Notiziario dei Centro Italiano per l'adozione
internazionale
IL MERCATO GRIGIO DEI
BAMBINI DEL TERZO MONDO
Il n. 44 di «Time
International», dal quale è tratto l'articolo qui riassunto, ha dedicato un
ampio servizio al traffico di bambini.
Quello che sconcerta non sono le notizie in sé o i
mezzi utilizzati dai protagonisti che sono ormai ben noti a tutti, ma il
prendere coscienza di quanto sia diffusa la mercificazione del bambino.
Crediamo non esista Paese tra quelli cosiddetti in
via di sviluppo, che riesca a sottrarsi alle mire predatorie di coppie alla
disperata ricerca di un bambino.
Conclude l'articolista: «finché ci saranno poveri genitori che desiderano un futuro migliore
per i loro figli, il traffico dei bambini non potrà mai essere completamente
eliminato»; ma è forse ancor più vero che se non ci fossero
coppie disposte ad offrire soldi in cambio di una creatura, sfruttando in modo
indegno la povertà e penalizzando ancor di più chi dalla vita è già stato
abbondantemente penalizzato, il traffico dei bambini sarebbe quanto meno
ridotto.
Rendersi disponibili ad accogliere un bambino che è
rimasto solo, senza la presunzione di averne diritto, significa ridare dignità
a un atto di amore.
Cinque anni fa nel villaggio turistico di Wadduwa
nello Sri Lanka, la polizia, con un'azione improvvisa perquisì un albergo sul
mare gestito da un tedesco e da sua moglie originaria dello Sri Lanka.
Trovarono 20 donne indigene con i loro 22 bambini, alcuni nati da poche
settimane. L'albergo era in realtà ciò che nello Sri Lanka viene chiamato una
«fattoria di bambini» dove gli stranieri in cerca di adozioni possono
alloggiare e per la somma di 1.000 fino a 5.000 dollari fare la loro scelta. Le
giovani madri, tutte in condizioni dì estrema povertà, avrebbero ricevuto
circa 50 dollari per ognuno dei loro bambini.
L'operazione di Wadduwa ha interrotto il mercato, ma
il traffico internazionale di bambini per l'adozione rimane un grosso affare.
Ogni anno, avvocati e intermediari senza scrupoli, nelle zone più povere
dell'Asia e dell'America Latina e adesso anche dell'Europa dell'Est,
consegnano centinaia, forse migliaia di bambini a genitori dei Nord America e
dell'Europa occidentale, che sono disposti a pagare grasse somme di denaro per
bambini sani, e che vogliono ignorare l'evidenza che i bambini hanno
provenienze quantomeno dubbie. Lo scorso anno, in uno studio sulle adozioni
internazionali, la Conferenza dell'Aja sul Diritto Privato Internazionale, ha
riscontrato che esistono reti in espansione in tutto il mondo per quanto riguarda
il traffico di bambini: «Avvocati e
notai, assistenti sociali, ospedali, dottori, istituti per l'infanzia, tutti
lavorano insieme per ottenere bambini e ricavare profitto dalla disperazione
dei genitori».
Un centro di commercio di bambini da lunga data sono
le Filippine, dove si stima che 450 bambini vengano venduti a stranieri ogni
anno. Due anni fa le autorità arrestarono una donna tedesca di nome M.K. con
l'accusa di aver lavorato attivamente nella vendita dei bambini. Uno dei
metodi usati dalla K. era quello di ottenere che le madri filippine firmassero
una dichiarazione che il padre dei bambino era europeo e che il bambino veniva
mandato all'estero perché il padre se ne assumesse la responsabilità. In risposta
anche a questi abusi, il Governo filippino nel 1988 approvò una legge nella
quale è previsto che tutte le adozioni internazionali siano gestite da agenzie
autorizzate sia nel paese d'origine dei bambino che nel paese ricevente.
Gli abusi sono peggiori in quei paesi in cui a
gestire le adozioni sono gli avvocati. In Guatemala, per esempio, moltissimi
avvocati gestiscono e dominano il giro di 5 milioni di dollari annui che è
costituito dalle adozioni internazionali. I loro agenti battono le campagne
cercando poverissime ragazze madri o coppie che sono disposte a vendere i loro
figli per la somma, veramente misera, di soli 50 dollari. Un caso in Guatemala,
che è ora in tribunale, coinvolse S.H. che aveva cinque anni nel 1989 quando fu
adottato da P.D.K. nello lowa. I nonni di S., con i quali egli era vissuto
dalla nascita, affermano di non aver mai dato il permesso all'adozione del
bambino, e hanno intentato una azione legale in Guatemala per annullare
l'adozione e riavere il bambino. Secondo il loro avvocato, S. fu segretamente
dato in adozione dalla madre, che non ne aveva la custodia legale. P.D.K.
insiste nel dire che l'adozione era «onesta al 100%».
Il mercato grigio e nero dei bambini non coinvolge
necessariamente transazioni tra il Primo e il Terzo Mondo. In Cina, la politica
dei Governo, mirante ad un solo figlio, ha creato un commercio in aumento
all'interno dei paese per la vendita dei bambini, specialmente maschi, a
famiglie senza figli o solo con femmine. In Tailandia 4.000 bambini di sesso
maschile vengono rapiti ogni anno e spediti in Malesia, secondo quanto afferma
Thiraphol Thirawat, coordinatore del Centro per la Protezione dei Diritti del
Bambino di Bangkok. I bambini vengono generalmente comprati dalle
300.000/500.000 prostitute esistenti
in Tailandia. In Malesia, dice Thiraphol, i bambini vengono adottati da
famiglie di medio ceto in cerca dell'erede, o vengono rivenduti ad associazioni
criminali che operano sul confine Tailandia/ Malesia.
Il più recente ed eclatante caso di vendita di bambini
è avvenuto in Romania, dove il programma televisivo «60 minuti» ha mandato in
onda il filmato delle trattative tra acquirenti e genitori naturali, con la
presenza del mediatore per la vendita del bambino.
«Si è
naturalmente sparsa la voce negli Stati Uniti che in Romania si potevano
facilmente avere bambini se si era disposti a pagare» dice un ufficiale dell'Immigrazione americana e del
Servizio di naturalizzazione. Per D.M., l'adozione di suo figlio adottivo A.,
di due anni, proveniente dalla Romania, è stata come un acquisto. «Quando abbiamo iniziato a cercare di
adottare, si prospettava una spesa di 2.500 dollari», dice l'insegnante
di Houston. «Alla fine abbiamo pagato
5.000 dollari, e io non riesco a capire dove sono andati i soldi. Qualcuno è
stato pagato per l'adozione».
Per fermare il traffico di bambini, lo scorso luglio
la Romania ha bloccato tutte le adozioni internazionali finché non sarà
predisposta una nuova procedura. Per quasi tutta l'estate, molti Americani
hanno dovuto rimanere negli alberghi e negli appartamenti di Bucarest con ì
loro figli adottivi perché non erano riusciti a partire in tempo. Ma si ritiene
che, ancora adesso, alcuni bambini siano clandestinamente portati in altri
paesi.
Considerando la disparità del benessere nel mondo, il
commercio dei bambini per il momento non può essere fermato. «Speriamo di essere più attenti, e con l'aiuto della
gente potremmo anche avere successo»,
dice Joseph Balanag, l'ufficiale incaricato dell'adozione internazionale nelle
Filippine. «Ma finché ci saranno poveri
genitori che desiderano un futuro migliore per i loro figli, il traffico dei
bambini non potrà mai essere completamente eliminato».
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