Prospettive assistenziali, n. 89, gennaio-marzo 1990
HANDICAPPATI: DIRITTI E
ASSISTENZIALISMO
Nel novembre
1989 ha avuto luogo l'Assemblea dell'Associazione Nazionale tra Invalidi per
Esiti di Poliomielite e altri Invalidi Civili (ANIEP).
Al termine
dei lavori è stata approvata la mozione, che riportiamo integralmente, in cui
sono precisate le tendenze in atto nel settore degli handicappati.
Condividiamo
appieno l'analisi dell'ANIEP e riteniamo che le preoccupanti condizioni di vita
degli handicappati dovrebbero indurre gli interessati, le loro associazioni di
appartenenza e le organizzazioni sensibili al problema ad una decisa azione
politica per la difesa dei diritti dei cittadini colpiti da handicap.
TESTO DELLA MOZIONE
L'Assemblea dell'Associazione Nazionale tra Invalidi
per Esiti di Poliomielite ed altri Invalidi Civili (ANIEP) ha esaminato la
situazione degli handicappati in relazione ai più recenti provvedimenti
legislativi e alle prospettive delle politiche sociali.
In termini generali si è osservato che l'azione dei
Governi che si sono succeduti negli anni '80 è stata centrata soprattutto sui
problemi della correzione delle disfunzioni del sistema economico e del
deficit pubblico, mentre i temi della solidarietà sono diventati del tutto
secondari o addirittura sono state approvate e progettate nuove leggi contro
la politica sociale in ambito sanitario, assistenziale e previdenziale.
I Partiti e i Sindacati, pur occupando ampi spazi di
potere, sembrano incapaci di superare una gestione pragmatica e contingente dei
problemi e si limitano a rappresentare gli interessi dei gruppi forti.
La società appare più anonima, frammentata,
spoliticizzata: i valori umani, civili e morali restano affidati a sistemi di
cooperazione e di volontariato, laico e cattolico.
In questo contesto di considerazioni si è rilevato
che per quanto riguarda i portatori di handicap si sta affermando una tendenza
sempre più decisa del l'assistenzialismo, inteso come garanzia del minimo
vitale e gestione privata dei bisogni, mentre i progetti, politici e
culturali, dell'integrazione e della partecipazione (inserimento scolastico,
lavoro, socializzazione) hanno regi- ' strato una forte diminuzione di
attenzione e di interesse.
Le provvidenze economiche sono diventate alternative
agli interventi di riabilitazione e di integrazione, cosicché si è favorito per
gli handicappati una situazione di passività e di solitudine, con l'unico
supporto della famiglia come gruppo di relazione e di affettività.
Contestualmente, per ragioni di contenimento della
spesa pubblica, si sta diffondendo una sorta di crociata pseudomorale contro i
«falsi invalidi» e si approvano leggi che colpiscono soprattutto i diritti dei
portatori di handicap gravi o gravissimi.
La legge che ha trasferito i riconoscimenti della
invalidità civile alle commissioni mediche militari per le pensioni di guerra
e il relativo decreto di attuazione produrrà un blocco totale delle attribuzioni
di pensioni e di indennità per almeno 3 anni.
Infatti le commissioni militari, istituite una per
Provincia, dovranno esaminare 1.958.664 domande dì visita attualmente
distribuite in oltre mille commissioni mediche, provinciali e regionali, delle
USL. La stessa legge ha reso praticamente impossibili i ricorsi e ha previsto
per le nuove domande una tale mole di documentazione e di appesantimenti
burocratici che rallenteranno gravemente gli accertamenti e la concessione di
assistenza.
Gli
stessi effetti ritardanti si avranno per la iscrizione nelle liste di
collocamento.
Si può concludere che lo Stato ed il Parlamento
hanno fatto scomparire ope legis gli
invalidi civili almeno fino al 1994!
La medesima legge ha previsto una delega in bianco al
Governo per modificare la legislazione vigente che ha prodotto, col decreto
legislativo n. 509 del 1988, ulteriori offensive e umilianti limitazioni dei
diritti acquisiti: l'innalzamento dei grado di invalidità dal 67% al 74% per la
concessione dell'assegno mensile di assistenza agli handicappati disoccupati,
altre restrizioni, dopo l'esclusione degli invalidi psichici, per il collocamento
al lavoro, l'abrogazione dell'assegno mensile di accompagnamento ai minori con
difficoltà di deambulazione che frequentano la scuola o corsi di formazione
professionale, riduzione della possibilità di congedi per cura, criteri più
rigidi per la definizione e l'attribuzione del grado di invalidità secondo il
modello medico-legale, anziché medico-sociale.
È stata inoltre approvata una sorta di «legge truffa»
sull'adeguamento dell'indennità di accompagnamento che è stata aumentata di
lire 29.000 mensili, mentre secondo la legislazione vigente (legge 18/1980,
legge 392/1984, legge 656/1986) avrebbe dovuto essere equiparata all'indennità
di cui fruiscono i grandi invalidi di guerra e quindi incrementata di circa
500.000 lire mensili.
In questo quadro di analisi della produzione
legislativa si registra come unico fatto positivo l'approvazione della legge
sulla eliminazione delle barriere architettoniche nell'edilizia privata e
abitativa; permangono invece gravi ritardi ed omissioni per quanto riguarda
l'accessibilità agli edifici pubblici e dei trasporti (soltanto 1.000 Comuni
hanno predisposto i piani che dovevano obbligatoriamente produrre e richiesto i
relativi finanziamenti).
Conclusivamente
l'Assemblea nazionale dell'ANIEP ha osservato che:
- lo Stato può assicurare più beni materiali e nello
stesso tempo accentuare le situazioni di emarginazione sociale;
- alla solidarietà politica e culturale nei confronti
dei più deboli si va sostituendo l'indifferenza, la tolleranza e la delega;
-
lo stato del benessere registra ancora gravi disuguaglianze (la società dei
2/3);
- la prevalenza del modello assistenziale,
l'impossibilità di accedere alle comunicazioni politiche e sociali, la
privatizzazione dei bisogni, costituiscono per gli handicappati nuove forme di
povertà altrettanto gravi quanto quelle materiali.
Dal quadro delle valutazioni esposte, l'Assemblea
nazionale dell'ANIEP, pur apprezzando alcune iniziative come l'azione
promozionale della commissione Jervolino e il valore morale della legge quadro
sugli handicappati, ritiene che l'unico modo di contrastare il prevalere del
modello assistenziale sia costituito dalla rapida approvazione di una nuova
legge sul collocamento che consenta agli handicappati, compresi quelli psichici,
la partecipazione alla vita attiva, condizione indispensabile per superare
tutte le situazioni di passività, di inutilità e di isolamento.
L'Assemblea nazionale dell'ANIEP sollecita pertanto
la Commissione lavoro del Senato affinché concluda al più presto la
discussione per dare uno strumento legislativo, moderno, razionale e non
impositivo, per l'inserimento lavorativo degli handicappati secondo le linee
del disegno di legge n. 864.
L'Assemblea nazionale dell'ANIEP sollecita inoltre
l'approvazione della legge quadro sui servizi socio-assistenziali,
congiuntamente con la riforma delle autonomie locali, al fine di rendere più
efficaci e coordinati i servizi e le prestazioni territoriali e l'attività
legislativa delle Regioni.
Per
aspetti più specifici l'Assemblea nazionale dell'ANIEP raccomanda:
-
sostegno, assistenza e sgravi fiscali per le famiglie in cui vivono
handicappati gravi;
- potenziamento dei servizi alle persone (assistenza
domiciliare, trasporti, alloggi adeguati) al fine di evitare condizioni di
isolamento o ricoveri impropri;
- approvazione definitiva della legge sulle
cooperative di solidarietà sociale per favorire lo sviluppo della formazione
professionale e di sistemi di lavoro facilitato per i portatori di handicap;
- approvazione del «progetto-obiettivo» sugli
handicappati, contenuto nel Piano sanitario nazionale.
Infine per opporsi all'atmosfera di «eutanasia
sociale», di silenzio e di indifferenza che sempre più avvolge gli
handicappati, l'Assemblea nazionale dell'ANIEP impegna l'Associazione ad una forte
riproposizione, in termini politici e culturali, dei grandi temi del lavoro,
dell'uguaglianza, della partecipazione, della comunicazione e della felicità.
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