Specchio nero
LE
PENSIONI LAGER DI TORINO CONTINUANO A FUNZIONARE
Nel n. 93, gennaio-marzo 1991 di Prospettive assistenziali avevamo
segnalato l'allarmante situazione in cui vivevano gli anziani ricoverati nelle
pensioni di Torino, pensioni prive della prescritta autorizzazione a funzionare
(1).
Complessivamente si trattava di
ben 350 anziani, di cui una parte con malattie croniche e quindi aventi
diritto alle necessarie cure sanitarie.
Sono passati sei mesi e tutto è
rimasto come prima, come risulta dal rapporto inviato alla Procura della
Repubblica nello scorso mese di agosto dal Dr. Francesco Panzica, comandante
dei vigili urbani.
Le rette praticate variano da due
a quattro milioni al mese. Tutte le strutture sono prive della autorizzazione
regionale prescritta per le strutture assistenziali e per quelle sanitarie;
inoltre nessuna è in regola con le norme sulla prevenzione ed estinzione degli
incendi.
Dieci persone sono state
denunciate per esercizio abusivo della professione sanitaria: infatti vi erano
persone che svolgevano mansioni di infermiere senza essere in possesso del
titolo relativo.
Fino a quando durerà il calvario degli anziani ricoverati
nelle pensioni lager?
A quando il rinvio a giudizio dei
responsabili della situazione, e cioè non solo dei titolari delle strutture
abusive, ma anche di coloro che a livello della Regione Piemonte, del Comune di
Torino e delle USSL hanno violato la legge?
UN NUOVO
GHETTO PER HANDICAPPATI
Nell'articolo «Le residenze
sanitarie assistenziali nell'ambito degli interventi rivolti agli anziani ed
agli altri soggetti non autosufficienti» (Cfr. Prospettive assistenziali, n. 93, gennaiomarzo 1991) era stato
segnalato il pericolo che le RSA, residenze sanitarie assistenziali, venissero
utilizzate per ghettizzare la fascia più debole della popolazione (anziani e
adulti cronici non autosufficienti, handicappati, malati di mente,
tossicodipendenti, persone colpite da AIDS, ecc.).
Si tratta di un principio che
purtroppo ha già trovato una prima, concreta attuazione da parte dell'Assessore
all'assistenza, istruzione e sanità del Comune di Torino il quale ha deciso di
inserire una decina di handicappati nella cosiddetta casa protetta di Torino,
Via S. Marino, in cui sono ricoverati circa 150 anziani cronici non autosufficienti.
BIMBA DI
UNDICI ANNI SI PROSTITUISCE PER AIUTARE LA MADRE
Secondo quanto riferisce La Stampa del 28 luglio 1991, una
bambina di undici anni si prostituiva da due anni per aiutare la madre.
Il fattaccio è avvenuto a Gela.
La piccola ogni mattina veniva
accompagnata non a scuola ma in via Puglia, in un fatiscente appartamento del
rione Carrubazza. Era lì, al piano terreno di una casa semidiroccata, che la
madre la costringeva a vendere il proprio corpo per ventimila lire, era lì che
la piccola «lavorava» per «aiutare la famiglia».
Ad aiutare la madre, un suo
amico, Massimo C., di 22 anni. Era lui, secondo gli inquirenti, che contattava
i clienti, provvedeva a fissare gli appuntamenti, li accompagnava nella stanza
e controllava che tutto andasse bene.
È significativo segnalare che «alla porta della madre i carabinieri
avevano bussato lo scorso mese di maggio, perché tutte
e tre le sue figlie, una di sei, una di 11 e una di 16 anni, non avevano mai frequentato
la scuola».
Sarebbe quindi giusto, a nostro
avviso, che l'autorità giudiziaria non rinviasse a giudizio solamente la
genitrice, il complice ed i clienti, ma anche coloro che per anni hanno omesso
di assumere interventi necessari per il diritto alla istruzione delle tre
bambine.
(1)
Nell'articolo erano anche indicate
le
nostre
proposte, proposte che continuiamo a ritenere valide.
www.fondazionepromozionesociale.it