Specchio nero
DUE
PESI E DUE MISURE NEI CONFRONTI DELLA VIOLENZA AI MINORI
La pubblicità, specialmente quella televisiva,
continua a bombardare la gente di messaggi contro la violenza ai minori. È
ovvia l'esigenza di combattere ogni forma di violenza, specialmente nei
confronti di coloro che non sono in grado di autodifendersi.
Vorremmo però sapere, per quale motivo, la pubblicità
televisiva e telefono azzurro, mai e poi mai, dicono qualcosa contro la
violenza del ricovero in istituto, nonostante che questa violenza, spesso
spietata, colpisca 50 mila minori.
TICKET
NO, TICKET SI
Grandi proteste, articoli, cortei contro il ticket di
10 mila lire per ogni giornata di ricovero in ospedale, ticket da cui sono
esenti i cittadini con bassi redditi.
Nessuna protesta, nemmeno da parte dei Sindacati
pensionati e delle numerose organizzazioni di tutela dei diritti degli
anziani, per il ticket di 30-50 mila lire al giorno per il ricovero in istituti
di assistenza di anziani malati cronici non autosufficienti. Pagano anche
coloro che hanno la misera pensione sociale di L. 250 mila al mese, pensione
che viene incamerata dalle USL e dai Comuni.
QUANDO
I SERVIZI FUNZIONANO MALE
Quando i servizi non funzionano può succedere che
l'anziano «tutelato» e «rispettato» sulla carta, possa trovarsi da un momento
all'altro sul lastrico.
Giovanni Farfoglia cardiopatico (classe 1919)
bolognese dal 1961, per un «disguido burocratico» dal 27 marzo 1988 si trova in
mezzo alla strada.
Il «Segretariato per i senza casa» (Strada Maggiore
13, Bologna, tel. 273.803) è intervenuto sia presso l'Assessorato alle
politiche sociali del Comune di Bologna (che non si è neppure degnato di un
cenno di risposta) sia presso l'istituto Autonomo Case Popolari senza, al
momento, nulla ottenere in favore di questo anziano. Si sono succedute a
promesse, inviti alla pazienza; ma il Farfoglia la notte (da oltre un anno) è
costretto a dormire in luoghi di fortuna.
Il fatto
Nel 1974 viene assegnato dal Comune di Bologna ad
Alberto Cevenini ed a Giovanni Farfoglia un alloggio dell'I.A.C.P. in Via
Stalingrado 94. I due non sano legati da vincoli di parentela. La convivenza
col tempo ha qualche sfilacciatura e non è delle più facili. Nel frattempo il
Cevenini si ammala ed il Servizio sociale comunale si interessa presso l'IACP
per ottenere una nuova abitazione priva di barriere architettoniche (siamo
nel 1987).
Il Servizio sociale nella richiesta di cambio di
abitazione dimentica (?) che il «nucleo famigliare» è composto da due persone,
cosicché nel nuovo alloggio viene trasferito solamente il Cevenini (è il 22
febbraio 1988).
Il 27 marzo seguente gli addetti dell'IACP murano
l'ingresso dell'alloggio di Via Stalingrado, e mettono le poche masserizie del
Farfoglia fuori dalla porta.
Nel frattempo il Cevenini (autunno 1988) muore.
L'IACP, sollecitato nuovamente, afferma che appena l'appartamento si renderà
libero dalle cose del defunto farà entrare il Farfoglia.
Dal 27 marzo 1988, è passato un anno, il Farfoglia
(70 anni) ha avuto un nuovo ricovero ospedaliero per infarto e continua a
dormire in luoghi di fortuna sempre in attesa che gli venga concesso di
rientrare in possesso dell'alloggio di cui è legittimo assegnatario.
MILLANTATO
CREDITO DELL'A.GE.
Nel proprio notiziario n. 12/13, 24-31 marzo 1989, l'Associazione
Italiana Genitori (A.GE.) ha affermato che la sua «azione fu determinante per l'approvazione della legge sull'adozione e l'affidamento».
A parte il fatto che la legge 184 è del 1983, e non
del 1982 com'è scritto nel notiziario dell'A.GE., è la prima volta che si ha
notizia della dichiarata, ma falsa, «azione determinante».
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