Prospettive assistenziali, n. 87, luglio-settembre
1989
Specchio nero
L'FLM DI TARANTO FINANZIA
L'EMARGINAZIONE DEI PIÙ DEBOLI
L'FLM (Federazione Lavoratori Metalmeccanici) di
Taranto si è mobilitata non per difendere i diritti dei più deboli (ad esempio
il diritto al lavoro degli handicappati), ma per la creazione di una imponente
struttura di emarginazione.
Alla periferia di Taranto (Cfr. «Il Giorno» del 13 febbraio 1989), in un terreno di 200 mila metri
quadrati, sta sorgendo una struttura (secondo noi un lager) «per l'assistenza diurna agli anziani soli e
indigenti, per handicappati gravi e soli, per sacerdoti anziani, per ragazze
madri, per gli ammalati cronici non autosufficienti, per brevi soggiorni di
"barboni" con la possibilità di 120 pasti al giorno, per una comunità
che tenda al recupero di tossicodipendenti (c'è già un'azienda agricola che
funziona e si sta avviando un laboratorio artigianale per la lavorazione e la
commercializzazione dei prodotti), per scuole professionali orientate alla
preparazione di volontari, per un Centro studi che lavori a livello di ricerca
teorico-pratica sul tema dell'assistenza».
Per la prima trance dei lavori della struttura «immaginata e fortissimamente voluta da
Mons. Guglielmo Motolese, fino al 1987, Vescovo di Taranto» (due
padiglioni con 84 posti letto per anziani lungodegenti), l'FLM ha versato 2
miliardi.
Ma l'FLM ignora che i propri aderenti hanno pagato e
pagano (Cfr. la legge 4 agosto 1955 n. 692) contributi allo Stato, il quale si
è impegnato a curarli anche nei casi in cui, divenuti anziani o invalidi,
necessitano di interventi per la cura di malattie acute o croniche.
Fino a quando i Sindacati CGIL, CISL, UIL, compresi
quelli dei pensionati, continueranno ad accettare che gli anziani cronici non
autosufficienti siano emarginati in strutture assistenziali a pagamento?
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