DELIBERATO DAL COMUNE DI TORINO
L'UTILIZZO A FINI SANITARI PER ANZIANI CRONICI NON AUTOSUFFICIENTI DI ISTITUTI
ASSISTENZIALI
Da oltre
dieci anni, il CSA - Coordinamento sanità e assistenza fra i movimenti di base
di Torino e il relativo Comitato per la difesa dei diritti degli assistiti
sono attivamente impegnati per ottenere che la Regione Piemonte, i Comuni e le
USSL riconoscano il diritto degli anziani cronici non autosufficienti alle cure
sanitarie.
È stato e
viene richiesto che queste cure vengano fornite in primo luogo a casa del
paziente (ospedalizzazione a domicilio), perché più idonee per i pazienti e
meno costose (70 mila lire al giorno) rispetto al ricovero in ospedale (300
mila lire al dì) (1).
Per gli
anziani che necessitano di ricovero, il CSA ha richiesto l'istituzione,
prevista anche dalla legge della Regione Piemonte 3 maggio 1985 n. 59, di
strutture sanitarie per la deospedalizzazione protetta. A tale fine il Comune
di Torino ha appaltato la ristrutturazione di un ospedale, il Birago di
Vische, per una capienza di circa 150 posti.
Tenuto però
conto che sono circa 1.000 gli anziani cronici non autosufficienti di Torino,
spesso con gravi e molteplici patologie, ricoverati nei quattro principali
istituti torinesi (2), da tempo il CSA richiede che gli anziani
malati siano riconosciuti come tali e quindi la competenza venga attribuita al
comparto sanitario.
Questa
richiesta è stata avanzata poiché oggi è assolutamente impossibile, per carenza
di posti letto, ricoverare i mille anziani nelle strutture sanitarie
cittadine.
Pertanto,
quale misura di emergenza e quindi transitoria, è stata rivendicata la
trasformazione dei posti letto assistenziali in posti letto sanitari (e quindi
gratuiti) per tutti gli anziani cronici non autosufficienti ricoverati nelle
quattro strutture di cui sopra.
Le
resistenze del Comune di Torino e della Regione Piemonte sono state durissime.
Ma incessanti sono state le iniziative del CSA (3) a cui
ultimamente si sono affiancati anche i Sindacati CGIL, CISL, UIL, in
particolare quelli dei pensionati.
Un primo
risultato, sia pure parziale, è stato ottenuto con l'approvazione da parte
della Giunta comunale di Torino, avvenuta il 6 dicembre 1988, della
deliberazione n. 8814750/19 che riportiamo integralmente.
OGGETTO:
UTILIZZO PARZIALE A FINI SANITARI DEGLI ISTITUTI SOCIO-ASSISTENZIALI «ISTITUTO
DI RIPOSO PER LA VECCHIAIA» E «CASA GERIATRICA CARLO ALBERTO».
L'Assessore all'Assistenza sociale Bracco riferisce:
La situazione degli anziani cronici non autosufficienti
che necessitano di ricovero in adeguate strutture è da tempo al centro del
dibattito culturale e sociale odierno ed all'attenzione degli organi
istituzionali preposti alla Sanità e all'Assistenza.
Nell'insieme dei provvedimenti che a livello nazionale
regolano la materia, si citano il DPCM dell'8 agosto 1985, che detta norme ed
indirizzi in merito alle attività socio assistenziali, considerate a rilievo
sanitario e, particolarmente, la legge 25 ottobre 1985 n. 595 attinente alle
norme per la programmazione sanitaria ed il piano sanitario triennale 1986-88.
Riprendendo obiettivi e orientamenti della legge n.
833/78 istitutiva del Servizio sanitario nazionale, tale legge riconferma la
priorità dell'obiettivo «tutela della salute» della popolazione anziana (art.
8), nel quadro di una integrazione funzionale e operativa tra servizi sanitari
e socio assistenziali.
La Regione Piemonte, peraltro, nell'esercizio della
sua funzione legislativa e di organizzazione, ha da tempo puntualizzato, sia
nell'ambito della legge di riordino dei servizi socio assistenziali (legge 20
agosto 1982 e successive modificazioni) che nelle leggi di Piano socio
sanitario (legge regionale 10 marzo 1982 n. 7 e legge regionale 9 maggio 1985
n. 59), criteri e modalità per garantire agli anziani e, in particolare, agli
anziani non autosufficienti che necessitano di ricovero, una tutela sanitaria e
socio assistenziale conforme alle leggi vigenti e quanto più possibile
adeguata, attuata nell'integrazione formale e sostanziale dei servizi sanitari
e socio assistenziali.
In questo quadro la legge 59/85 citata che indica le
caratteristiche e criteri di utilizzo dei presidi socio assistenziali a
carattere residenziale, prevede altresì che tali presidi possano essere
utilizzati anche «a fini sanitari, soprattutto per la deospedalizzazione
protetta» secondo le indicazioni del piano regionale, ponendone la gestione a
carico dei servizi sanitari e del relativo fondo regionale, fermo restando il
supporto che viene garantito dal servizio socio assistenziale.
Questa modalità di utilizzo è confermata dalla
delibera Consiglio regionale 31 luglio 1986 n. 24511964 attinente
l'approvazione dei criteri per l'individuazione delle attività socio
assistenziali a rilievo sanitario in cui al Titolo IV (Tutela sanitaria e
socio assistenziale delle persone anziane - ultimo capoverso) si precisa che in
tale caso nelle residenze protette ci si ripropone di garantire risposte
sanitarie che possono per la loro caratteristica essere mediate da una
struttura meno complessa dell'ospedale.
Tenendo presenti gli indirizzi regionali e valutando
che nei confronti di anziani non autosufficienti malati, perciò necessitanti
di cure sanitarie continuative, non sono a disposizione in Città un numero
sufficiente di strutture idonee, intendendo che al settore socio assistenziale
non compete svolgere funzioni vicarie della sanità, con pregiudizio dei
diritti degli anziani di cui trattasi, valuta opportuno siano messi a
disposizione delle UU.SS.SS.LL. torinesi perché vengano utilizzati a fini
sanitari: n. 100 posti letto presso l'istituto di riposo per la vecchiaia -
Corso Unione Sovietica n. 220, a gestione comunale, e n. 100 posti letto presso
la Casa di riposo geriatrica Carlo Alberto - Corso Casale n. 56, non appena
l'Amministrazione comunale subentrerà nella gestione dell'IPAB, attualmente in
via di scioglimento.
Si ritiene che tale decisione debba essere assunta
dal Consiglio comunale nella sua veste di assemblea delle UU.SS.SS.LL.
cittadine, nonché in virtù delle sue funzioni di coordinamento degli interventi
in materia sanitaria e socio assistenziale di cui all'art. 5 della legge
regionale 13 agosto 1986 n. 35 e nelle more del trasferimento delle funzioni
socio assistenziali alle UU.SS.SS.LL. subcomunali.
Le UU.SS.SS.LL. competenti per territorio in raccordo
con l'Assessorato all'assistenza comunale predisporranno gli atti formali ed
il progetto operativo di presa in carico di tale attività.
La Giunta municipale, tutto ciò premesso, visto
l'art. 131 del T.U. della legge comunale e provinciale approvato con R.D. 4
febbraio 1915, n. 148, viste le disposizioni legislative sopra richiamate, con
voti unanimi propone al Consiglio comunale di deliberare:
- l'utilizzo a fini sanitari di n. 200 letti nelle
residenze socio assistenziali Istituto di riposo per la vecchiaia e Casa di
riposo geriatrica Carlo Alberto nei termini e con le modalità previste in
narrativa, con la predisposizione da parte delle UU.SS.SS.LL. TO II e TO VIII,
competenti per il territorio in cui insistono le istituzioni di cui trattasi e
in raccordo con l'Assessorato all'assistenza, degli atti formali e del piano
operativo necessario per l'attuazione della presente deliberazione;
- di sottoporre alla Regione Piemonte tale proposta
per la relativa approvazione finanziaria.
(1) Ovviamente le domande di ricovero
sono maggiori nei casi di assenza o carenza dei servizi domiciliari.
(2) Si tratta dell'Istituto di riposo
per la vecchiaia gestito direttamente dal Comune di Torino e dalle IPAB Carlo
Alberto, Convalescenziario alla Crocetta, Opera Pia Lotteri.
(3) Citiamo, ad esempio, i numerosi
volantinaggi, gli interventi a dibattiti, gli articoli su giornali e riviste e
il convegno di Torino del 12 novembre 1988.
Segnaliamo inoltre il lavoro dl consulenza
e tutela svolto dal Comitato per la difesa del diritti degli assistiti la
redazione e la stampa dei libretti «Che cosa fare per evitare le dimissioni
selvagge degli anziani» e «Note informative per gli anziani cronici non
autosufficienti ricoverati in residenze protette o in case di riposo pubbliche
e private e per i loro familiari».
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