Notiziario dell'Associazione nazionale famiglie
adottive e affidatarie
LETTERA APERTA A S.S.
GIOVANNI PAOLO II
La lettera è stata presentata in occasione dell'incontro
di S.S. Papa Giovanni Paolo II con i giovani, i fidanzati e le famiglie
svoltosi il 23 giugno 1991 nell'ambito delle celebrazioni del IV Centenario
della morte di San Luigi Gonzaga.
Siamo un gruppo di famiglie adottive e affidatarie
impegnate da anni nell'Associazione nazionale famiglie adottive e affidatarie.
La nostra maggiore preoccupazione è la tutela del diritto di ogni bambino che
nasce a crescere in un ambiente moralmente e materialmente idoneo a favorire
la sua maturazione piena ed armonica, perché diventi una persona adulta
cosciente, libera e responsabile.
Siamo anche convinti che, per ragioni culturali,
storiche e scientifiche, la famiglia sia il luogo naturalmente più efficace per
custodire, proteggere e favorire lo sviluppo della vita di un essere umano,
dal momento del suo concepimento al momento in cui gli è richiesto di
partecipare alla vita sociale come protagonista attivo, costruttivo ed
innovatore.
L'incontro vitale con l'amore ha nella famiglia lo
strumento potenzialmente più efficace per ogni essere umano che viene al mondo.
Per i credenti, ciò è anche indicato da Dio Padre nel momento in cui dona Suo
Figlio all'umanità: il Suo dono passa attraverso una coppia che accoglie il
bambino Gesù e lo ama come dono di Dio, cioè con un amore incondizionato e di
totale oblatività.
Sappiamo purtroppo che molti bambini, dal momento del
loro concepimento in avanti, non sono accolti con l'amore di cui hanno bisogno
per diventare a loro volta adulti capaci di vivere per amore. Sappiamo anche
che molti uomini e donne generosi scelgono di dedicare la loro vita ai bambini
senza famiglia e consideriamo positivo il loro gesto d'amore.
Ma abbiamo anche constatato che spesso l'egoismo
umano si fa scudo della generosa disponibilità di alcune persone buone
facilitando la deresponsabilizzazione anziché l'umana solidarietà; nessuno
invece può «sentirsi a posto» fin quando un solo bambino sarà privo di una sua
famiglia, fin quando cioè ci sarà un solo bambino che vivrà l'esperienza di non
appartenere a nessuno, di non essere il «mio bambino» di qualcuno.
Ci permettiamo, per tutti questi motivi, di chiedere
a Sua Santità di voler spendere qualche Sua parola per richiamare ancora una
volta l'essenzialità del ruolo della famiglia per la crescita umana e
cristiana dei bambini, di tutti i bambini: anche di quelli che sano temporaneamente
o definitivamente privi della loro famiglia d'origine e hanno perciò bisogno di
essere accolti da un'altra famiglia.
Le chiediamo un appello alla accoglienza e alla
condivisione rivolto alle famiglie cristiane perché sappiano dimostrare la loro
attenzione verso i piccoli, i quali «sono il simbolo eloquente e la splendida
immagine di quelle condizioni morali e spirituali che sono essenziali per entrare
nel regno di Dio e per viverne la logica di totale affidamento al Signore» (Christifideles laici 47): sappiano cioè
essere concretamente disponibili anche verso quei bambini che non sono
direttamente il frutto della loro fecondità coniugale e non si sentano la
coscienza «tranquilla» fino a quando anche un solo bambino sarà privato della
possibilità di crescere in una vera famiglia.
Non è più tempo che la Comunità cristiana deleghi
agili istituti di assistenza, che sano frutto di altri momenti storici,
l'impegnativo compito di sopperire ai bisogni dei fratelli più deboli: gli istituti,
per la loro intrinseca natura, non sono in grado di soddisfare le esigenze
affettive dei minori indipendentemente dall'impegno e dalla professionalità di
quanti vi operano.
Chiediamo inoltre a Sua Santità un chiaro e vigoroso richiamo
ai responsabili delle istituzioni (politici, amministratori, magistrati...)
perché sappiano e vogliano - nell'ambito delle loro competenze - promuovere la
realizzazione nella concreta convivenza civile di quelle indicazioni che una
legge dello Stato, davvero attenta ai diritti dei bambini, la legge 4 maggio
1983 n. 184 «Disciplina dell'adozione e dell'affidamento dei minori» prescrive
come primi rimedi alle situazioni di carenza o di abbandono familiare:
l'affidamento familiare e l'adozione.
Esprimiamo fiducia nel fatto che Vostra Santità
vorrà considerare e accogliere questo nostro invito, Ella che con tanta
insistenza richiama il valore fondamentale della famiglia, come nucleo
fondamentale della società, e il rispetto della vita.
Alberini
Adelmo e Angela, Ghidotti Gianni e Pia, Lonardi Luciano e Maria Regina, Rossignoli
Vinicio e Giuliana, Berra Gino e Silva, Amati Alessio e Lina, Timalina Giuseppe
e Valeria, Pigozzi Paolo ed Elisa, Maccari Graziano e Gabriella, Benazzi
Giovanni e Rosa, Borgonovi Glancarlo e Maria Grazia, Soregotti Sergio e Claudia.
Per mettersi in comunicazione con noi telefonare o
scrivere a: Anfaa, c/o Timalina - Strada S. Girolamo, 9 - 46100 Mantova, tel.
0376/363384
Mantova, giugno 1991.
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