Prospettive assistenziali, n. 88, ottobre-dicembre
1989
Editoriale
INCHIESTA DEL SENATO SULLA
CONDIZIONE DEGLI ANZIANI METODOLOGIA DISTORTA E CONCLUSIONI INACCETTABILI
La Commissione parlamentare di inchiesta sulla
dignità e la condizione sociale dell'anziano, istituita dal Senato (1), ha
pubblicato la sua relazione conclusiva. Essa è stata redatta sulla base di
sopralluoghi e di audizioni.
Va osservato, innanzitutto, che tale inchiesta si
presenta come fuorviante già nella metodologia seguita. Ad esempio, è
significativo che i sopralluoghi della Commissione di Palazzo Madama siano
stati effettuati in pratica solo in strutture residenziali (2), dando
preminenza a tale forma di intervento, le cui conseguenze negative sono ormai
arcinote.
La priorità rivolta dalla Commissione senatoriale di
inchiesta agli istituti di ricovero assistenziale fa sorgere il dubbio che
tale scelta sia stata assunta sulla base del pregiudizio ideologico, secondo
cui un anziano è innanzitutto un soggetto da assistere, quando non un
procacciatore di rette.
E gli anziani a casa?
Al riguardo, non si comprende perché l'attenzione
non sia stata rivolta, in primo luogo, al 98% degli ultrasessantacinquenni che
non sono ricoverati in istituto. Infatti alla data del 1° gennaio 1987 (ultimo
dato disponibile da parte dell'ISTAT) su 7.664.066 persone di età superiore ai
65 anni, solo 135.353 (1,77%) erano ricoverati in istituti di assistenza per
autosufficienti e non autosufficienti.
In secondo luogo, è parimenti inspiegabile il fatto
che la Commissione non si sia soffermata a valutare la situazione degli anziani
ricoverati in strutture ospedaliere (ospedali pubblici, nosocomi universitari,
case di cura private), anche al fine di accertare la validità delle cure
prestate, l'idoneità dei posti letto, le esigenze quantitative e qualitative
del personale, le condizioni edilizie e lo stato delle attrezzature.
Una omissione molto grave
Si tratta di una omissione di estrema gravità,
assolutamente inaccettabile sul piano etico, giuridico e sociale, in quanto
determinata, come risulta in modo evidente dalla relazione conclusiva della
Commissione senatoriale, da una concezione che considera l'anziano non
autosufficiente come un oggetto da assistere e non come una persona da curare.
La Commissione senatoriale non solo ritiene «incongruo»
il ricovero ospedaliero degli anziani malati, ma afferma che tali interventi,
peraltro previsti dalle leggi vigenti, «rappresentano
un'enorme dissipazione di risorse pubbliche». Tale gravissima affermazione
non è stata fatta sulla base delle esigenze e dei diritti degli anziani non
autosufficienti, ma solo partendo dalla esigenza di ridurre la spesa pubblica.
Infatti, la Commissione senatoriale afferma, senza alcun pudore, che mentre «l'intero costo della degenza ospedaliera
grava sul contribuente, (...) nelle residenze sanitarie assistenziali la parte
della spesa di natura socio-assistenziale può essere largamente coperta dagli
anziani ricoverati, con l'eventuale concorso delle famiglie».
Non solo, dunque, la Commissione dei Senatori ignora
le leggi esistenti, ma non tiene conto assolutamente che i lavoratori, ai sensi
della legge 4 agosto 1955 n. 692, hanno versato (e versano) contributi per
essere curati nei casi di malattie acute e croniche, come risulta in modo
incontrovertibile dai lavori parlamentari (3).
L'orientamento ideologico della Commissione
L'orientamento ideologico della Commissione
senatoriale nei confronti del settore assistenziale è confermato dalla
audizione di quattro assessori regionali all'assistenza (4) e di nemmeno un
amministratore regionale preposto ai servizi sanitari (5).
Tanti luoghi comuni
Altro luogo comune sostenuto dalla Commissione è che
il mese di agosto sia il «periodo dell'anno in cui è più frequente il ricovero
degli anziani, anche per motivi stagionali», senza peraltro citare alcun
elemento a conferma di questa affermazione. -
È un dato smentito da tutte le ricerche (6) ed è
preoccupante che la Commissione dì inchiesta non abbia approfondito questo
aspetto, ma si sia limitata a ripetere frasi fatte.
Infine, la Commissione cade nel ridicolo quando
afferma che le visite degli istituti sono avvenute «senza preavviso». In effetti «fin
dall'inizio del mese la Commissione aveva fatto sapere (notizia riportata da
agenzie di stampa e giornali) che l'11 agosto sarebbe venuta a Milano, il 18 a Roma
e il 25 a Napoli» (7). È vero che la Commissione «non aveva comunicato i ricoveri da visitare: sarebbero stati infatti
scelti da un sorteggio il giorno stesso della visita» (8), ma è altrettanto
vero che «tutti gli istituti, in dieci
giorni, avevano il tempo di rifarsi il maquillage» (9).
A detta pertinente osservazione, il Senatore Giorgio
De Giuseppe, Presidente della Commissione, non è stato in grado di replicare e
si è limitato ad affermare: «E se anche
fosse? Se anche la nostra visita avesse fatto sì che proprio in questo periodo,
dove maggiore è l'abbandono, le case di ricovero siano state pulite a fondo,
sarebbe già servita a qualcosa» (10).
Nessuna specifica irregolarità?
Data la metodologia prescelta, non stupisce che la
Commissione durante le visite degli istituti di assistenza «non abbia avuto modo di riscontrare
specifiche irregolarità», nemmeno il fatto, che pur appare chiaro anche ai
non esperti, a condizione che si voglia prendere atto dell'evidenza, che negli
istituti di assistenza sono ricoverati, in violazione delle leggi vigenti,
moltissimi anziani malati, anzi molto malati, anziani che hanno il diritto di
essere curati in strutture sanitarie.
La Commissione senatoriale ha addirittura la
impudenza di affermare che «le strutture
protette visitate a Modena l'8 dicembre 1988 (il San Giovanni Bosco e la
"Vignolese", entrambi di proprietà comunale) (...) rappresentano
esperienze di una più moderna e razionale assistenza agli anziani non
autosufficienti». Infatti, come abbiamo segnalato da anni, in dette
strutture, negando le esigenze ed i diritti dell'utenza, e in violazione delle
leggi vigenti, sono ricoverati soprattutto anziani malati (11).
Altra flagrante inosservanza dei diritti e delle
disposizioni in vigore, non rilevata dalla Commissione senatoriale, è il
pagamento totale o parziale della retta da parte dei ricoverati, quando è noto
che dette prestazioni sono gratuite per tutte le persone malate che non possono
essere curate a domicilio. Anche i familiari sono costretti a pagare somme non
dovute (12).
Ma di tutto ciò la Commissione non ha visto e
accertato nulla, nonostante che, in base alla deliberazione del Senato del 17
marzo 1988, dovesse «acquisire tutti gli
elementi conoscitivi relativi alla condizione dell'anziano».
Non stupisce quindi che la Commissione - come abbiamo
già riferito - non abbia «avuto modo di
riscontrare specifiche irregolarità».
Si noti che la stragrande maggioranza degli istituti
di assistenza non è in regola con le norme di legge concernenti la prevenzione
e l'estinzione degli incendi. Anche questo aspetto, di notevole importanza, è
stato ignorato dalla Commissione.
Ma poi i blitz dei NAS...
Mentre la Commissione non ha riscontrato irregolarità,
le indagini dei NAS (Nuclei antisofisticazioni) hanno messo in evidenza una
situazione allarmante. Riferisce ISIS del 6 novembre 1989 che le ispezioni
hanno coinvolto 382 ricoveri per anziani, 74 istituti per handicappati e 89 per
minori. Sono state accertate ben 560 infrazioni, di cui 298 penali. La
situazione delle case di riposo per anziani è risultata essere come da tabella
a pagina seguente.
Circa i blitz dei NAS, La Repubblica del 29 settembre 1989 riferisce quanto segue: «In Lombardia, a Mortara, alla Casa di
riposo "Alceste Cortellona" gli ospiti sono stati trovati in
condizioni “alloggiative” assai precarie: la gran parte era tutta ammucchiata
in poche stanze. E per di più la camera mortuaria era stata adibita a
magazzino. In Toscana, dove 11 situazioni su 21 sono cadute nella rete dei
carabinieri, l'Albergo Villa Maria di Carrara si presentava "in condizioni
igieniche carenti" e ospitava 32 anziani assistiti da una sola infermiera
e 5 camerieri, senza essere registrata neppure come attività alberghiera; a
Pisa poi, la "Casa protetta" gestita dalla USL 12, aveva camere
sovraffollate, non aveva refettorio, assisteva 23 anziani facendoli mangiare
nei corridoi e, al momento dell'ispezione, aveva un infermiere generico e due
ausiliarie».
Oltre al blitz dei NAS, nello stesso periodo in cui
la Commissione senatoriale non riscontrava irregolarità, i giornali riportavano
i seguenti titoli: «Un milione al mese
per essere maltrattati - Denuncia degli anziani ospiti di una casa di riposo
della Curia di Napoli - "Le infermiere mi hanno rotto un piede" - La
polizia conferma: "L'istituto è sporco e fatiscente, l'assistenza
inadeguata"» (La Stampa, 14
aprile 1989), «Quando il sadico abita in
corsia - Roma, arrestato un infermiere. L'accusano di una feroce e gratuita
violenza contro un anziano semiparalizzato» (La Repubblica del 23/24 aprile 1989).
Case d riposo per anziani
non in regola a seguito delle indagini del NAS
Regioni |
Strutture pubbliche |
Strutture private |
Totale |
% |
Valle d'Aosta |
5 |
4 |
9 |
81 |
Piemonte |
6 |
12 |
18 |
72 |
Lombardia |
23 |
6 |
29 |
56 |
Trentino |
1 |
2 |
3 |
21 |
Friuli |
8 |
1 |
9 |
60 |
Veneto |
- |
3 |
3 |
12 |
Liguria |
3 |
8 |
11 |
64 |
Emilia Romagna |
8 |
10 |
18 |
64 |
Toscana |
4 |
7 |
11 |
52 |
Umbria |
1 |
8 |
9 |
81 |
Marche |
9 |
4 |
13 |
65 |
Lazio |
- |
26 |
26 |
81 |
Sardegna |
2 |
5 |
7 |
41 |
Abruzzo |
4 |
3 |
7 |
87 |
Campania |
- |
10 |
10 |
37 |
Molise |
- |
1 |
1 |
33 |
Puglia |
3 |
8 |
11 |
47 |
Basilicata |
- |
1 |
1 |
100 |
Calabria |
- |
- |
- |
- |
Sicilia |
- |
17 |
17 |
77 |
Totale |
77 |
136 |
214 |
56 |
La denuncia dei pensionati CISL
Negli stessi giorni, la relazione conclusiva
dell'indagine sui cronicari eseguita dalla Federazione Nazionale Pensionati CISL
(13), denunciava: «È proprio qui, nei
grandi cronicari che accolgono i vecchi che la grande città rifiuta, che si individua
il punto più drammatico di una condizione che perdura al di sotto di dignitosi
livelli di vita, da sempre, e sempre nell'Impunità e nella indifferenza della
pubblica opinione e dei pubblici poteri» (14).
Dall'inchiesta della CISL risulta che «8 delle 9 strutture visitate sono strutture
assistenziali: chi vive paga; chi ci vive, anche se malato cronico, non ha
assistenza; chi ci vive, anche se ha bisogno di cure e di riabilitazione, non ha
per sé né le une né le altre»; situazioni non riscontrate dalla Commissione
senatoriale.
Ciò che è emerso dall'indagine della Federazione
Nazionale Pensionati CISL è talmente grave da aver determinato l'apertura di
una inchiesta da parte della Procura della Repubblica di Roma (15).
Va altresì precisato che la scelta della Commissione
senatoriale di visitare l'istituto «Villa delle Querce», di Nemi è stata
assunta «con finalità di studio di esperienza
di situazioni giudicate dalla Commissione stessa particolarmente rilevanti»,
mentre la stessa struttura era stata valutata in modo negativo in una accurata
indagine svolta dalla Federazione Nazionale Pensionati CISL, indagine che
aveva riguardato il trattamento infermieristico, il vitto, la pulizia, la
presenza di barriere architettoniche, l'idoneità dei posti letto, gli spazi
destinati ai degenti, i servizi igienici, l'aerazione, lo stato della
manutenzione, ecc. (16).
Si segnala inoltre la «ingenuità» della Commissione
senatoriale per quanto concerne l'invito agli «assessori competenti a dedicare maggiore attenzione alla vigilanza
per ottenere il rispetto degli standard e delle norme che disciplinano
l'attività delle strutture residenziali per anziani», senza tener conto
che il Parlamento non si è mai preoccupato (dall'Unità d'Italia ad oggi, e cioè
per oltre 120 anni) di definire standard in merito alle strutture e al
personale addetto agli istituti di ricovero assistenziale per anziani (17), né
ad indicare per detti istituti le condizioni per l'ottenimento della preventiva
autorizzazione a funzionare (18).
Le leggi vigenti restano violate...
La Commissione senatoriale non si preoccupa
minimamente - lo ripetiamo - delle leggi vigenti che assicurano agli anziani
cronici non autosufficienti, come a tutti gli altri cittadini, le cur-e
sanitarie, comprese quelle ospedaliere o paraospedaliere.
... ma la Commissione senatoriale non se ne accorge
Non stupisce quindi che un'ampia parte della relazione
sia dedicata alle strutture residenziali, di cui all'art. 20 della legge 11
marzo 1988 n. 67, strutture che, secondo la relazione, dovrebbero avere valenza
assistenziale come si evince dalla seguente citazione: «La Commissione condivide la distinzione fra le spese per attività
sanitarie, imputate al Fondo sanitario nazionale, e quelle di natura
socio-assistenziale, per le quali l'anziano ricoverato deve contribuire con il
reddito, prevedendosi per i non abbienti il concorso delle famiglie e degli
enti locali». Viene precisato inoltre che l'integrazione dell'ente locale «dovrà essere prevista solo nei casi in cui
i redditi dell'anziano e la contribuzione della famiglia non siano sufficienti
a coprire le spese di parte socio-assistenziale» (19), ignorando
(volutamente?) che gli anziani malati hanno diritto a prestazioni gratuite e
che i parenti non hanno alcun obbligo in base alle leggi vigenti (20).
Circa le difficoltà economiche degli anziani, viene
affermato che l'indagine compiuta dalla Commissione senatoriale «conferma i risultati cui è pervenuta la
Commissione di studio sulla povertà in Italia: almeno un quinto degli anziani
italiani vive attualmente in condizioni di grave disagio economico», anche
se le proposte fatte al riguardo (aumento delle pensioni minime ed elevazione
dell'età pensionabile) lasciano inalterata la situazione di centinaia di
migliaia di persone e di nuclei familiari, costringendoli spesso a richiedere,
per poter sopravvivere, il ricovero in istituto.
Al riguardo, riteniamo che, stante gli attuali
livelli delle pensioni, la Commissione avrebbe dovuto indicare quale intervento
prioritario, la garanzia da parte dei Comuni singoli o associati del minimo
vitale.
La demenza senile? Chi è costei?
Del tutto superficiali le affermazioni della Commissione
senatoriale in merito ai dementi senili. Infatti, dopo aver riconosciuto «la grave situazione dei pazienti
psichiatrici dimessi dalle strutture manicomiali in seguito alla riforma
psichiatrica, che non trovano accoglienza nelle strutture alternative ancora
da realizzare», non avanza nessuna proposta al riguardo.
Anche per gli anziani «affetti da turbe cognitive, dipendenti dalle varie forme della
demenza senile», la Commissione non formula alcuna ipotesi di intervento.
Un difensore civico per le leggi violate?
Fuorviante la proposta della Commissione senatoriale
di istituire «un difensore civico delle
persone non autosufficienti, nominato all'inizio di ogni legislatura del
Consiglio regionale». È assurdo ritenere che le Regioni, le quali ignorano
volutamente le leggi che garantiscono agli anziani cronici non autosufficienti
le cure sanitarie a cui hanno diritto (21), attribuiscano al difensore civico
il compito di difendere il diritto alla salute degli anziani non autosufficienti,
diritto che già attualmente è esigibile davanti all'autorità giudiziaria.
L'ospedale a casa, ma per pochi
Circa l'ospedalizzazione a domicilio è significativo
che la Commissione senatoriale, seguendo la propria linea di emarginazione dei non
autosufficienti, proponga detto servizio esclusivamente per «i malati anziani con riacutizzazione di patologie
croniche, per malati in fase terminale o per pazienti che richiedono terapie
specifiche in seguito ad interventi chirurgici» (22), escludendo quindi
gli anziani colpiti da malattie croniche e da non autosufficienza (23).
Infine è allarmante l'affermazione della Commissione
senatoriale, secondo cui i 140 mila posti letto previsti dall'art. 20 della
legge 11 marzo 1988 n. 67 dovrebbero aggiungersi (24) ai 170 mila esistenti
per portare «il numero complessivo dei
posti letto per autosufficienti e non autosufficienti ad oltre 310 mila»,
aumentando in tal modo gli attuali già gravissimi livelli di emarginazione
della fascia più debole della popolazione anziana.
(1) Cfr. «Commissione
parlamentare di inchiesta sulla dignità e condizione umana dell'anziano»,
in Prospettive assistenziali, n. 82,
aprile-giugno 1988. In questo articolo si prendono in considerazione solo gli
aspetti relativi ai servizi assistenziali e sanitari, con particolare riguardo
agli anziani cronici non autosufficienti.
(2) Per
la conoscenza dell'esperienza dell'assistenza domiciliare, la Commissione si è
limitata a conferire con l'USL n. 6 di S. Daniele del Friuli.
(3) Cfr.
F. Santanera, Sancito dalla legge 4
agosto 1955 n. 692 il diritto degli anziani cronici non autosufficienti alle
cure sanitarie, comprese quelle ospedaliere, in Prospettive assistenziali, n. 73, gennaio-marzo 1986.
(4) Si tratta degli
assessori regionali all'assistenza della Calabria, della Lombardia, del Veneto
e della Toscana.
(5) Si segnala,
altresì che le audizioni della Commissione non hanno coinvolto né le USL, né i
rappresentanti delle organizzazioni di medici, di infermieri e di riabilitatori.
(6) Si veda, ad esempio, la ricerca
delle assistenti sociali dell'Ospedale Addolorata di Roma «Il malato dichiarato cronico in ospedale e nel territorio», edita
nel 1983 dall'USL Roma 9 e l'articolo di C. Hanau e R. Monetti, «Stagionalità dei ricoveri in ospedale, con
particolare riferimento agli anziani», in Prospettive assistenziali, n. 87, luglio-settembre 1989.
(7) Cfr. La Stampa
del 12 agosto 1988 «Ma il senatore visita
solo case di riposo doc».
(8) Ibidem.
(9) Ibidem.
(10) Ibidem.
(11) Cfr. F. Santanera, «Valorizzazione delle IPAB ed emarginazione
degli, anziani non autosufficienti in Emilla Romagna», in Prospettive assistenziali, n. 65,
gennaio-marzo 1984 (l'articolo comprende anche un resoconto alla visita alla
casa protetta «S. Giovanni Bosco») e «Valorizzazione delle IPAB e delle case
protette - L'intervento del Comune di Modena e la replica della redazione»,
Ibidem, n. 68; ottobre-dicembre 1984.
(12) Cfr. M. Dogliotti, Gli enti pubblici non possono pretendere
contributi economici dai parenti tenuti agli alimenti di persone assistite,
in Prospettive assistenziali, n. 87,
luglio-settembre 1989.
(13) Cfr. «Cronicari fuorilegge: una seconda indagine della Federazione Nazionale
Pensionati CISL», in Prospettive
assistenziali, n. 87, luglio-settembre 1989.
(14) Ibidem. Si noti, fra l'altro, che mentre nella seconda indagine
della Federazione Nazionale Pensionati CISL (cfr. nota precedente) viene dato
un giudizio nettamente sfavorevole su «Villa delle Querce» di Nemi e sul «Pio
Albergo Trivulzio» di Milano, la Commissione senatoriale si limita ad
affermare che «i due istituti evidenziano
le stesse difficoltà in ordine alla qualità della vita dei ricoverati, a causa
del numero eccessivo degli ospiti e della gravità delle loro condizioni di
salute».
(15) «La Procura apre un'inchiesta sull'assistenza agli anziani», Il Giorno del 3 luglio 1989. La
Federazione Nazionale Pensionati CISL ha presentato esposti alle Procure della
Repubblica competenti per nove istituti presi in esame. Si segnala inoltre la
notizia apparsa su La Repubblica del
21 luglio 1989 «Anziani, I diritti
calpestati - Le "Amorose cure" nella clinica delle Ancelle - Blitz
del Tribunale del malato nella casa geriatrica di Via Cornelia dopo il dossier
della CISL».
(16) Cfr. «Cronicari fuorilegge - Inchiesta della FNP sulle istituzioni
geriatriche» a cura del Dipartimento Politiche sociali della FNP CISL, Edizioni Lavoro, Roma, 1985 e T. Lepore,
«Cronicari fuorilegge: una indagine della
Federazione Nazionale Pensionati CISL», in Prospettive assistenziali, n. 74, aprile-giugno 1986.
(17) La stessa situazione vale anche per le strutture
residenziali per minori e per handicappati.
(18) Molti istituti di ricovero per
anziani (autosufficienti e non) hanno l'autorizzazione a funzionare come locande,
che sono l'infimo livello degli alberghi.
(19) Anche in altre parti della
relazione, la Commissione senatoriale insiste sugli oneri a carico dei
familiari, affermando, fra l'altro quanto segue: «Pertanto i familiari e, in genere, tutte le persone che in base alle
norme vigenti sono obbligate al mantenimento dell'anziano o alla somministrazione
degli alimenti, dovrebbero essere chiamate a contribuire al pagamento della
retta, qualora il reddito del ricoverato non sia sufficiente».
(20) Cfr. la nota 12.
(21) Ricordiamo in particolare, oltre
alla legge 692/55 (Cfr. la nota 3), la disposizione, ancora in vigore,
dell'art. 29 della legge 12 febbraio 1968 n. 132 che impone alle Regioni di
programmare i posti letto degli ospedali tenendo conto delle esigenze dei
malati «acuti, cronici, convalescenti e
lungodegenti» e quelle della legge di riforma sanitaria che obbliga le USL
a provvedere alla «tutela della salute
degli anziani, anche al fine di prevenire e di rimuovere le condizioni che
possono concorrere alla loro emarginazione» e che stabilisce che le
prestazioni devono essere fornite agli anziani, qualunque siano «le cause, la fenomenologia e la durata»
delle malattie.
(22) Circa fa non validità
scientifica della distinzione fra malattie acute e croniche, si veda F. Fabris,
«Ridefinizione dei concetti di acuzie e
di cronicità», in AA.VV., Eutanasia
da abbandono - Anziani cronici non autosufficienti: nuovi orientamenti
culturali e operativi, Rosenberg & Sellier, Torino, 1988.
(23) Sarebbe interessante conoscere
se la Commissione senatoriale ritiene che la competenza ad intervenire nei
confronti degli adulti e dei minori cronici non autosufficienti debba essere
trasferita dal settore sanitario a quello assistenziale, come propone per gli
anziani.
(24) A proposito dei 140 mila posti
letto, l'art. 20 della legge 11 marzo 1988 n. 67 parla di «ristrutturazione
edilizia». Pertanto è ipotizzabile che una parte degli attuali 170 mila posti
letto venga ristrutturata. Ne deriva che l'incremento dei posti letto potrebbe
non essere così rilevante, come auspicato dalla Commissione senatoriale.
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