Prospettive assistenziali, n. 92, ottobre-dicembre
1990
Notizie
CORSO DI FORMAZIONE AL
LAVORO PER GIOVANI PORTATORI DI
HANDICAP INTELLETTIVO AL CENTRO DI FORMAZIONE
PROFESSIONALE ENAIP DI SETTIMO TORINESE
Riportiamo
il testo dell'intesa distribuito nel corso della tavola rotonda del 5.10.90,
tenutasi a Settimo sul tema «Handicap e lavoro» con la partecipazione di
rappresentanti del mondo del lavoro: Confapi - Associazione Piccole Industrie;
CNA - Confederazione nazionale artigiani, le Organizzazioni sindacali, le
Cooperative.
Valutiamo
molto positivamente l'avvio del corso per soggetti con «insufficienza mentale»
promosso dal Centro di formazione professionale ENAIP e auspichiamo
l'estensione di tale esperienza ad altre realtà del territorio provinciale,
regionale e nazionale.
Protocollo d'intesa tra Comune di
Settimo - USSL 28 - Organizzazioni sindacali - Centro di formazione
professionale ENAIP «Don Paviolo» di Settimo Torinese
Premesso che le parti ritengono importante attivare
sul territorio degli interventi che favoriscano l'inserimento lavorativo di
cittadini handicappati capaci di fornire prestazioni lavorative piene o
ridotte, superando una logica solo assistenziale, ricercando dei posti di
lavoro confacenti alle attitudini personali;
considerato che nel territorio è presente un
consistente numero di portatori di handicap intellettivo;
vista la delibera della USSL 28 n. 553 del 21.7 1989
tesa a favorire tirocini formativi e inserimenti lavorativi pilotati;
visto l'accordo sindacale realizzato nel maggio '89
tra FILTA-CISL, FILTEA-CGIL, UILTA-UIL e l'API in rappresentanza di 17 aziende
produttrici di penne collocate nel nostro territorio e i successivi accordi
sindacali sottoscritti da CGILCISL-UIL torinesi con l'API (3.11.89) e tra CGILCISL-UIL
e l'Unione Industriale (16.2.90) tutti tesi a favorire inserimenti lavorativi
di portatori di handicap intellettivo;
vista la delibera n. 352 del 19.3.90 del Comune di
Settimo con la quale si prevede lo stanziamento dei fondi per favorire
l'inserimento lavorativo di questi soggetti e l'impegno a partecipare
attivamente alla costituenda Commissione promossa dalla USSL 28 con il preciso
scopo di favorire tirocini formativi e inserimenti lavorativi;
valutate come non adeguate ed insufficienti le
possibilità formative attuali presenti sul territorio;
sottolineano come questa carenza sia di impedimento
alla possibilità di formazione e conseguente inserimento lavorativo di
soggetti portatori di handicap, anche alla luce degli accordi sindacali e
delle iniziative intraprese dal Comune di Settimo e dalla USSL 28 prima
richiamate;
ritengono importante l'istituzione presso il Centro
di Formazione professionale Enaip «Don Paviolo» di Settimo di corsi di «formazione
al lavoro per giovani portatori di handicap intellettivo», con le
caratteristiche e le modalità previste dal progetto congiuntamente elaborato.
Tali corsi si affiancheranno agli inserimenti di portatori di handicap nei
normali corsi di F.P. effettuati dal CFP Don Paviolo, inserimenti che
seguiranno il nuovo iter metodologico.
Le parti contraenti, con la partecipazione alla
Commissione promossa dall'USSL 28, si impegnano ad attivare i rapporti e
reperire le risorse utili ad un effettivo inserimento al lavoro dei soggetti
interessati coinvolgendo le associazioni imprenditoriali ed i rappresentanti
degli utenti e delle loro famiglie.
Chiedono agli Enti competenti di favorire la
realizzazione di quanto contenuto in questo protocollo d'Intesa.
Settimo Torinese, giugno 1990
ANCHE IL MOVIMENTO
FEDERATIVO DEMOCRATICO A FAVORE DEL DIRITTO DEGLI ANZIANI CRONICI NON
AUTOSUFFICIENTI ALLE CURE SANITARIE
Riportiamo
integralmente la lettera inviata in data 10 luglio 1990 dalla Segreteria
regionale piemontese del Movimento Federativo Democratico alle Autorità
sanitarie dell'USSL Torino VII.
A seguito degli impegni che ci siamo pubblicamente
assunti come Movimento Federativo Democratico, unitamente al C.S.A. (Coordinamento
Sanità e Assistenza tra i Movimenti di Base), al termine della tavola rotonda
svoltasi il 7 giugno 1990 presso l'ospedale Astanteria Martini di Via Cigna,
Vi sottoponiamo alcune questioni urgenti riguardanti il problema anziani nella
nostra USSL.
La proposta di Piano socio-sanitario regionale
(89/91) prevedeva 90 posti-letto RSA (Residenze Sanitarie Assistenziali)
presso l'ospedale Astanteria Martini di Via Cigna.
La legge regionale n. 37, approvata il 23.4.90
prevede invece 40 posti-letto di geriatria, 40 posti-letto di medicina
generale e 40 posti-letto di pneumologia.
Chiediamo a questo proposito chiarimenti precisi sui
meccanismi che regolano l'accesso da parte dei malati presso i suddetti reparti
e quali sono i criteri di prenotazione dei postiletto.
I dati che abbiamo rilevato nella USSL VII ci dicono
che nel nostro territorio risiedono n. 4764 persone in età superiore ai 75 anni
che vivono sole: i servizi sociali forniscono dati di 145 anziani, in massima
parte non autosufficienti, in lista di attesa per una qualsiasi collocazione in
istituto; le attese sono da più di sei mesi ad un anno.
Nei reparti ospedalieri, in particolare all'ospedale
Maria Adelaide, sono in costante aumento i casi di difficoltà di
dimissionamento di anziani che rimangono ricoverati anche parecchi mesi perché
l'USSL VII non ha predisposto alcuna struttura alternativa al ricovero
ospedaliero.
a) Richieste riguardanti il settore
sanitario
Si premette che, in base alle leggi vigenti, gli
anziani non autosufficienti hanno diritto alle cure sanitarie, comprese,
occorrendo, quelle ospedaliere.
In secondo luogo si osserva che la priorità assoluta
di intervento dovrebbe essere rivolta alla prevenzione e agli interventi
sanitari domiciliari.
Attualmente, a livello domiciliare intervengono, e
purtroppo non sempre in modo idoneo e tempestivo, esclusivamente i medici di
base ma non quelli specialistici e tanto meno (salvo quanto viene fatto nel
campo della terapia iniettiva) gli infermieri ed i terapisti della riabilitazione.
Pertanto, tenuto conto delle esigenze dei cittadini
e dei minori costi di gestione e di investimento, si richiede che venga
istituito un servizio di ospedalizzazione a domicilio in collaborazione con
tutti i servizi del territorio compreso l'ospedale Astanteria Martini di Via
Cigna.
In secondo luogo, accorre che siano istituiti i
servizi ambulatoriali per la riabilitazione di anziani e adulti.
In terzo luogo è necessario il potenziamento del day
hospital per gli interventi curativi e riabilitativi non praticabili a livello
ambulatoriale. Infine si propone che il reparto di pneumologia dell'Astanteria
Martini di Via Cigna venga trasferito presso altro ospedale al fine di consentire
la creazione di posti-letto per anziani, soprattutto non autosufficienti, non
curabili a domicilio.
Chiediamo una precisa scadenza per l'avvio concreto
sul territorio dei distretti sanitari e del Centro unificato di prenotazione.
b) Richieste riguardanti il settore
socio-assistenziale
Al Comune chiediamo se, in vista del passaggio delle
competenze socio-assistenziali alle USSL, è previsto anche un sostanziale potenziamento
degli organici (assistenti sociali e colf) date le gravissime carenze
denunciate dagli operatori e visto che questo personale non ha in carico solo
gli anziani ma anche tutti i casi appartenenti alle fasce sociali più deboli
(compresi gli handicappati, le adozioni, i tossicodipendenti).
Alla luce dei fatti sopra esposti, solo un forte
aumento degli addetti, forniti di formazione specifica, potrà consentire
all'anziano di rimanere nel proprio ambito familiare il più a lungo possibile.
Sarà anche necessario prevedere forme di pagamento parziale per quei pensionati
che superano di poco il minimo di reddito e che perciò rimangono esclusi dai
servizi comunali, ma non per questo sono in grado dì far fronte privatamente
alle loro necessità.
Da parte nostra stiamo organizzando, come stabilito
durante la sopra citata assemblea del 7 giugno 1990, la «Commissione di
sorveglianza sullo stato dei servizi» riguardante gli anziani nelle 3 USSL
della zona di Torino-Nord, in modo da poter garantire un'azione sistematica di
governo da parte dei cittadini interessati a questi problemi.
Sollecitiamo pertanto un incontro al più presto con
il Comitato di gestione di questa USSL per avere risposte riguardo ai problemi
sopra citati e circa gli impegni che questa amministrazione intende assumere
al riguardo.
TELEFONO CONTRO LA VIOLENZA
AGLI ANZIANI E PER I LORO DIRITTI
La Comunità di S. Egidio fin dagli inizi degli anni
'70 si è impegnata in una presenza a fianco degli anziani, non salo a Roma, ma
anche in altre grandi città come Firenze, Genova, Napoli, Novara e In alcune
città estere.
Per quello che riguarda Roma l'assistenza domiciliare
e altre forme di assistenza coinvolgono circa 5000 anziani che vivono a casa o
in istituto (va ricordato che il Comune di Roma assiste a domicilio 3000
anziani).
In questo servizio si colloca l'esperienza ormai
decennale delle due comunità-alloggio per anziani parzialmente non
autosufficienti di San Giovanni (Largo Magna Grecia) e Porta Portese (Via
Panfilo Castaldi). Entrambe sono convenzionate con il Comune di Roma e sono
tutt'oggi l'unica esperienza assistenziale e sanitaria alternativa al ricovero
in un istituto per lungodegenti esistente nella Capitale.
Altre iniziative in questo campo, altre ai soggiorni
estivi per anziani (dal 1974): la rivista Filomena, bimestrale dalla parte
degli anziani e il recente Convegno internazionale «Anziani tra violenza e
abbandono - Perché non sia più così», alla presenza del Presidente della
Repubblica, aperto dal card. Carlo M. Martini.
È proprio da questa esperienza che è nata
l'iniziativa di attivare un telefono contro la violenza agli anziani.
Perché il telefono
A contatto con gli anziani emerge una fitta rete di
violenze più o meno evidenti, che pesano ulteriormente sulla vita di chi è
avanti negli anni.
In tante situazioni si è visto come talvolta fosse
necessario aiutare gli anziani stessi a prendere coscienza delle ingiustizie
subite e dei propri diritti, sanciti per tutti dalla legge, particolarmente
nel caso di abusi più nascosti o meno evidenti.
Proprio questi costituiscono come un'area grigia di
discriminazione e di costrizione a vivere secondo standard di vita inferiori a
quelli comunemente accettati come il minimo livello per praticare una vita
dignitosa.
Il telefono contro la violenza e per i diritti degli
anziani si colloca pertanto non sul versante assistenziale - sempre importante
- ma su quello dei diritti e delle campagne per una coscienza civile
improntata al rispetto della persona umana e alla solidarietà.
Scopo del telefono
È quello di chiarire la coscienza della violenza
subita e di fornire strumenti di autodifesa. È un terreno complesso. Vi è la
violenza evidente. Ma vi è pure la violenza che, pur essendo altrettanto
evidente, è difficile da perseguire.
L'obiettivo non è quello di collocarsi fra le tante
altre iniziative telefoniche che si propongono un'assistenza diretta, con un
volontariato che a volte non corrisponde alle possibilità concrete (è capitato
alla stessa Comunità di S. Egidio di ricevere centinaia di richieste di aiuto
provenienti da pubblicizzati «telefoni amici»). Il taglio vuole essere quello
dell'assistenza personale e dell'aiuto giuridico e civile di informazione e
sostegno alla denuncia e alla autodifesa.
Come funziona
L'iniziativa del telefono (n. 67.86.917) coinvolge circa
60 operatori, tutti provenienti da una consolidata esperienza di volontariato
con gli anziani. Questi operatori si avvicendano per garantire ogni giorno,
comprese le domeniche ed i festivi, un'ora e mezza di ascolto, dalle 19 alle
20,30.
I volontari si sono preparati con un training piuttosto impegnativo - lungo
l'arco di sei mesi con simulazioni e quesiti concreti - che ha approfondito gli
aspetti sociali e giuridici delle più comuni situazioni di violenza e di abuso
in cui si vengono a trovare gli anziani.
www.fondazionepromozionesociale.it