Prospettive assistenziali, n. 92, ottobre-dicembre
1990
ANZIANI
CRONICI NON AUTOSUFFICIENTI: IL COMUNE DI MODENA HA SEMPRE RAGIONE
Sono usciti gli atti del convegno «Anziani non
autosufficienti: programmazione, gestione e valutazione dei servizi
residenziali e diurni», tenutosi a Modena il 7-8 febbraio 1990, organizzato
dal Comune di Modena in collaborazione con la Regione Emilia-Romagna.
Poiché gli organizzatori hanno voluto avere ragione a
tutti i costi, hanno censurato gli interventi non allineati alle loro
posizioni. Infatti non sono stati riportati né quello di Graziana Delpierre,
Segretario nazionale della UIL Pensionati, né quello di Maria Grazia Breda del
Coordinamento sanità e assistenza fra i movimenti di base di Torino.
Certamente non sono state gradite le critiche alla
gestione assistenziale degli anziani cronici non autosufficienti attuata dal
Comune di Modena e alla conseguente negazione del loro diritto alle cure
sanitarie, critiche che erano state riassunte in un volantino del CIV (1)
distribuito all'inizio del convegno.
È però molto significativo che gli organizzatori non
abbiano saputo replicare all'analisi documentata del CIV, del CSA e della UIL
Pensionati, anche se il Comune di Modena è stato fin dalla fine degli anni '70
a favore del trasferimento di fatto dal settore sanitario a quello assistenziale
della competenza ad intervenire nei confronti degli anziani cronici non
autosufficienti (2).
Mariangela Bosticco, Assessore alla sanità e servizio
sociale del Comune di Modena, ha tentato di dare al concetto di non
autosufficienza una definizione che potesse giustificare la linea politica
perseguita dal Comune e dalla Regione Emilia-Romagna, dichiarando che sono
individuate «come non autosufficienti
quelle persone che non sono in grado di mantenersi integrate nel contesto
sociale di appartenenza o di rispondere ai bisogni essenziali di vita senza
l'aiuto esterno». Giunge pertanto a questa stupefacente affermazione: «Il concetto di non autosufficienza non
definisce lo stato di patologia dell'individuo, ma il suo effetto limitante rispetto
alle proprie attività».
Che gli anziani cronici siano dei malati anche a
Modena, l'ha confermato la relazione tenuta da Roberta Francia e Luciano Belloi
della Cattedra di Geriatria dell'Università della stessa città. Essi hanno
riferito in merito ad una ricerca svolta su 1.000 anziani ricoverati in
strutture protette dell'USL 41 dell'Emilia-Romagna, ai quali è stata
somministrata la scala denominata BINA (Breve Indice di Non Autosufficienza),
scala che «tiene conto della
concomitanza di problemi biologici, sanitari, sociali, psicologici e
assistenziali: tenta cioè di rispondere agli indispensabili requisiti
geriatrici di rilievo multidimensionale».
Il 90% degli esaminati non è autosufficiente; le
menomazioni più frequenti sono le malattie locomotorie, cardiovascolari, la
demenza, l'ictus e la psicosi.
Inoltre «il 30%
degli anziani di questi gruppi presentano distrofie cutanee e piaghe da decubito;
il 22% disturbi della cognitività fino alla aggressività».
Per il 52% dei ricoverati come sani nelle case
protette, R. Francia e L. Belloi sostengono che «il compenso bio-psico-sociale degli anziani (...) si ottiene attraverso programmi terapeutici
e riabilitativi individuali gestiti da una équipe multidisciplinare ad alta
professionalità (geriatri, fisiatri, psichiatri, terapisti della
riabilitazione, infermieri, ecc.)».
Peccato che, di fronte alle suddette esigenze di cure
sanitarie, siano forniti 2 minuti di medico al giorno (3).
Non
è quindi fuori luogo parlare anche in questo caso di eutanasia da abbandono.
Infine vi è da sottolineare che nelle relazioni
dell'Assessore alla sanità e assistenza del Comune di Modena, dei funzionari
regionali e locali e degli esperti, mai è stato fatto cenno alle somme
illegalmente richieste agli anziani malati non autosufficienti ricoverati
nelle case protette e ai loro familiari, nonostante che si arrivi a pretendere
oltre 1 milione e mezzo al mese.
Altro esempio di deplorevole scorrettezza!
(1) Fanno parte del CIV,
Coordinamento italiano del volontariato, il Tribunale per i diritti del malato
di Parma, il Tribunale della salute di Bologna, il Centro per i diritti del
malato di Vignola, il Gruppo ecologia e salute di Imola, l'Associazione malati
reumatici dell'Emilia-Romagna, la Federazione delle associazioni di diabetici,
l'Associazione per il diritto alla salute e la tutela del malato di Firenze,
l'Associazione nazionale genitori di soggetti autistici e il Coordinamento
sanità e assistenza fra i movimenti di base di Torino.
(2) Ricordiamo che nel seminario su
«I diritti negati degli anziani non autosufficienti», svoltosi a Serramazzoni
(Modena) dal 22 al 26 novembre 1987, organizzato dal Comune di Modena in
collaborazione con la Fondazione Zancan nessun amministratore e nessun
operatore del Comune di Modena aveva saputo contrapporre alcunché alle
documentate critiche rivolte alla gestione assistenziale. Si veda al riguardo,
il n. 2, 1988 di Servizi sociali in
cui sono pubblicati gli atti del seminario e l'articolo «Lineamenti per una
carta dei diritti dell'anziano non autosufficiente» in Prospettive assistenziali, n. 81, gennaio-marzo 1980.
(3) Cfr. la relazione
«L'organizzazione delle prestazioni sanitarie in casa protetta» tenuta da
Arnoldo Oneto, Responsabile del Servizio di Medicina di base della Regione
Emilia-Romagna.
Prospettive assistenziali, n. 92, ottobre-dicembre
1990
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