Prospettive assistenziali, n. 88, ottobre-dicembre 1989

 

 

Specchio nero

 

 

DIMISSIONI OSPEDALIERE CRIMINALI: L'INDIGNAZIONE NON BASTA

 

 

Da anni denunciamo il disprezzo delle istitu­zioni (Ministero della sanità, Regioni, USL) pre­poste alla gestione dei servizi sanitari nei con­fronti degli anziani cronici non autosufficienti, disprezzo che consiste, in primo luogo, nel non riconoscere lo status di malati alle suddette per­sone. Gli anziani cronici non autosufficienti sono quindi trattati come oggetti ingombranti, che de­vono essere allontanati dagli ospedali.

A quando il blitz dei NAS sugli anziani cronici non autosufficienti illegalmente espulsi dal set­tore sanitario? Perché la magistratura continua a non intervenire a difesa del diritto alla salute?

Gli Ordini dei medici, i Tribunali per i diritti del malato, i Sindacati non hanno nulla da dire? Dalle vicende, già gravissime, da noi denuncia­te in «Vecchi da morire» e nell'editoriale del n. 77 di «Prospettive assistenziali» (L'abbandono degli anziani cronici non autosufficienti, tragica conseguenza della negazione del diritto alla sa­lute), si è giunti al criminale fatto di Genova, ri­portato dal giornale «Il Lavoro» del 3 novembre 1989. Questo, purtroppo, non è che la punta di un iceberg come dimostrato dalla situazione di Laura, una ragazza di 21 anni, in coma vigile da 16 mesi, che l'ospedale di Lecco pretende di di­mettere in quanto «deve lasciare il suo letto perché serve a pazienti più gravi» (1).

Un altro duro colpo per i familiari. Infatti il pa­dre afferma «Ci sentiamo abbandonati da tutti». A sua volta la madre della ragazza è talmente disperata da affermare: «Forse era meglio se moriva subito» (2).

 

 

(1) Cfr. La Stampa del 22 ottobre 1989 «Ragazza di Lec­co - In coma "sfrattata" da ospedale».

(2) Il Resegone del 27 -10 -1989 «Il dramma di Laura».

 

 

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