Prospettive assistenziali, n. 87, luglio-settembre
1989
Libri
PIERPAOLO
DONATI (a cura di), Salute, famiglia e
decentramento dei servizi, Franco Angeli Editore, Milano, 1988, pp. 228,
L. 18.000
L'attuale organizzazione sanitaria fa riferimenti
scarsi e generici alla famiglia e riduce spesso la famiglia stessa ai problemi
della donna e dei bambini, o di singoli membri deboli (anziani, portatori di
handicaps, ecc.). Inoltre - fatto preoccupante - si tende ancora oggi a
trattare la famiglia come elemento patologico e la si strumentalizza sia per
ridurre i costi, che le responsabilità del sistema sanitario nazionale.
Gli autori ritengono indispensabile e urgente «riportare la famiglia nel servizio
sanitario nazionale come preoccupazione prioritaria e quindi come
"fuoco" delle analisi, degli interventi, nonché della preparazione
professionale degli operatori e della riorganizzazione dei servizi».
Viene pertanto proposto che siano bilanciate «le responsabilità tra Stato e famiglia, in
modo equo, dal momento che le relazioni sono poco chiare e spesso distorte».
Mentre, in linea di principio «sembra che
lo Stato si assuma una grande quantità di oneri per la salute della famiglia e
i relativi servizi», in realtà le famiglie «sopportano ancora il maggior peso e spesso non trovano nei servizi
pubblici (come in quelli privati) un partner efficace, efficiente, sensibile e
dialogante».
P. Donati propone, in particolare, che «nel campo della tutela della salute che è
proprio della famiglia, cioè in quell'area del "sanitario sociale"
che coinvolge sia i soggetti deboli (bambini, anziani non autosufficienti,
handicappati, sofferenti psichici, e così via), sia quelli "normali"
(giovani, adulti e anziani "sani", non per questo privi di rischi),
può e deve essere sviluppata una normativa specifica, dunque anche legislativa,
che sia promozionale di una nuova cultura».
Affermata la priorità delle cure domiciliari, viene
proposto che, se occorre intervenire a livello extradomiciliare, venga attuato
«il progetto di portare la famiglia nei
luoghi di cura (ospedale, ambulatorio, sala parto, ecc.) progetto che è stato
in taluni casi messo in pratica (ad es. nel campo pediatrico e ostetrico)».
In sostanza «ogni intervento, programma e
concreta organizzazione dei servizi dovrebbe esplicitare la sua dimensione
familiare». Ciò «significa
essenzialmente impostare la comprensione della malattia e del malato, così come
della promozione della salute, nonché della cura e riabilitazione, in relazione
al contesto familiare della persona di riferimento senza per questo
"isolare", stigmatizzandola con un orientamento terapeutico tutto
medicalizzato, la famiglia coinvolta».
Gli argomenti trattati sono i seguenti: Il ruolo
della famiglia nella salute: la svolta relazionale; Il ruolo delle reti
informali e delle organizzazioni formali nel sostegno sociale; Comunità, famiglia,
salute: le prospettive della medicina sociale; Verso un'estetica della salute:
un cammino sistemico-relazionale; La valutazione di efficacia degli interventi:
il caso dell'assistenza domiciliare agli anziani; Processi di programmazione e
valutazione di programmi sociali; Due figure professionali tra
socio-assistenziale e sanitario; L'affidamento familiare: una valutazione
sociologica delle condizioni e dei processi che favoriscono un esito positivo;
Attività psichiatrica: aspetti gestionali e culturali.
OLIVERO
ARZUFFI (a cura di), Il bambino condiviso
- Proposte per l'affidamento familiare, Comune di Bergamo e Lions Club
Bergamo S. Marco, 1988, pp. 128, pubblicazione fuori commercio
Il volume, che ha lo scopo di attivare le disponibilità
verso l'affidamento familiare a scopo educativo, è anche un resoconto delle
attività svolte dal Comune di Bergamo.
In particolare raccoglie le relazioni e il dibattito
delle giornate di studio «Famiglia cercasi» che ha avuto luogo a Bergamo il 25
febbraio 1984.
Contiene inoltre articoli riguardanti gli aspetti
psicologici, giuridici e sociali dell'affidamento familiare, nonché un
resoconto di due casi, il testo della legge 184/1983, la circolare n. 2 del 13
febbraio 1984 della Regione Lombardia e il regolamento sull'affido del Comune
di Bergamo.
www.fondazionepromozionesociale.it