I GHETTI D'ORO DELL’ITALSANITÀ PER
ANZIANI E HANDICAPPATI
Da tempo il Gruppo IRI-ITALSTAT, presieduto da Ettore
Bernabei, ha predisposto iniziative per intervenire nel campo dell'edilizia per
anziani. Citiamo, al riguardo, una poderosa pubblicazione della consociata
SVEI, Società per lo sviluppo industriale, «Residenze
per anziani. Programmazione e progettazione», Roma, senza data (ma
anteriore alla legge 67/1988), che
aveva il preciso scopo di «organizzare
un modello per le Amministrazioni del quale servirsi nel tendere
all'individuazione della soluzione ottimale fra le possibili risposte alle
esigenze del comparto della residenza sociale ed in particolare in quella
della terza età».
Per quanto riguarda gli anziani cronici non autosufficienti
in tutto o in parte (1), lo studia della SVEI proponeva la casa protetta
assistenziale, organizzata in nuclei di 30 posti, per una capienza complessiva
di 60-120 soggetti (2).
La pericolosità sociale dell'iniziativa del Gruppo
IRI-ITALSTAT-SVEI era da noi tempestivamente segnalata (3).
Per operare nel settore degli anziani e degli
handicappati, il Gruppo IRI-ITALSTAT costituisce l'ITALSANITA che affitta
strutture per la creazione di 8 mila posti letto per anziani «in ogni angolo della penisola, da Monza a
Taranto. In base ai programmi annunciati per città come Bari e Brindisi
dall'Amministratore delegato Ugo Benedetti, altri duemila posti letto devono ancora
essere individuati» (4).
Numerose e gravi gli interrogativi sollevati dai
mezzi di comunicazione: «Si è scoperto
che l'Italsanità ha preso in affitto immobili da società che non avevano la
proprietà». Risulta inoltre che «ben
11 contratti riportano all'avv. Mario Squatriti o a suo fratello Gianroberto.
Che in meno di sei mesi hanno costituito società, comprato immobili, li hanno
affittati a Italsanità e hanno già scontato in banca molti contratti» (5).
La retta a carico degli anziani ricoverati nelle
strutture dell'Italsanità era prevista tra i 4 ed i 6 milioni al mese.
L'ITALSANITÀ non ha agito da sola. A questo proposito
ricordiamo quanto abbiamo segnalato su Prospettive
assistenziali, n. 92, ottobre-dicembre 1990 riportando il testo integrale della lettera aperta inviata al
Ministro della sanità in data 26 novembre ’90 dal Gruppo CSPSS-ISTISSS che «allarmato
dall'iniziativa assunta dall'ITALSANITÀ per la preparazione del personale responsabile
della gestione delle residenze sanitarie assistenziali (RSA)», denunciava
quanto segue: «Senza che il Ministero della sanità abbia assunto alcun
provvedimento in materia di requisiti del personale delle RSA, l'ITALSANITÀ ha
deciso sia la preparazione di base necessaria per i suddetti responsabili, sia
i contenuti formativi. Inoltre l'ITALSANITÀ garantisce (Cfr. La Stampa del 13.11.1990) che i primi 10 classificati
- in base al punteggio conseguito con esame sostenuto al termine del corso -
saranno assunti da Italsanità con regolare contratto e destinati, per lo
svolgimento delle prestazioni in una delle RSA che verranno costituite,
attivate e gestite dalla medesima ITALSANITÀ nel territorio nazionale» (6).
L'Italsanità si riorganizza
Le iniziative di ITALSANITÀ sono molto criticate
dalla stampa. Dopo infuocate polemiche, il Consiglio di amministrazione
dell'ITALSTAT in data 8 agosto 1991 ha assunto le seguenti decisioni:
«a)
Considerato che l'Amministratore delegato della ITALSANITÀ (7) ha
rassegnato le dimissioni, provvedere quanto prima alla sua sostituzione con
manager dotato dei necessari requisiti di professionalità e rigore gestionale;
«b) attribuire
al Comitato esecutivo di ITALSANITÀ i poteri inerenti all'individuazione e validazione
di nuove iniziative e all'assunzione dei relativi impegni;
«c) affidare
agli organi societari di ITALSANITÀ il compito di riesaminare la contrattualistica,
fin qui posta in essere dalla Società e di ricercare e realizzare con le
controparti contrattuali le possibili intese volte al miglioramento dei
contenuti economici e normativi dei contratti in essere ed eventualmente alla
loro risoluzione tenuto conto del fatto che tali contratti non hanno fin ora
avuto esecuzione. Di tali attività dovranno essere tenute costantemente informate
ITALSTAT e IRITECNA (8);
«d) affidare
ai medesimi organi societari !'attivazione delle iniziative necessarie a
garantire che la gestione delle RSA generi ricavi tali da coprire i costi e da
determinare profitto;
«e)
proseguire l'attività IRITECNA volta all'accertamento di eventuali
responsabilità connesse con le attività pregresse di ITALSANITÀ, provvedendo a
tal fine ai necessari confronti e approfondimenti, con il necessario coinvolgimento
di ITALSTAT e di ITALSANITÀ. Tale attività sarà portata a compimento nei tempi
tecnici strettamente necessari».
L'Italsanità e le strutture di emarginazione per gli
handicappati
Dall'organo della DC «Il Popolo» del 12 giugno 1991
apprendiamo che un «Progetto handicap» è stato predisposto dall'ITALSANITÀ,
dal giornale definita «l'unica società
che svolge interventi precisi nel settore dei disabili».
Il «progetto handicap» si propone «di portare su piani di
assistenza concreta le domande che provengono delle categorie svantaggiate. Un
esempio è l'apertura di trenta residenze "altamente innovative" (9) che potranno essere utilizzate sia per gli
anziani che per altri disabili e che saranno aperte gradualmente dopo la stipula
di convenzioni con le Regioni».
Per assicurare successo all'iniziativa di emarginazione
dei più deboli, l'ITALSANITÀ ha costituito un comitato «composto dal Cardinale Achille Silvestrini, dal Presidente della
Commissione Finanze della Camera dei deputati Franco Piro, dall'Amministratore
delegato di Italsanità Ugo Benedetti, dal vice presidente dell'EF1M Mauro Leone
(10), dal Capo di Gabinetto del Ministero
delle finanze Filippo Marzano e dal Direttore generale del CREDIOP Luigi
Mazzoci».
Conclusioni
L'ingresso dei manager nel settore dell'emarginazione
delle persone non in grado di autodifendersi (anziani cronici non
autosufficienti, handicappati gravi e gravissimi, ecc.), costituisce un fatto
molto preoccupante che le organizzazioni che tutelano i più deboli (gruppi di
volontariato, associazioni, sindacati, ecc.) non dovrebbero trascurare.
Infatti, si tratta di società e persone con rilevanti
capacità operative che hanno rapporti diretti con il mondo politico e
finanziario e con i mezzi di comunicazione di massa.
In genere non hanno molti scrupoli e non sono
orientati a fornire ai più deboli aiuti per favorire la loro massima autonomia
possibile: puntano, invece, come intende fare l'ITALSANITÀ per gli handicappati
e gli anziani, a creare strutture di ricovero e quindi di emarginazione, le
quali, come abbiamo riportato dalla documentazione della stessa ITALSANITÀ,
devono produrre ricavi tali «da
determinare profitto».
(1) Per gli anziani autosufficienti
veniva proposto il «centro residenziale per anziani», e cioè una residenza
collettiva avente una capienza da 60 a 100 posti letto. In sostanza si trattava
di una nuova denominazione delle vecchie e superate case di riposo.
(2) Guarda caso, con la legge 11
marzo 1988 n. 67 sono stanziati circa 10 mila miliardi per la creazione di 140
mila posti letto in strutture che, in base a decreto del Presidente del
Consiglio dei Ministri del 22 dicembre 1989, devono essere organizzate in
nuclei di 20 posti e avere una capienza di 60-120 soggetti.
(3) Cfr. E. Monzeglio, Come evitare l'emarginazione abitativa degli
anziani: osservazioni in merito ad uno studio della SVEI, Prospettive
assistenziali, n. 82, aprilegiugno 1988.
(4) Cfr. R. Ippolito, Lo scandalo degli ospizi d'oro - Bloccata
l'operazione di una società controllata dall'IRI - Scatta l'inchiesta - Già
spesi 100 miliardi soltanto per affittare alberghi e cliniche, La Stampa,
30 giugno 1991. Cfr. altresì, La febbre
del mattone dell'ITALSANITÀ, in Prospettive assistenziali, n. 94,
aprile-giugno 1991.
(5) Cfr. F. Bechis, Case di riposo - La terza età dell'oro -
Attorno ai servizi e all'ospitalità per anziani sta nascendo un ricco business,
La Repubblica, 15 marzo 1991. Nello stesso servizio si fa cenno ad altre operazioni
immobiliari: quelle della Gemina concernente i Giardini di Arcadia (da noi
segnalata in Prospettive assistenziali,
n. 82, aprile-giugno 1988), di Argentea (di cui fanno parte La Fondiaria, la
Gabetti Trading, il Gruppo CIFIN e la Gaiona, società del Gruppo Piaggio), di
Eurasol e di Interplan.
(6) II corso di preparazione dei
responsabili delle RSA era organizzato dall'Italsanità in collaborazione con il
Centro di Promozione e Sviluppo dell'Assistenza Geriatrica dell'Università
Cattolica del Sacro Cuore, diretto dal Prof. Pierugo Carbonin. Aiuto del Prof.
Carbonin è il Dr. Roberto Bernabei, figlio dell'ex Presidente del Gruppo
IRI-ITALSTAT.
(7) Si tratta di Ugo Benedetti
(n.d.r.).
(8) È un'altra società del Gruppo IRI
(n.d.r.).
(9) Temiamo che l'unica «innovazione»
di queste RSA consista nella promiscuità fra anziani, soprattutto cronici non
autosufficienti, con hadicappati minori e adulti.
(10) Si tratta del figlio dell'ex Presidente della Repubblica,
ora Senatore a vita (n.d.r.).
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