Specchio nero
MALATI MENTALI ACUTI E
MALATI FISICI NON AUTOSUFFICIENTI: UNA CONVIVENZA DRAMMATICA
Un anziano ricoverato nella Casa di riposo di
Pistoia, del tutto paralizzato e indifeso, è stato ucciso il 16 novembre scorso
dal suo compagno di stanza, che, nel passato, era già stato ricoverato in
ospedale psichiatrico per episodi di violenza.
Il fatto ripropone con forza e con drammatica
evidenza il problema delle modalità sbrigative con cui sono effettuati molti
ricoveri nelle cosiddette case protette, e mette in luce le nefaste convivenze
imposte per l'emarginazione dei più deboli.
L'Assessore alla sicurezza sociale (sic!) della
Regione Toscana, Bruno Benigni, ha tentato di cavarsela dichiarando: «Il fatto accaduto è di quelli che si
possono ascrivere ad una circostanza imprevedibile».
LE
BAMBOLE DISABILI: DALL'INNATURALE PUÒ NASCERE SOLO REPULSIONE, NON SOLIDARIETÀ
«Negli Stati
Uniti stanno ottenendo un grande successo le Bambole Hals Pals. Si tratta di
bambole costruite deliberatamente con una visibile malformazione fisica, come
un arto amputato, un cornetto acustico per ovviare alla sordità, spessi
occhiali da vista o la mancanza di un occhio o di qualche altro organo. Lo
scopo educativo è assai chiaro: abituare i bambini ad avere cura ed amare anche
un bambolotto con un difetto fisico. Un atteggiamento del genere renderà
naturalmente il bambino ad essere più disponibile e comprensivo verso piccoli
malformati. Inoltre, il bambino disabile saprà di non essere il solo a
soffrirne e che altri coetanei sono vittima come lui dell'handicap, ma che ciò
non impedisce normali rapporti di affetto e socializzazione. La creatrice,
Susan Anderson, dice di aver avuto l'idea in un ospedale per bambini, dove
medici umani e comprensivi spiegavano prima al piccolo malato, mostrandoglielo
su un orsacchiotto, dove stava il male e come lo avrebbero eliminato».
Questo sconcertante trafiletto di «propaganda» non è
tratto da un dépliant pubblicitario
della casa produttrice, ma purtroppo da una sede insolita, che dovrebbe
dimostrare ben altra sensibilità: si tratta del numero speciale di Natale 1988
del giornale «Giallo di sera», scritto e stampato da handicappati «gravi e
gravissimi» dei Centri territoriali di riabilitazione del Comune di Milano...
OPERATORI
ACEFALI
Con un ordine di servizio, l'Assessore all'assistenza
e il Dirigente amministrativo dei servizi sociali del Comune di Torino hanno
disposto che «nelle relazioni sui minori
redatte dai Servizi sociali decentrati per l'invio di competenza di questo assessorato
al Tribunale per i minorenni, non vi sia alcuna proposta operativa, ma che le
stesse relazioni concludano esclusivamente con la dizione "tanto si
comunica per gli eventuali provvedimenti che il Tribunale intenderà assumere”».
In sostanza gli operatori devono solo fotografare la
situazione. Per le proposte di intervento devono essere acefali.
Le disposizioni dell'Assessore e del Dirigente
amministrativo ci fanno venire in mente l'ordine mussoliniano «Qui si lavora,
non si discute».
www.fondazionepromozionesociale.it