Prospettive assistenziali, n. 87, luglio-settembre
1989
Notiziario dell'Unione per la lotta contro
l'emarginazione sociale
I DEMENTI SENILI SONO PAZIENTI A CARICO DEL SERVIZIO
SANITARIO NAZIONALE
Sembra incredibile, ma è necessario
organizzare convegni, scrivere articoli, distribuire volantini, compiere azioni
di protesta per ottenere che i dementi senili siano riconosciuti come malati e
pertanto come pazienti a carica del Servizio sanitario nazionale.
Al riguardo ricordiamo che le leggi 13 maggio 1978 n.
180 e 23 dicembre 1978 n. 833 stabiliscono che le Unità sanitarie locali
devono assicurare a tutti i cittadini, qualsiasi sia la loro età, le necessarie
prestazioni dirette alla prevenzione, cura e riabilitazione delle malattie
mentali e che le Province hanno trasferito alle USSL il personale, i finanziamenti,
le strutture e le attrezzature concernenti tutti i pazienti psichici, compresi
quelli colpiti da demenza senile (o malattia di Alzheimer).
In materia pubblichiamo l'assurda dichiarazione
rilasciata da una assistente sociale dell'USL Torino VII, la precisazione del
Segretario dell'Ordine dei Medici di Torino e la lettera inviata dal CSA -
Comitato per la difesa dei diritti degli assistiti all'Assessore alla sanità e
assistenza del Comune di Torino, ai Presidenti, ai Coordinatori sanitari e
sociali delle USL torinesi e ai Responsabili dei servizi di salute mentale
delle stesse.
I
In riferimento alla sua richiesta del 30/1/89, il
Prof. Concina mi ha incaricata di comunicarle che questa U.S.L. VII non può
assumere l'onere della retta di istituto per il Signor ... Mario.
Infatti, a seguito degli opportuni accertamenti a cui il Signor ... è
stato sottoposto, il Medico Responsabile dell'Ambulatorio di Via Buttigliera, 9
ha confermato la diagnosi di «sindrome involutiva senile» già formulata in
altra sede.
Si tratta
di una involuzione dell'apparato nervoso centrale dovuta alla senescenza che,
ovviamente, necessita di cure sul piano socio-assistenziale.
La demenza
senile esula dal campo di stretta pertinenza sanitaria se non quando si accompagna
a patologie acute o a riacutizzazioni di patologie croniche suscettibili di
essere trattate da sanitari nell’ambito della medicina di base o specialistica.
Torino, 8 febbraio 1989.
L'Assistente
sociale Mariangela Saracco
II
In relazione alla Sua del 2/3/1989
rispondo ai quesiti che Lei mi ha posto.
1) La
demenza senile è da considerarsi ad ogni effetto una malattia organica essendo
eziopatogenicamente riconducibile da un danno organico e/o vascolare del
cervello trattandosi di patologia a carattere degenerativo ed involutivo multifattoriale.
2) Stante
il presupposto di cui al punto uno, ritengo che gli interventi per i
trattamenti di tale forma siano di competenza del S.S.N. sia per l'aspetto
strettamente sanitario, sia per quello socio-assistenziale.
La
separazione tra le prestazioni di questi due settori appare infatti incongrua
essendo, in molti casi, come quello in discussione, indispensabile la stretta
connessione ed integrazione dei due servizi.
3) La
dichiarazione dell'assistente sociale, di cui all'allegato 3, in effetti è una
comunicazione fatta «su incarico e per conto del Prof. Concina».
Torino, 6
marzo 1989.
Michele
Olivetti Segretario dell'Ordine Provinciale dei Medici di Torino
III
In
relazione alla dichiarazione dell'assistente sociale Mariangela Saracco (di cui
si allega fotocopia), secondo cui «la demenza senile esula dal campo di
stretta pertinenza sanitaria» e detta patologia necessiterebbe solo di «cure
sul piano socio-assistenziale», questo Comitato ha interpellato il Segretario
dell'Ordine dei Medici di Torino, di cui si unisce la risposta.
Ciò
premesso questo Comitato segnala che, nei casi in cui siano negati interventi
sanitari alle persone colpite da demenza senile, provvederà ad informare
l'Autorità giudiziaria in merito alla omissione di atti d'ufficio.
Torino, 12 maggio 1989.
CSA - Comitato per la difesa dei
diritti degli assistiti
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