.A. 39 (Chivasso); Gruppo
inserimento sociale handicappati USSL 27; Unione italiana ciechi, sezione di
Torino; Unione italiana per la lotta contro la distrofia muscolare, sezione
di Torino; Unione per la lotta contro l'emarginazione sociale. La sede del
Comitato per la difesa dei diritti degli assistiti è in Via Artisti 34, 10124
Torino, Telefono 011-831.279 (ore 9-12).
www.fondazionepromozionesociale.it