Prospettive assistenziali, n. 87, luglio-settembre
1989
RACCOMANDAZIONE DELLA CONFERENZA DI
ADELAIDE PER UNA SANA POLITICA PUBBLICA SANITARIA
Dal 5 al 9
aprite 1988 ha avuto luogo ad Adelaide, Australia, la 2a Conferenza
internazionale sulla promozione della salute. Per gentile concessione della
rivista «Educazione sanitaria e
promozione della salute», pubblichiamo
integralmente la raccomandazione «Sana politica pubblica per la salute»
approvata dalla Conferenza di cui sopra, nella traduzione a cura di L. Balbo e
M. Ingrosso.
Lo spirito di Alma Ata
La dichiarazione di Alma Ata, adottata dieci anni fa,
costituisce un fondamentale punto di riferimento nel movimento «salute per
tutti», che l'Assemblea dell'Organizzazione Mondiale della Sanità ha lanciato
nel 1977. Riconoscendo che la salute costituisce un fondamentale obbiettivo sociale,
la Dichiarazione ha dato l'avvio a una nuova direzione di sviluppo delle
politiche sanitarie, in cui si auspica il coinvolgimento delle popolazioni
interessate e la collaborazione tra diversi settori della società, e si assumono
come riferimento fondamentale le strutture sanitarie a livello primario.
L'impostazione di Alma Ata è stata riaffermata nella
Carta per la Promozione della Salute, adottata nel 1986 ad Ottawa. Questo
documento esprime l'impegno ad operare verso una nuova impostazione delle
politiche di sanità pubblica, riaffermando che criteri di giustizia sociale ed
equità sono prerequisiti per raggiungere gli obiettivi concernenti la salute, e
che promozione e mediazione costituiscono le modalità per raggiungere tali
obbiettivi. La «Carta» identificava cinque aree di intervento per la promozione
della salute: costruire «sane politiche pubbliche per la salute», creare
ambienti che favoriscano la salute, sviluppare le risorse individuali, rafforzare
l'azione a livello di comunità, riorientare i servizi sanitari. Queste aree
sono tra di loro interdipendenti: ma l'obiettivo di realizzare politiche
pubbliche «sane» determina il contesto che rende possibili le altre quattro.
La Conferenza di Adelaide ha portato avanti
l'indicazione data ad Alma Ata ed Ottawa e utilizzato le spinte propulsive
contenute nei precedenti documenti. Duecentoventi partecipanti di quarantadue
paesi hanno confrontato le rispettive esperienze nel formulare ed incrementare
una «sana» politica pubblica. Le strategie che sono state formulate, contenute
in questo documento, riflettono il consenso che sulle varie questioni è stato
raggiunto nel corso della Conferenza.
Healthy Public Policy: Politiche pubbliche
"sane"
Con il termine Healthy
Public Policy (HPP), si fa riferimento a un esplicito impegno in tutte le
aree di policy a perseguire obiettivi di equità e di promozione della salute e
a rendere conto dell'impatto sulla salute degli interventi e delle politiche
adottati. Finalità principale di una «sana politica pubblica per la salute» è
pertanto creare un ambiente che favorisca la possibilità di vivere in modo
sano o, per usare altre parole, fare sì che, per i cittadini, fare delle scelte
di vita «sane» sia possibile, e coincida con le scelte più facili.
Ciò
equivale a rendere l'ambiente sociale e fisico fattore di crescita per la
salute.
Nel perseguire l'obiettivo di una sana politica
pubblica per la salute diventa essenziale che gli organismi governativi
responsabili per settori quali l'agricoltura, il commercio, l'industria,
l'istruzione, le comunicazioni si facciano carico, nella formulazione delle
politiche di propria competenza, degli aspetti relativi alla salute, che cioè
siano tenuti a rendere conto degli effetti delle loro decisioni sulla salute
dei cittadini, prestando tanta attenzione alle implicazioni per la salute,
quanto a quelle economiche.
Il valore della salute
La
salute è un fondamentale diritto umano, ma anche un importante investimento
sociale.
Nella misura in cui i governi abbiano l'obiettivo di
migliorare le condizioni di salute di tutti i cittadini, è necessario che
investano risorse in politiche pubbliche «sane» e in programmi di promozione
della salute. Garantire l'accesso a condizioni di vita salubri e soddisfacenti
costituisce un principio fondamentale di giustizia sociale, e insieme permette
di accrescere la produttività complessiva, in termini sia economici che sociali,
della società. Come mostrano varie esperienze che sono state presentate a
questa conferenza, un impegno immediato in questo campo produrrà benefici
economici nel lungo periodo, e, a tal fine, è necessario intensificare gli
sforzi per coordinare gli interventi economici, sociali e sanitari in
un'azione integrata.
Equità, accesso, sviluppo
Le disuguaglianze esistenti nelle condizioni di
salute affondano le loro radici nelle disuguaglianze sociali. Pertanto, al
fine di ridurre la distanza tra gli svantaggiati (per condizioni sociali e per
livello di istruzione) e i privilegiati, si devono realizzare politiche atte a
modificare le condizioni di accesso a beni e servizi, che garantiscano un
migliore stato di salute e che costituiscano un ambiente favorevole allo stare
bene. Una politica che persegue obiettivi di questo tipo, evidentemente attribuisce
assoluta priorità ai gruppi sociali più deboli ed emarginati. Va sottolineato
che una tale politica ha come assunto irrinunciabile il riconoscimento delle
culture specifiche delle popolazioni indigene, immigrate, e delle minoranze
etniche. È essenziale per una politica di equità garantire a questi gruppi
sociali uguale accesso ai servizi sanitari, in particolare ai servizi di base.
Bisogna inoltre ricordare che i cambiamenti
strutturali connessi con l'introduzione delle nuove tecnologie potranno
determinare nuove diseguaglianze nelle condizioni di salute delle popolazioni.
Considerando tutto ciò la Regione Europea dell'OMS, nel muoversi verso l'obiettivo
che ha definito come salute per tutti nel
2000, ha stabilito come primo traguardo «che le attuali differenze di
condizioni di salute tra i diversi paesi e tra i diversi gruppi in ciascun
paese debbano essere, di qui all'anno 2000, ridotte di almeno il 25%,
innalzando gli standards di salute delle nazioni e delle categorie sociali
svantaggiate».
Tenendo conto dei fortissimi divari esistenti, che
anche questa Conferenza ha messo in evidenza, i paesi sviluppati hanno il
dovere di assumersi la responsabilità che i loro interventi e le loro
politiche relative ai paesi in via di sviluppo, abbiano un impatto positivo in
termini di condizioni di salute. La Conferenza raccomanda a tutti i paesi di
elaborare politiche sanitarie pubbliche che affrontino questa questione in modo
esplicito.
Accountability for health: Una responsabilità
pubblica per la salute
Le raccomandazioni formulate da questa Conferenza si
realizzeranno soltanto se i governi e le autorità locali intraprenderanno
azioni concrete a livello nazionale, regionale e locale. È necessario che
vengano fissati obbiettivi espliciti in termini di promozione della salute.
L'assunzione di una responsabilità pubblica per la salute è una componente
essenziale di una politica sanitaria «sana». I governi e gli altri organismi
che hanno il controllo delle risorse devono rendere conto in ultima istanza ai
cittadini delle Implicazioni per la salute delle politiche attivate o della mancata
attivazione di politiche. Ciò significa, per i governi, stabilire delle
modalità di valutazione e far conoscere le implicazioni delle politiche adottate,
con modalità e con linguaggio che risultino comprensibili a tutti i gruppi
della società. Al fine di perseguire una sana politica per la salute è
essenziale l'azione a livello di comunità affrontando problemi di
alfabetizzazione e di scolarizzazione, compiendo ogni sforzo per comunicare
con i gruppi maggiormente implicati nelle iniziative messe in atto.
La Conferenza insiste sulla necessità di valutare le
conseguenze di ogni intervento o politica adottati, e di sviluppare sistemi
informativi relativi alla salute tali che siano di supporto a questo processo.
Ciò renderà possibile prendere decisioni sull'allocazione di risorse nel campo
delle politiche pubbliche rilevanti per la salute, in maniera più adeguata e
basandosi su una maggiore quantità di informazioni.
Andare oltre i servizi sanitari
la proposta qui avanzata vuole essere una risposta
alle sfide per la salute poste da un mondo dinamico e caratterizzato da
cambiamenti tecnologici profondi e rapidi, che implicano interazioni
ambientali complesse e crescenti interdipendenze internazionali. Molti degli
effetti che tali processi hanno per la salute non trovano alcuna risposta negli
interventi curativi e riparatori delle pratiche sanitarie così come vengono
attuate al presente e sono prevedibili per il futuro. È necessario compiere
grandi sforzi di promozione della salute, mediante approcci integrati allo sviluppo
sociale ed economico, volti a ristabilire un corretto rapporto tra riforme
sociali e salute, secondo i principi già definiti nel corso degli ultimi dieci
anni dall'Organizzazione Mondiale della Sanità.
Partners delle politiche pubbliche per la salute
Se i governi hanno, come è ovvio, un ruolo
fondamentale nei processi di cui qui ci occupiamo, la salute è anche
influenzata dai gruppi economici, dalle organizzazioni non governative, dai
gruppi di base. Le capacità potenziali di questi soggetti a contribuire ai
processi di promozione della salute devono essere riconosciute e valorizzate.
I sindacati, le organizzazioni industriali e imprenditoriali di ogni tipo, le
istituzioni accademiche, gli esponenti religiosi, tutti hanno occasione di
operare nell'interesse della salute dell'intera comunità: È quindi necessario
che nuove alleanze vengano costruite al fine di imprimere un forte impulso all'azione
per la salute.
Aree di intervento
La Conferenza ha identificato quattro aree chiave
come prioritarie per una azione immediata di «sana politica pubblica».
Favorire la
salute delle donne. In tutto il mondo
le donne sono le principali produttrici e promotrici di salute, e gran parte
di questo loro lavoro non è pagato o è retribuito a livelli salariali minimi.
I modi in cui operano le reti e le organizzazioni di donne costituiscono un
modello per la programmazione, l'organizzazione e la realizzazione di quello
che intendiamo con il termine promozione alla salute. Amministratori pubblici,
politici, e altre istituzioni devono dare maggiore riconoscimento e supporto ai
networks di donne: in caso contrario
l'investimento che viene fatto dalle donne in questo campo si traduce di fatto
in un dato di disuguaglianza.
Per poter essere partecipi, in modo efficace, dei
processi di promozione della salute, le donne devono poter avere accesso
all'informazione, ai canali di comunicazione esistenti, ed adeguate risorse
finanziarie. Le donne - tutte, e in particolare quelle che appartengono a
popolazioni indigene e a minoranze etniche - hanno diritto
all'autodeterminazione per quel che riguarda la propria salute, e devono essere
trattate come partners a pieno titolo nella formulazione delle politiche per la
salute, senza di che la rilevanza culturale di tali politiche sarà vanificata.
Questa Conferenza propone che in tutti i paesi siano
predisposte politiche pubbliche per la salute delle donne, in cui abbiano rilevanza
centrale le agende formulate dalle donne stesse relativamente ai propri
problemi di salute e che comprendano proposte relative ai seguenti problemi:
-
distribuzione paritaria del lavoro di cura che viene svolto nella società;
-
pratiche relative alla nascita, che siano basate sui bisogni e le scelte delle
donne;
- misure di supporto al lavoro di cura, per esempio
iniziative di sostegno alle madri con bambini piccoli, congedi parentali,
congedi per lo svolgimento di prestazioni di cura a familiari dipendenti.
Alimentazione e nutrizione
L'eliminazione della fame e della malnutrizione
costituisce un obbiettivo prioritario di ogni politica pubblica. Si tratta di
garantire a tutti l'accesso a una alimentazione sufficiente, secondo modalità
culturalmente accettabili per le persone coinvolte. Le politiche che
concernono cibo e alimentazione comprendono aspetti relativi alla produzione e
alla distribuzione degli alimenti, sia nel settore pubblico che nel settore
privato, al fine di rendere possibile l'accesso di tutti, in condizioni di
equità, ai beni alimentari. Per tutti i governi dovrebbe costituire priorità
assoluta una politica integrata dei processi agricoli, economici e ambientali,
mirante a garantire risultati positivi per la salute delle popolazioni, sia a
livello nazionale sia a quello internazionale. Stabilire obiettivi
relativamente agli standards di nutrizione e alle diete alimentari dovrebbe
costituire il primo passo; politiche fiscali e misure di sostegno ai redditi
dovrebbero inoltre essere adottate in modo da rendere possibile a tutti l'accesso
a migliori condizioni di alimentazione.
La conferenza raccomanda ai governi, a tutti i
livelli, di usare il loro potere sui mercati dei beni alimentari, per agire in
modo diretto ed immediato al fine di far sì che le pratiche alimentari che
sono sotto il loro diretto controllo (per es. nelle mense scolastiche, negli
ospedali, nelle mense aziendali del settore pubblico, nei servizi assistenziali
di vario tipo) assicurino a tutti i consumatori un'alimentazione appropriata.
Tabacco e alcoolici
L'uso del tabacco e l'abuso dell'alcool costituiscono
due dei rischi maggiori per la salute e richiedono un'azione immediata da parte
delle autorità pubbliche. Il tabacco non solo danneggia direttamente la salute
di coloro che fumano, ma sempre più viene riconosciuto il danno alla salute
costituito dal «fumo passivo», in particolare per i bambini. L'alcool è causa
di tensioni sociali e di traumi mentali e fisici. Inoltre, le gravi conseguenze
ambientali della coltivazione intensiva di tabacco come produzione agricola
altamente redditizia in paesi ad economia povera, contribuisce all'attuale
crisi alimentare mondiale, sia in termini di produzione che di distribuzione.
La produzione e la vendita del tabacco e degli alcoolici è un'attività
altamente redditizia, soprattutto per i governi che ne traggono benefici
fiscali. Troppo spesso si assume come un dato di fatto che ridurre la
produzione e la commercializzazione di tabacco e di alcoolici sarebbe, per i
governi, un costo troppo elevato rispetto ai vantaggi che ne deriverebbero in
termini di salute. Questa Conferenza fa appello a tutti i governi perché si
rendano pienamente conto di quali sono i costi, in termini di vite umane e di
malattie, causati dal fumo e dall'abuso di alcoolici. Impegnarsi per una sana
politica pubblica comporta che vengano fissati a livello nazionale degli
obbiettivi, in modo tale che di qui all'anno 2000 la coltivazione di tabacco,
la produzione di alcoolici, e la loro distribuzione e consumo, vengano ridotti
in modo significativo.
Creare contesti positivi
Una grande parte della popolazione vive e lavora in
condizioni ambientali dannose per la salute, ed esposta ai danni di produzioni
potenzialmente pericolose. Questi sono problemi che spesso vanno aldilà dei
confini nazionali. Le politiche ambientali devono porsi l'obiettivo di tutelare
la salute nei confronti delle conseguenze negative, sia dirette che indirette,
di fattori biologici, chimici e fisici, e devono riconoscere che donne e
uomini fanno parte di un ecosistema complesso. Le risorse naturali,
estremamente diversificate ma limitate, che garantiscono la vita su-1 pianeta
sono essenziali per la sopravvivenza, la salute, e il benessere della specie
umana. Quando si parta di politiche rivolte alla promozione di salute, è
evidente che queste possono essere realizzate soltanto in un ambiente che sia
capace di conservare tali risorse mediante strategie ecologiche globali,
regionali e locali. Sono necessari un impegno a tutti i livelli di governo e
iniziative intersettoriali strettamente coordinate per assicurare che le
questioni della salute diventino parte integrante e precondizioni nella
definizione dello sviluppo economico sociale. A livello internazionale,
l'Organizzazione Mondiale della Sanità deve assumere un ruolo determinante nel
riconoscimento di questi principi e deve sostenere con forza il concetto di uno
sviluppo ecologicamente compatibile.
Questa Conferenza ritiene assolutamente prioritario
che il movimento ambientalista e il movimento di public health convergano
nell'elaborare strategie per lo sviluppo socioeconomico e la conservazione
delle limitate risorse del pianeta.
Sviluppo di nuove alleanze per la salute
L'impegno, qui delineato, di definire una politica
pubblica «sana» comporta procedure basate su consultazione e negoziazione, e
richiede sostenitori capaci di far includere le questioni della salute ai
primi posti nell'agenda dei decisori politici. Ciò significa promuovere le
attività di gruppi di pressione e di appoggio (advocacy) e adoperarsi perché i media interpretino correttamente
le complesse questioni politiche in gioco. Inoltre, le istituzioni formative
devono rispondere alle emergenti richieste nel campo della salute con una
riforma dei curricula di studio, includendo la trasmissione di nuove
competenze relative ai processi di advocacy,
mediazione, promozione. Si tratta, in breve, di operare un mutamento nei
meccanismi di potere, passando da modalità di controllo a tecniche di supporto
utili allo sviluppo delle politiche attivate. Inoltre bisogna creare sedi in
cui sia possibile realizzare confronti e scambi di esperienze; a livello
locale, nazionale e internazionale.
La
conferenza raccomanda dunque che organismi locali, nazionali ed
internazionali:
- diano vita a sedi in cui sia possibile confrontare
e promuovere esperienze relative alla elaborazione di HPP;
- sviluppino networks
di ricercatori e studiosi, programmino la formazione di personale e di
quadri qualificati per condurre le analisi necessarie e mettere in atto i
programmi di HPP.
L'impegno per una salute pubblica globale
Per questi obiettivi di sviluppo della salute e di
sviluppo sociale, sono precondizioni la pace e la giustizia sociale; inoltre
una alimentazione adeguata, acqua pulita, alloggi decenti, scolarizzazione, un
adeguato reddito e ruolo sociale per le persone, la conservazione delle risorse
naturali e la tutela dell'ecosistema. Una sana politica per la salute si
identifica con la realizzazione di queste basilari condizioni di vita.
L'obiettivo della realizzazione della salute, secondo una concezione globale,
comporta riconoscere e accettare l'interdipendenza sia tra i singoli paesi,
sia all'interno di ciascuno. La realizzazione di questi obbiettivi dipende
dalla effettiva capacità di trovare strumenti di cooperazione internazionale
efficaci per una azione su queste questioni che trascenda i confini nazionali.
Sfide per il futuro
1. L'obiettivo della «salute per tutti» verrà
raggiunto soltanto se ci sarà un impegno, in tutte le decisioni di politica
pubblica, rivolto a creare e preservare sane condizioni di vita e di lavoro. In
particolare il lavoro, in tutte le sue dimensioni - lavoro di cura, occasioni
di lavoro, qualità delle condizioni di lavoro - influisce drammaticamente
sulle condizioni di vita. È necessario investigare più a fondo sui rapporti
tra il lavoro, così definito, e gli obbiettivi di salute, equità e felicità dei
cittadini.
2. L'impegno a promuovere HPP comporta che gli
sviluppi delle tecnologie nel settore della sanità non vadano in senso
opposto, ma favoriscano l'obiettivo di creare condizioni di equità nell'accesso
alla salute.
3. La promozione della cooperazione internazionale
rispetto ad obbiettivi come la pace, i diritti umani, la giustizia sociale,
l'ambiente e lo sviluppo ecologicamente compatibile, che valgano per tutta il
pianeta, rappresenta la sfida fondamentale per ciascuna nazione così come per
gli organismi internazionali che vogliano sviluppare obbiettivi di HPP.
4. Nella maggior parte dei paesi la responsabilità
per le politiche sanitarie è suddivisa tra una molteplicità di livelli e di
amministrazioni. È auspicabile che si trovino forme di collaborazione tra e
nell'ambito di questi diversi livelli al fine di realizzare migliori condizioni
di salute.
5. Tutte le
nazioni sono impegnate ad assicurare, anche in periodi di congiuntura
economica non favorevole, un'equa distribuzione delle risorse.
La conferenza raccomanda che l'Organizzazione
Mondiale della Sanità prosegua nel suo lavoro di sviluppo dinamico delle
proposte di «promozione della salute» attraverso le cinque strategie previste
nella Carta di Ottawa (Ottawa Charter) e sollecita l'Organizzazione Mondiale
della Sanità ad espandere questa iniziativa in tutte le sue Regioni, come area
integrata di attività. Centrale in questo processo è il sostegno da garantire
ai paesi in via di sviluppo.
www.fondazionepromozionesociale.it