Prospettive assistenziali, n. 93, gennaio-marzo 1991
Notizie
RIPRISTINATA L'INDENNITÀ AI
MINORI HANDICAPPATI
Nel n. 85, gennaio-marzo 1989, di Prospettive assistenziali avevamo
deplorato la soppressione dell'assegno di accompagnamento per i minori
handicappati, soppressione attuata dalla legge 21 novembre 1988 n. 508.
Rileviamo ora con soddisfazione che detto assegno è
stato ripristinato dalla legge 11 ottobre 1990 n. 289.
NUOVAMENTE ALLE USL GLI
ACCERTAMENTI PER L'INVALIDITÀ
Con una iniziativa sorprendente per la superficialità
(decreto legge 30 maggio 1988 n. 173, convertito nella legge 26 luglio 1988 n.
291) dovuta all'allora Ministro del tesoro Giuliano Amato, erano state
militarizzate le Commissioni per l'accertamento dell'invalidità.
Nello stesso tempo erano state soppresse 1200
Commissioni sanitarie delle USL e l'esame dei due milioni di domande sono
state affidate a 94 Commissioni militari.
Il provvedimento in oggetto, come commentavamo su Prospettive assistenziali, n. 83, lugliosettembre
1988, costituiva «un comodo mezzo,
assolutamente immorale e incivile, per ritardare di anni l'erogazione di somme
indispensabili per la sopravvivenza di decine di migliaia di persone».
Finalmente, con la legge 15 ottobre 1990 n. 295, le
disposizioni suddette sono state modificate, anche se in modo non soddisfacente,
in quanto, pur essendo nuovamente state attribuite alle USL le funzioni
relative al riconoscimento delle pensioni di invalidità civile e della indennità
d'accompagnamento, alcune competenze non marginali continuano ad essere
affidate alle Commissioni militari.
In
secondo luogo, resta da smaltire l'enorme arretrato accumulatosi.
Infine, le nuove disposizioni nulla prevedono circa
l'istruttoria preliminare delle domande concernenti l'invalidità, istruttoria
che, come abbiamo motivato nel citato n. 83, di Prospettive assistenziali, è, a nostro avviso, indispensabile sia
per un esame sollecito delle domande, sia per evitare i numerosissimi abusi.
PIANO SANITARIO E ANZIANI:
LETTERA APERTA AI CONSIGLIERI DEL COMUNE DI BOLOGNA
A distanza di due anni dalla precedente lettera
inviata ai Sigg. Consiglieri, ritorna all'approvazione del nuovo Consiglio il
piano sanitario bolognese.
Spiace dover considerare che due anni sono passati
inutilmente, e che gli stessi interrogativi e le stesse proteste di allora
possono essere oggi riproposti, con la stessa e con maggiore intensità: le
persone affette da malattie croniche e non autosufficienti continuano ad
essere espulse illegalmente dall'assistenza sanitaria e scaricate in case di
riposo assolutamente inadatte a prestare le cure e la riabilitazione di cui
avrebbero bisogno; per di più si pretende che le famiglie paghino cifre esose
alle IPAB ed ai privati gestori di case di riposo, mentre la Regione,
nonostante le promesse, continua ad erogare soltanto 300.000 lire al mese, ed
esclusivamente per le case di riposo convenzionate, quale contributo del fondo
sanitario regionale alle spese di questi malati di serie B.
Le piccole realizzazioni di questo biennio, del tutto
insufficienti rispetto alle esigenze della città che invecchia, non sono certo
nel senso da noi auspicato: si prenda ad esempio la casa di riposo dell'IPAB
Giovanni XXIII alle Caserme Rosse, che va ben oltre quella dimensione umana
consigliata dalle stesse disposizioni nazionali emanate per le Residenze
Sanitarie Assistenziali.
Non meraviglia pertanto che l'Amministrazione
comunale rifiuti il dialogo con la nostra associazione; nonostante la nostra
richiesta sia stata ricevuta da tre mesi, la risposta dei due Assessori
competenti, datata 21.9.1990, rinvia la responsabilità di una consultazione
democratica alla Commissione consigliare.
Essendoci stata negata nei fatti questa possibilità
di partecipare alle decisioni sul piano sanitario, siamo costretti a segnalare
soltanto alcuni dei punti maggiormente carenti del piano stesso, appuntando la
nostra attenzione privilegiata sul tema dei non autosufficienti gravi.
Il piano sanitario è illegittimo perché non prevede
un posto letto per la riabilitazione-lungodegenza ogni mille abitanti, così
come prescritto dalla legge n. 595/1985. Non vi è neppure il rispetto della
legge regionale di programmazione sanitaria, che pure in quantità ridotta
prevede detta specialità; in camere dotate di maggior confort, aperte ai
familiari ed al volontariato, con personale di riabilitatori in misura prevista
dal D.M. Sanità del 13.9.1988, minor organico di medici e stessa dotazione di
infermieri rispetto alle medicine e alle geriatrie.
Il piano sanitario è ingiusto perché non prevede la
tipologia delle Residenze sanitarie assistenziali distinta dalle case di
riposo cosiddette «protette», vecchia formula emiliano-romagnola inventata per
togliere ai malati non autosufficienti il diritto a cure adeguate.
Il piano sanitario sarà fonte di sprechi perché non
prevede un'adeguata assistenza domiciliare ai malati e non parla neppure della
possibilità dell'ospedalizzazione a domicilio.
Il piano sanitario compie l'ultimo scippo nei confronti
degli anziani: impone infatti che una geriatria fra le tre superstiti debba
abbandonare l'ospedale Malpighi, costruito con i soldi degli anziani (opera pia
Giovanni XXIII) appositamente per favorire la riabilitazione, ed impone che
detta geriatria venga trasferita in un'ala dell'ospedale Maggiore, dove la
situazione logistica (spazi, bagni, corridoi, confusione per i lavori in corso)
è già penosa per i ricoverati adulti, ma diventa assolutamente insostenibile
per i malati geriatrici. Non si tratta soltanto di problemi di confort, ma di
un vero e proprio attentato alla qualità e alla quantità di vita che resta da
vivere, poiché se gli spazi non sono adeguati viene impedita la
riabilitazione, e quelli che non muoiono sopravvivono come non autosufficienti,
generando dolore e spese aggiuntive.
Vorremmo infine interpretare bene la lettera del
piano sanitario a proposito del riattamento del Centro diagnostico
neuropsichietrico di viale Pepoli: occorre che i non autosufficienti psichiatrici
gravi, tipo i malati di Alzheimer, siano assistiti in comunità di tipo
familiare, ed ove questo non è possibile, in residenze sanitarie assistenziali
di una ventina di posti letto, così come previsto dalle disposizioni nazionali.
La localizzazione delle R.S.A., per questi malati come per gli altri, deve
rispettare l'esigenza di favorire i rapporti con parenti ed amici, oltre che
quella di vivere in condizioni umane, non subumane come nell'attuale Centro
diagnostico neuropsichiatrica.
Ricordo infine che sono state raccolte molte firme di
cittadini bolognesi sotto la proposta di legge popolare «Riordino degli
interventi sanitari in favore degli anziani malati non autosufficienti e
realizzazione delle residenze sanitarie assistenziali» presentata nel giugno
scorso: sarebbe opportuno che i Sigg. Consiglieri tenessero presente il suo
contenuto, che diverge radicalmente dal piano sanitario bolognese presentato
al Consiglio per l'approvazione.
Tribunale della Salute Sede
provvisoria, c/o Ospedale S. Orsola Viale Ercolani 4 - Bologna
Bologna, 11
dicembre 1990
SEMINARI 1991 DELLA
FONDAZIONE ZANCAN
2/6- 8/6 Adolescenti:
aggregazione ed educazione.
16/6-22/6 La
ricerca valutativa nei servizi: esperienze a confronto.
30/6- 6/7 La presa in carico comunitaria dì un
problema: quale comunicazione tra soggetti sociali.
14/7-20/7 Minori
extracomunitari: diritti e problemi.
21/7-27/7 Disabili
in azienda: problemi di inserimento e di integrazione. 28/7- 3/8
Partecipazione e trasparenza: cittadini, operatori e pubblica amministrazione.
18/8-24/8 Formazione,
cambiamento e umanizzazione dei servizi.
25/8-31/8 Preadolescenti:
opportunità di crescita e situazioni di disagio.
1/9- 7/9 Qualità della vita nelle strutture per
non autosufficienti: forme di vigilanza e controllo.
8/9-14/9 Famiglie con molti problemi: destinatarie
di interventi o soggetti attivi?.
15/9-21/9 Metodologia
del lavoro sociale per progetti.
CONDIZIONI DI PARTECIPAZIONE
a) Ciascun seminario inizia la domenica sera alle ore
21 e si conclude il venerdì sera alle 19. Ai partecipanti è richiesta la
presenza continuativa a tutti i lavori del seminario.
b)
Quote: L. 700.000 iscrizione (più IVA 19%) L. 320.000 soggiorno (IVA 9%
compresa).
c) Adesioni: entro il 15 aprile per i primi due,
entro il 31 maggio per gli altri. Potranno essere accettate adesioni anche dopo
tale data, subordinatamente ai posti disponibili.
SEDE DEI SEMINARI:
CENTRO
STUDI E FORMAZIONE SOCIALE « E. ZANCAN » - 38013 MALOSCO (TN).
Tel.
0463; 81342 - Fax 0463/81342 (ad eccezione del n. 1, che si terrà a Caserta).
SEGRETERIA:
Fondazione «E. Zancan. - Via Patriarcato, 41 Padova -
Tel. 049/663800 - Fax 049/663013 (dal lunedì al venerdì ore 8,30 - 12,30; 14,30
- 18,30) fino al 15/6 e dall'1 / 10 in poi.
Centro Studi «E. Zancan>, - Viale
Alpino, 4 - 38013 Malosco (TN) - Tel. 0463/81342 - Fax 0463 /81342.
SETTIMANE ESTIVE ALTERNATIVE
Il Centro Lavoro-Cultura Comunità di S. Girolamo -
Via S. Girolamo 6, Gubbio, organizza anche quest'anno, come è ormai
consuetudine, delle «settimane estive alternative».
L'invito è rivolto a tutti, gruppi o singoli, di
qualsiasi estrazione sociale, idea politica o religiosa, purché motivati a
vivere un'esperienza di «condivisione» concreta e reale che darà indubbiamente
molti spunti di riflessione.
Si vivrà infatti con persone che hanno scelto di
vivere in Comunità o che in qualche modo hanno necessità di viverci, ciascuno
comunque con il proprio bagaglio di esperienze, spesso di disagio. Parleremo
della storia oramai 25ennale della Comunità di Capodarco, delle varie esperienze
personali che l'hanno fatta essere quella che è, con i suoi lati buoni e meno
buoni.
Condividerete insomma la nostra vita di tutti i
giorni frequentando i nostri gruppi-famiglia e le nostre cooperative di lavoro.
Naturalmente trattandosi anche di vacanze si avrà modo di visitare i classici
luoghi francescani dell'Umbria: Assisi, Gubbio, Perugia...
In passato l'esperienza è sempre stata estremamente
interessante, ha fatto nascere nuove amicizie, conoscenze che durano nel tempo
e qualcuno si è anche... fermato a vivere con noi. Ma al di là di tutto una
settimana vissuta concretamente nel disagio sociale (magari per la prima
volta) è necessaria per conoscerlo, non averne più paura, ma anzi aiutare a
sconfiggerlo per dare al disagio sociale il suo posto, come afferma il noto
professore e giornalista Pietro Barcellona: «Nei confronti del DIVERSO c'è un
depistaggio continuo, una rimozione continua, che noi generiamo
istituzionalizzandolo, così il DIVERSO è fuori, non sta in mezzo a noi».
Calendario «Settimane estive
1991»:
21 - 27 giugno, 5 - 13 luglio, 19 - 27 luglio, 2 - 10
agosto, 23 - 31 agosto.
Per informazioni: Tel. 075/927.43.22 - 927.38.34
www.fondazionepromozionesociale.it