Prospettive assistenziali, n. 93, gennaio-marzo 1991
Specchio nero
«CROCIFISSI» AI LETTI
ALL'OSPIZIO PERCHÈ NON DIANO FASTIDIO
«Difendere concretamente i diritti degli anziani
cronici non autosufficienti», titolavamo nell'editoriale del n. 92 di E,
commentando alcuni dati sulla situazione attuale, annotavamo che essa
«continua ad essere Prospettive
assistenziali. caratterizzata da una diffusa eutanasia da abbandono
praticata nei confronti degli adulti e degli anziani cronici non
autosufficienti». Agghiaccianti sono, al proposito, le vicende che continuano
ad essere raccontate dai giornali.
È anche di fronte a tale gravissima situazione ed
alle resistenze delle autorità preposte che è stata decisa la presentazione in
alcune Regioni della proposta di legge di iniziativa popolare «Riordino degli
interventi sanitari a favore degli anziani cronici non autosufficienti e
realizzazione delle residenze sanitarie assistenziali».
Nel contempo, gli organi di stampa hanno continuato
a registrare casi di gravi violazioni dei diritti dei vecchi malati ricoverati
in case di riposo o cronicari. Qualche esempio.
- La
Repubblica, 12 dicembre 1990: «Crocifissi ai letti dell'ospizio. Casale
Monferrato, dieci pazienti della casa di riposo erano legati "perché non
dessero fastidio"». E, nel sottotitolo: «Lager per anziani con rette da
milioni. Arrestata dai carabinieri la direttrice dell'Istituto. Nella clinica
"La Pineta" i degenti, quasi tutti non autosufficienti venivano
abbandonati a se stessi e immobilizzati con strisce di lenzuola. Sporcizia e
degrado».
- La Repubblica,
31 gennaio 1991: «Quei tre ospizi sono lager. A Varese e Cesenatico anziani
legati ai letti. Arrestato il gestore».
- La Repubblica,
5 dicembre 1990: «Nei lager per anziani blitz dei carabinieri. Siracusa, liberati
3 "prigionieri"».
- La Stampa,
24 ottobre 1990: «I vecchi in cantina, senza cibo. Arrestati i proprietari di
una villa a Viterbo: gli anziani erano legati ai letti. Nella casa di riposo da
due milioni al mese».
- La Stampa, 1 febbraio 1991: «Truffa sul matto, con soldi Usl.
La clinica lo "dimette" con 300 mila lire ma continua ad incassare
l'intera retta. Inchiesta della magistratura su un caso denunciato dagli
amministratori della Sanità».
- La Stampa,
13 febbraio 1991: «Senza cure perché "vecchia". Respinta, con
frattura, da due ospedali. Una denuncia alla Procura: dimissioni frettolose,
poca assistenza».
- Avvenire,
31 gennaio 1991: «Anziani stipati e maltrattati. Arrestata una donna con
l'accusa di sequestro di persona. Varese: blitz di Polizia e Guardia di
Finanza alla "Domus Terapica" di Cunardo e Ganna».
Le terribili condizioni di vita degli anziani malati
ricoverati in certe strutture assistenziali sono la conseguenza del rifiuto di
riconoscere che i vecchi malati cronici non autosufficienti sono persone malate
e, quindi, bisognose di cure sanitarie. Queste cure vengono spesso negate,
come se essere inguaribili significasse essere incurabili.
D'altra parte, sono totalmente assenti in buona
parte del territorio nazionale i servizi di «ospedalizzazione a domicilio», la
cui attivazione consentirebbe a molte centinaia di anziani malati di vivere a
casa loro.
Il rifiuto ad intervenire da parte del settore
sanitario, sia a livello domiciliare che ospedaliero, costringe gli
interessati e i loro congiunti a ricorrere agli istituti di ricovero
assistenziale. Queste strutture possono essere gestite anche da analfabeti e,
finora, molte Regioni ed Usl non hanno voluto emanare norme per la definizione
dei criteri qualitativi e quantitativi del personale. Inoltre, da molte parti,
non esistono standard che riguardino le strutture edilizie.
I controlli, infine, sono estremamente carenti e
spesso inesistenti. Perciò, solo decisi cambiamenti di rotta da parte delle
autorità preposte possono evitare che fatti come quelli denunciati dalla stampa
italiana si ripetano.
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